Quaderno Romania - ARTI Puglia
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combustibili a base di petrolio che per quelli diesel, destinati al trasporto, e del 5,75% entro<br />
il 31 dicembre 2010. Tenendo conto delle quantità di carburanti utilizzati annualmente e gli<br />
obblighi che derivano dalla Decisione Governativa nr.1844/2005, risulta un bisogno di<br />
biodiesel e bioetanolo di circa 300.000 tonnellate per l’anno 2010. Entro il 2020, la<br />
percentuale di utilizzo dei biocarburanti sarà almeno del 10%, con l’utilizzo delle nuove<br />
generazioni di biocarburanti.<br />
La <strong>Romania</strong> ha un potenziale sufficiente per fornire materie prime tanto per il biodiesel<br />
quanto per il bioetanolo in modo da raggiungere gli obiettivi stabiliti. Per esempio, il<br />
potenziale della <strong>Romania</strong> di fornire materia prima necessaria per il biodiesel,<br />
rispettivamente olio vegetale (girasole, soia, colza) è di circa 500-550 mila tonnellate<br />
l’anno. In questo modo sono assicurate le premesse per giungere al traguardo del 10% di<br />
biocarburanti, per l’anno 2020, calcolato sulla base del contenuto energetico di tutti i tipi di<br />
benzina e gasolio utilizzata per il trasporto, relativo al raggiungimento dell’obiettivo<br />
compreso nel pacchetto di misure per l’energia approvato dal consiglio Europei (marzo<br />
2007).<br />
Dal 1° luglio 2007, tutto il gasolio commercializzato sul mercato della <strong>Romania</strong> contiene il<br />
2% di biodiesel, ma precisiamo che il biodiesel viene introdotto solo nel gasolio di tipo Euro<br />
4, non essendo stato ancora stabilito l’obbligo che questo venga aggiunto al gasolio Euro 5.<br />
Dal 1° gennaio 2008 deve avere un contenuto di biocarburanti minimo del 3% e dal 1°<br />
luglio 2008 del 4%. Per quanto riguarda invece il bioetanolo, questo verrà aggiunto alla<br />
benzina a partire dal 1° gennaio 2009.<br />
2.3.6. Conclusioni<br />
Con i suoi 21.5 milioni di consumatori la <strong>Romania</strong> è uno dei maggiori mercati energetici del<br />
Sud-Est Europa il cui benessere e capacità di consumare sono garantiti dalla capacità che la<br />
propria classe politica avrà nel gestire i nuovi scenari Europei nel campo del mercato<br />
dell’energia. Per affrontare la competizione sul mercato globale delle fonti energetiche resa<br />
aggressiva dall’incremento dei fabbisogni e della domanda dei Paesi asiatici emergenti,<br />
l’Europa ha deciso di rispondere con la diversificazione delle fonti energetiche a partire dalle<br />
risorse interne, così come ritiene indispensabile l’ampliamento del numero dei Paesi fornitori<br />
e di transito delle importazioni energetiche tradizionali (gas, uranio e petrolio). In<br />
quest’ottica è imprescindibile per la <strong>Romania</strong> se vuole mantenere l’attuale sviluppo,<br />
assicurare alle imprese ed ai cittadini una certezza di continuità della fornitura di energia ad<br />
un prezzo sostenibile.<br />
Non è però solo l’aspetto economico a spingere la <strong>Romania</strong> a mettere sul tavolo delle<br />
decisioni la questione energetica ma anche le implicazioni ambientali, così chiaramente<br />
espresse con la Conferenza mondiale di Kyoto sullo stato dell’ambiente. Quindi, la sicurezza<br />
e la competitività dell’approvvigionamento tradizionale devono essere integrati da un mix<br />
energetico che comprenda le fonti locali rinnovabili come l’energia eolica, la biomassa, il<br />
solare, i biocarburanti, le piccole centrali idroelettriche e l’efficienza energetica delle<br />
strutture edili. Tale mix alternativo è orientato alla maggior sicurezza, alla sostenibilità<br />
ambientale ed alla riduzione delle emissioni di carbonio.<br />
50<br />
IL SISTEMA DELL’INNOVAZIONE E DELLA RICERCA IN ROMANIA