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Quaderno Romania - ARTI Puglia

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iomassa è una forma di energia rinnovabile capace di riformarsi in tempi relativamente<br />

brevi e questo è uno dei suoi principali vantaggi. L’utilizzazione delle biomasse per fini<br />

energetici non contribuisce all’effetto serra, poiché la quantità di anidride carbonica<br />

rilasciata durante la decomposizione, sia che essa avvenga naturalmente, sia per effetto<br />

della conversione energetica, è equivalente a quella assorbita durante la crescita della<br />

biomassa stessa; non vi è, quindi, alcun contributo netto all’aumento del livello di CO2<br />

nell’atmosfera. In tale ottica, la Campagna della Commissione europea per il decollo delle<br />

fonti energetiche rinnovabili (Take off Campaign) individua l’energia da biomasse come uno<br />

dei settori-chiave per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Libro Bianco europeo.<br />

Per biomassa energetica si suole individuare ogni sostanza organica, più che altro vegetale,<br />

diversa dalle fonti tradizionali combustibili quali carboni, petrolio e gas naturale. Le riserve<br />

di biomassa sono, nello specifico, il legno in tutte le sue forme, i rifiuti agricoli, i rifiuti<br />

raccolti a livello urbano e industriale, i vegetali e i fanghi essiccati provenienti da<br />

depurazione delle acque o da deiezioni animali.<br />

Il potenziale energetico della biomassa in <strong>Romania</strong> è di circa 7.594 mila tep/anno<br />

(tonnellate equivalente di petrolio), di cui il 15,5% rappresenta residui dallo sfruttamento<br />

forestale e dalla legna da fuoco, il 6,4% segatura e altri resti del legno, il 63,2% rifiuti<br />

agricoli (provenienti dai cereali, fusti di granturco, viti), il 7,2% residui casalinghi e il 7,7%<br />

biogas. La <strong>Romania</strong> dispone di un importante potenziale per le colture di piante<br />

energetiche, grazie alla vasta superficie coltivabile disponibile - disponibilità d’ettari di<br />

terreno per abitante pari allo 0,7% (contro lo 0,4% dell’UE a 25).<br />

Questi rifiuti, tramite vari tipi di processi di trasformazione (digestione anaerobica,<br />

fermentazione alcolica, digestione aerobica, pirolisi, ecc.) diventano biocombustibili<br />

(biodiesel, bioetanolo, metano, ecc.), successivamente utilizzabili in impianti per la<br />

produzione di energia elettrica e/o energia termica. In altri casi, i residui da lavorazione del<br />

legno o della paglia vengono bruciati direttamente per ricavarne calore.<br />

I combustibili fossili (anche chiamati idrocarburi) derivano dalla trasformazione, sviluppatasi<br />

in milioni di anni, di sostanza organica in forme via via più stabili e ricche di carbonio. Nel<br />

futuro, quantità grandi di biomassa saranno trasformate in combustibile più conveniente.<br />

Per esempio il biogas con il 60% di metano, prodotto sia dalle deiezione degli animali che<br />

direttamente dai depositi dei rifiuti, può essere usato per la generazione di energia elettrica,<br />

per cucinare o per l’illuminazione. Il residuo dei fermenti di biogas è un eccellente<br />

fertilizzante agricolo. La biomassa potrebbe coprire in <strong>Romania</strong>:<br />

- quasi un quinto del consumo totale delle risorse primarie del Paese;<br />

- l’89% del calore necessario per riscaldare le case e l’acqua, nonché per la preparazione<br />

dell’alimentazione, nell’ambiente rurale, soltanto attraverso il consumo di residui e rifiuti<br />

vegetali.<br />

Il potenziale della <strong>Romania</strong> nel campo della produzione di energia da biomassa è pari al<br />

65% del potenziale totale di produzione energetica da fonti rinnovabili. Tale potenziale è<br />

distribuito soprattutto nelle seguenti zone:<br />

48<br />

IL SISTEMA DELL’INNOVAZIONE E DELLA RICERCA IN ROMANIA

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