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La Chiesa dei Teatini - Interventi.net

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E quali sono i film e i registi che lei<br />

preferisce?<br />

<strong>La</strong>ng e Pabst per il cinema tedesco.<br />

Wilder, Ford e gli altri grandi del<br />

cinema americano. Del cinema italiano<br />

prediligo l’opera di Pietro Germi,<br />

senza ovviamente negare il valore di<br />

molti altri, per la struttura narrativa,<br />

per il sarcasmo delle sue commedie.<br />

Penso a "L’uomo di paglia", "Il cammino<br />

della speranza", e soprattutto a<br />

"Signore e signori", ambientato a<br />

Treviso, una geniale satira della vita<br />

borghese nella provincia italiana.<br />

Il miglior biglietto da visita<br />

dell’Italia è la lunga tradizione<br />

artistico-culturale. Come si spiega,<br />

secondo lei, la poca cura e considerazione<br />

che proprio l’Italia, in confronto<br />

ad altri stati europei, riserva<br />

alla cultura?<br />

È vero che l’impegno finanziario per<br />

la cultura è decisamente inferiore rispetto<br />

ad altri stati e questo si può,<br />

forse, spiegare con una certa "deresponsabilizzazione"<br />

nei confronti<br />

della nostra tradizione per il fatto che<br />

essa è ovunque così ben conosciuta e<br />

la sua richiesta è talmente costante<br />

da non stimolare in noi una particolare<br />

esigenza di sostegno. Diciamo<br />

che si rappresenta da sola.<br />

È vero, ma questo non spiega ancora<br />

quello scetticismo nei confronti<br />

della cultura che sembra essere una<br />

particolarità italiana e soprattutto<br />

delle giovani generazioni...<br />

è vero in parte... ma è anche necessario<br />

non fossilizzarsi di fronte alle<br />

nuove forme di vita <strong>dei</strong> giovani. Si<br />

tratta, infatti, anche di capire come la<br />

cultura, sia in senso di civilizzazione,<br />

sia in senso proprio, stia cambiando...<br />

Quali sono gli aspetti della cultura<br />

italiana che, secondo lei, dovrebbero<br />

essere particolarmente curati?<br />

Intanto io direi che occorre stabilire<br />

un dialogo con il paese ospitante.<br />

Ascoltare le esigenze e le richieste<br />

che vengono avanzate e cercare di<br />

INTERVenti<br />

Ausgabe Oktober - Dezember 2003<br />

darvi risposta lasciandosi un margine<br />

per l’iniziativa propria. In questo<br />

ambito si tratta, secondo me, di dare<br />

risalto ad aspetti della cultura fin’ora<br />

emarginati come, per esempio, "il<br />

fumetto". Da poco ho saputo che in<br />

Italia ci sono <strong>dei</strong> veri specialisti del<br />

campo. Occorre promuovere anche<br />

scrittori giovani (e meno giovani)<br />

emergenti dando loro una possibilità<br />

di farsi conoscere al pubblico e non<br />

basarsi soltanto sui grandi nomi. Sto<br />

lavorando ad una formula adeguata<br />

per questo progetto.<br />

Come sta cambiando l’ordinamento<br />

degli Istituti di Cultura italiana<br />

all’estero?<br />

Nel senso di un accentramento burocratico.<br />

Sparirà, in parte, anche il<br />

nome diventando il "dipartimento<br />

culturale" del consolato o dell’ambasciata.<br />

Preso atto del vasto panorama<br />

di iniziative culturali private e associative,<br />

si è pensato di dare all’Istituto<br />

un ruolo di "diplomazia culturale"<br />

collegandolo più direttamente all’attività<br />

del Ministero degli Esteri.<br />

Quale sarà dunque il ruolo del console<br />

nel redigere il programma culturale?<br />

Un ruolo di garante e di vigilanza, ma<br />

le iniziative saranno sempre a carico<br />

<strong>dei</strong> responsabili dell’istituto.<br />

Come saranno, dunque, i rapporti<br />

con i gruppi di lavoro e le associazioni<br />

culturali?<br />

Di dialogo e collaborazione nel rispetto<br />

della pluralità delle posizioni e<br />

delle opinioni. È necessario abbattere<br />

inutili diffidenze e cercare di coordinare<br />

le varie attività. Probabilmente,<br />

dopo l’arrivo del nuovo direttore, sarà<br />

possibile organizzare una riunione<br />

con tutti i rappresentanti. Ho avuto<br />

vari incontri con loro e sono convinto<br />

che questo sia possibile.<br />

In un panorama europeo in continua<br />

evoluzione, quale potrebbe essere,<br />

secondo lei, il nuovo ruolo degli<br />

CULTURA<br />

istituti di cultura?<br />

È una questione complessa. <strong>La</strong> cultura<br />

europea condivide le origini, ma ha<br />

avuto uno sviluppo nazionale assai<br />

marcato e diversificato perciò è così<br />

difficile coordinare i vari stili che si<br />

sono venuti cristallizzando. Si è<br />

lavorato ad un’iniziativa che prevede<br />

un unico istituto di cultura europeo<br />

nei paesi extraeuropei, ma non credo<br />

che abbia fatto molti passi avanti. I<br />

paesi del nord Europa, invece, hanno<br />

fatto qualcosa in questa direzione e a<br />

Berlino hanno riunito le loro ambasciate<br />

in un’unica casa comune. È un<br />

piccolo passo avanti... (e noi vorremmo<br />

aggiungere, ma non lo facciamo,<br />

che sono proprio quelli i paesi in cui<br />

le donne sono maggiormente rappresentate<br />

... sarà un caso?)<br />

Dott. Piazza la ringraziamo per<br />

questa intervista e le auguriamo<br />

buon lavoro!<br />

edito da Contatto Verein e.V.<br />

bimestrale per la<br />

Missione Cattolica Italiana di<br />

Monaco<br />

Lindwurmstr. 143<br />

80337 München<br />

Tel.: 089/74 63 06 0<br />

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