11.06.2013 Views

N° 1 del 2012 - Collegio IPASVI Pavia

N° 1 del 2012 - Collegio IPASVI Pavia

N° 1 del 2012 - Collegio IPASVI Pavia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Registrazione presso il Tribunale di <strong>Pavia</strong> n. 355 <strong>del</strong> 08.02.1989. Sped. in abb. postale - Comma 20/C 2 L. 662/96 - Fil. di <strong>Pavia</strong> - IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA - REINVIARE ALL’UFFICIO PAVIA-FERROVIA<br />

Infermiere<br />

1/<strong>2012</strong><br />

aP<br />

A V I A<br />

Rinnovati gli Organi<br />

Collegiali<br />

ISSN 1722-2214


E “i<br />

DITORIALE<br />

Duilio Loi<br />

Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Rivista trimestrale <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> IP.AS.VI. di <strong>Pavia</strong><br />

Anno XXIV n. 1/<strong>2012</strong> gennaio-marzo <strong>2012</strong><br />

Editore <strong>Collegio</strong> Infermiere professionali,<br />

Assiatenti Sanitarie, Vigilatrici d’Infanzia<br />

<strong>del</strong>la Provincia di <strong>Pavia</strong><br />

Direttore Responsabile Enrico Frisone<br />

Direttore Editoriale Duilio Loi<br />

Segretaria di Redazione Emanuela Cattaneo<br />

Responsabili settori<br />

Clinico: Monica Gabetta<br />

Sociale: Ruggero Rizzini<br />

Formazione, Ricerca e<br />

Aggiornamento: Paola Ripa<br />

Etico Deontologico: Annamaira Tanzi<br />

Vita di <strong>Collegio</strong>: Giuseppe Braga e Gabriele Ciancio<br />

Redattori: Cinzia Ancarani, Carina Gomez Añamuro,<br />

Giovanni Baccalini, Mauretta Cattanei,<br />

Gabriele Ciancio, Claudia Fiore, Silvia Giudici,<br />

Nadia Granata, Nunzio Giuseppe Greco,<br />

Emanuela Sacchi, Maria Teresa Visconti Tosco<br />

Hanno collaborato Giuseppe Bolognese, Federica Della Fiore,<br />

a questo numero: Silvia Lodola, Laura Nicola, Barbara Pellegrini<br />

Anna Sponton<br />

Immagine di copertina “Araba fenice” opera di Mario Palmieri,<br />

fotografia di Giuseppe Braga<br />

Impianti e stampa Gemini Grafica snc - Melegnano (MI)<br />

Direzione, Redazione, Via A. Volta, 25 - 27100 <strong>Pavia</strong><br />

Amministrazione Tel. 0382/525609, Fax 0382/528589<br />

CCP n. 108162700<br />

I punti di vista e le opinioni espressi negli articoli sono degli<br />

autori e non rispettano necessariamente quelli <strong>del</strong>l’Editore.<br />

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati,<br />

non saranno restituiti.<br />

Registrazione presso il Tribunale di <strong>Pavia</strong> n. 355 <strong>del</strong> 08.02.1989.<br />

Spedizione. in abb. postale - Comma 20/C 2 L. 662/96 - Fil. di <strong>Pavia</strong>.<br />

La rivista è inviata gratuitamente agli iscritti al <strong>Collegio</strong> IP.AS.VI.<br />

di <strong>Pavia</strong>. Finito di stampare nel mese di febbraio <strong>2012</strong> presso<br />

Gemini Grafica snc di A. Girompini & C., Melegnano (MI)<br />

Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

HOmO, HOmini, lupus!!<br />

vecchi anima bianca di calce in controluce,<br />

occhi annacquati dalla pioggia <strong>del</strong>la vita,<br />

i vecchi soli come i pali <strong>del</strong>la luce<br />

e dover vivere fino alla morte che fatica”<br />

Era il 1981, in Italia usciva l’album di Claudio Baglioni “Strada Facendo”, all’interno,<br />

vi era una profonda e toccante canzone che raccontava <strong>del</strong>la solitudine<br />

degli anziani, “I Vecchi”.<br />

Trent’anni fa si paventava e metteva in evidenza quale piaga sociale, la solitudine,<br />

oggi, registriamo che sempre più frequentemente la stessa solitudine, ha<br />

fatto per cosi dire “carriera”, diventando inaudita e gratuita VIOLENZA. Complimenti,<br />

bel salto di qualità!!<br />

È il 18 gennaio <strong>2012</strong> sia in televisione, sia sul web, passano le immagini raccapriccianti<br />

relative alla Casa di Riposo” Borea” di Sanremo.<br />

Si ripropone l’ennesima regressione ancestrale che evidenzia con una certa<br />

disinvoltura il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong> “homo, homini, lupus”, ovvero, l’uomo è lupo per gli<br />

altri uomini; <strong>del</strong>la serie: l’uomo che diventa capace di infliggere sofferenze al<br />

suo simile, meglio di chiunque altro!!<br />

Le immagini offrono una sequenza di assurdi maltrattamenti, in uno scenario<br />

dove la sofferenza legata alla disabilità e alla dipendenza è già particolarmente<br />

elevata.<br />

Sofferenza elevata a potenza, tradotta in violenze continuate e gratuite a carico<br />

di persone disabili non autosufficienti; inermi e impossibilitati ad esprimere le<br />

barbarie subìte.<br />

Si possono osservare e vi invito a visionare il video sul web (http://www.youtube.com/watch?v=dSmJqXtYix0),<br />

gomitate in pieno volto, persone che negli<br />

spostamenti letto-carrozzina vengono afferrate e scaraventate con violenza come<br />

fossero sacchi di immondizia, strattonamenti nella vestizione, schiaffi e spinte,<br />

accompagnati da una gestualità violenta e ricca di inaudito disprezzo.<br />

Di ciò, la cronaca ci informa che: “Infermieri e Personale di supporto per coprire<br />

grida e gemiti degli anziani ospiti, sistematicamente oggetto di documentati<br />

maltrattamenti, alzavano il volume <strong>del</strong>la radio. Dall’ora <strong>del</strong>la sveglia fino al<br />

momento di mettere a letto chi, appunto, non era in grado di farlo da solo”.<br />

Le indagini sulla vicenda sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dopo<br />

3 mesi di monitoraggio tramite intercettazioni ambientali con telecamere nascoste,<br />

ha prodotto: segnalazioni all’autorità giudiziaria verso 16 persone e di<br />

queste, 7 sottoposte a custodia cautelare, ovvero arrestate.<br />

Nello specifico: il presidente <strong>del</strong>la casa di riposo, 2 infermiere e 4 ASA.<br />

Vedendo queste immagini, non si può non provare indignazione; viene naturale<br />

pensare ai riferimenti deontologici traditi (articolo 3): “La responsabilità<br />

<strong>del</strong>l’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura <strong>del</strong>la persona<br />

nel rispetto <strong>del</strong>la vita, <strong>del</strong>la salute, <strong>del</strong>la libertà e <strong>del</strong>la dignità <strong>del</strong>l’individuo”.<br />

Quale dignità? Quale libertà? Quale rispetto? Quale prendersi cura?<br />

Confidando nel corretto corso <strong>del</strong>la giustizia penale, affinché possa assicurare<br />

velocemente alle patrie galere questi Delinquenti, per i quali non è ipotizzabile<br />

giustificazione alcuna, non posso però non guardare oltre il fatto stesso e segnalare<br />

che:<br />

- si tratta di un fenomeno collettivo agito indistintamente e a volte in complicità


3<br />

Numero 1/<strong>2012</strong> PAGINA<br />

(non opera di un singolo soggetto, al<br />

quale viene facile attribuire il “vizio”<br />

di mente);<br />

- abbiamo a che fare con un fenomeno<br />

non isolato, avente precedenti analoghi<br />

e di rilievo (per citare i più recenti:<br />

La Spezia e Lamezia Terme, le<br />

condizioni assurde degli OPG, per<br />

non parlare <strong>del</strong>la sequela dei tanti<br />

asili nido e scuole materne, dove a<br />

cambiare e soltanto l’età anagrafica<br />

<strong>del</strong>le vittime).<br />

Quello a cui assistiamo è disgustoso ma probabilmente<br />

rappresenta solo la punta di un iceberg alla cui base spesso<br />

si collocano eventi sicuramente meno eclatanti, ma non per<br />

questo sempre leciti.<br />

Rifletto su quanto possa essere alto il rischio di contaminazione<br />

e sulle possibili responsabilità esistenti a vario livello.<br />

I fatti di Sanremo, gettano ombre su tutti e a rimetterci,<br />

oltre alle persone fragili e indifese, ci sono anche coloro che<br />

quotidianamente svolgono con abnegazione e professionalità,<br />

il proprio dovere; persone che con forza vanno sostenute<br />

e tutelate!!<br />

Auspico una maggiore incisività <strong>del</strong>la comunità professionale<br />

nel prendere nettamente le distanze da qualsiasi ipotesi<br />

comportamentale contravvenente il Codice Deontolo-<br />

gico (articolo 33) “L’infermiere che<br />

rilevi maltrattamenti o privazioni a<br />

carico <strong>del</strong>l’assistito mette in opera<br />

tutti i mezzi per proteggerlo, segnalando<br />

le circostanze, ove necessario,<br />

all’autorità competente.” e (articolo<br />

51), “…segnala al proprio <strong>Collegio</strong><br />

Professionale le situazioni in cui sussistono<br />

circostanze o persistono condizioni<br />

che limitano la qualità <strong>del</strong>le<br />

cure e <strong>del</strong>l’assistenza o il decoro <strong>del</strong>l’esercizio<br />

professionale.” e in ragione di ciò, amplificando<br />

il grido di dolore dei “senza voce”, sollecito l’intero Consiglio<br />

Direttivo a rinforzare le già presenti azioni di ascolto e<br />

tutela, senza Se e senza Ma!!<br />

I n d i c e<br />

“i vecchi povere stelle,<br />

i vecchi povere patte sbottonate,<br />

guance raspose arrossate<br />

di mal di cuore e di nostalgia.<br />

i vecchi sempre tra i piedi,<br />

chiusi in cucina se viene qualcuno,<br />

i vecchi che non li vuole nessuno<br />

i vecchi da buttare via…”.<br />

Duilio Loi<br />

Direttore Editoriale<br />

Laura Nicola - Linee guida, procedure e protocolli <strong>del</strong>lo scompenso<br />

cardiocircolatorio: il ruolo <strong>del</strong>l’infermiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />

Silvia Giudici - L’infermiere ed il paziente straniero: filo diretto con la<br />

mediazione linguistico-culturale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10<br />

Servizio di mediazione linguistico culturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14<br />

Ruggero Rizzini - Incontro ravvicinato con i disagi <strong>del</strong> paziente straniero<br />

ospedalizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15<br />

Inserto VIta dI CollegIo<br />

Chi fa mediazione sanitaria a <strong>Pavia</strong> e in provincia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18<br />

Cinzia Ancarani, Federica Della Fiore - Esperienza di volontariato in Togo . . . . . . . 19<br />

Barbara Pellegrini, Giuseppe Bolognesi - Un mondo poco, o per nulla<br />

conosciuto: la Neuropsichiatria infantile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22<br />

Cinzia Ancarani, Silvia Lodola - Sorveglianza e controllo <strong>del</strong>l’infezione da Hiv:<br />

nuovo progetto nell’Asl <strong>del</strong>la provincia di <strong>Pavia</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />

Anna Sponton - La simulazione con Human Patient Simulator (HPS): un veicolo<br />

a supporto <strong>del</strong>l’apprendimento e <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>del</strong>le competenze<br />

nell’infermiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />

Silvia Giudici - Aggiornamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31


4PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Laura Nicola<br />

rIassunto<br />

L’approccio infermieristico al paziente<br />

con scompenso cardiaco instabile può<br />

essere schematizzato in momenti che<br />

partono dall’ inquadramento iniziale, alla<br />

messa in atto <strong>del</strong> piano di terapia deciso<br />

dal medico, alla sorveglianza <strong>del</strong>l’evoluzione<br />

<strong>del</strong> paziente e arrivano alla<br />

definizione di un programma a mediolungo<br />

termine (educazione, presa in carico<br />

alla dimissione e per il follow-up<br />

successivo).<br />

L’infermiere svolge un ruolo importante<br />

in tutte le tappe gestionali: nell’inquadramento<br />

iniziale, nella fase terapeutica<br />

farmacologica e non, nella sorveglianza<br />

<strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong> quadro clinico e al<br />

momento <strong>del</strong>la dimissione.<br />

Nello scompenso cardiaco, come probabilmente<br />

in tutte le malattie croniche,<br />

i mo<strong>del</strong>li assistenziali efficaci hanno come<br />

caratteristiche la continuità <strong>del</strong>l’assistenza<br />

e l’educazione <strong>del</strong> paziente,<br />

chiamato a co-gestire la sua malattia.<br />

L’educazione al paziente comincia già<br />

durante il ricovero quando si ha la possibilità<br />

di insegnare alcuni comportamenti<br />

(es. pesarsi tutti i giorni alla stessa<br />

ora con lo stesso vestiario): la percezione<br />

da parte <strong>del</strong> paziente <strong>del</strong>l’importanza<br />

che a questi viene data dal personale<br />

rappresenta il primo stimolo a<br />

mantenere il comportamento appreso.<br />

linee guida, procedure e<br />

protocolli <strong>del</strong>lo scompenso<br />

cardiocircolatorio: il ruolo<br />

<strong>del</strong>l’infermiere<br />

lo sCompenso CardIaCo<br />

l’accoglienza<br />

Alla nostra osservazione in regime di ricovero<br />

giungono, nella maggior parte dei<br />

casi, pazienti in stato di acuzie, solo in percentuale<br />

minore pazienti che necessitano<br />

un migliore inquadramento diagnostico attraverso<br />

appropriate metodiche strumentali.<br />

L’approccio infermieristico al paziente<br />

con scompenso cardiaco instabile può essere<br />

schematizzato in momenti che partono<br />

dall’ inquadramento iniziale, alla messa<br />

in atto <strong>del</strong> piano di terapia deciso dal medico,<br />

alla sorveglianza <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong><br />

paziente e arrivano alla definizione di un<br />

programma a medio-lungo termine (educazione,<br />

presa in carico alla dimissione e<br />

per il follow-up successivo).<br />

L’infermiere svolge un ruolo importante<br />

in tutte le tappe gestionali <strong>del</strong> paziente ricoverato<br />

per scompenso cardiaco: nell’in-<br />

abstraCt<br />

the nursing approach to patients with<br />

unstable heart failure may be summarized<br />

in several phases: the initial classification,<br />

the implementation of the therapy<br />

plan decided by the physician, the<br />

monitoring of the clinical evolution and<br />

the definition of a medium to long-term<br />

program (educational program, followup<br />

after discharge).<br />

In heart failure, as probably in all chronic<br />

diseases, successful care mo<strong>del</strong>s<br />

have characteristics such as the continuity<br />

of care and patients education,<br />

who are asked to co-manage their illness.<br />

Patient education begins during the<br />

hospital stay when the medical staff can<br />

teach specific behaviors (for example,<br />

to control weight daily at the same time<br />

and in the same clothes); the patient’s<br />

perception of the importance that is given<br />

to these issues by health personnel<br />

is the first stimulation to maintain<br />

learned behavior.<br />

quadramento iniziale, nella fase terapeutica<br />

farmacologica e non, nella sorveglianza<br />

<strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong> quadro clinico e al momento<br />

<strong>del</strong>la dimissione.<br />

L’inquadramento al momento <strong>del</strong> ricovero<br />

e finalizzato a:<br />

- Stabilire l’ambiente di ricovero appropriato<br />

- Identificare eventuali fattori scatenanti lo<br />

scompenso<br />

- Prescrivere le prime cure e definire i criteri<br />

di verifica e sorveglianza<br />

- Delineare un programma a medio e lungo<br />

termine<br />

- Costruire un punto di riferimento per la<br />

verifica <strong>del</strong>l’effetto terapeutico nelle ore<br />

e nei giorni successivi<br />

La scelta <strong>del</strong>l’ambiente di ricovero dipende<br />

dalle informazioni ricevute ( es. paziente<br />

proveniente dal pronto soccorso o<br />

trasferito da altro ospedale) e dalla prima<br />

valutazione clinica <strong>del</strong> medico. Per il paziente<br />

con severa instabilità emodinamica<br />

sarà necessario il ricovero in unità di terapia<br />

intensiva o sub-intensiva ma anche in<br />

corsia è bene che vi sia la disponibilità per<br />

un eventuale monitorizzazione elettrocardiografica.<br />

Le caratteristiche cliniche <strong>del</strong> paziente<br />

con i dati raccolti dall’infermiere e dal medico<br />

vanno a costituire la base conoscitiva<br />

sulla quale non solo valutare il paziente all’ingresso,<br />

identificare i bisogni, pianificare<br />

l’assistenza, ma anche verificare l’evoluzione<br />

a breve e medio termine.<br />

L’accoglienza <strong>del</strong> paziente risulta per<br />

tanto essere un momento fondamentale in<br />

quanto definisce le strategie di intervento.<br />

raccolta di dati anagrafici<br />

I dati previsti in questa parte possono<br />

essere raccolti direttamente dall’ufficio ricoveri,<br />

ed essenzialmente sono: cognome<br />

nome, data di nascita, rec. Telefonico<br />

comprensivo di famigliare di riferimento, il<br />

consenso o meno al trattamento dei dati<br />

personali. È opzionale ma utile raccogliere<br />

il nome ed il recapito telefonico <strong>del</strong> medico<br />

di famiglia per facilitare lo scambio di<br />

informazioni.


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

raccolta di dati clinici e farmacologici<br />

Sono importanti e ricavabili insieme con<br />

il medico accettante e sono: la classe funzionale<br />

NYHA (New York heart Association)<br />

che definisce la severità <strong>del</strong>lo scompenso,<br />

la storia farmacologica ( terapia attuale<br />

e abituale, allergie, intolleranze), raccolta<br />

di informazioni specifiche su eventuale<br />

pace makers o defibrillatore impiantabile.<br />

Classificazione secondo la new York<br />

Heart association (nYHa)<br />

Classe I: nessuna limitazione: l’attività<br />

fisica abituale non causa astenia, dispnea<br />

o palpitazioni.<br />

Classe II: limitazione lieve all’attività fisica:<br />

benessere a riposo ma l’attività fisica<br />

abituale causa affaticamento, palpitazioni<br />

o dispnea.<br />

Classe III: limitazione notevole all’attività<br />

fisica: benessere a riposo ma attività<br />

fisiche di entità inferiore a quelle abituali<br />

causa la comparsa di sintomi.<br />

Classe IV: incapacità a svolgere qualsiasi<br />

attività fisica senza disturbi: i sintomi<br />

di scompenso sono presenti già a riposo<br />

ed aumentano ad ogni minima attività.<br />

Comuni aggettivi usati per descrivere<br />

la gravità <strong>del</strong>lo scompenso<br />

lieve: il paziente può muoversi senza<br />

limitazioni importanti<br />

moderato: intermedio fra lieve e grave<br />

grave: molto sintomatico, che ha bisogno<br />

di prestazioni assistenziali frequenti<br />

parametri obiettivi e strumentali<br />

L’esame obiettivo comprende la rilevazione<br />

<strong>del</strong> peso corporeo abituale, attuale e<br />

stimato (qualora non si riuscisse a pesare).<br />

Il peso va controllato regolarmente tutti i<br />

giorni, al mattino, a digiuno, dopo la minzione,<br />

con lo stesso abbigliamento, sulla<br />

stessa bilancia e riportare il dato su apposita<br />

scheda grafica; la temperatura corporea<br />

(timpanica, o rettale nel caso di vasocostrizione<br />

importante), che nei pazienti<br />

febbrili verrà ripetuta più volte al dì; la frequenza<br />

cardiaca (rilievi ripetuti), la pressione<br />

arteriosa in clinostatismo (rilievi ripetuti)<br />

ed in ortostatismo (quando è possibile).<br />

Il primo approccio strumentale è rappresentato<br />

dall’elettrocardiogramma per la<br />

valutazione <strong>del</strong> ritmo, di disturbi <strong>del</strong>la conduzione<br />

e per la valutazione di eventuali<br />

aritmie.<br />

L’RX torace: se le condizioni <strong>del</strong> paziente<br />

lo consentono dovrà essere eseguito in<br />

radiologia, in ortostatismo; è importante<br />

per evidenziare la presenza di versamenti<br />

pleurici, di focolai broncopneumonici e per<br />

quantificare radiologicamente la stasi polmonare.<br />

Gli esami ematochimici: generalmente si<br />

controllano l’emocromo con formula, la<br />

VES, la funzionalità renale ed epatica, gli<br />

elettroliti e l’attività protrombinica. Nel sospetto<br />

di un evento ischemico acuto si<br />

esegue il controllo degli enzimi cardiaci;<br />

se è in trattamento con amiodarone si esegue<br />

il controllo <strong>del</strong>la funzionalità tiroidea;<br />

se è in trattamento con digitale si controlla<br />

la digossinemia; se è diabetico si esegue il<br />

controllo <strong>del</strong>l’emoglobina glicosilata.<br />

Emogasanalisi arteriosa: è richiesta dal<br />

medico in presenza di importanti segni di<br />

bassa portata e quando vi sia dispnea importante.<br />

Via venosa: è importante avere a disposizione<br />

un catetere venoso per garantire la<br />

somministrazione dei farmaci e la eventuale<br />

reintegrazione di elettroliti. Nei pazienti<br />

che necessitano di una terapia infusiva<br />

non complessa può essere sufficiente il<br />

posizionamento di un catetere venoso periferico;<br />

nel caso sia necessario intraprendere<br />

terapia con amiodarone verrà posizionato<br />

un catetere venoso di grosso calibro<br />

tipo Drum o Angiocath (rischio di flebite);<br />

nel caso di instabilità clinica con necessità<br />

di infusioni plurime (incompatibilità<br />

fra farmaci) è fondamentale posizionare<br />

un catetere venoso centrale a più lumi che<br />

permetta l’infusione in vie indipendenti.<br />

Per l’infusione di inotropi e di vasodilatatori<br />

è indispensabile l’impiego di pompe di<br />

infusione che assicurano una somministrazione<br />

precisa ed un rapido aggiustamento<br />

<strong>del</strong>le dosi.<br />

Monitorizzazione cruenta <strong>del</strong>la pressione<br />

arteriosa: è utilizzata nei casi di severa<br />

ipotensione/shock , instabilità pressoria. Si<br />

incannula una arteria (radiale, brachiale,<br />

femorale) e si connette il catetere con una<br />

via di rilievo pressorio emodinamico; si misura<br />

la differenza di pressione con uno zero<br />

ambientale.<br />

Monitorizzazione emodinamica: è indicata<br />

dal medico in casi rari, spesso viene<br />

preferita quella non invasiva ecocardiografica.<br />

È utile nei pazienti più gravi, con comportamento<br />

difficilmente interpretabile,<br />

con alternanza di segni di congestione e di<br />

bassa portata. Si attua attraverso l’inserimento<br />

in una via venosa centrale (di solito<br />

la succlavia o la giugulare ) di un catetere<br />

di Swan-Ganz che permette la rilevazione<br />

di curve di pressione atriale destra (0-8<br />

mmHg), ventricolare destra (Sistolica 15-<br />

30mmHg, diastolica 0-8 mmHg), polmonare<br />

(PAP Sistolica 15-30 mmHg, media 9-19<br />

mmHg, diastolica 4-12 mmHg) e capillare<br />

polmonare (Wedge 4-12 mmHg). Il catetere<br />

di Swan-Ganz permette anche la misurazione<br />

<strong>del</strong>la portata cardiaca con il metodo<br />

<strong>del</strong>la termodiluizione.<br />

5 PAGINA<br />

la terapia farmacologica <strong>del</strong>lo scompenso<br />

Relativamente alla piano di terapia farmacologia<br />

impostato dal medico, questo<br />

avrà come obiettivi quelli di ridurre i sintomi,<br />

eliminare la congestione (polmonare<br />

e/o periferica), mantenere la perfusione e<br />

la funzione d’organo (rene, fegato), contrastare<br />

l’ipertensione polmonare.<br />

I farmaci infusivi più frequentemente utilizzati<br />

nei pazienti instabili sono i seguenti.<br />

diuretici:<br />

Indicazioni di impiego: Segni/sintomi di<br />

congestione polmonare e/o periferica, dati<br />

radiologici, bioumorali suggestivi di stasi,<br />

elevate pressioni di riempimento destra<br />

e/o sinistra misurate o stimate ecocardiograficamente.<br />

Farmaci di scelta: Diuretici <strong>del</strong>l’ansa (furosemide,<br />

acido etacrinico, torasemide).<br />

Associazione con idroclorotiazide, amiloride,<br />

metolazone, kanreonato di potassio,<br />

spironolattone se non presente iponatremia.<br />

Dosaggi: Vengono decisi dal medico tenendo<br />

contro <strong>del</strong>la dose già in atto prima<br />

<strong>del</strong> ricovero, e <strong>del</strong>le informazioni cliniche<br />

raccolte.<br />

I segni da monitorizzare, indici di eccessiva<br />

disidratazione sono: l’ipotensione sintomatica<br />

a riposo o nelle attività minime,<br />

un emoconcentrazione (Ht , Hb , protidemia<br />

), lo sviluppo di iperazotemia sproporzionata<br />

alla creatininemia, di iponatriemia<br />

e ipernatruria.<br />

Modalità di somministrazione: Il medico<br />

potrà indicare la somministrazione endovena<br />

a boli a dosi ridotte, oppure alte (furosemide<br />

fino a 500 mg, acido etacrinico<br />

25-50 mg, più volte al giorno) quando sia<br />

necessario un effetto immediato e vi sia<br />

insufficienza renale (anche prerenale) acuta<br />

(oliguria), o cronicizzata severa; oppure<br />

la somministrazione infusiva continua (furosemide<br />

125-1000 mg/die) che è più efficace<br />

<strong>del</strong>la somministrazione a boli a pari<br />

dose, ha maggiore (e più prevedibile) velocità<br />

d’escrezione <strong>del</strong> farmaco.<br />

Preparazione: Deve avvenire in soluzione<br />

fisiologica.<br />

Integrazioni elettrolitiche: Il medico può<br />

decidere di integrare potassio e/o magnesio<br />

anche in assenza di ipopotassiemia<br />

(K < 3.5 mEq/l) o ipomagnesemia (<<br />

1.6 mEq/l) quando il diuretico è in infusione<br />

continua, quando il paziente è in infusione<br />

con dobutamina e/o dopamina.<br />

È utile poi mantenere i valori di kaliemia<br />

>4.5 mEq (associando diuretici risparmiatori<br />

di potassio e anche integrando con<br />

potassio per os o endovena).<br />

Orario di somministrazione: Poiché l’effetto<br />

<strong>del</strong> diuretico viene potenziato dal clinostatismo,<br />

viene generalmente prescritta<br />

la prima somministrazione alle ore 6, in


6PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

modo che sia anche distante dalla somministrazione<br />

di farmaci vasodilatatori. In caso<br />

di associazione di diuretici tiazidici,<br />

questi vengono prescritti generalmente<br />

un’ora prima <strong>del</strong>la furosemide.<br />

Monitorizzazione: Va controllato ogni<br />

mattina il peso corporeo e annotata la diuresi<br />

<strong>del</strong>le 24 ore precedenti. Vengono<br />

controllati tutti i giorni in caso di infusione<br />

continua o di boli a dosi alte (da 100<br />

mg/die in sù), due volte la settimana in caso<br />

di dosi refratte e inferiori a 100 mg/die,<br />

i valori di azotemia, creatininemia, elettroliti<br />

(sodio potassio cloro magnesio), bilirubinemia;<br />

una volta la settimana l’ematocrito<br />

e l’uricemia. Il quadro elettrolitico viene ripetuto<br />

nel pomeriggio e il mattino successivo<br />

se il dato <strong>del</strong> mattino indica sodiemia<br />

145 mEq/l, o potassiemia 5 mEq/l, indipendentemente dalle eventuali<br />

correzioni.<br />

Vasodilatatori e.v.<br />

Nitroprussiato di sodio<br />

Indicazioni di impiego: Congestione polmonare<br />

severa, insufficienza mitralica grave<br />

Dosaggi: generalmente si inizia con<br />

0.25 gamma/Kg/min e, se tollerati, dopo<br />

10-15 min siaumenta di 0.5 gamma/Kg/min<br />

ogni 10-15 minuti fino alla dose voluta o<br />

tollerata.<br />

Monitorizzazione: Va controllata la pressione<br />

arteriosa ogni 10-15 min durante la<br />

fase di adeguamento <strong>del</strong> dosaggio, poi<br />

ogni mezz’ora per la prima ora (eventuale<br />

impostazione allarmi sul monitor).<br />

Per evitare lo sviluppo di tollerance, viene<br />

spesso utilizzato:<br />

1) un dosaggio inferiore di giorno e maggiore<br />

di notte, per il tempo strettamente<br />

necessario<br />

2) un trattamento solo notturno (dalle ore<br />

20 alle ore 6 o 8)<br />

3) un’alternanza fra nitroprussiato e nitrati<br />

per 12 ore die ciascuno<br />

Il trattamento intermittente è preferito<br />

notturno per ovviare ai problemi relativi al<br />

clinostatismo e permettere al paziente di<br />

riposare di notte, risultato assai importante<br />

in questa fase.<br />

Preparazione <strong>del</strong>l’infusione: per la diluizione<br />

va utilizzata soluzione glucosata. La<br />

preparazione deve essere eseguita al riparo<br />

dalla luce. Vengono utilizzati deflussori<br />

schermati. Non deve essere utilizzata dopo<br />

4 ore dalla preparazione o anche prima<br />

se si scolora. Non deve essere aggiunto<br />

nessun altro farmaco alla soluzione. Se<br />

somministrato per più di 12 ore, va sostituito<br />

farmaco e set di infusione ogni 12<br />

ore.<br />

La monitorizzazione dei tiocianati non è<br />

necessaria di routine, ma solo in caso di<br />

sospetta intossicazione (vedi sotto) o di<br />

necessità di prolungata somministrazione<br />

in continuo. Il livello considerato tossico è<br />

di 100mg/ml. Va ridotta la dose <strong>del</strong> nitroprussiato<br />

o le ore di somministrazione<br />

quando i tiocianati superano i 50mg/ml.<br />

Intossicazione da nitroprussiato Il NTP<br />

viene convertito in cianmetemoglobina e<br />

sali di cianuro liberi nei globuli rossi, i sali<br />

di cianuro sono convertiti in tiocianati nel<br />

fegato e eliminati dai reni (emivita 7 gg). I<br />

cianuri accumulati producono acidosi lattica<br />

Sospetto: grave ipotensione in corso di<br />

trattamento. Confema: acidosi metabolica<br />

all’EGA<br />

Trattamento: 1) sospendere l’infusione,<br />

2) Somministrare nitrito d’amile per inalazione<br />

per 15-30” al minuto intanto che si<br />

prepara soluzione di nitrito di sodio al 3%<br />

da somministrare ev a 2.5-5 ml/min fino a<br />

una dose totale di 10-15 ml. Controllare<br />

PAs. Eventuale uso di amine. 3) Somministrare<br />

tiosolfato di sodio ev al dosaggio di<br />

12.5 g in 50 ml di destrosio al 5%, iniettato<br />

in 10’.Se i sintomi di sovradosaggio continuano<br />

si può ripetere il trattamento con nitrito<br />

di sodio e tiosolfato di sodio a dosaggio<br />

dimezzato.<br />

Nitroglicerina e.v.<br />

Indicazioni di impiego: Congestione polmonare<br />

severa, insufficienza mitralica grave;<br />

sono i farmaci di scelta nei pazienti con<br />

ischemia documentata.<br />

Dosaggi: Generalmente si inizia con<br />

0.25 gamma/Kg/min e, se tollerati, dopo<br />

10-15 min si aumenta di 0.5 gamma/Kg/min<br />

ogni 10-15 minuti fino alla dose voluta o tollerata.<br />

Monitorizzazione: Va controllata la pressione<br />

arteriosa ogni 10-15 min durante la<br />

fase di adeguamento <strong>del</strong> dosaggio (eventuale<br />

impostazione allarmi sul monitor),<br />

poi ogni mezz’ora per la prima ora. Informare<br />

il paziente di riferire eventuali sintomi<br />

sopraggiunti dopo l’inizio <strong>del</strong>l’infusione<br />

(es cefalea).<br />

Per evitare lo sviluppo di tolerance, viene<br />

spesso utilizzato:<br />

1) un dosaggio inferiore di giorno e maggiore<br />

di notte, per il tempo strettamente<br />

necessario<br />

2) un trattamento solo notturno (dalle ore<br />

20 alle ore 6 o 8)<br />

3) un’alternanza fra nitroprussiato e nitrati<br />

per 12 ore die ciascuno<br />

Preparazione <strong>del</strong>l’infusione: per la diluizione<br />

va utilizzata soluzione glucosata o fisiologica.<br />

Utilizzare solo contenitori di vetro.<br />

Se somministrato per più di 12 ore, va<br />

sostituito farmaco e set di infusione ogni<br />

12 ore.<br />

Inotropi non digitalici<br />

Dopamina: Farmaco con azione molteplice<br />

nei diversi range di dosaggio; utile in<br />

monoterapia o in associazione con altri<br />

inotropi<br />

Indicazioni e Dosi :<br />

- Dosi “renali” (fino a 5 gamma/Kg/min):<br />

quando vi è la necessità di rapido potenziamento<br />

<strong>del</strong>la diuresi o necessità di diuretici<br />

ad alte dosi o refrattarietà al trattamento<br />

diuretico; o quando vi sia la tendenza a<br />

sviluppare insufficienza renale (aumenti<br />

dei valori di azotemia e creatininemia, oliguria)<br />

- Dosi “inotrope” (5-10 gamma/Kg/min):<br />

quando vi sia ipotensione o tachicardizzazione<br />

con Dobutamina<br />

- Dosi alfa- e beta-stimolanti (>10 gamma/Kg/min):<br />

quando vi sia necessità di effetto<br />

pressorio rapido con monoterapia.<br />

Preparazione: Diluita in fisiologia o glucosata,<br />

generalmente ad elevata concentrazione<br />

(es 4 fiale =800 mg in 250 cc) per<br />

ridurre la quantità di liquidi introdotti. Per<br />

evitare ipokaliemia e ipomagnesemia,<br />

può essere aggiunta sol 4 (20 mEq) 1 o 2<br />

fiale e MGSO4 250 mg, 1 fl nell’infusione.<br />

Viene più frequentemente utilizzata l’associazione<br />

dobutamina e dopamina a dosi<br />

renali (permette di mantenere entrambi<br />

gli inotropi a basso dosaggio).<br />

Monitorizzazione: Vanno controllate le risposte<br />

pressoria, in frequenza (eventuale<br />

impostazione allarmi sul monitor), il tracciato<br />

ECG per eventuali aritmie, la diuresi<br />

e i segni clinici di perfusione periferica nelle<br />

prime ore di terapia (segni “clinici” di aumento<br />

<strong>del</strong>la portata), in maniera da eventualmente<br />

adeguare i dosaggi in tempi ragionevolmente<br />

brevi. Per i dosaggi renali,<br />

non è necessaria la telemetria il paziente.<br />

Dobutamina<br />

Indicazioni: È utilizzata nei pazienti instabili<br />

con quadro prevalentemente di bassa<br />

portata, (indice cardiaco


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

trodotti. Per evitare ipokaliemia e ipomagnesemia,<br />

può essere aggiunta sol 4 (20<br />

mEq) 1 o 2 fiale e MGSO4 250 mg, 1 fl nell’infusione.<br />

Monitorizzazione: Vanno controllate le risposte<br />

pressoria, in frequenza (eventuale<br />

impostazione allarmi sul monitor), il tracciato<br />

ECG per eventuali aritmie, la diuresi<br />

e i segni clinici di perfusione periferica nelle<br />

prime ore di terapia (segni “clinici” di aumento<br />

<strong>del</strong>la portata), in maniera da eventualmente<br />

adeguare i dosaggi in tempi ragionevolmente<br />

brevi. La monitorizzazione<br />

ECG è discrezionale. Viene preferita se in<br />

anamnesi vi sono episodi di aritmie sostenute;<br />

spesso si telemetra solo all’avvio <strong>del</strong>la<br />

terapia.<br />

Noradrenalina<br />

Indicazioni: Utilizzata durante le manovre<br />

di rianimazione cardiopolmonare e nei<br />

casi gravi di shock specie se settico.<br />

Dosi e preparazione: Per iniezione diretta<br />

si diluisce 1 f (2mg) in 20 ml di glucosata.<br />

Per infusione continua si consiglia diluizione<br />

di 2 o 4 f (=4 o 8 mg) in 50 ml d glucosata.<br />

Si inizia con 0.01 g/Kg/min in infusione<br />

continua titolando sulla pressione<br />

arteriosa.<br />

Monitorizzazione: Vanno controllate le risposte<br />

pressoria, in frequenza (eventuale<br />

impostazione allarmi sul monitor), il tracciato<br />

ECG per eventuali aritmie. la diuresi<br />

e i segni clinici di perfusione periferica.<br />

Inibitori <strong>del</strong>la fosfodiesterasi (amrinone,<br />

enoximone)<br />

Indicazioni: Hanno le stesse indicazioni<br />

<strong>del</strong>le dobutamina, preferiti a questa se il<br />

paziente è in trattamento con b.bloccante.<br />

Dosi e preparazione: possono essere<br />

somministrati in bolo (3-5 minuti) e in infusione<br />

continua. Occorre utilizzare un lume<br />

<strong>del</strong> catetere libero da altri farmaci. L’amrinone<br />

ha incompatibilità assoluta con la furosemide.<br />

Non utilizzare glucosata per diluire<br />

l’amrinone.<br />

Amrinone: dose di attacco 0.75-1<br />

mg/Kg, di mantenimento: 5-10 g/Kg/min<br />

Enoximone: dose di attacco 0.5-1<br />

mg/Kg, di mantenimento 5-20 g/Kg/min<br />

Note sulla terapia farmacologica orale<br />

nel paziente instabile<br />

Gli ACE-inibitori (o inibitori recettoriali<br />

<strong>del</strong>l’angiotensina, detti semplicemente<br />

sartanici) vengono mantenuti anche nelle<br />

fasi di aggravamento <strong>del</strong>lo scompenso,<br />

salvo che in caso di ipotensione marcata<br />

(PAs


8PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

duale (ad esempio iniziando con un bilancio<br />

negativo di 50-100 ml/ora, aumentabile<br />

secondo tolleranza e necessità). L’ultrafiltrazione<br />

può essere sospesa quando si<br />

sia ristabilita un’adeguata funzione renale<br />

e/o si sia ottenuta una riduzione <strong>del</strong>l’accumulo<br />

di liquidi.<br />

L’emodialisi<br />

ha indicazione quando si sia instaurata<br />

grave insufficienza renale.<br />

L’assistenza ventricolare<br />

È indicata raramente (contropulsatore o<br />

cuore artificiale o meccanico) nel caso di<br />

soggetti totalmente non responders alla<br />

terapia quando vi sia a breve una soluzione<br />

(es.trapiantologia).<br />

La sorveglianza <strong>del</strong>l’evoluzione si basa<br />

sulla monitorizzazione <strong>del</strong> decorso clinico,<br />

che viene documentata attraverso la registrazione<br />

dei dati riportati nella valutazione<br />

iniziale ad ogni momento di controllo. I dati<br />

di verifica sono complessivamente quindi<br />

quelli clinici (sintomi e segni), ematochimici<br />

e radiologici, ed eventualmente strumentali<br />

In base alla risposta alle cure, i pazienti<br />

potranno essere inquadrati in 3 gruppi:<br />

1) responder: raggiungono gli obiettivi,<br />

tollerano lo svezzamento dai farmaci<br />

e.v., presentano stabilità a riposo e nelle<br />

attività minime. Dopo verifica <strong>del</strong>la<br />

stabilità clinica e <strong>del</strong>la funzione d’organo<br />

in terapia orale, possono essere<br />

considerati dimissibili. In questi pazienti<br />

andrà avviata l’educazione sanitaria e<br />

impostato il piano di follow up;<br />

2) responder parziali: raggiungono gli<br />

obiettivi, ma presentano ricadute a breve<br />

distanza dalla sospensione dei farmaci<br />

ev, o con l’avvio <strong>del</strong>la mobilizzazione<br />

attiva. Questi pazienti verranno rivalutati<br />

criticamente per verificare se ulteriori<br />

variazioni terapeutiche potranno<br />

portare a uno svezzamento stabile;<br />

3) non responder: non raggiungono o raggiungono<br />

solo in parte gli obiettivi, non<br />

sono svezzabili dalla terapia e.v., necessitano<br />

di incremento progressivo<br />

dei dosaggi dei diuretici e/o degli inotropi.<br />

In questi pazienti a prognosi assai<br />

grave, il medico valuterà eventuali altre<br />

scelte terapeutiche. Il trapianto di cuore<br />

può essere considerato nei pazienti con<br />

scompenso severo senza alternativa di<br />

altro trattamento (compreso quello farmacologico,<br />

elettrico, chirurgico). Il paziente<br />

dovrebbe esprimere la volontà e<br />

la capacità a proseguire il trattamento,<br />

dovrebbe essere emotivamente stabile.<br />

La definizione di un programma a medio-lungo<br />

termine infermieristico comprende<br />

l’educazione <strong>del</strong> paziente da cominciare<br />

già in ricovero, la sua presa in carico alla<br />

dimissione e per il follow-up successivo<br />

Quale strumento operatIVo per<br />

l’InfermIere?<br />

Lo strumento operativo che risulta essere<br />

più idoneo per raccogliere tutte le informazioni<br />

utili è la cartella infermieristica.<br />

La cartella infermieristica è lo strumento<br />

cartaceo o informatizzato che raggruppa<br />

in sé una serie di informazioni relative al<br />

processo di nursing destinata alla singola<br />

persona assistita. Attraverso la compilazione<br />

<strong>del</strong>la cartella si ottengono alcuni scopi:<br />

favorire la continuità e la personalizzazione<br />

<strong>del</strong>l’assistenza, migliorandone la qualità;<br />

documentare l’assistenza erogata ai<br />

malati; evidenziare la specificità operativa<br />

e gli ambiti di competenza; sostenere l’integrazione<br />

tra le varie figure coinvolte nel<br />

processo assistenziale.<br />

Un riferimento legislativo molto preciso<br />

viene segnalato nelle Linee Guida emanate<br />

dalla Regione Lombardia nel mese di<br />

Luglio 2001. All’art. 3 lettera E si evidenzia<br />

“la documentazione di altri operatori sanitari<br />

’’ ed in modo particolare la cartella infermieristica.<br />

Si evidenzia quanto segue: la<br />

cartella infermieristica è lo strumento cartaceo<br />

o informatizzato, che documenta la<br />

pianificazione <strong>del</strong>la assistenza infermieristica<br />

elaborata dall’infermiere per ogni singola<br />

persona assistita. L’elaborazione di<br />

una cartella infermieristica richiede quale<br />

presupposto l’adozione di un mo<strong>del</strong>lo<br />

concettuale di riferimento quale ad esempio<br />

il mo<strong>del</strong>lo che si rifà alla “scuola dei bisogni’’<br />

che si caratterizza per la relazione<br />

tra il concetto di assistenza e quello di bisogno.<br />

Il processo di assistenza infermieristica<br />

è il metodo che la disciplina infermieristica<br />

adotta per identificare i bisogni <strong>del</strong><br />

singolo utente e per pianificare una risposta<br />

efficace ed efficiente a tali problemi, attraverso<br />

un complesso di prestazioni.<br />

Tale metodo è strutturato in due momenti<br />

fondamentali: il processo diagnostico,<br />

cioè l’insieme <strong>del</strong>le operazioni logiche finalizzate<br />

ad un giudizio clinico circa i problemi<br />

di salute di competenza infermieristica<br />

e la pianificazione, cioè l’insieme <strong>del</strong>le<br />

operazioni logiche dedicate alla scelta e<br />

alla realizzazione degli interventi che il professionista<br />

ritiene possano condurre alla<br />

risoluzione dei problemi.<br />

Nelle Linee Guida si raccomanda che la<br />

struttura <strong>del</strong>la cartella infermieristica preveda<br />

le seguenti sezioni:<br />

Raccolta di informazioni<br />

Identificazione dei bisogni<br />

Formulazione degli obiettivi<br />

Pianificazione azioni infermieristiche<br />

Diario<br />

Valutazione dei risultati<br />

Allegati<br />

Relativamente al paziente ricoverato si<br />

sottolinea che le caratteristiche cliniche<br />

<strong>del</strong> paziente con i dati raccolti nella cartella<br />

infermieristica dall’infermiere e nella cartella<br />

clinica dal medico vanno a costituire<br />

la base conoscitiva sulla quale non solo<br />

valutare il paziente all’ingresso ma anche<br />

verificarne l’evoluzione a breve e lungo termine.<br />

Il programma eduCazIonale<br />

L’infermiere si inserisce come educatore<br />

alla salute, egli reca all’utente l’aiuto di cui<br />

può aver bisogno per compiere degli atti<br />

che contribuiscono al mantenimento e al<br />

recupero <strong>del</strong>la salute e che egli stesso<br />

compirebbe se avesse abbastanza forza e<br />

conoscenza.<br />

Questo ruolo <strong>del</strong>l’infermiere è previsto<br />

nel DM 739 <strong>del</strong> 14/9/94: L’infermiere è responsabile<br />

<strong>del</strong>l’assistenza generale infermieristica…,<br />

l’assistenza infermieristica di<br />

natura curativa, palliativa e riabilitativa è di<br />

natura tecnica, relazionale, educativa… Le<br />

principali funzioni sono la prevenzione <strong>del</strong>le<br />

malattie, l’assistenza dei malati e disabili<br />

di tutte le età e l’educazione sanitaria.<br />

L’insegnamento agli utenti deve considerare<br />

tre ambiti: sapere, saper fare, saper<br />

essere.<br />

Il sapere, le conoscenze che gli utenti<br />

possono avere l’esigenza di acquisire, sono<br />

molteplici; tra i metodi da adottare è<br />

l’insegnamento persona a persona, un<br />

metodo che può essere utilizzato anche in<br />

modo informale al letto <strong>del</strong> malato. A volte<br />

può assumere la forma di semplice informazione,<br />

altre volte può avere un obiettivo<br />

più ambizioso poiché tende a modificare<br />

un comportamento che fa parte <strong>del</strong>lo stile<br />

di vita.<br />

Il saper fare, cioè le abilità pratiche, si<br />

avvale essenzialmente <strong>del</strong>la dimostrazione.<br />

La dimostrazione è un metodo che va<br />

applicato con grande attenzione e correttezza;<br />

il contesto deve essere adatto,<br />

l’operatore deve agire lentamente, passo<br />

per passo, mettendo l’accento sui passaggi<br />

più importanti o complessi e mostrandosi<br />

disponibile a ripetere più volte.<br />

Il saper essere, cioè dei modi di pensare<br />

e degli atteggiamenti, è quello in cui l’insegnamento<br />

si rivela più difficile in quanto<br />

la finalità è ottenere l’apprendimento di<br />

comportamenti e atteggiamenti adeguati.<br />

Il metodo più idoneo è l’insegnamento<br />

persona a persona coinvolgendo anche i<br />

famigliari.<br />

Nello scompenso cardiaco, come probabilmente<br />

in tutte le malattie croniche, i<br />

mo<strong>del</strong>li assistenziali efficaci hanno come<br />

caratteristiche la continuità <strong>del</strong>l’assistenza<br />

e l’educazione <strong>del</strong> paziente, chiamato a<br />

co-gestire la sua malattia. Non solo, ma è


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

ormai consolidato dalla letteratura che i<br />

mo<strong>del</strong>li assistenziali che si basano sulla<br />

gestione infermieristica diretta <strong>del</strong> paziente<br />

determinano una riduzione <strong>del</strong> numero<br />

e <strong>del</strong>la durata <strong>del</strong>le ri-ospedalizzazioni, un<br />

miglioramento <strong>del</strong>lo stato di salute <strong>del</strong> paziente<br />

con un aumento <strong>del</strong>la sua soddisfazione<br />

per le cure ricevute.<br />

L’educazione al paziente comincia già<br />

durante il ricovero quando si ha la possibilità<br />

di insegnare alcuni comportamenti (es.<br />

pesarsi tutti i giorni alla stessa ora con lo<br />

stesso vestiario): la percezione da parte<br />

<strong>del</strong> paziente <strong>del</strong>l’importanza che a questi<br />

viene data dal personale rappresenta il primo<br />

stimolo a mantenere il comportamento<br />

appreso. Per l’approccio educazionale si<br />

possono utilizzare vari metodi: distribuzione<br />

di opuscoli informativi, riunioni di gruppo,<br />

contatto singolo. Non deve essere dimenticato<br />

che ogni occasioni è indicata<br />

per spiegare, verificare e rafforzare messaggi<br />

educazionali.<br />

Il controllo <strong>del</strong> peso corporeo: Occorre<br />

insegnare a pesarsi tutti i giorni al mattino,<br />

a digiuno, indossando lo stesso abbigliamento,<br />

sulla stessa bilancia, dopo la minzione<br />

e riportare il peso su apposito diario<br />

per permettere di confrontare il peso <strong>del</strong><br />

giorno con quelli precedenti.<br />

Il controllo <strong>del</strong>la pressione arteriosa: è<br />

utile insegnare l’autocontrollo <strong>del</strong>la pressione<br />

a domicilio, va stimolata la registrazione<br />

su un diario da portare ai controlli<br />

ambulatoriali. È utile insegnare a misurare<br />

la pressione sia in posizione seduta che<br />

eretta per rilevare eventuali ipotensioni ortostatiche,<br />

in presenza di sintomi e in orari<br />

diversi <strong>del</strong>la giornata per monitorare eventuali<br />

picchi ipotensivio o ipertensivi.<br />

Il controllo <strong>del</strong>la frequenza cardiaca: è<br />

utile invitare il paziente all’autocontrollo a<br />

domicilio dopo adeguata istruzione a rilevare<br />

la frequenza periferica al polso.<br />

La riduzione <strong>del</strong>l’apporto idrico: è necessario<br />

insegnare al paziente a controllare<br />

l’apporto idrico giornaliero ricordando<br />

Note di segreteria<br />

che i liquidi comprendono sia l’acqua bevuta<br />

sia i liquidi contenuti in frutta, verdura,<br />

minestre. Si possono dare suggerimenti<br />

su come combattere la sete ad esempio<br />

succhiando piccoli cubetti di ghiaccio,<br />

sciacquare la bocca senza ingerire l’acqua,<br />

bere piccole quantità di acqua in più<br />

riprese, non mangiare salato, limitare le<br />

bevande gassate.<br />

La scelta <strong>del</strong>la dieta: va consigliata una<br />

dieta iposodica, escludendo i cibi ricchi di<br />

sale quali quelli in scatola o conservati in<br />

salamoia, i salumi, gli spuntini e i formaggi<br />

stagionati. È bene suggerire alcune modalità<br />

di cottura degli alimenti quali evitare le<br />

fritture e raccomandare la cottura a vapore.<br />

Insaporire gli alimenti con spezie e aromi.<br />

I controlli clinici: aiutare il paziente a<br />

programmare su un agenda o un diario i<br />

controlli medici e gli esami da effettuare, in<br />

modo da rispettare le scadenze ottimali.<br />

l’assunzione dei farmaci: per evitare<br />

problemi di dimenticanza o di errore potrebbe<br />

essere utile preparare una tabella<br />

scritta a caratteri grandi e comprensibili<br />

con gli orari, il nome <strong>del</strong> farmaco e la dose,<br />

consigliare di assumere le medicine alla<br />

stessa ora ogni giorno, consigliare di tenere<br />

una copia <strong>del</strong>lo schema nel portafogli<br />

, chiedere al paziente di rileggere lo schema<br />

per verificare la comprensione, ricordare<br />

al paziente di segnalare sempre gli<br />

effetti collaterali.<br />

L’autogestione <strong>del</strong> diuretico: nel caso in<br />

cui il medico sia d’accordo, si può insegnare<br />

al paziente a modificare la dose <strong>del</strong><br />

diuretico quando si accorge di rapidi aumenti<br />

di peso (es. 2 chili in 2-3 giorni). Si<br />

aumenta di solito la furosemide perché<br />

agisce più rapidamente, ricordando al paziente<br />

di ritornare alla dose precedente<br />

una volta ripristinato il peso abituale.<br />

Una buona comunicazione fra infermiere<br />

e paziente è un requisito essenziale per<br />

favorire una buona aderenza alle prescrizioni<br />

terapeutiche.<br />

Gli orari di apertura al pubblico sono i seguenti:<br />

Lunedì e Giovedì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle<br />

ore 17.00 - Martedì, Mercoledì e Venerdì chiusura totale<br />

bibliografia<br />

9 PAGINA<br />

– C. Opasich et alt., Manuale infermieristico<br />

ragionato- lo scompenso cardiaco<br />

cronico,<br />

– Gissi-HF, 2002<br />

– Linee Guida Regione Lombardia, art. 3<br />

lettera E, Documentazione di altri operatori<br />

sanitari, 2001<br />

– O. Bassetti, Educare assistendo, Rosini<br />

editore, 1994<br />

– A. Gioia, L’infermiere e il malato cardiaco,<br />

Masson, 2002<br />

gli autori<br />

* Infermiere<br />

Coordinatore Divisione di Riabilitazione Specialistica<br />

Cardiologica, Responsabile Scientifico<br />

formazione infermieristica, Auditor interno<br />

di sistemi gestione per la qualità nel settore<br />

sanità<br />

I.R.C.C.S. Fondazione Salvatore Maugeri,<br />

Centro Medico di <strong>Pavia</strong>


10 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Silvia Giudici<br />

rIassunto<br />

Il Nursing Transculturale è quella disciplina<br />

che ha come cardine il concetto <strong>del</strong>la<br />

human care, meglio conosciuto come il<br />

“prendersi cura”, cioè l’insieme di tutti<br />

quegli atti di sostegno e di aiuto rivolti ad<br />

un individuo di etnia diversa dalla autoctona,<br />

cioè allo straniero immigrato.<br />

Obiettivo <strong>del</strong> Nursing Transculturale è<br />

quello di educare gli operatori sanitari ad<br />

agire senza pregiudizi, stereotipi, discriminazioni,<br />

etnocentrismo e relativismo<br />

culturale. Malgrado questa scienza insegni<br />

a lavorare rispettando lo straniero, la<br />

stessa non è sufficiente a far conoscere<br />

a fondo tutte le etnie presenti sulla Terra.<br />

La mediazione linguistica culturale<br />

(MLC) è la risposta efficace a questa carenza.<br />

Chi ricopre questo ruolo è un<br />

professionista che appartiene preferibilmente<br />

al Paese di origine <strong>del</strong> malato, ne<br />

condivide rappresentazioni mentali,<br />

mo<strong>del</strong>li di riferimento socio-culturali, appartenenze<br />

e competenze linguistiche e<br />

comunicative (che non sono esclusivamente<br />

attinenti all’ambito verbale). Il<br />

MLC ha specifiche competenze relazionali<br />

e di gestione dei conflitti e degli stati<br />

emotivi, è dotato di particolare sensibilità<br />

e disponibilità nei confronti <strong>del</strong>l’immigrato<br />

e deve agire con neutralità e<br />

con capacità di decentramento, rispettando<br />

segreto professionale e privacy.<br />

L’ottimale sarebbe quello di avere un<br />

Servizio di Mediazione Linguistica Culturale<br />

all’interno degli ospedali e nelle<br />

realtà extraospedaliere.<br />

In questo articolo vengono analizzate,<br />

attraverso esempi di casi clinici, le più<br />

comuni difficoltà che si riscontrano nella<br />

gestione di un utente straniero ed i limiti<br />

<strong>del</strong>l’approccio relazionale <strong>del</strong> nursing.<br />

l’infermiere ed il paziente<br />

straniero: filo diretto con<br />

la mediazione linguisticoculturale<br />

Keyword: nursing transculturale, paziente straniero,<br />

assistenza infermieristica agli immigrati, mediazione<br />

linguistica culturale, tradizioni e credenze nelle etnie<br />

L’attività infermieristica si dovrebbe basare<br />

sulla relazione d’aiuto cioè sulla capacità<br />

di instaurare un rapporto empatico,<br />

il più possibile paritario, in cui il sapere <strong>del</strong>l’assistito<br />

e quello <strong>del</strong>l’infermiere, quest’ultimo<br />

consapevole <strong>del</strong>la dimensione olistica<br />

<strong>del</strong>l’assistenza, cercano le modalità di<br />

risoluzione ai problemi di salute, tenendo<br />

summarY<br />

Transculturale Nursing is the discipline<br />

that has its cornerstone of human care<br />

best known as the caring, the set of all<br />

those acts of support and assistance<br />

aimed at an individual’s ethnic group different<br />

from ours.<br />

The aim of transcultural nursing is to educate<br />

health professionals to act without<br />

prejudice, stereotypes, discrimination,<br />

ethnocentrism, cultural relativism.<br />

Transcultural Nursing is identified with<br />

the holistic dimention of care and is the<br />

starting point of mediation.<br />

Despite this science to work by teaching<br />

the stranger, the same, despite its<br />

efforts, is not sufficient to fully know all<br />

the ethnic groups on Earth.<br />

Transcultural linguistic mediation is the<br />

right answer to this shortage. Who<br />

holds this role is a professional who<br />

must first belong to the original culture<br />

of the patient, must have specific competences,<br />

management, language and<br />

must be equipped with special sensitivity<br />

towards the patient and availability,<br />

all acting with neutrality, respecting confidentiality<br />

and privacy.<br />

The ideal would be to have a Service of<br />

Cultural Mediation in hospitals and outside<br />

hospitals.<br />

This article analyzed through examples<br />

of some clinical cases, the most common<br />

difficulties encountered in the<br />

management of a foreign individual and<br />

the limits of the relationship of nursing.<br />

conto <strong>del</strong>la specificità di entrambi e <strong>del</strong><br />

contesto globale in cui vivono.<br />

In ambito assistenziale è molto importante<br />

la valutazione <strong>del</strong>la cultura di appartenenza<br />

e di come questa influisca sul modo<br />

di vivere la salute e la malattia, soprattutto<br />

quando il contesto culturale <strong>del</strong>l’operatore<br />

e <strong>del</strong> paziente sono particolarmente<br />

diversi.<br />

Quando si assiste un paziente straniero,<br />

non si può non menzionare il Nursing e la<br />

Medicina Transculturale, discipline che<br />

hanno come cardine il concetto di human<br />

care, meglio conosciuto come il prendersi<br />

cura, ovvero l’insieme degli atti di sostegno<br />

e di aiuto rivolti ad un individuo bisognoso<br />

di cura, in grado di essere efficaci nella relazione<br />

terapeutica con persone di diversa<br />

etnia. Esso è un fenomeno universale, ma<br />

le espressioni, i processi ed i mo<strong>del</strong>li variano<br />

in base alle culture dei soggetti.<br />

Nella realtà dei fatti, quando ci troviamo<br />

di fronte un paziente straniero immigrato,<br />

ci comportiamo davvero secondo i canoni<br />

dettati da queste due scienze?<br />

Secondo Ma<strong>del</strong>eine Leininger, l’assistenza<br />

infermieristica, se lasciata a se<br />

stessa, “porta all’etnocentrismo come modo<br />

intenzionale di imporre il proprio punto<br />

di vista, i propri valori, credenze e pratiche<br />

su altri in quanto l’esercente le ritiene superiori<br />

o migliori”.<br />

Secondo gli studiosi di psicologia sociale,<br />

i pregiudizi e gli stereotipi sono a tutt’oggi<br />

vivi anche in quei contesti in cui, sia<br />

per diritto, sia secondo codice deontologico<br />

che per regolamenti interni, le condizioni<br />

a rischio di discriminazione dovrebbero<br />

ricevere ancor più attenzione e cura. La<br />

causa di tutto ciò (comportamenti e azioni)<br />

sarebbe la non conoscenza, l’etnocentrismo<br />

per l’appunto, il relativismo culturale.<br />

La necessità <strong>del</strong> popolo ospitante di convivere<br />

improvvisamente con individui di cui<br />

si conoscono a mala pena i costumi, le<br />

abitudini ed i riti, poco o per nulla la lingua,<br />

i principi <strong>del</strong>la religione di appartenenza, la


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

realtà politica-legale, parenterale-sociale,<br />

la realtà educativa,<br />

tecnologica ed ambientale<br />

<strong>del</strong> loro Paese, aggiungendo<br />

infine il tabù irrisolto<br />

<strong>del</strong> colore <strong>del</strong>la pelle<br />

(tutt’oggi causa di razzismo e<br />

xenofobismo), genera atteggiamenti<br />

di diffidenza che<br />

vanno dal dileggio verbale, al<br />

rifiuto di ogni forma di comunicazione<br />

o contatto, dalla<br />

segregazione all’aggressione.<br />

L’assistenza infermieristica<br />

ad un paziente straniero non<br />

è semplice, e per essere il più<br />

possibile personalizzata ed<br />

efficace, deve tener conto di<br />

alcuni limiti. Ma quali problemi<br />

può riscontrare un operatore<br />

sanitario nella gestione<br />

di un malato straniero?<br />

L’infermiere deve sapere<br />

che frequentemente vi è una<br />

carenza di rete familiare. Il<br />

malato si sente solo, malgra-<br />

11 PAGINA<br />

do abbia vicino a sé persone<br />

conosciute (parenti ed amici,<br />

ma non la figura cardine quale<br />

la moglie o la madre a cui<br />

affidare le proprie cure); le disponibilità<br />

economiche sono<br />

limitate; vi è una precarietà<br />

alloggiativa o lavorativa<br />

(spesso inesistente) che diventa<br />

problema vissuto come<br />

più importante <strong>del</strong>la salute<br />

stessa; mancano le conoscenze<br />

sui sistemi di cura <strong>del</strong><br />

Paese ospitante; vi è un utilizzo<br />

diverso ed inappropriato<br />

di farmaci, sostanze e presidi,<br />

incongruente con i principi<br />

<strong>del</strong>la medicina allopatica;<br />

l’insicurezza emotiva procura<br />

preoccupazione ed ansia<br />

sproporzionata verso piccoli<br />

problemi; e non per ultime<br />

sono presenti difficoltà linguistiche-culturali.<br />

Ma quali sono le priorità<br />

d’intervento nei confronti di<br />

tali persone?


12 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Non essendo un tuttologo, nella speranza<br />

che riconosca questo suo limite, l’infermiere<br />

deve attivarsi affinchè venga riconosciuta<br />

l’importanza <strong>del</strong> Mediatore Linguistico<br />

Culturale e quindi in prima istanza<br />

conoscerne il tipo di professionalità.<br />

In questo contesto sembra pertinente e<br />

necessaria una riflessione: la società, di<br />

fatto sempre più multiculturale, non solo<br />

deve dotare i suoi servizi di strumenti adeguati<br />

per accompagnare e favorire il processo<br />

di integrazione dei cittadini stranieri,<br />

ma deve realisticamente mettere in discussione<br />

i propri mo<strong>del</strong>li culturali, accettando<br />

il fatto che esistono anche altri stili di vita,<br />

usanze, credenze.<br />

Gli stessi operatori sanitari devono mettersi<br />

in discussione attraverso l’autoanalisi<br />

e l’autocritica, ed arrivare alla conclusione<br />

che, per promuovere una human care<br />

transculturale adeguata e personalizzata,<br />

è necessaria l’attivazione <strong>del</strong>la mediazione<br />

culturale.<br />

La mediazione culturale non è la risposta<br />

ad una esigenza di “traduzione”. Que-<br />

sto vuol dire che il mediatore linguisticoculturale<br />

non fa l’interprete e basta. È colui<br />

che riesce a creare un ponte tra due culture<br />

diverse, nel pieno rispetto di entrambe,<br />

senza creare fusione tra i due saperi culturali,<br />

dando tutti quegli input che facilitano<br />

il rapporto tra infermiere e paziente sulla<br />

concezione <strong>del</strong> corpo nelle diverse culture,<br />

sul concetto di salute/malattia, sulla<br />

manifestazione e l’espressione <strong>del</strong> sintomo<br />

da parte <strong>del</strong> paziente, sulla tipologia<br />

<strong>del</strong>le cure tradizionali popolari e moderne.<br />

Per ricoprire questo ruolo, il mediatore<br />

linguistico-culturale deve innanzitutto appartenere<br />

alla cultura d’origine <strong>del</strong>l’utente,<br />

deve quindi conoscere la lingua parlata<br />

dal paziente, avere specifiche competenze<br />

quali la capacità di gestire una relazione di<br />

aiuto. In più deve conoscere la legislazione<br />

italiana in materia di accesso <strong>del</strong>lo straniero<br />

nel paese ospitante, conoscere la legislazione<br />

sanitaria ed il sistema dei servizi<br />

sanitari con relative modalità di fruibilità,<br />

conoscere l’ambiente, le abitudini, gli<br />

aspetti culturali, sociali <strong>del</strong> paese d’origine<br />

e <strong>del</strong> paese ospitante, essere in grado di<br />

rapportarsi con malati ed operatori sanitari,<br />

il tutto operando con neutralità e rispettando<br />

il segreto professionale e la privacy.<br />

Come si può notare, il compito di questa<br />

figura è tutt’altro che facile ed implica non<br />

solo una preparazione teorica adeguata,<br />

ma anche una particolare sensibilità e disponibilità,<br />

un percorso personale che<br />

conduca ad una rivisitazione <strong>del</strong> proprio<br />

“essere straniero” e una visione critica <strong>del</strong>la<br />

propria cultura.<br />

L’appartenenza <strong>del</strong> mediatore allo stesso<br />

Paese d’origine <strong>del</strong> paziente non sempre<br />

facilita la comunicazione dal momento<br />

che possono nascere diffidenze e conflittualità<br />

(ciò è particolarmente frequente nel<br />

campo <strong>del</strong>le problematiche ostetrico-ginecologiche<br />

a seguito di alcuni principi eticoculturali-religiosi<br />

di determinate etnie) o<br />

difficoltà linguistiche come nel caso di assistiti<br />

di etnia nomade-berbera, dove la lingua<br />

parlata è un dialetto che varia non solo<br />

da Paese a Paese, ma anche da regione<br />

a regione. Proprio per queste differenze,<br />

non sempre l’intervento di un MLC proveniente<br />

dallo stesso Paese è unica e sufficiente<br />

garanzia di un’ottimale mediazione.<br />

In alcuni casi, infatti, è determinante<br />

saper ridestinare l’intervento ad un diverso<br />

MLC in base a quanto emerge da un primo<br />

incontro (si riporta l’esempio di una donna<br />

berbera <strong>del</strong> Marocco che dopo un primo<br />

incontro con la MLC arabofona di Rabat<br />

viene ridestinata alla MLC marocchina ma<br />

di origine berbera e con uno stesso substrato<br />

culturale e linguistico).<br />

È doveroso in questo contesto fare una<br />

puntualizzazione su quello che può essere<br />

definito il ruolo <strong>del</strong>la religione all’interno<br />

dei comportamenti umani, in particolare riferendosi<br />

all’influenza che essa stessa<br />

esercita nei confronti <strong>del</strong>le persone che<br />

adottano il credo musulmano ad esempio,<br />

che vanta non solo dedizione e osservanze,<br />

ma anche obblighi e divieti, elementi<br />

che in alcuni casi possono essere motivo<br />

di discordanza con alcuni principi diffusi<br />

nel mondo occidentale. Si aggiungano poi<br />

le difficoltà interpretative legate alla teatralità,<br />

gestualità, ai significati dei diversi atteggiamenti<br />

corporei, alla diversa percezione<br />

<strong>del</strong>la malattia, al significato <strong>del</strong> dolore,<br />

ai ruoli sociali, ai ritualismi. Un concentrato<br />

di ostacoli per nulla semplici da superare,<br />

ma non impossibili se l’operatore sanitario<br />

si apre alla conoscenza e al confronto.<br />

Sempre più frequentemente in ospedale<br />

vengono ricoverati pazienti stranieri provenienti<br />

dal Nord Africa, Bosnia-Erzegovina,<br />

Albania, Romania, Sud America, ed altri<br />

Paesi, ciascuno con un proprio bagaglio<br />

culturale, un proprio vissuto, un proprio<br />

modo di vivere la malattia. Molte realtà


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

ospedaliere ed extraospedaliere, su sensibilizzazione<br />

e sollecitazione <strong>del</strong> proprio<br />

personale, si sono attivate per garantire<br />

agli utenti stranieri un percorso di cura<br />

personalizzato, che tiene in considerazione<br />

le origini ed il contesto culturale e sociale<br />

di ognuno. La problematica è stata<br />

assimilata a tal punto da diventarne motivo<br />

di “qualità” per le aziende stesse.<br />

Ne è un esempio l’IRCCS Fondazione<br />

Salvatore Maugeri di <strong>Pavia</strong> che ha stipulato<br />

una convenzione con la Cooperativa<br />

Sociale “Progetto Con- Tatto” – Onlus,<br />

quest’ultima impegnata dal 2000 sul territorio<br />

pavese nel promuovere e sostenere<br />

interventi sociali, sanitari, educativi e culturali<br />

su tutte le tematiche riguardanti l’immigrazione.<br />

Grazie a questa collaborazione, molte<br />

<strong>del</strong>le problematiche relazionali/assistenziali<br />

con il paziente straniero in ambito sanitario,<br />

che un tempo affliggevano reparti e<br />

servizi, hanno trovato un’adeguata risposta,<br />

dignitosa e soddisfacente sia per il paziente<br />

che per l’operatore. Il tutto coadiuvato<br />

dalla formazione attiva degli infermieri<br />

mediante corsi residenziali, improntati a<br />

far conoscere e sviluppare il significato<br />

<strong>del</strong>l’human care, fornendo ai partecipanti<br />

una serie di dati utili allo sviluppo <strong>del</strong>le<br />

proprie abilità nelle risposte assistenziali<br />

multietniche, ma soprattutto competenze<br />

relazionali fondamentali per un approccio<br />

personalizzato al paziente straniero.<br />

L’ottimale sarebbe quello di avere un<br />

servizio di MLC all’interno <strong>del</strong>la struttura di<br />

cura e un’equipe multidisciplinare dove i<br />

mediatori, all’occorrenza, partecipano ai ricoveri,<br />

alle visite mediche, ai follow up,<br />

agli esami diagnostici, alle dimissioni, al<br />

care giver, interpretando richieste, bisogni<br />

e sintomi espressi dal paziente straniero,<br />

chiarendo fraintendimenti ed incomprensioni.<br />

Come già detto, non è semplice relazionarsi<br />

con una cultura che poco conoscia-<br />

mo. Dobbiamo riconoscere che non siamo<br />

gli unici al mondo e che il mo<strong>del</strong>lo di vita<br />

occidentale non è esclusivo. Aprire la<br />

mente e diventare più elastici, questa è la<br />

risposta giusta! Se un malato musulmano<br />

ci chiede ad esempio, con discrezione, di<br />

pregare cinque volte durante la giornata in<br />

un angolo isolato <strong>del</strong> reparto, o di mangiare<br />

cibi speziati a lui graditi, portati da parenti<br />

ed amici, molto apprezzati dal suo<br />

palato, ma molto meno dal nostro olfatto,<br />

o di usare, in concomitanza al piano terapeutico<br />

farmacologico cosiddetto tradizionale,<br />

rimedi rituali o piante medicamentose,<br />

perché non farlo? Così come nel lutto,<br />

perché non permettere ai familiari di prendersi<br />

cura <strong>del</strong>la salma e di commemorarla<br />

secondo usi e tradizioni? Per non tralasciare<br />

quella donna immigrata, riservata,<br />

come la vuole la sua cultura d’origine, che<br />

chiede di essere svestita, lavata, visitata<br />

esclusivamente da operatori di sesso femminile.<br />

Oppure quel parente stretto, giunto<br />

in Italia clandestinamente per assistere il<br />

coniuge improvvisamente malato, che<br />

chiede ospitalità in reparto poiché senza<br />

un domicilio e senza soldi per pagarsi un<br />

albergo. Queste sono tutte situazioni realmente<br />

accadute nella realtà lavorativa in<br />

cui opero e che ho affrontato con spirito<br />

solidale e con benevolenza, coadiuvata<br />

dalla centralissima figura <strong>del</strong> mediatore linguistico-culturale,<br />

ottenendo ottimi risultati<br />

e grandi soddisfazioni non solo professionali<br />

ma anche personali.<br />

Vi invito a leggere la successiva testimonianza<br />

affinchè possiate riflettere sull’agire<br />

infermieristico in un contesto assistenziale<br />

non semplice, il reparto di Malattie<br />

Infettive e Tropicali, dove la sofferenza<br />

causata dalla solitudine, il disagio<br />

<strong>del</strong>la malattia, l’alterità, accompagnano il<br />

paziente straniero per tutta la degenza ed<br />

oltre. Disagi che si possono attutire o addirittura<br />

azzerare con l’impegno di ciascuno<br />

di noi.<br />

bibliografia<br />

13 PAGINA<br />

1) Andolfi M., Famiglie immigrate e psicoterapia<br />

transculturale, Franco Angeli<br />

Ed., Milano, 2004:16-21<br />

2) Cavalli Sforza L.L, Geni, popoli e lingue,<br />

A<strong>del</strong>phi Editore, Milano, 2000:10-<br />

20<br />

3) Colasanti R., Geraci S., Medicina e Migrazioni:<br />

nuovi mo<strong>del</strong>li per una politica<br />

sanitaria multiculturale, in Affari Sociali<br />

Internazionali, n. 3<br />

4) Di Leo L., Aletto L., Nursing nella società<br />

multiculturale. Guida per l’infermiere,<br />

Carocci Faber Ed., Roma,<br />

2009: 69-77<br />

5) Favaro G., Napoli M., Come un pesce<br />

fuor d’acqua, Mondadori Editore, Milano,<br />

2002: 76-87<br />

6) Freidson E., Dilemmas in the Doctor-<br />

Patient Relationship, Collier MacMillan<br />

Ed., London, U.K., 2006: 102-123<br />

7) Gallisot R., Rivera A., L’imbroglio etnico,<br />

Dedalo Edizioni, Bari, 2010: 45-62<br />

8) Giudici S., Immigrazione, transculturalità<br />

e relativismo culturale: come vaccinarsi<br />

contro il pregiudizio, tesi di laurea,<br />

<strong>Pavia</strong>, 2003/2004: 11-14<br />

9) Mazzetti M., Il dialogo transculturale.<br />

Manuale per operatori sanitari e altre<br />

professioni d’aiuto, Carocci Faber Ed.,<br />

Roma, 2004: 27-32<br />

10) Moro M.R., Bambini immigrati in cerca<br />

di aiuto, Utet, 2001<br />

11) Siniscalchi V., Antropologia culturale.<br />

Introduzione per le professioni sociosanitarie,<br />

Carocci Editore, Roma,<br />

2010: 34-40<br />

12) Tabet P., La pelle giusta, Einaudi Edizioni,<br />

Torino, 2000: 15-34<br />

13) Tosi A., Immigrati e senza casa, Franco<br />

Angeli Editore, Milano, 2008: 65-74<br />

14) Urli N., L’ambiguità <strong>del</strong> corpo nelle cure<br />

infermieristiche, Casa Editrice Ambrosiana,<br />

Milano, 2004: 93-104<br />

15) www.progettocontatto.it; www.immigrazione.biz<br />

16) www.stranieriinitalia.it; www.infermierionline.net;www.click.vi.it/sistemieculture<br />

17) esperienze <strong>del</strong>l’autore in ambito sanitario<br />

l’autore<br />

* Infermiera<br />

Neuroriabilitazione<br />

Fondazione Salvatore Maugeri<br />

<strong>Pavia</strong>, sede di via Boezio


14 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Servizio di mediazione linguistico culturale<br />

Cooperativa Sociale Onlus “Progetto ConTatto s.c.r.l.”<br />

e<br />

Fondazione Salvatore Maugeri<br />

L’ospedale interculturale rappresenta un microcosmo dove le diverse culture, i diversi gruppi nazionali, etnici<br />

e religiosi si incontrano e mantengono relazioni aperte di interazione, interscambio e mutuo riconoscimento<br />

dei propri valori e stili di vita. Nella presa in carico e nella cura <strong>del</strong> paziente straniero, sia a livello ambulatoriale<br />

che di ricovero, la Cooperativa offre un servizio di mediazione linguistico culturale da concordare<br />

nei tempi e nei modi più rispondenti alle esigenze <strong>del</strong>l'istituto scientifico, compatibilmente e a vantaggio <strong>del</strong>l'attività<br />

medico-scientifica stessa. Gli interventi dei mediatori su chiamata e concordati su appuntamento<br />

prevedono che il servizio sia attivabile inviando un fax alla Cooperativa che invierà una risposta con la previsione<br />

<strong>del</strong>l’intervento (previsto entro 72 ore). Per le emergenze sarà possibile richiedere il servizio via fax<br />

con tale specifica e in tal caso l'intervento di mediazione viene garantito tra le 24 e le 48 ore successive alla<br />

chiamata.<br />

È possibile inoltre prevedere un servizio denominato “SOS Mondo”, di mediazione linguistica via cellulare<br />

per casi di urgenza, da concordare nelle modalità di attivazione a seconda dei casi. La Cooperativa provvederà<br />

a fornire i numeri di cellulare di mediatori linguistici che potranno essere reperibili secondo orari concordati<br />

e rispondenti alle esigenze.<br />

Il mediatore negli interventi sul posto potrà: affiancare il personale sanitario al momento <strong>del</strong>la visita ambulatoriale<br />

e/o <strong>del</strong> ricovero per una corretta anamnesi <strong>del</strong> paziente; se ritenuto utile potrà accompagnare il percorso<br />

di ricovero o gli accertamenti diagnostici <strong>del</strong> paziente straniero; offrirà un servizio di consulenza agli<br />

operatori sanitari e di traduzione/accoglienza/mediazione culturale per la famiglia eventualmente coinvolta.<br />

Il servizio di MLC può prevedere anche interventi di traduzione di documentazione medica.<br />

I mediatori linguistico culturali (MLC) coprono principalmente le seguenti aree linguistiche:<br />

albanese, rumeno, arabo, berbero, russo, ucraino, serbo, croato, moldavo, bulgaro, cinese, amarico (Etiopia),<br />

tagalog (Filippine), Hindi, punjabi, cingalese (Sri Lanka), francese, inglese, tedesco, spagnolo, swhaili (Africa<br />

Orientale Subsahariana), tigrino (Eritrea), wolof (Senegal), ungherese, turco, portoghese, farsi (Iran) e altre<br />

su richiesta. Azioni formative e di aggiornamento: formazione <strong>del</strong> personale medico e di assistenza su tematiche<br />

relative all’accoglienza e all'assistenza <strong>del</strong> paziente straniero (titoli da concordare in base alle esigenze<br />

<strong>del</strong>l’Ente Committente, con interventi da parte di MLC /formatori); workshop/tavole rotonde inerenti<br />

la conoscenza di usanze, tradizioni e rappresentazioni di determinati eventi cardine in differenti culture (nascita<br />

e mo<strong>del</strong>li di maternage, morte, malattia, rappresentazioni mentali legate al dolore e alla sofferenza/dolore,<br />

crescita e dinamiche evolutive ) e l'organizzazione <strong>del</strong> sistema sanitario nei differenti Paesi per i quali<br />

venisse richiesto.<br />

La Cooperativa garantisce un coordinatore responsabile <strong>del</strong>l'assistenza fornita, che sarà reperibile da parte<br />

<strong>del</strong>la Direzione <strong>del</strong>l'istituto <strong>del</strong>la Fondazione.<br />

Cooperativa Sociale Progetto Con-Tatto<br />

Via Porta Calcinara, 11<br />

27100 <strong>Pavia</strong> (PV)<br />

tel. e fax 0382/30.11.83<br />

info@progettocontatto.it<br />

www.progettocontatto.it<br />

Centro di Formazione (Accredit. MIUR D.M. 177/2000)


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

* Ruggero Rizzini<br />

15 PAGINA<br />

incontro ravvicinato con i<br />

disagi <strong>del</strong> paziente<br />

straniero ospedalizzato<br />

Sono tante le storie di reparto che nessuno<br />

conosce perché si parla sempre<br />

troppo spesso di mala sanità trascurando,<br />

non quella buona che ha il suo spazio sui<br />

giornali, ma il quotidiano che è fatto di incontri,<br />

scontri, amicizie, crescita umana,<br />

scambi, conoscenze, episodi che lasciano<br />

un segno e dopo mesi o anni ritornano in<br />

mente e fanno riflettere dopo aver rivisto<br />

un particolare o aver ascoltato una parola<br />

camminando per strada, leggendo il giornale<br />

o ascoltando un programma radiofonico.<br />

Il quotidiano in un reparto di malattie infettive<br />

e tropicali è la storia <strong>del</strong>la donna<br />

marocchina di 50 anni che non comunica<br />

in italiano o quella <strong>del</strong> ragazzo di colore<br />

malato di AIDS con una moglie <strong>del</strong> nord<br />

europa e tre figli piccoli a casa, che lentamente<br />

“perde la pelle” - sembra quasi che<br />

cambi colore ma non si lamenta - o l’uomo<br />

albanese che dopo un mese di degenza,<br />

con accanto sempre la giovane moglie<br />

(tutte e due non parlano italiano!), che si<br />

corica di notte in un materasso azzurro di<br />

quelli gonfiabili messo a terra vicino al letto<br />

<strong>del</strong> marito, viene trasferito in un altro reparto<br />

per curarsi un tumore al polmone o<br />

la ragazza africana, alta, magra, bella, tutto<br />

il giorno sola con due figli piccoli lasciati<br />

a casa e una malattia infettiva, “regalo” di<br />

un uomo che l’ha sempre picchiata e sfruttata<br />

facendola prostituire, come mi raccontò,<br />

quando la ragazza venne dimessa,<br />

l’assistente sociale che la seguiva. Tutte<br />

storie che nessuno dirà mai, che non interessano<br />

ai media locali ma che fanno parte<br />

di un quotidiano di reparto che non si<br />

può dimenticare e quando si vive lascia un<br />

segno se si ha voglia di guardare in profondità.<br />

Tutte storie che, per quanto mi riguarda,<br />

hanno una caratteristica comune:<br />

la difficoltà nella comunicazione e nella relazione;<br />

da parte loro e da parte mia, per<br />

una scarsissima conoscenza <strong>del</strong>le rispettive<br />

lingue, dei loro usi e costumi con conseguente<br />

qualità <strong>del</strong>le cure infermieristiche,<br />

ridotte perché limitate alle cose essenziali<br />

e tecniche come la distribuzione<br />

<strong>del</strong>la terapia, il prelievo o la preparazione<br />

all’esame diagnostico.<br />

La non conoscenza <strong>del</strong>la lingua non è<br />

un alibi ma, nel quotidiano assistenziale,<br />

un problema umano, professionale e legale.<br />

Potrei benissimo, compatibilmente con<br />

le mie capacità e conoscenze, fare una ricerca<br />

bibliografica e “ricopiare” cose già<br />

dette ma scientifiche. Preferisco invece impostare<br />

questa mia parte scritta come il<br />

racconto <strong>del</strong> mio vissuto.<br />

Al di la di tutti i problemi che presenta<br />

una professione come la nostra, sono convinto<br />

che poi, alla fine, l’ospedale siamo<br />

noi e dobbiamo, anche in un contesto particolare<br />

come questo, rinnovarci e aprirci<br />

all’altro. Certo, non si può pretendere che<br />

si conoscano tutte le lingue <strong>del</strong> mondo però<br />

dobbiamo attivarci per fare in modo che<br />

la degenza sia priva di ostacoli e pensare<br />

e pretendere, - non dobbiamo accontentarci<br />

di sopravvivere professionalmente -,<br />

ad un supporto collaborativo <strong>del</strong> mediatore<br />

linguistico culturale come un passo<br />

avanti che ci può permettere di risolvere<br />

alcuni importanti problemi assistenziali.<br />

Ma il mediatore linguistico non basta. Sono<br />

convinto che un’assistenza infermieristica<br />

seria passa anche attraverso la conoscenza<br />

<strong>del</strong> contesto sociale, politico e culturale<br />

<strong>del</strong>le persone. Poi, come sempre,<br />

manca il tempo, manca la voglia per aggiornarsi<br />

e pensare ad un piano assistenziale<br />

mirato alla persona che in quel momento<br />

è ricoverata e dobbiamo seguire.<br />

Questo è un altro discorso! Però, se vogliamo<br />

essere veramente dei professionisti<br />

non bastano i protocolli e le linee guida<br />

che troppo spesso, purtroppo, non vengono<br />

messi in pratica (spesso ho sentito dire<br />

da alcuni miei colleghi che…più <strong>del</strong> protocollo<br />

fa l’esperienza!), occorre considerare,<br />

ad esempio, come dice Emanuele Crialese,<br />

regista <strong>del</strong> film “terraferma”, se non<br />

lo avete ancora visto non perdetevelo, “Gli<br />

stranieri sono persone che quando vanno<br />

via dal loro Paese attraversano un’odissea”.<br />

Aggiungo che sono persone a cui qualcuno<br />

ha tentato di far perdere loro la dignità,<br />

che vogliono riacquistare nel presente.<br />

Forse sto esagerando. In fin dei conti la<br />

nostra professione, ora, temo sia ridotta a<br />

una serie di azioni tecniche che meccani-


16 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

camente eseguiamo giorno dopo giorno,<br />

turno dopo turno. Sono provocatorio, lo<br />

so, però un fondo di verità purtroppo c’è<br />

perché sono anch’io turnista e siamo talmente<br />

stressati e stanchi che ci va bene<br />

anche accettare questo tipo di comportamento.<br />

Negarlo sarebbe mentire e non fare<br />

nulla per far crescere la nostra professione.<br />

Sempre più spesso sento dire:<br />

“Faccio quello che devo fare e non di<br />

più!”oppure: “Cosa dobbiamo fare di più<br />

di quello che facciamo?”.<br />

Quasi mi convinco. Ma non mi rassegno!<br />

E ancora: “Dobbiamo anche, per assistere<br />

bene una persona, sapere la storia<br />

<strong>del</strong> suo Paese? Ma per favore!!!”.<br />

Sarà, però se non vogliamo essere classificati<br />

come dei mestieranti, come diceva<br />

madre Chiarina Garbossa, direttrice <strong>del</strong>la<br />

vecchia scuola per infermieri <strong>del</strong> Policlinico<br />

San Matteo di <strong>Pavia</strong>, bisogna aprire la<br />

nostra mente e conoscere, capire, studiare<br />

le tradizioni e la cultura di un popolo.<br />

Non c’è altra scelta. È, da parte nostra,<br />

onestà intellettuale ammettere che il mondo<br />

cambia, le migrazioni sono la quotidianità<br />

e non ci saranno più solamente i nostri<br />

“vecchi” che parlano il dialetto, da assistere<br />

e curare. Se vogliamo costruire un percorso<br />

assistenziale serio dobbiamo farci<br />

aiutare e non trovo scandaloso che qualcuno,<br />

un giorno, venga a raccontarci in un<br />

contesto seminariale i motivi per cui masse<br />

di persone lasciano i loro paesi d’origine.<br />

Oppure che qualche responsabile di<br />

un centro di prima accoglienza migranti ci<br />

aiuti a capire come dobbiamo comportarci<br />

di fronte al fenomeno <strong>del</strong>le migrazioni. E<br />

ancora: perché non confrontarsi con chi<br />

lavora negli ambulatori per migranti? D’altronde<br />

“dobbiamo capire che viviamo in<br />

una società che è sempre più globalizzata,<br />

diversa da quella di venti anni fa.” come dice<br />

Francesco Paterno, regista <strong>del</strong> lungometraggio<br />

“Cose <strong>del</strong>l’altro mondo”, un<br />

film realistico <strong>del</strong>la situazione dei migranti<br />

in provincia di Treviso, terra leghista, da<br />

non perdere assolutamente. Un altro tipo<br />

di assistenza è un problema anche nostro<br />

e non lo possiamo <strong>del</strong>egare. Se lo facciamo,<br />

il loro dolore, il dolore degli altri, come<br />

canta il maestro De Andrè, sarà sempre un<br />

dolore a metà.<br />

Ritornando a noi, voglio concentrarmi<br />

sul ricordo <strong>del</strong>la storia di una donna marocchina<br />

di 50 anni. Me la ricordo sempre<br />

a letto, con un copricapo sobrio a raccogliere<br />

i lunghi capelli che una sola volta ho<br />

visto sciolti quando una sua parente la stava<br />

pettinando. Sempre in silenzio ma circondata<br />

da tanti familiari che, rispettosi dei<br />

tempi e <strong>del</strong>le regole di reparto, entravano<br />

uno alla volta e rigorosamente durante le<br />

ore previste dal regolamento interno. Que-<br />

sta donna chiaramente non parlava italiano<br />

per cui aspettavamo uno dei figli per<br />

poter comunicare con lei. Non comunicava<br />

nemmeno il suo dolore, ricordo che era<br />

entrata per un herpes che si estendeva su<br />

parte <strong>del</strong> corpo. Faceva le sue terapie,<br />

punto e basta. Ogni sera c’era il rito <strong>del</strong>la<br />

comunicazione tra figlio e infermiere dove<br />

ci si passava le “consegne” per cui noi venivamo<br />

a conoscenza di particolari utili per<br />

poter assistere nel migliore dei modi. Chissa’<br />

se ce l’abbiamo fatta!!!!. Ogni sera il rito<br />

<strong>del</strong> bagno, aiutata dalla figlia, e il rito <strong>del</strong><br />

cibo (proibitissimo portare cibo dall’esterno!!!!).<br />

I figli le portavano alcuni piatti <strong>del</strong>la<br />

sua cucina che lasciavano un profumo<br />

intenso in camera che se ne andava dopo<br />

ore.<br />

Tra poco ci troveremo a dover pianificare<br />

“un’altra assistenza” fatta di incastri culturali<br />

che vanno conosciuti e dovremo<br />

convincerci che l’Italia e il microcosmo in<br />

cui viviamo è in continua evoluzione, anche<br />

se ci riesce difficile accettarlo. “L’infermiere<br />

dovrà adattare la sua prospettiva ad<br />

una visione più dinamica <strong>del</strong>la società in<br />

cui vive e <strong>del</strong> mondo e dovrà essere pronto<br />

a rispondere agli stimoli socio-culturali<br />

di un ambiente di lavoro destinato a cambiare<br />

in senso multietnico: capire le esigenze<br />

degli utenti immigrati e stabilire un<br />

buon rapporto con le altre culture saranno<br />

aspetti sempre più importanti <strong>del</strong> suo lavoro.<br />

All’infermiere è quindi richiesta, oggi<br />

più che in passato, una formazione che lo<br />

renda capace di fornire un’assistenza multiculturale.<br />

Maggiore attenzione deve essere<br />

dedicata al processo di comunicazione:<br />

una particolare apertura mentale e una modifica<br />

di atteggiamenti stereotipici sono necessarie<br />

al fine di accettare e capire la diversità.<br />

Garantire il diritto alla salute allo<br />

straniero vuol dire anche preparare l’infermiere<br />

ad accoglierlo e a dargli un’assistenza<br />

personalizzata. La formazione antropologica,<br />

ma anche la riscoperta <strong>del</strong>la relazione<br />

interetnica e interpersonale, permettono<br />

un migliore approccio con gli utenti di<br />

altre culture. Ecco quindi che l’incontro<br />

con gli utenti immigrati rappresenta un’occasione<br />

per diventare professionisti più<br />

competenti anche in ambito isoculturale,<br />

oltre che persone umanamente e intellettualmente<br />

più ricche.”<br />

(tratto da: http://www.click.vi.it/sistemieculture/Bortolaso5.html)<br />

l’autore<br />

* Infermiere<br />

Malattie Infettive e Tropicali<br />

IRCCS San Matteo - <strong>Pavia</strong><br />

Presidente AINS Onlus


EDITORIALE<br />

Vita<br />

1/<strong>2012</strong><br />

di<br />

collegio<br />

* Enrico Frisone<br />

«Gli uomini viaggiano per meravigliarsi<br />

<strong>del</strong>l’altezza <strong>del</strong>le montagne<br />

<strong>del</strong>le enormi onde <strong>del</strong> mare<br />

dei lunghi corsi dei fiumi,<br />

<strong>del</strong>l’immensa superficie <strong>del</strong>l’oceano,<br />

<strong>del</strong> movimento circolare <strong>del</strong>le stelle,<br />

e passano vicino a loro stessi senza meravigliarsi.»<br />

Sant’Agostino<br />

E di nuovo siamo qui, un altro triennio davanti ai nostri<br />

occhi pronto a stupirci con i suoi eventi positivi e negativi,<br />

con le sue speranze da realizzare e le <strong>del</strong>usioni da<br />

confortare.<br />

Ogni volta ci carichiamo di aspettative e buoni propositi<br />

per poi finire a rincorrere gli eventi nel desiderio<br />

di ottenere il miglior risultato possibile.<br />

Tutto questo viaggiare ormai da diversi anni mi stupisce,<br />

ogni volta, le onde che attraversiamo con la nostra<br />

piccola barca, non smettono di ricordarmi quanta fatica<br />

e quanto pericoloso sia navigare nel mare <strong>del</strong>la politica<br />

soprattutto quella professionale.<br />

Questa volta però è diverso; molto diverso.<br />

Le recenti elezioni hanno raggiunto un importante<br />

traguardo: la partecipazione.<br />

Avete risposto numerosi ad una chiamata che per<br />

troppo tempo è rimasta disattesa. Il costante appello, la<br />

presenza diffusa sul territorio <strong>del</strong> consiglio direttivo potrebbe<br />

essere una possibile spiegazione <strong>del</strong> fenomeno.<br />

Ma sono convinto che non sia proprio così, lo sento, lo<br />

percepisco dalle richieste di consulenza e dai contatti<br />

sempre più numerosi che i colleghi effettuano attraverso<br />

i nostri canali di comunicazione.<br />

Credo infatti che stia germogliando quel seme che,<br />

tre mandati fa, in un editoriale definii come “il sogno di<br />

un futuro per le nuove generazioni di infermieri”.<br />

La crescita culturale e non solo specialistica, credo<br />

sia la chiave di Volta <strong>del</strong> processo evolutivo di un gruppo.<br />

Il dibattito interno che indica la linea da percorrere,<br />

consente l’assunzione di posizioni verso i governi locali e<br />

nazionali non esclusivamente corporativistiche ma centrate<br />

sul raggiungimento <strong>del</strong>l’ideale, ovvero l’interesse<br />

verso l’uomo. Guai però in questo momento a sedersi sugli<br />

allori o perdere di vista il fine <strong>del</strong> collegio. Questo è il<br />

momento di concentrarsi sui risultati da raggiungere grazie<br />

alla credibilità ed autorevolezza conquistata nel mondo<br />

socio-sanitario provinciale. Pertanto che ognuno continui<br />

a fare il proprio lavoro focalizzandosi su l’unità<br />

d’intenti che ha permesso un’ampia e diffusa partecipazione<br />

degli iscritti, sia durante il periodo elettorale, che<br />

nelle manifestazioni sociali e culturali.<br />

Il nuovo consiglio direttivo eletto ha ulteriormente incrementato<br />

nella sua composizione, la presenza di rappresentatività<br />

territoriale e culturale. Ma ormai lo sappiamo<br />

se il consiglio è la rappresentanza, gli iscritti sono<br />

la FORZA.<br />

In questi giorni stiamo costruendo un programma<br />

che possa garantire una risposta locale al difficile momento<br />

socioeconomico che a tutti i livelli la nostra popolazione<br />

sta vivendo.<br />

Gli ultimi, i meno capaci a proteggersi, le vittime di<br />

un sistema economico avido e spietato devono essere i<br />

nostri principali soggetti di attenzione.<br />

L’informazione pubblica troppo spesso confonde le<br />

notizie per ottenere significati riscontri ed aumenti di audience.<br />

Il processo evolutivo di una società passa necessariamente<br />

attraverso momenti di trasformazione e il tentativo<br />

di liberalizzazione di alcuni ordini professionali ne è un<br />

esempio.<br />

Vi chiedo pertanto di prestare molta attenzione all’informazione<br />

offerta dai media, spesso fuorviante rispetto il<br />

futuro <strong>del</strong> sistema ordinistico<br />

Gli infermieri a differenza di altri ordini storici, non<br />

hanno privilegi da perdere, posizioni da difendere, poteri<br />

politici da preservare… anzi direi che questo è proprio il<br />

momento nel quale è necessario porre sul piatto <strong>del</strong>la bilancia<br />

il valore intrinseco <strong>del</strong>le professioni e farne valere<br />

i diritti.<br />

Assistere le persone, attraverso atti di Care, non potrà<br />

che essere l’unica vera sfida alla politica fallimentare<br />

e al potere fine a se stesso: Raggiungendo gli uomini<br />

senza distinguerne il valore, l’etnia o la condizione.<br />

Auguro, a tutti noi infermieri, ispirandoci a S. Agostino,<br />

di avere occhi per “meravigliarci durante il nostro<br />

cammino”.<br />

Enrico Frisone<br />

<strong>IPASVI</strong>


2<br />

PAGINA V I TA D I C O L L E G I O Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

elezIonI per Il rInnoVo deglI organI CollegIalI<br />

Come noto nelle giornate 26-27-28 novembre u.s. si sono svolte<br />

le elezioni per il rinnovo degli Organi collegiali.<br />

Alla data <strong>del</strong>le elezioni risultavano n. 3979 iscritti aventi diritto al<br />

voto; hanno esercitato il loro diritto l’11,49% degli elettori, pari<br />

a n. 457.<br />

Votanti suddivisi per sesso<br />

Sesso Aventi diritto al voto Votanti % votanti<br />

Uomini 578 95 16,44 %<br />

Donne 3401 362 10,64 %<br />

% di votanti suddivisi per classi di età<br />

Classe di età Numero assoluto % di votanti in base<br />

votanti alla classe di età<br />

61 anni: 15 8,29%<br />

Al termine <strong>del</strong>le operazioni vi voto, si è proceduto allo spoglio<br />

<strong>del</strong>le schede. Le preferenze espresse per i componenti il Consiglio<br />

Direttivo sono risultate:<br />

Nominativo candidato Numero di preferenze<br />

Frisone Enrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 244<br />

Loi Duilio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191<br />

Quattrocchi Salvatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124<br />

Braga Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116<br />

Tanzi Annamaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113<br />

Belotti Luigia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113<br />

Ciancio Gabriele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107<br />

Maiocchi Enrica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99<br />

Pontello Giuseppina Maria . . . . . . . . . . . . . . . . 95<br />

Rizzini Ruggero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92<br />

Baglioni Elena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85<br />

Cattaneo Emanuela. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85<br />

Costa Rosanna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80<br />

Mutti Daniele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79<br />

Mazzucco Antonella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68<br />

Quaglini Elena Maria Rita . . . . . . . . . . . . . . . . . 68<br />

Pellegrino Eugenia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66<br />

Rampi Annamaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64<br />

Gomez Anamuro Carina . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55<br />

Camerlingo Luigi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54<br />

Zambotti Enrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52<br />

Cerri Laura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52<br />

Donati Nadia Annamaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51<br />

Bonalumi Silvia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42<br />

Chiappedi Enrica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41<br />

Hanno ricevuto preferenze altri 79 colleghi.<br />

Le preferenze espresse per il Revisore dei conti supplente sono<br />

risultate:<br />

Nominativo candidato Numero di preferenze<br />

Roversi Paolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195<br />

Cestari Vittorina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69<br />

Petullo Franca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9<br />

Hanno ricevuto preferenze altri 27 colleghi.<br />

Risultano essere eletti quali membri <strong>del</strong> Consiglio Direttivo:<br />

Frisone Enrico Pontello Giuseppina Maria<br />

Loi Duilio Rizzini Ruggero<br />

Quattrocchi Salvatore Baglioni Elena<br />

Braga Giuseppe Cattaneo Emanuela<br />

Tanzi Annamaria Costa Rosanna<br />

Belotti Luigia Mutti Daniele<br />

Ciancio Gabriele Mazzucco Antonella<br />

Maiocchi Enrica<br />

A seguito <strong>del</strong>la scelta <strong>del</strong>la candidata Costa Rosanna di accettare<br />

l’elezione quale membro <strong>del</strong> Consiglio Direttivo, rinunciando<br />

quindi a ricoprire il ruolo di Revisore dei conti, risultano essere<br />

eletti quali membri <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> dei Revisori dei conti:<br />

Di Martino Raffaella<br />

Bergomi Piera<br />

Bassi Claudio<br />

Risulta essere eletto quale Revisore dei conti supplente il candidato<br />

Roversi Paolo<br />

Nei termini previsti dalla normativa vigente il Consiglio Direttivo<br />

e il <strong>Collegio</strong> dei Revisori dei conti neo insediati, hanno proceduto<br />

alle elezioni di secondo livello per eleggere le cariche istituzionali.<br />

Dopo tali operazioni il <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la provincia di <strong>Pavia</strong><br />

sarà governato nel triennio in corso dai seguenti colleghi:<br />

Nominativo eletto Organismo Carica/Ruolo<br />

Frisone Enrico Consiglio Direttivo Presidente<br />

Loi Duilio Consiglio Direttivo Vicepresidente<br />

Braga Giuseppe Consiglio Direttivo Tesoriere<br />

Quattrocchi Salvatore Consiglio Direttivo Segretario<br />

Baglioni Elena Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Belotti Luigia Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Cattaneo Emanuela Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Ciancio Gabriele Consiglio Direttivo Consigliere<br />

Costa Rosanna Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Maiocchi Enrica Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Mazzucco Antonella Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Mutti Daniele Consiglio Direttivo Consigliere<br />

Pontello Giuseppina Maria Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Rizzini Ruggero Consiglio Direttivo Consigliere<br />

Tanzi Annamaria Consiglio Direttivo Consigliera<br />

Bergomi Piera <strong>Collegio</strong> Revisore dei conti Presidente<br />

Bassi Claudio <strong>Collegio</strong> Revisore dei conti Componente<br />

Di Martino Raffaella <strong>Collegio</strong> Revisore dei conti Componente<br />

Roversi Paolo <strong>Collegio</strong> Revisore dei conti Supplente<br />

<strong>IPASVI</strong><br />

Le preferenze espresse per i componenti il <strong>Collegio</strong> dei Revisori<br />

dei conti sono risultate:<br />

Nominativo candidato Numero di preferenze<br />

Di Martino Raffaella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 164<br />

Bergomi Piera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 141<br />

Costa Rosanna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118<br />

Bassi Claudio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111<br />

Buscaglia Nicola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82<br />

Cestari Vittorina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49<br />

Piovera Daniele Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48<br />

Hanno ricevuto preferenze altri 44 colleghi.<br />

La comunità professionale augura alla rappresentanza così<br />

espressa un triennio di proficuo lavoro.


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

* Giuseppe Braga<br />

In quest’ultimo periodo sono arrivate molte telefonate di colleghi<br />

allarmati che iniziavano proprio con la frase “Mi è arrivata<br />

una comunicazione da ENPAPI … cosa devo fare?”<br />

Abbiamo contattato direttamente la sede centrale di ENPAPI<br />

che ha chiarito sia il senso <strong>del</strong>la comunicazione che le modalità<br />

che devono attuare tutti i colleghi destinatari <strong>del</strong>la stessa.<br />

Innanzitutto si tratta di una procedura posta in essere al fine<br />

di garantire che il passaggio <strong>del</strong>le contribuzioni previdenziali,<br />

erroneamente versate alla Gestione Separata INPS, siano state<br />

imputate, sia nel totale che nella correttezza, al professionista<br />

avente diritto.<br />

Visto che tali missive sono state inviate a molti colleghi che<br />

non esercitano la Libera Professione o che pensano di non aver<br />

mai effettuato prestazioni in tale regime, ritengo opportuno fare<br />

un piccolo passo indietro per meglio comprendere il lungo percorso<br />

che ci ha portato a questa situazione.<br />

Il D.Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103 “Attuazione <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ega<br />

conferita dall’art. 2, comma 25, <strong>del</strong>la legge 8 agosto 1995, n.<br />

335, in materia di tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti<br />

che svolgono attività autonoma di libera professione” ha aperto<br />

la strada, imboccata immediatamente dal Comitato Centrale<br />

<strong>del</strong>la Federazione dei Collegi <strong>IPASVI</strong>, per la costituzione di un<br />

Ente privato per la tutela pensionistica degli iscritti agli Albi professionali<br />

<strong>IPASVI</strong>.<br />

Nasce la Cassa di Previdenza <strong>IPASVI</strong>, rinominata successivamente<br />

ENPAPI (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza <strong>del</strong>la<br />

Professione Infermieristica. Tale Ente, a norma di Legge, è<br />

l’UNICO ente previdenziale al quale far confluire le contribuzioni<br />

per la previdenza obbligatoria, per i professionisti <strong>IPASVI</strong>.<br />

Ciò premesso si comprende anche la difficoltà nel raggiungere<br />

tutti i Libero Professionisti, nel guidarli, consigliarli e accompagnarli<br />

sulla strada corretta per non eludere le normative vigenti.<br />

Ma prima di ENPAPI, i professionisti dovevano comunque<br />

versare i contributi previdenziali all’INPS, nel “cassetto” <strong>del</strong>la<br />

Gestione Separata.<br />

Ecco che, nato l’Ente previdenziale autonomo, il versamento<br />

<strong>del</strong>le contribuzioni alla Gestione Separata INPS (GIS) non solo<br />

è errata, ma contro la Legge e, di conseguenza, sanzionabile!<br />

Come potete ben immaginare non è facile interloquire con<br />

l’INPS per farsi ridare quanto erroneamente versato, ma a questo<br />

ci ha pensato ENPAPI. Dopo diversi anni di incontri, discussioni,<br />

se vogliamo anche “minacce”, i due Enti previdenziali sono<br />

giunti a un accordo che prevede che tutti i versamenti effettuati<br />

da iscritti <strong>IPASVI</strong>, presenti nelle casse <strong>del</strong>la GIS, sono stati<br />

trasferiti all’unico Ente avente diritto di gestione degli stessi<br />

3<br />

V I TA D I C O L L E G I O PAGINA<br />

enpapI e gestIone separata Inps:<br />

Cosa è CambIato<br />

per poter garantire ai propri iscritti le prestazioni previste dallo<br />

Statuto (derivante, ovviamente, dalla normativa citata).<br />

Da non sottovalutare che ENPAPI è venuta incontro a tutti gli<br />

iscritti in diversi modi, innanzitutto non colpevolizzando gli<br />

iscritti che, affidatisi a esperti <strong>del</strong> settore (rivelatisi poi poco avvezzi<br />

alla normativa vigente) hanno versato le contribuzioni alla<br />

GIS, in secondo luogo proprio attraverso il citato accordo con<br />

l’INPS e infine inviando a ciascuno una comunicazione per segnalare<br />

a tutti gli interessati il passaggio <strong>del</strong>le contribuzioni dalla<br />

GIS a ENPAPI stesso.<br />

Molti hanno “sorvolato”, senza troppo preoccuparsi di una<br />

comunicazione ufficiale di un Ente previdenziale, sulla prima<br />

comunicazione <strong>del</strong> 2009 e una hanno ricevuto una seconda nel<br />

dicembre u.s. (vedi esempio a pagina 17 <strong>del</strong>la rivista). E allora<br />

è nato il panico.<br />

Cosa bisogna fare oggi?<br />

Innanzitutto è importante verificare, recandosi all’INPS, la<br />

propria posizione previdenziale richiedendo l’estratto conto<br />

contributivo.<br />

Poi è necessario mediante internet andare sulla home page<br />

<strong>del</strong> sito www.enpapi.it<br />

<strong>IPASVI</strong><br />

Da lì inserendo il codice fiscale come nome utente e la password<br />

che vi è stata segnalata nella lettera, sarete riconosciuti<br />

dal sistema e potrete accedete alla vostra area personale da cui<br />

potete consultare la vostra posizione previdenziale.<br />

Andate a controllare la posizione trasferita


4<br />

PAGINA V I TA D I C O L L E G I O Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

È necessario confrontare se quanto è indicato dall’INPS coincida<br />

con quanto trasferito a ENPAPI.<br />

Infine bisogna compilare il modulo di agiornamento dati.<br />

State attenti nella compilazione, il modulo è semplice, ma ha un<br />

piccolo “baco” informatico in quanto nella prosecuzione <strong>del</strong>la<br />

compilazione vi vengo richiesti i dati <strong>del</strong>l’estratto conto INPS e l’inserimento<br />

<strong>del</strong>le cifre NON ammette errori, nel caso è sufficiente ripetere<br />

la procedura di compilazione <strong>del</strong> modulo dall’inizio.<br />

Il modulo stesso vi chiederà (verso la fine <strong>del</strong> modulo) la vostra<br />

posizione lavorativa e qui dovete dichiarare se state esercitando<br />

la Libera Professione oppure no (o ha nel frattempo<br />

smesso).<br />

Chi non esercita la Libera Professione ha terminato il proprio<br />

impegno e non deve comunicare più nulla a ENPAPI, chi sta ancora<br />

esercitando continuerà a farlo senza altra preoccupazione.<br />

Ma quanto versato che fine fa?<br />

Chi non esercita la Libera Professione ha due possibilità: cancellarsi<br />

da ENPAPI e quindi al raggiungimento <strong>del</strong>l’età pensionabile<br />

potrà richiedere il montante contributivo maturato oppure<br />

può chiedere di mantenere aperta la posizione e può scegliere<br />

di effettuare dei versamenti di contributi volontari per accrescere<br />

il proprio montante contributivo. Con questa seconda ipotesi<br />

si hanno due vantaggi, uno fiscale immediato in quanto i<br />

versamenti a un Ente previdenziale simulano i versamenti per<br />

una pensione integrativa e, di conseguenza, sono deducibili<br />

dall’imponibile fiscale, il secondo ci consentirà, al raggiungimento<br />

<strong>del</strong>l’età pensionabile di poter accedere a una (piccola in<br />

quanto calcolata sul montante contributivo versato) pensione integrativa.<br />

Chi esercita ancora l’attività libero professionale vedrà incrementato<br />

il proprio montante contributivo pari alle somme trasferite<br />

dal GIS.<br />

Se vi sono rimasti ancora dei dubbi, ricordo a tutti voi che in<br />

<strong>Collegio</strong> è presente un gruppo di lavoro sulla Libera Professione<br />

che è stato costituito per sostenere, guidare e consigliare tutti<br />

gli iscritti che vogliono esercitare la Libera Professione, ma anche<br />

per dare risposte a tutti gli iscritti che possano avere dei<br />

dubbi, riferibili alla problematica affrontata in queste brevi pagine,<br />

ma anche sulle possibilità di esercizio libero professionale<br />

pur in regime di attività di lavoro dipendente.<br />

<strong>IPASVI</strong><br />

l’autore<br />

* Infermiere Coordinatore<br />

Tesoriere <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> di <strong>Pavia</strong><br />

Referente <strong>del</strong> gruppo di lavoro “Libera Professione”


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

E N P A P I<br />

ENTE NAZIONALE PREVIDENZA e ASSISTENZA <strong>del</strong>la PROFESSIONE INFERMIERISTICA<br />

17 PAGINA


18 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Chi fa mediazione sanitaria a <strong>Pavia</strong> e in provincia<br />

Babele Onlus<br />

Associazione di volontariato e solidarietà familiare<br />

In questi anni l’Associazione Babele si è occupata in modo particolare dei problemi legati alla sanità. Da un<br />

lato il notevole incremento <strong>del</strong>la popolazione straniera, dall’altro la complessità <strong>del</strong>la rete dei servizi sanitari<br />

offerti dal territorio, insieme con le difficoltà connesse alle diversità linguistiche rendono difficile l’approccio<br />

alle strutture sanitarie e possono disorientare gli immigrati, che non sempre sono a conoscenza <strong>del</strong>le opportunità<br />

offerte dai servizi territoriali e ospedalieri nonché <strong>del</strong>le procedure per accedervi. Inoltre le persone<br />

straniere, soprattutto se il loro arrivo è recente, si trovano spesso in estrema indigenza e in una grande solitudine,<br />

senza il fondamentale sostegno di parenti ed amici, completamente sradicati dalla propria appartenenza<br />

culturale.<br />

E questo è drammaticamente rilevante quando riguarda i minori, le donne in stato di gravidanza o in puerpuerio.<br />

L’Associazione ha perciò organizzato una rete di supporto e di accompagnamento alle persone ammalate<br />

presso le strutture sanitarie e i consultori; ha fornito informazioni per l’ottenimento <strong>del</strong> codice STP o<br />

<strong>del</strong> libretto sanitario; ha garantito, quando necessario, la mediazione linguistica in modo che il linguaggio<br />

medico diventi una comunicazione comprensibile ad utenti che non parlano la lingua italiana. Inoltre è possibile<br />

richiedere un servizio di traduzione nelle lingue europee ed extraeuropee di moduli, dépliant informativi<br />

e regolamenti di tipo sanitario.<br />

L’associazione ha dedicato particolare impegno nel seguire alcune famiglie con bambini affetti da gravi patologie<br />

leucemiche.<br />

Sono, infatti, numerose le famiglie straniere, che, ricorrendo ai fondi stanziati ogni anno dalla Regione Lombardia<br />

per interventi sanitari a favore dei cittadini extracomunitari, si rivolgono al reparto di Oncoematologia<br />

Pediatrica <strong>del</strong> l’I.R.C.C.S. Ospedale San Matteo per l’inquadramento diagnostico e la terapia <strong>del</strong>le patologie<br />

leucemiche, terapie di alta specialità impossibili nei paesi di origine.<br />

Nel 2002 l’associazione è stata contattata ed ha collaborato con da La Sociedad de Lucha contra el cancer <strong>del</strong><br />

Ecuador nell’ aiuto a bimbi ecuadoriani, la cui unica possibilità di sopravvivenza è legata alle nuove tecniche<br />

di trapianto midollare. Ricordo che in Ecuador, come in tanti altri paesi disagiati, l’assistenza sanitaria è<br />

fornita solo a pagamento e che una confezione di antibiotico può valere l’intero stipendio mensile di un lavoratore<br />

medio.<br />

L’associazione Babele, nel caso di interventi in favore di famiglie con figli colpiti da particolari forme di tumore,<br />

opera in collaborazione con la Direzione <strong>del</strong> <strong>del</strong> Reparto di Oncoematologia pediatrica <strong>del</strong>l’IRCCS San<br />

Matteo, con l’Assessorato alla Sanità <strong>del</strong>la Regione Lombardia, con l’Agal (Associazione genitori e amici<br />

dei bambini leucemici, con sede presso l’Irccs San Matteo) ed il gruppo Emmaus, che dà ospitalità ai parenti<br />

dei bambini malati. L’associazione Babele Onlus si presta ad interventi di mediazione in ambito sanitario<br />

sia a richiesta degli utenti che a richiesta <strong>del</strong>le strutture sanitarie.<br />

Contatti<br />

Mail: info@babeleonlus.it<br />

Telefono: 0382 460199<br />

Cellulare: 340 9108141<br />

Sede: Viale Campari 62C - 27100 <strong>Pavia</strong>


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

* Cinzia Ancarani<br />

* Federica Della Fiore<br />

abstraCt<br />

Thanks to the project of cultural exchange,<br />

sponsored by the College <strong>IPASVI</strong><br />

with the voluntary associations of <strong>Pavia</strong>,<br />

Cynthia and Federica were able to experience<br />

living on the outskirts of Lomé<br />

in Togo enriching their culture and sharing<br />

both professionally and personally<br />

a short walk of life.<br />

Esperienza di<br />

volontariato in Togo<br />

“… Si l’africa sta cambiando.<br />

Non con lo stesso ritmo ovunque e non<br />

nella stessa direzione.<br />

Ma è chiaro che i popoli d’africa stanno<br />

esprimendo un nuovo senso di responsabilità<br />

per il proprio destino.<br />

Africa, hai <strong>del</strong>le necessità così grandi,<br />

ma hai anche così tanto da dare…!!”<br />

Queste parole di Papa Giovanni Paolo II<br />

sono la giusta premessa per la nostra breve<br />

esperienza a Agoniyvè, periferia di Lomè<br />

in Togo .<br />

Grazie al progetto di “interscambio culturale”<br />

promosso dal <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> con<br />

le Associazioni di Volontariato di <strong>Pavia</strong> abbiamo<br />

vissuto due settimane presso la casa<br />

di volontari VOICA (volontariato internazionale<br />

Canossiane) presente da quindici<br />

anni nel paese africano. Da cinque anni è<br />

attivo un dispensario sanitario che accoglie<br />

a prezzi ridotti o gratuitamente la popolazione<br />

locale, per compensare un sistema<br />

pubblico e privato a pagamento.<br />

“… hai un profondo senso <strong>del</strong>la comunità<br />

e un vivo senso <strong>del</strong>la dimensione Spirituale<br />

<strong>del</strong>la vita umana … “<br />

continua Papa Giovanni Paolo II<br />

La strada è la casa ; rossa, sterrata,per-<br />

19 PAGINA<br />

corre il Togo da Nord a Su, incombe selvaggia<br />

la vegetazione tropicale, talvolta<br />

secolare come le antiche tradizioni. Ai lati<br />

spuntano baracche di legno, capanne costruite<br />

con foglie secche di cocco o di banano;<br />

macchie di colori contrastanti si<br />

muovono a ritmo di musica durante il giorno<br />

e la notte. La strada è il letto, il bagno,<br />

la cucina, il lavoro, la scuola, il gioco … la<br />

strada è la vita, la comunità.<br />

Fatalisti per necessità, appartenenti a<br />

varie etnie, per lo più fe<strong>del</strong>i a credenze animistiche.<br />

Il protestantesimo e il cattolicesimo<br />

interessano una piccola parte <strong>del</strong>la popolazione<br />

ma, per chi si è convertito, hanno<br />

un forte senso Spirituale.<br />

Sono persone, alle quali sembra, che<br />

per ragioni sconosciute, sia negata una visione<br />

nitida <strong>del</strong> mondo:<br />

come ciechi in una stanza, coscienti solo<br />

di ciò che viene a contatto con loro! E’<br />

come aver viaggiato a ritroso nel tempo,<br />

verso i primordi <strong>del</strong> mondo. Non contagiati<br />

dal materialismo e conseguente individualismo,<br />

vivono ancora il valore <strong>del</strong>la famiglia,<br />

l’amore per i bambini, la solidarietà,<br />

l’ospitalità nei confronti <strong>del</strong>l’uomo bianco<br />

chiamato Iavò.<br />

Gli stregoni e gli indovini hanno un ruolo<br />

importante nella vita di tutti i giorni, questo<br />

è uno dei motivi per cui accedono alle<br />

cure come ultima spiaggia, quando ormai<br />

solo il fato o la divina provvidenza può esserti<br />

d’aiuto .<br />

Al dispensario abbiamo lavorato con altri<br />

volontari e personale sanitario Togolese.<br />

Abbiamo curato malaria, dolori addominali,<br />

sintomi febbrili,lesioni cutanee. Seguito<br />

il programma nutrizionale per bambini<br />

denutriti . Siamo entrate in sala operatoria<br />

come “aiuto” chirurgo per interventi di ernie<br />

scrotali e isterectomie.<br />

Il dispensario è un punto di ritrovo,dove<br />

nessuno a fretta e il tempo è scandito dal<br />

sole, si affidano alle tue capacità, ringraziandoti<br />

e sorridendo anche nei momenti<br />

disperati.<br />

Inutile dire che tali esperienze arricchiscono<br />

l’animo. Che cos’è il volontariato?<br />

Ognuno di noi da il giusto significato ma, è<br />

la motivazione, lo studio, la curiosità per<br />

un nuovo paese che muove il desiderio di<br />

andare o in alcuni casi di restare.<br />

A questo proposito allego la cronaca, di<br />

giornate in sala operatoria, scritta da una


20 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

operatrice volontaria ormai in Togo da anni<br />

(improvvisata ferrista per necessità).<br />

11.11.11 data storica. Operiamo per la<br />

prima volta SENZA Antonio (chirurgo italiano)<br />

due donne: un fibroma e un’ovaia cistica.<br />

Il prof si rifiuta di entrare a dare anche<br />

solo il supporto; suo cognato dice che<br />

siamo pazzi a fare isterectomie senza la<br />

rianimazione. Pericolo emorragie ecc.<br />

Il nostro Japhet tanto amato, invece, dice<br />

che opera da 10 anni, a beh, e non ci<br />

sono problemi. 5 giorni di ricovero post<br />

operatorio al massimo e tutte a casa. Certo,<br />

è molto, molto più impressionante. A<br />

parte quello che si estrae dal ventre, che<br />

ieri era un utero con fibromi grosso come<br />

un neonato e <strong>del</strong> peso di 2.5 kg sicuri.<br />

Poi, certo, la “finezza”, il tatto, che non è<br />

“la classe”, ma il trattare il corpo sotto le<br />

proprie mani come animale da macello. E<br />

sottolineo che Japhet è uno che tiene ai<br />

pazienti come esseri viventi, come persone.<br />

Immagino come fanno gli altri..! insomma,<br />

dopo il taglio <strong>del</strong> bisturi parte con<br />

l’elettro bisturi a 100 (con Antonio è sul 50)<br />

e si taglia sottocute, grasso e fascia muscolare<br />

addominale, che salta contratta ad<br />

ogni affondo.<br />

È normale, dicono. La manovra che ancora<br />

mi sconvolge e che preferisco non<br />

guardare è quella che precede il posizionamento<br />

dei divaricatori: in due, Jap e il<br />

suo aiuto Leon, infilano le mani e allargano,<br />

a strapponi, uno di qua e uno di là dal<br />

tavolo operatorio che si muove e si sposta.<br />

Chiamano, a sto’ punto, i divaricatori, e immediatamente<br />

la mano <strong>del</strong> chirurgo è di<br />

nuovo dentro a cercare l’utero, che non fatica<br />

a trovare viste le dimensioni. Ecco allora<br />

che emerge una palla deforme e dura,<br />

di color rosa striato. Ci mostra, tutto quello<br />

che taglieremo: tube, alle quali si attaccano<br />

i ferri emostatici (o i coker!), ovaie, e<br />

collo. C’ è un’arteria cui fare attenzione e a<br />

cui si attacca un ferro detto Jean Louis<br />

Four, a tenuta impeccabile, come dice<br />

Japh. Se così non fosse si creerebbe<br />

un’emorragia e, “addio core!”.<br />

Si continua, quasi fosse una lotta contro<br />

il tempo, e in un certo senso lo è; è infatti<br />

consigliato tenere il meno possibile il ventre<br />

<strong>del</strong> paziente aperto. Però, si va così di<br />

lena che faccio fatica a capire cosa fa<br />

adesso e cosa gli serve al prossimo passaggio!<br />

Imparerò già al terzo intervento<br />

che i ferri sono pochi e sempre quelli e che<br />

qui non si fa altro che pinzare e tagliare,<br />

tamponare il sangue (Lesly) o aspirare.<br />

Dopo aver estratto la cosa abominevole e<br />

deforme, ci mostra, infilando una garza<br />

con Betadine, la vagina. Riprenderemo la<br />

garzetta alla fine, eastraendola dall’esterno<br />

<strong>del</strong> corpo <strong>del</strong>la signora, come fosse un<br />

tampax. Dieci minuti ed è finito l’intervento,<br />

che in tutto dura meno di un’ora. Si lega<br />

quello che resta <strong>del</strong>le tube fra di loro,<br />

per evitare che collassino ed escano, come<br />

è uscito l’utero ad un’altra! Si ricuce<br />

tutto e c’est fini!<br />

Una scena trash accaduta ieri: durante<br />

l’intervento, basso ventre squarciato, aperto,<br />

da sotto il telo verde che forma il campo<br />

operatorio, sbuca una mano nera e si<br />

infila dentro, come a grattarsi l’intestino!<br />

Mamma mia... io e Lesly ci guardiamo... la<br />

signora sente un po’ male... c’è da aumentare<br />

la dose di anestetico, please! Poi tutto<br />

ricomincia tranquillamente.<br />

Vogliamo parlare poi di Sr. I-Pod Estrel?!<br />

Che scattava foto a tutto spiano e si lamentava<br />

con la tipa <strong>del</strong> fatto che non sorridesse?!?<br />

14.11.11 lunedì. Si ricomincia con<br />

serietà, in sala il prof. (Volontario) e 4<br />

casi dei suoi: 2 ernie scrotali e due cisti<br />

funicolari. Tutto si è svolto nella<br />

massima professionalità, come sempre<br />

con lui, ma stamattina ero particolarmente<br />

in forma ed ho lavorato come<br />

una vera ferrista! Solo un paio di volte<br />

mi ha chiesto le forbici, per il resto,


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

21 PAGINA<br />

passavo a tempo dedito i ferri<br />

che gli servivano!<br />

Non è successo nulla di che,<br />

se non che durante il primo intervento<br />

mi son scesi i pantaloni<br />

a terra!!! Mamma mia! Ho bisbigliato<br />

a Estrel “Pardon, j’ ai<br />

besoin de toi...mes pantalon<br />

sont tombés!” lei è corsa subito,<br />

mentre Antonio si fermava e diceva<br />

“che fai? Perdi i pantaloni<br />

adesso? Roba da matti!”. Il primo<br />

a scomodarsi dallo sgabello<br />

è stato comunque l’anestesista<br />

Ouro Salami!!! E meno male<br />

non c’ era quell’ altro...<br />

gli autori<br />

* Infermiera<br />

Asl <strong>Pavia</strong><br />

Dip. prevenzione medica uff.<br />

mal infettive<br />

** Infermiera<br />

IRCCS s. matteo Ematologia


22 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Barbara Pellegrini<br />

Giuseppe Bolognese<br />

abstraCt<br />

La neuropsichiatria infantile è una disciplina<br />

medica che trae origine alla fine<br />

<strong>del</strong>l’ottocento in seguito all’incremento<br />

<strong>del</strong>la <strong>del</strong>inquenza minorile conseguente<br />

ai rapidi processi di industrializzazione<br />

e di urbanizzazione. Sulla base <strong>del</strong>la<br />

premessa che i problemi psicologici<br />

hanno inizio nell’infanzia e che un intervento<br />

tempestivo può essere il modo<br />

migliore per prevenire l’insorgenza di<br />

malattie mentali, subito dopo la fine <strong>del</strong>la<br />

seconda guerra mondiale nacquero<br />

negli USA le prime Child Guidance Clinic.<br />

In Italia sorsero analoghi centri medico<br />

psicopedagogici, “culla” <strong>del</strong>la pratica<br />

<strong>del</strong>la Neuropsichiatria Infantile, in<br />

cui i minori venivano seguiti da assistenti<br />

sociali, psicologici e neuropsichiatri.<br />

A <strong>Pavia</strong> il reparto di neuropsichiatria<br />

infantile (NPI) nasce nei primi<br />

anni settanta all’interno <strong>del</strong>la sede storica<br />

<strong>del</strong>l’Istituto di Clinica <strong>del</strong>le Malattie<br />

Nervose e Mentali “C. Mondino” per iniziativa<br />

<strong>del</strong> Prof. Giovanni Lanzi.<br />

L’attuale struttura complessa di NPI presente<br />

nel nuovo edificio <strong>del</strong>la Fondazione<br />

Istituto Neurologico Nazionale C.<br />

Mondino si occupa <strong>del</strong>la diagnosi e cura<br />

di diverse patologie <strong>del</strong>l’età evolutiva<br />

(0-18 anni) sia in regime di ricovero ordinario<br />

che di DH o di prestazioni ambulatoriali;<br />

Essa è sede di diversi centri di<br />

riferimento regionale specializzati nello<br />

studio di malattie rare.<br />

un mondo poco,<br />

o per nulla conosciuto:<br />

la neuropsichiatria<br />

infantile<br />

breVI CennI storICI (*)<br />

La nascita di questa disciplina, benché<br />

sia difficile da collocare con precisione, si<br />

può far risalire alla fine <strong>del</strong>l’800, quando i<br />

rapidi processi di industrializzazione, modificando<br />

radicalmente il tessuto sociale di<br />

vaste aeree europee, spinsero grandi<br />

masse di contadini a riversarsi nelle città.<br />

Una <strong>del</strong>le conseguenze di queste profonde<br />

trasformazioni fu un forte incremento<br />

<strong>del</strong>la <strong>del</strong>inquenza minorile, che sollecitò<br />

un nuovo approccio al problema con<br />

l’adozione di interventi innovativi. Altro<br />

problema concomitante ed emergente era<br />

l’inserimento sociale di soggetti oligofrenici.<br />

Molti studiosi hanno contribuito ad identificare<br />

e a rendere autonoma questa nuova<br />

disciplina medica, e tra essi i pionieri<br />

<strong>del</strong>la Pedagogia sperimentale come Pestalozzi<br />

e Froebel, ma anche il medico dei<br />

sordomuti Itard, con l’esperienza <strong>del</strong> “selvaggio<br />

<strong>del</strong>l’Aveyron”, nonché Esquirol e<br />

Séguin .<br />

Gli studi sui piccoli pazienti con disturbi<br />

psichiatrici si avvalsero molto <strong>del</strong> lavoro di<br />

Binet che insieme a Simon mise a punto in<br />

quel periodo il famoso test per misurare<br />

l’intelligenza. Negli stessi anni, agli inizi <strong>del</strong><br />

‘900, Freud pubblicò la prima analisi infantile:<br />

“Il piccolo Hans” sancendo la nascita<br />

ufficiale <strong>del</strong>la psicanalisi.<br />

In Italia Sante De Sanctis studiò e pubblicò<br />

un caso di “demenza precocissima”<br />

o “schizofrenia infantile” e fondò i primi<br />

ambulatori pedo-psichiatrici.<br />

Negli Stati Uniti fu fondata dapprima<br />

l’Igiene Mentale, con presidi dedicati ai minori<br />

e, a ridosso <strong>del</strong>la seconda guerra<br />

mondiale, sorsero le Child Guidance Clinic<br />

sulla base <strong>del</strong>la premessa che i problemi<br />

psicologici hanno inizio nell’infanzia e che<br />

un intervento tempestivo può essere il modo<br />

migliore per prevenire l’insorgenza di<br />

malattie mentali.<br />

Alla fine <strong>del</strong>la guerra anche in Italia sorse<br />

qualcosa di analogo: i Centri Medico-<br />

Psico-Pedagogici (CMPP) ed è in questi<br />

luoghi che si può ricondurre la “pratica”<br />

<strong>del</strong>la Neuropsichiatria Infantile Italiana con<br />

metodi propri di lavoro.<br />

I minori che afferivano ai CMPP venivano<br />

seguiti in prima istanza dall’assistente<br />

sociale che aveva il compito di individuarne<br />

il contesto familiare ed extrafamiliare, e<br />

poi presi in carico da psicologi e neuropsichiatri.<br />

Questa visione multidisciplinare caratterizza<br />

tuttora la Neuropsichiatria infantile<br />

italiana, la quale considera i domini<br />

neurologici e psichiatrici come aspetti tra<br />

loro inscindibili.<br />

Oltre all’attività svolta presso i CMPP,<br />

presenti in quasi tutte le città, la disciplina<br />

andava sviluppandosi anche in ambito<br />

ospedaliero e universitario. Nel 1918 a Rosario,<br />

in Argentina, fu istituita la prima cattedra<br />

di Neuropsichiatria Infantile, cui fece<br />

seguito quella di Praga, di Mosca e di Leningrado<br />

(1935). In Italia Ugo Cerletti aprì<br />

il primo reparto universitario di Neuropsichiatria<br />

Infantile a Genova nel 1930, seguito<br />

poco dopo da Sante De Sanctis, subito<br />

dopo essere stato chiamato a dirigere la<br />

Clinica Neuropsichiatrica di Roma. A partire<br />

dalla seconda metà degli anni ‘50, le<br />

Università istituirono le prime cattedre e furono<br />

aperte le prime scuole di specializzazione,<br />

nel 1959 a Roma, nel 1960 a Genova,<br />

nel 1962 a Pisa. Quasi contemporaneamente<br />

vennero aperti molti CMPP, e<br />

così pure numerosi Istituti Medico-Psico-<br />

Pedagogici per ragazzi e bambini in difficoltà.<br />

la neuropsICHIatrIa InfantIle a<br />

paVIa<br />

A <strong>Pavia</strong> il reparto di neuropsichiatria infantile<br />

(NPI) nasce nei primi anni settanta<br />

all’interno <strong>del</strong>la sede storica <strong>del</strong>l’Istituto di<br />

Clinica <strong>del</strong>le Malattie Nervose e Mentali


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

“C. Mondino” per iniziativa <strong>del</strong> Prof. Giovanni<br />

Lanzi.<br />

Nell’attuale nuovo edificio il dipartimento<br />

di NPI è situato al terzo piano, accoglie<br />

pazienti in età evolutiva (0 - 18 anni), ed è<br />

organizzato come segue: 18 posti letto di<br />

degenza e 2/4 posti letto per il day hospital;<br />

dei 18 posti letto 2 sono destinati a ricoveri<br />

riabilitativi (degenza superiore ai 15<br />

giorni), 3 accolgono bambini con epilessia<br />

e i restanti 13 posti sono a disposizione di<br />

pazienti affetti dalle più svariate patologie<br />

neuropsichiatriche. I ricoveri possono essere<br />

effettuati con modalità programmata<br />

oppure in regime d’urgenza.<br />

patologIe studIate e trattate<br />

presso la sC-npI <strong>del</strong>la fondazIone<br />

C. mondIno<br />

Per quanto riguarda l’area neurologica<br />

le malattie <strong>del</strong> sistema nervoso centrale e<br />

periferico <strong>del</strong>l’infanzia e <strong>del</strong>l’adolescenza<br />

costituiscono uno dei motivi più frequenti<br />

di accesso all’Unità Operativa. Sono<br />

oggetto di particolare studio le malattie<br />

neuromuscolari e dismetaboliche genetiche,<br />

le paralisi cerebrali infantili, l’epilessia,<br />

le sindromi genetiche rare come la sindrome<br />

di Aicardi-Goutières, [il Mondino è<br />

sede <strong>del</strong>la International Aicardi-Goutières<br />

Syndrome Association (IAGSA)] e l’Amaurosi<br />

congenita di Leber (l’Associazione Italiana<br />

Amaurosi Congenita di Leber, IALCA,<br />

ha pure sede presso la UO di NPI), le malattie<br />

Neuroftalmologiche per le quali è disponibile<br />

un laboratorio specificamente attrezzato<br />

per la valutazione neuroftalmologica<br />

e di impostazione terapeutica riabilitativa<br />

di bambini di qualsiasi età.<br />

In collaborazione con l’Unità Operativa<br />

di Neonatologia, Patologia Neonatale e Terapia<br />

Intensiva Neonatale <strong>del</strong> Policlinico<br />

San Matteo di <strong>Pavia</strong> è inoltre condotto il<br />

follow-up neuropsichico dei neonati a rischio<br />

( e cioè nati pretermine, piccoli per<br />

l’età gestazionale, nati a termine con asfissia<br />

neonatale, con stroke neonatale o con<br />

lesioni cerebrali pre-perinatali documentate,<br />

etc.) al fine di permettere una diagnosi<br />

precoce e un eventuale trattamento terapeutico<br />

riabilitativo tempestivo e mirato.<br />

CentrI speCIalIstICI<br />

Per quanto riguarda l’epilessia, l’unità<br />

di epilettologia <strong>del</strong>l’età evolutiva è centro<br />

riconosciuto dalla L.I.C.E. (Lega Italiana<br />

contro l’Epilessia), e si occupa di tutte<br />

le forme di epilessia <strong>del</strong>l’età evolutiva ed in<br />

particolare <strong>del</strong>le encefalopatie epilettiche<br />

farmaco resistenti, sia con un approccio di<br />

studio neurofisiologico pre-chirurgico, sia<br />

con terapie alternative a quelle tradizionali,<br />

quali la dieta chetogenica di cui l’Unità è<br />

uno dei centri di riferimento a livello nazionale.<br />

Vengono trattati inoltre pazienti affetti<br />

da patologie metaboliche ereditarie quali<br />

la Malattia di Lafora e GLUT-1 Deficiency.<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>le forme di epilessia infantile<br />

particolare interesse viene riservato alla<br />

sindrome di West, alla sindrome di Dravet,<br />

alla sindrome di Lennox Gastaut,e alla sindrome<br />

di Landau Kleffner. La Struttura<br />

Semplice di Epilettologia <strong>del</strong>l’età evolutiva<br />

è anche il centro di riferimento regionale<br />

per la Sclerosi Tuberosa.<br />

Alla Struttura Complessa di Neuropsichiatria<br />

Infantile afferisce anche il Centro<br />

regionale di neuroftalmologia <strong>del</strong>l’età<br />

evolutiva, che si occupa <strong>del</strong>la diagnosi e<br />

<strong>del</strong>la presa in carico riabilitativa di:<br />

• pazienti in età evolutiva 0-18 anni<br />

con deficit visivo di origine centrale, secondario<br />

ad un danno/malfunzionamento<br />

<strong>del</strong>le vie visive centrali;<br />

• soggetti con malattie rare che comportano<br />

deficit visivo, quali ad esempio le distrofie<br />

retiniche ad esordio precoce (es.<br />

l’amaurosi congenita di Leber), le sindromi<br />

oculo-cerebello-renali (es. sindrome<br />

di Joubert, altre malformazioni cerebellari<br />

congenite), i disordini <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

cerebrale (es. displasia setto-ottica,<br />

malformazioni corticali), le malformazioni<br />

e le anomalie di sviluppo <strong>del</strong>le<br />

strutture oculari;<br />

• soggetti in età evolutiva a rischio di danno<br />

neurologico e visivo (es. prematuri).<br />

E’ frequentemente presente un’associazione<br />

tra la problematica visiva ed altre<br />

anomalie <strong>del</strong>lo sviluppo neuropsichico<br />

sia di tipo neuromotorio, che cognitivo<br />

ed emotivo-relazionale, anche in considerazione<br />

<strong>del</strong> ruolo cruciale svolto dalla<br />

funzione visiva nei diversi ambiti <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo.<br />

La valutazione neuroftalmologica si basa<br />

su un approccio diagnostico multidisciplinare<br />

che prevede l’interazione e l’integrazione<br />

fra gli specialisti <strong>del</strong>l’area neuropsichiatrica<br />

infantile e di quella oftalmologica,<br />

coordinati dal neuropsichiatra infantile,<br />

ed è mirato alla diagnosi eziopatogenetica<br />

e funzionale, premessa indispensabile<br />

per la messa a punto/supervisione<br />

<strong>del</strong> programma terapeutico-abilitativo.<br />

Le patologie neuromuscolari ereditarie<br />

sono malattie evolutive che possono manifestarsi<br />

sia in età evolutiva sia in età adulta<br />

(per esempio: distrofie muscolari, amiotrofie<br />

spinali, neuropatie, miositi, etc.). La definizione<br />

comprende un vasto ed eterogeneo<br />

gruppo di patologie che interessano<br />

la muscolatura scheletrica, ma anche altri<br />

apparati - in particolare cardiaco e respiratorio,<br />

ma in alcuni casi anche il Sistema<br />

Nervoso Centrale - e necessitano pertanto<br />

di una presa in carico multidisciplinare. Si<br />

tratta di patologie progressive ed invali-<br />

23 PAGINA<br />

danti. La gravità <strong>del</strong>l’interessamento clinico<br />

varia da forma a forma, è in genere progressivamente<br />

più severo e complesso<br />

con l’età; anche all’interno <strong>del</strong>la stessa forma<br />

può assumere caratteristiche molto variabili.<br />

Al momento non esistono terapie risolutive.<br />

Nell’Istituto ha sede il Centro regionale<br />

per le malattie neuromuscolari <strong>del</strong>l’età<br />

evolutiva. L’offerta assistenziale <strong>del</strong> Centro<br />

consta di una parte diagnostica e di<br />

presa in carico clinica, alla quale si affianca<br />

e si integra l’attività di ricerca.<br />

attIVItà dI dIagnostICa<br />

Le attività di diagnostica clinica e alcune<br />

attività strumentali (EMG/ENG; ecografia<br />

muscolare; RM muscolare ed encefalo se<br />

utile), così come una parte <strong>del</strong>la diagnostica<br />

molecolare (gene <strong>del</strong>la distrofina; gene<br />

SMN1) è effettuata all’interno <strong>del</strong>l’Istituto;<br />

per quanto riguarda la diagnostica istopatologica<br />

(biopsie muscolari), il Centro garantisce<br />

il prelievo dei campioni di tessuto,<br />

il loro congelamento e la conservazione,<br />

appoggiandosi attualmente ad altri laboratori<br />

per la processazione <strong>del</strong> campione e<br />

per le analisi molecolari non effettuate in<br />

sede.<br />

La presa in carico <strong>del</strong> paziente e <strong>del</strong> suo<br />

nucleo familiare dal momento <strong>del</strong>l’inquadramento<br />

diagnostico è sempre orientata<br />

dalla conoscenza <strong>del</strong>la storia naturale <strong>del</strong>le<br />

malattie neuromuscolari e <strong>del</strong>le loro<br />

complicanze oltre che dalle specifiche esigenze<br />

assistenziali evidenziate nella letteratura<br />

scientifica e nelle linee <strong>del</strong> settore.<br />

Il Centro collabora a progetti scientifici<br />

sulle malattie neuromuscolari con altri<br />

Centri Italiani ed internazionali.<br />

Disturbi psichiatrici <strong>del</strong>l’infanzia e <strong>del</strong>l’adolescenza.<br />

Vengono diagnosticate e trattate varie<br />

patologie patologie <strong>del</strong> funzionamento psicosomatico<br />

come le turbe precoci <strong>del</strong> sonno,<br />

i disturbi <strong>del</strong>l’alimentazione e le emicranie<br />

e cefalee <strong>del</strong>l’età evolutiva; i disturbi<br />

<strong>del</strong>lo sviluppo, l’autismo, le psicosi precoci<br />

i disturbi <strong>del</strong> linguaggio; le turbe psichiatriche<br />

<strong>del</strong>l’adolescente come le psicosi,<br />

i disturbi <strong>del</strong>la condotta e le patologie<br />

<strong>del</strong>la personalità; la sintomatologia ticcosa,<br />

la balbuzie, i disturbi cognitivi come il<br />

ritardo mentale e disturbi <strong>del</strong>l’apprendimento;<br />

i disturbi di tipo emozionale come<br />

ansia-angoscia, fobie, disturbo ossessivocompulsivo,<br />

disturbi da conversione e le<br />

sindromi meno frequenti come la sindrome<br />

di Gilles de la Tourette.<br />

Il Laboratorio di Psicodiagnostica utilizza<br />

le metodiche diagnostiche più tradizionali<br />

così come quelle più aggiornate,<br />

come ad esempio sedute di gioco videoregistrato,<br />

osservazioni libere o semi-


24 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

strutturate <strong>del</strong>la relazione genitori-bambino,<br />

colloqui con i genitori, scale e questionari<br />

standardizzati e validati, test psicodiagnostici<br />

per valutare lo stile e le difficoltà<br />

di personalità e test per la valutazione<br />

<strong>del</strong> profilo di funzionamento cognitivo,<br />

lo studio neuropsicologico <strong>del</strong>l’attenzione<br />

e <strong>del</strong>la memoria oltre che <strong>del</strong>le<br />

funzioni esecutive. Inoltre è preoccupazione<br />

costante <strong>del</strong> team effettuare una<br />

valutazione accurata con le più moderne<br />

tecniche diagnostiche sia di neuroimmagini<br />

con Risonanza magnetica nucleare<br />

sia elettrofisiologica con Elettroencefalogramma,<br />

Poligrafia e Potenziali evocati,<br />

sia con esami metabolici al fine di individuare<br />

le componenti biologiche e la sottotipizzazione<br />

di tali malattie. Le tecniche<br />

terapeutiche impostate e utilizzate sono<br />

prevalentemente a orientamento psicodinamico<br />

e/o, se necessario, psicofarmacologico,<br />

e si basano anche sulla costruzione<br />

di una rete terapeutica con i Servizi<br />

<strong>del</strong> territorio.<br />

Nel campo psichiatrico l’attività di ricerca<br />

è prevalentemente rivolta, nell’ambito<br />

di collaborazioni nazionali e internazionali,<br />

sia ai disturbi <strong>del</strong> comportamento alimentare,<br />

sia alla psicopatologia <strong>del</strong>l’adolescenza<br />

che ai disturbi pervasivi <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

e all’autismo.<br />

Le patologie <strong>del</strong> comportamento alimentare<br />

come l’anoressia e la bulimia da<br />

circa quarant’anni vengono curate con<br />

grandissima competenza ed efficacia,<br />

con approccio sia ambulatoriale che di<br />

day-hospital e di ricovero. In questo specifico<br />

settore il Centro interdipartimentale<br />

di ricerca per la diagnosi e cura dei disturbi<br />

<strong>del</strong> comportamento alimentare<br />

promuove le attività di ricerca clinica<br />

e biologica volte a migliorare la qualità<br />

<strong>del</strong> lavoro clinico. Le tecniche utilizzate,<br />

oltre a un aggiornato protocollo di diagnosi<br />

testale, sono caratterizzate da un<br />

approccio globale che prende in cura<br />

contemporaneamente la condizione somatica,<br />

l’aspetto psicologico sofferente<br />

<strong>del</strong> singolo paziente e le relazioni con i famigliari.<br />

Efficaci metodiche diagnostiche e terapeutiche<br />

oltre che una lunga e approfondita<br />

esperienza nel settore vengono offerte<br />

al piccolo paziente o all’adolescente<br />

con cefalea ed emicrania: Il Centro cefalee<br />

per l’età evolutiva offre ambulatori<br />

specialistici plurisettimanali e possibilità<br />

di ricovero in DH o in regime ordinario per<br />

la diagnosi e cura <strong>del</strong>le emicranie e cefalee<br />

complesse, <strong>del</strong>le cefalee croniche e<br />

da farmaci, <strong>del</strong>le forme a componente<br />

emozionale o per la diagnosi differenziale<br />

con le forme secondarie. Viene effettuata<br />

se necessaria una valutazione neuropsichiatrica<br />

completa con esami biochimici,<br />

neuroradiologici, neurofisiologici e psicologici.<br />

La terapia utilizzata comprende sia<br />

presidi farmacologici che non farmacologici,<br />

seguendo le linee guide nazionali e<br />

internazionali di buona pratica clinica e<br />

l’esperienza accumulata negli anni dal<br />

Centro.<br />

L’unità è anche sede <strong>del</strong> Centro regionale<br />

per l’ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity<br />

Disorder) e offre al bambino con ipercinesia,<br />

impulsività e disturbo <strong>del</strong>l’attenzione<br />

le più moderne tecniche di diagnosi e cura<br />

compresa l’applicazione <strong>del</strong>lo specifico<br />

protocollo diagnostico clinico e testale e<br />

l’offerta di tecniche di cura aggiornate ed<br />

efficaci, anche di tipo farmacologico.<br />

(*) Le Informazioni storiche sopra riportate sono<br />

state ricavate da: “Nascita <strong>del</strong>la Neuropsichiatria<br />

Infantile: Intervista a Giovanni Lanzi”. Articolo<br />

tratto da DM 159 - settembre 2006. DM<br />

è un trimestrale edito dalla Direzione Nazionale<br />

<strong>del</strong>l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia<br />

Muscolare. La Redazione di DM ha sede in:<br />

Via P.P. Vergerio, 19 - 35126 Padova, Tel. 049-<br />

8024303.<br />

Articoli specifici riguardanti il lavoro nel Dipartimento<br />

<strong>del</strong>la Neuropsichiatrica Infantile verrano<br />

trattati successivamente.<br />

Il gruppo dI laVoro<br />

Nel reparto di neuropsichiatria infantile<br />

(NPI) prestano il loro operato diverse figure<br />

professionali: medici strutturati specializzati,<br />

e medici in formazione, una logopedista,<br />

quattro fisioterapisti (2 che si occupano<br />

degli aspetti motori e 2 che prestano<br />

servizio presso il centro di neuro-oftalmologia<br />

<strong>del</strong>l’età evolutiva coadiuvati dagli<br />

studenti <strong>del</strong> corso di laurea in neuropsicomotricità<br />

<strong>del</strong>l’età evolutiva), 2 tecnici di<br />

neurofisiopatologia che effettuano gli elettroencefalogrammi,<br />

una psicologa.<br />

Il gruppo infermieristico è composto dalla<br />

Coordinatrice, 12 infermieri e 3 figure intermedie<br />

( 2 OTA e 1 OSS ).<br />

gli autori<br />

* Infermieri<br />

Neuropsichiatria infantile<br />

Istituto Neurologico Casimiro Mondino


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

* Cinzia Ancarani<br />

** Silvia Lodola<br />

abstraCt<br />

HIV infection is not yet beaten, but it can<br />

be controlled using a combination of<br />

antiretroviral therapy able to cause viremia<br />

suppression, the stabilization of immunological<br />

conditions, and the lowering<br />

of opportunistic infections, increasing<br />

the number of persons living with<br />

HIV or AIDS. Here we expose the project<br />

sponsored by the Regione Lombardia<br />

and developed at the ASL of <strong>Pavia</strong><br />

City.<br />

Quando I progettI … dIVentano<br />

formazIone!!<br />

Gli sviluppi <strong>del</strong> presente Progetto, hanno<br />

portato a stringere collaborazioni interessanti.<br />

Ne segnaliamo una particolare, di tipo<br />

Formativo, che grazie ai contenuti di<br />

questo Progetto è avvenuta con l’Università<br />

di <strong>Pavia</strong>.<br />

È stato messo a punto e attivato il corso<br />

FAD, rivolto agli operatori sanitari di <strong>Pavia</strong><br />

e provincia.<br />

Il Corso è gratuito e prevede l’assegnazione<br />

di 15 crediti formativi ECM.<br />

Lo trovate all’indirizzo:<br />

www.ecm.unipv.it<br />

dove è sufficiente registrarsi e seguire le<br />

istruzioni online.<br />

A nome <strong>del</strong> Consiglio Direttivo e <strong>del</strong> Comitato<br />

di Redazione, esprimo un sentito<br />

ringraziamento alle Colleghe, per l’ulteriore<br />

prezioso contributo offerto alla Comunità<br />

Professionale.<br />

duilio loi<br />

sorveglianza e controllo<br />

<strong>del</strong>l’infezione da Hiv:<br />

nuovo progetto nell’Asl<br />

<strong>del</strong>la provincia di pavia<br />

premessa<br />

Pur conoscendoci, abitando in una piccola<br />

provincia e lavorando nella stessa<br />

Azienda, un Workshop <strong>del</strong>la Commissione<br />

Regionale AIDS, dal titolo ” Infezione da<br />

HIV, una sfida sempre attuale” ci ha accomunato<br />

in una esperienza che cambia le<br />

cose.<br />

La prima cosa che è cambiata consiste<br />

nell’aver creduto nelle nostre forze e ad un<br />

possibile progetto di prevenzione <strong>del</strong>l’HIV.<br />

A distanza di tre anni la Regione Lombardia<br />

ha dato l’input per partire in questa<br />

direzione e noi, che non aspettavamo altro,<br />

ci siamo buttate a capofitto.<br />

Noi siamo quattro Professionisti che<br />

hanno voluto mettere insieme esperienze<br />

e conoscenze diverse, per produrre una<br />

riorganizzazione locale per la Provincia di<br />

<strong>Pavia</strong>.<br />

Ci siamo proposte un approccio che in<br />

poco tempo ha rivisto le organizzazioni in<br />

atto rendendole desuete riguardo la Prevenzione<br />

<strong>del</strong>la diffusione <strong>del</strong> virus HIV.<br />

Questo progetto non sarebbe stato possibile<br />

senza il finanziamento <strong>del</strong>la Regione<br />

e senza tutte le persone che hanno creduto<br />

in noi. E noi ci auguriamo che la ricaduta<br />

sul territorio possa essere concreta e significativa.<br />

Il problema e l’obIettIVo<br />

L’infezione da HIV non è radicabile, ma<br />

può essere ben controllata, mediante l’impiego<br />

di una terapia antiretrovirale combinata<br />

in grado di indurre la soppressione<br />

<strong>del</strong>la viremia, la stabilizzazione <strong>del</strong>le condizioni<br />

immunologiche, la riduzione <strong>del</strong>le<br />

infezioni opportunistiche, con conseguente<br />

aumento <strong>del</strong> numero di persone viventi<br />

affette da HIV o AIDS.<br />

Il progetto, per il quale stiamo lavorando<br />

da circa un anno, prevede:<br />

• il potenziamento <strong>del</strong>le attività di scree-<br />

25 PAGINA<br />

ning;<br />

• la riorganizzazione dei presidi territoriali<br />

per l’offerta <strong>del</strong> test HIV;<br />

• la formazione <strong>del</strong> personale sanitario<br />

per l’inclusione <strong>del</strong> test HIV nei percorsi<br />

diagnostici;<br />

• la costituzione di una rete di collaborazione<br />

tra i servizi coinvolti e le associazioni<br />

e i gruppi di interesse;<br />

una campagna informativa.<br />

Individuando come target entrambi i<br />

sessi con una fascia di età dai 12 anni agli<br />

over 65 e con uno o più fattori di rischio<br />

quali: relazioni etero/omo/bisessuali a rischio,<br />

uso di sostanze d’abuso, provenienza<br />

da paesi ad altra prevalenza per<br />

HIV.<br />

sItuazIone ItalIana<br />

Dai dati italiani è emerso che la via di trasmissione<br />

principale è rappresentata dai<br />

contatti sessuali non protetti che non sono<br />

percepiti come a rischio, in particolare dalle<br />

persone in età matura e dalle donne;<br />

queste ultime dichiarando di sapere che il<br />

partner è infetto da HIV, riferiscono un rischio<br />

consapevole.<br />

È diventato necessario implementare gli<br />

interventi di prevenzione primaria mediante<br />

eventi informativi, rivolti alla popolazione,<br />

volti a non sottovalutare la percezione<br />

<strong>del</strong> rischio di infezione da HIV e di prevenzione<br />

secondaria favorendo l’accesso al<br />

test HIV e al trattamento antiretrovirale <strong>del</strong>le<br />

persone a rischio di infezione.<br />

Riteniamo che il test deve essere proposto<br />

in modo routinario anche in luoghi diversi<br />

da quelli che sino ad ora sono stati<br />

individuati come ad esempio SERT, Malattie<br />

Infettive, etc…<br />

sItuazIone paVese<br />

Per contestualizzare la parte operativa<br />

<strong>del</strong> progetto, mediante l’analisi epidemio-


26 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

logica, abbiamo effettuato una ricostruzione<br />

storica <strong>del</strong>la distribuzione<br />

<strong>del</strong>l’infezione HIV/AIDS nel territorio<br />

Pavese (dal 2005 al 2011) per genere<br />

e fasce d’età <strong>del</strong>la popolazione<br />

residente, ricavandola dai flussi dei<br />

ricoveri ospedalieri, prestazioni ambulatoriali,<br />

esenzioni etc.. L’indagine<br />

ha fatto emergere quanto segue:<br />

• la popolazione straniera, residente<br />

nel nostro territorio, non si sottopone<br />

al test di screening per HIV;<br />

dei 255 soggetti con infezione da<br />

HIV nell’anno 2010, 166 maschi e<br />

89 femmine il 95% è rappresentato<br />

da soggetti italiani; solo una<br />

piccola quota (13 soggetti) proviene<br />

dalle zone <strong>del</strong>l’Africa Sub-Sahariana;<br />

• un incremento percentuale <strong>del</strong>le<br />

donne infette, si passa dal 25%<br />

nel 2005 al 35% nel 2010, con<br />

maggior frequenza nel periodo<br />

fertile (25-45 aa), periodo in cui il<br />

test per HIV viene eseguito di routine<br />

nei i controlli pre/gravidanza;<br />

• l’infezione nel sesso maschile è invece<br />

maggiormente rappresentata<br />

nella fascia di età compresa tra<br />

i 35 e i 64 anni, segnalando negli<br />

over 65 anni un picco di diagnosi<br />

(presumibilmente tardive);<br />

• stabilizzazione <strong>del</strong>le diagnosi di HIV, l’incidenza<br />

(nuovi casi per anno su 100000<br />

abitanti) maggiore nelle donne (che si<br />

sottopongono di più al test) rispetto agli<br />

uomini è rimasta costante dopo l’impennata<br />

<strong>del</strong> 2008 e si attesta intorno a 1.6,<br />

circa 90 nuovi casi l’anno;<br />

• lo screening <strong>del</strong>l’HIV non viene effettuato<br />

in maniera omogenea in entrambi i<br />

sessi distinti per fasce d’età e le donne<br />

si sottopongono prevalentemente all’accertamento<br />

durante l’età fertile mentre<br />

gli uomini dopo i 45 anni, i giovani di entrambi<br />

i sessi (14/20 anni) non si sottopongono,<br />

invece, al test HIV;<br />

• l’incidenza in età pediatrica, pari a 1.2,<br />

interessa prevalentemente i nuovi nati<br />

italiani in disaccordo con i dati <strong>del</strong>l’ISS<br />

che riferisce un incremento <strong>del</strong>l’infezione<br />

dei nuovi nati stranieri, come ad indicare<br />

che alcuni soggetti sfuggono allo<br />

screening HIV pre-gravidanza;<br />

• dalla mappatura <strong>del</strong> territorio, nei primi 6<br />

mesi <strong>del</strong> 2011, sembra che la popolazione<br />

dei Distretti di Vigevano si sottoponga<br />

di più al test HIV rispetto alla popolazione<br />

<strong>del</strong> Distretto di <strong>Pavia</strong> e di Voghera;<br />

fase operatIVa <strong>del</strong> progetto<br />

Considerando questi aspetti e tenendo<br />

presenti le indicazioni Regionali, abbiamo<br />

<strong>del</strong>ineato e organizzato il programma<br />

operativo:<br />

• formazione a distanza (FAD) gratuita,<br />

con 15 crediti ECM e di durata annuale,<br />

riservata agli operatori sanitari/psicologi<br />

per l’inclusione <strong>del</strong> test HIV nei percorsi<br />

diagnostico terapeutici;<br />

• riorganizzazione dei presidi territoriali<br />

di offerta test HIV con il potenziamento<br />

degli ambulatori con accessi diretti<br />

(senza prescrizione medica) rivolti a<br />

tutta la popolazione indipendentemente<br />

dal rischio di esposizione, per l’esecuzione<br />

gratuita e con possibilità di esecuzione<br />

in anonimato <strong>del</strong> test HIV; saranno<br />

gestiti da personale sanitario specialista<br />

in Malattie Infettive e counselling; verrà<br />

effettuato counselling pre e post test<br />

HIV, restituzione <strong>del</strong> test , segnalazione<br />

dei contatti a rischio e continuità assistenziale<br />

con i reparti di Malattie Infettive<br />

o altri reparti per il passaggio in cura dei<br />

soggetti HIV positivi o con altre patologie<br />

in atto. A questo proposito è stato<br />

bandito dall’ASL di <strong>Pavia</strong> un avviso pubblico<br />

per l’assunzione di un medico Infettivologo<br />

e di un Infermiere a tempo<br />

determinato (1 anno);<br />

• promozione <strong>del</strong> test HIV anche in collaborazione<br />

con associazioni e gruppi di<br />

interesse creando percorsi agevolati e<br />

informando la popolazione con pubblicità<br />

statica e dinamica, incontri nelle scuole,<br />

incontri con le associazioni, serate,<br />

manifestazioni etc.<br />

Gli indicatori <strong>del</strong> raggiungimento<br />

<strong>del</strong>l’obiettivo saranno:<br />

– Un incremento nel numero di test<br />

HIV (in particolare nel distretto di Voghera)<br />

– Invio e presa in carico alle Malattie<br />

Infettive <strong>del</strong>le persone positive al<br />

test HIV<br />

– Stratificazione <strong>del</strong>le nuove diagnosi<br />

per numero di CD4+<br />

– Valutazione <strong>del</strong>le percentuali di<br />

test HIV effettuati e n° di test restituiti<br />

ali pazienti<br />

– Questionari compilati dai pazienti<br />

con relativa percezione <strong>del</strong>lo stigma.<br />

Il progetto ha durata annuale<br />

(<strong>2012</strong>) e l’ equipe sanitaria dipendente<br />

ASL <strong>del</strong> Dipartimento di Prevenzione<br />

Medico, Unità Operativa<br />

Prevenzione Malattie Infettive (Assistente<br />

Sanitario Silvia Lodola, Infermiera<br />

Cinzia Ancarani, medico responsabile<br />

UO Prevenzione Malattie<br />

Infettive e referente <strong>del</strong> Progetto Ivana<br />

Aquino e un medico <strong>del</strong> Dipartimento<br />

Dipendenze Raffaella Brigada),<br />

sarà reperibile telefonicamente<br />

al Numero Verde aziendale dedicato<br />

(800 034933) o via mail (saranno resi<br />

disponibili sulla pagina web <strong>del</strong>l’ASL<br />

di <strong>Pavia</strong>).<br />

bibliografia<br />

– Decreto Regione Lombardia 11572 <strong>del</strong><br />

16 novembre 2010<br />

– Notiziario ISS supplemento 1-2010, Volume<br />

23 - Numero 4<br />

– Report Malattie Infettive regione Lombardia<br />

anno 2010<br />

– Data warehouse Aziendale supportata<br />

da SAS<br />

– Sito web di riferimento:<br />

www.iss.it/coa<br />

www.who.int<br />

www.asl.pavia.it<br />

gli autori<br />

* Infermiera<br />

ipartimento di Prevenzione Medico<br />

UO Prevenzione Malattie Infettive<br />

ASL <strong>Pavia</strong><br />

** Assistente Sanitaria<br />

Dipartimento di Prevenzione Medico<br />

UO Prevenzione Malattie Infettive<br />

ASL <strong>Pavia</strong>


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

* Anna Sponton<br />

abstraCt<br />

“L’esperienza <strong>del</strong>la simulazione oggi è una realtà non solo<br />

nella formazione di base ma anche e soprattutto in quella continua.<br />

Se ad essa si associa una casistica, mirata e pertinente,<br />

i corsi presentati offrono l’apprendimento sia gestuale che<br />

cognitivo”<br />

“The experience of the simulation is now a reality not only in<br />

basic training but also and especially in that constant. If it is<br />

associated with a case study, focused and relevant courses<br />

have presented both gestural and cognitive learning”.<br />

Note di segreteria<br />

Si rammenta a tutti gli iscritti di effettuare il versamento<br />

<strong>del</strong>la quota annuale, immodificata dallo<br />

scorso anno, nei modi indicati nel bollettino MAV<br />

che avete ricevuto al vostro domicilio.<br />

Chi non avesso ricevuto il bollettino è invitato a<br />

verificare l'esattezza <strong>del</strong>l'indirizzo con l'impiegata<br />

Giusy Ferrato<br />

27 PAGINA<br />

la simulazione con Human<br />

patient simulator (Hps):<br />

un veicolo a supporto<br />

<strong>del</strong>l’apprendimento e <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo <strong>del</strong>le competenze<br />

nell’infermiere<br />

IntroduzIone<br />

La salute <strong>del</strong>l’assistito, così come l’esito di un intervento assistenziale,<br />

dipendono dalle conoscenze e dalle competenze <strong>del</strong><br />

personale dedicato alla cura <strong>del</strong>la persona. Il circolo <strong>del</strong>l’apprendimento<br />

insegna che acquisire tali conoscenze e competenze<br />

è un processo graduale e continuo che consta di cinque<br />

fasi:<br />

1) Acquisizione di conoscenze<br />

2) Abilità gestuali<br />

3) Simulazione al computer<br />

4) Simulazione in team<br />

5) Esperienza clinica<br />

I fattori che assicurano un’adeguata pratica clinica sono molteplici,<br />

da una parte la tecnologia che studia soluzioni per realizzare<br />

dispositivi salva vita sempre più efficaci dall’altra la competenza<br />

<strong>del</strong> personale sanitario, fattore quest’ultimo che incide<br />

notevolmente sulla qualità <strong>del</strong>l’assistenza erogata, anche in termini<br />

di sicurezza <strong>del</strong> paziente. La formazione <strong>del</strong> personale deve<br />

quindi avvenire nel modo più sicuro possibile per il paziente;<br />

spesso si esperisce direttamente al letto <strong>del</strong>l’assistito, sotto guida<br />

e controllo di personale esperto, ovviamente senza alcuna<br />

possibilità di sbagliare. La simulazione rappresenta una soluzione<br />

per l’apprendimento sicuro in quanto offre due grandi vantaggi:<br />

da una parte la “possibilità di commettere errori” dall’altra


28 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

di imparare attraverso l’esperienza pratica. Secondo Gaba il<br />

quadro di riferimento <strong>del</strong>la simulazione si esprime attraverso:<br />

scopi e obiettivi, partecipanti e loro livello di esperienza, discipline<br />

su cui si applica, tipologia di conoscenze che si vogliono insegnare,<br />

scenari creati in base all’età <strong>del</strong> paziente, la tecnologia<br />

disponibile o necessaria per la simulazione, il luogo per la conduzione,<br />

il debriefing (figura 1). 1<br />

FIGURA 1 - Fonte: Gaba DM. The future vision of simulation in health care.<br />

BMJ Quality and Safety, 13, suppl 1, 2004<br />

sImulazIone ed applICazIone <strong>del</strong>l’Hps:<br />

la letteratura<br />

La simulazione, intesa come strategia atta ad anticipare situazioni<br />

reali attraverso esperienze guidate con modalità interattiva<br />

(Tilghman, 2006), sta assumendo anche nel contesto italiano<br />

sempre più rilievo. Nata intorno agli anni 1930 nel campo <strong>del</strong>l’aviazione<br />

con Edwin Link, in campo sanitario ha lunga storia<br />

anche se l’utilizzo di manichini, a grandezza naturale, come mo<strong>del</strong>lo<br />

di simulazione è relativamente nuovo (anni 50-60). 2<br />

Oggi essa comprende una vasta gamma di metodi (da simulatori<br />

“di base” a manichini interattivi che permettono case studies,<br />

role playing…) ed il suo utilizzo ed incremento negli ultimi<br />

20 anni è stato sicuramente aiutato dall’evoluzione tecnologica<br />

da una parte e dai profondi e continui mutamenti nel contesto<br />

socio culturale politico dei paesi dall’altra. Attualmente l’utilizzo<br />

<strong>del</strong>l’Human Patient Simulator (HPS) è dibattuto all’interno sia<br />

<strong>del</strong>la letteratura medica che infermieristica. 3<br />

Nel nostro paese esempi concreti di applicazione di tale metodologia<br />

sono riscontrabili in molti centri ospedalieri e non solo<br />

per quanto riguarda il settore didattico: Padova, Modena, Firenze,<br />

Prato, Catania, Palermo, oltre a programmare regolarmente<br />

attività formativa attraverso l’uso dei simulatori, si stanno<br />

dedicando ad attività mirate alla gestione <strong>del</strong> rischio clinico (definite<br />

“in situ simulation”, simulazioni direttamente al letto <strong>del</strong> paziente<br />

atte a verificare le possibili sorgenti di rischio). 4<br />

In Europa l’utilizzo <strong>del</strong>la simulazione attraverso Human Patient<br />

Simulator è realtà consolidata da anni, molte Università hanno<br />

costruito, sviluppato, centri di simulazione con ampie aree dedicate,<br />

si cita come esempio il DIMS (Danish Institute for Medical<br />

Simulation) a Copenaghen dove, all’interno <strong>del</strong>l’ospedale universitario,<br />

2800 mq sono dedicati a tale attività, oppure l’università<br />

di Tuebingen in Germania che dal 1998 ha un centro dedicato.<br />

Per quanto riguarda la formazione infermieristica in UK la simulazione<br />

viene utilizzata in circa 50 centri di formazione High<br />

Education Intitute’s (HEI) e negli USA 16 stati su 44 hanno ottenuto<br />

il permesso di aumentare le ore da dedicare ad essa nel<br />

percorso di apprendimento. Infine Canada ed Australia prevedono<br />

già nel curriculum formativo <strong>del</strong>l’infermiere tale strategia. 3,4<br />

L’obiettivo primario <strong>del</strong>la simulazione oggi è quello di contrastare<br />

la minaccia <strong>del</strong>l’errore umano (diminuzione <strong>del</strong> rischio di<br />

eventi avversi) ed aumentare quindi la sicurezza <strong>del</strong>l’assistito<br />

migliorando la performance lavorativa <strong>del</strong> professionista (impatto<br />

sulle competenze). Difatti gli scenari che il personale dedicato<br />

a tale attività crea, sono rivolti non solo all’area critica (corsi<br />

BLSD, ALS) bensì,ad esempio, alle malattie polmonari, ai traumi,<br />

agli aspetti etici legati alla relazione con il paziente terminale,<br />

al dolore toracico, al perioperatorio… situazioni quindi comuni<br />

a tutti i reparti di degenza che l’infermiere, così come il medico,<br />

si può trovare a dover affrontare in situazione di improvvisa<br />

emergenza. 3<br />

Il presupposto teorico <strong>del</strong>la simulazione trova ragion d’essere<br />

nella teoria andragogica di Malcom Knowles (1913-1997) noto<br />

studioso <strong>del</strong>l’apprendimento <strong>del</strong>l’adulto, riassumibile in cinque<br />

punti:<br />

1) Gli adulti sono indipendenti ed auto diretti<br />

2) Gli adulti hanno molta esperienza (notevole risorsa per l’apprendimento)<br />

3) Gli adulti apprezzano un apprendimento che si integra con le<br />

risorse <strong>del</strong>la vita quotidiana<br />

4) Gli adulti dimostrano maggior interesse ad un approccio immediato<br />

focalizzato su un problema piuttosto che incentrato<br />

su una materia<br />

5) Gli adulti sono motivati ad imparare spinti da stimoli interni ed<br />

esterni 5


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

Osservare, riflettere, sperimentare alcune manovre tecniche<br />

professionali arrivando progressivamente alla loro applicazione<br />

in contesto reale sulla persona si avvicina al concetto di simulazione<br />

che per definirsi tale deve prevedere fondamentalmente<br />

due momenti:<br />

1) La presentazione <strong>del</strong> caso (scenario): realistico, che tenga in<br />

considerazione la complessità <strong>del</strong> sistema,il contesto clinico,<br />

la composizione <strong>del</strong> team, la presenza reale di risorse umane<br />

e materiali<br />

2) Il debriefing: ovvero la valutazione assolutamente formativa e<br />

non giudicante <strong>del</strong> processo finalizzata all’analisi ed alla riflessione<br />

critica di quanto fatto.<br />

Studi condotti pur evidenziando risultati positivi sottolineano<br />

che per validare l’efficacia <strong>del</strong>la simulazione l’aspetto più importante<br />

è proprio quello legato al debriefing, che da solo vale circa<br />

il 70 % di tutto il processo, in quanto migliora le capacità di<br />

pensiero critico e di autovalutazione rispetto all’assistenza al paziente.<br />

Mc Causland, Currand, Cataldi, (2004) hanno condotto uno<br />

studio di simulazione su scenario di paziente con insufficienza<br />

cardiaca congestizia. Il campione composto da 72 studenti al<br />

termine <strong>del</strong>l’esperienza si è così pronunciato:<br />

• 83% degli studenti ha indicato di essere stato preparato a<br />

prendere decisioni<br />

• 97% ha indicato che la simulazione può aiutarli nel momento<br />

in cui si troveranno ad affrontare la situazione critica nella<br />

realtà<br />

• 96% crede che la simulazione abbia insegnato molto, soprattutto<br />

il debriefing<br />

• 90% considera l’esperienza positiva<br />

• 56% eccellente. 6<br />

Bearnson e Wiker (2005) in uno studio descrittivo relativo ai<br />

vantaggi e limiti <strong>del</strong>l’HPS e simulazioni su scenari correlati al<br />

post operatorio, hanno concluso che l’utilizzo <strong>del</strong> HPS produce<br />

un aumento <strong>del</strong>le conoscenze (in questo studio relativo ai farmaci<br />

e alla somministrazione) e <strong>del</strong>la fiducia rispetto alle competenze<br />

gestuali così come gli autori Rhodes e Curran (2005)<br />

che da uno studio pilota su 21 studenti avente come obiettivo<br />

quello di migliorare le capacità di pensiero critico riflessivo hanno<br />

confermato che l’HPS è effettivamente uno strumento per<br />

promuovere il pensiero critico rispetto all’assistenza al paziente.<br />

7,8<br />

La simulazione offre quindi la possibilità di apprendere in un<br />

ambiente protetto, ma simile a quello <strong>del</strong>la vita reale; attraverso<br />

i due momenti (scenario e debriefing), il discente sia esso studente<br />

o professionista, può essere aiutato ad esplorare e sviluppare<br />

abilità psicomotorie, pensiero critico, problem solving e<br />

decision making utilizzando scenari standardizzati graduando la<br />

difficoltà e facilitando l’apprendimento prima di trovarsi nella realtà<br />

operativa. 3<br />

Nella tabella sottostante sono sintetizzati i benefici e le<br />

sfide/barriere che la simulazione offre (tabella 1) 9<br />

Tabella 1.<br />

puntI dI<br />

forza/VantaggI<br />

• Gli errori possono essere<br />

commessi senza danni ai<br />

pz<br />

• La situazione clinica può<br />

essere manipolata<br />

• La pianificazione <strong>del</strong> tempo<br />

di apprendimento può<br />

29 PAGINA<br />

CrItICItà/sfIde/<br />

barrIere<br />

• Maggior tempo di preparazione<br />

dei docenti<br />

• Ansia da prestazione per<br />

docenti e studenti<br />

• Nr di studenti per sessione<br />

limitato<br />

• Necessità di spazio fisico<br />

e <strong>del</strong>le idonee attrezzature<br />

I benefici quindi legati a tali strategie sono chiari, rimane la sfida<br />

legata alla performance <strong>del</strong> facilitatore, di colui il quale<br />

crea,orienta, gestisce, guida la simulazione, di fatto più aumenta<br />

il livello tecnologico più si innalza l’ansia da prestazione in<br />

quanto gli attori coinvolti potrebbero sentirsi meno in grado di<br />

utilizzare le nuove tecnologie. 3 All’interno di questo contesto le<br />

caratteristiche di un efficace “Clinical teacher” possono essere<br />

così riassunte:<br />

• Deve essere in grado di creare un ambiente “conduttore” di<br />

apprendimento: questo richiede necessariamente conoscenza<br />

e competenza clinica ma anche capacità legate all’insegnamento<br />

• Deve essere di sostegno al discente: ciò richiede la conoscenza<br />

<strong>del</strong> discente e rispetto reciproco<br />

• Deve essere in possesso di competenze didattiche in grado<br />

di massimizzare l’apprendimento dei discenti: questo presuppone<br />

una buona capacità di far diagnosi <strong>del</strong> bisogno formativo<br />

dei discenti, <strong>del</strong>le loro capacità e potenzialità.<br />

• Deve promuovere l’indipendenza cosicchè il discente apprenda<br />

(impari) ad apprendere. 9<br />

sImulazIone: la perCezIone deglI InfermIerI<br />

Un’esperienza recente (Wilson M et al, 2005) conferma che la<br />

simulazione è una strategia molto utile: è stato sviluppato uno<br />

strumento per valutare la percezione degli infermieri sulle componenti<br />

e funzioni <strong>del</strong> manichino Nursing Anne ® in termini di<br />

realismo, adeguatezza percepita a scopo didattico (valutazione<br />

su scala Likert a cinque punti) come confronto con altri strumenti<br />

didattici.<br />

Il manichino è stato immesso in due reparti ospedalieri per un<br />

mese: il campione di infermieri (n=70) ha riferito che la maggior<br />

parte <strong>del</strong>le componenti e <strong>del</strong>le funzioni di Nursing Anne ®<br />

(aspetto, movimenti, procedure, suoni) sono realistici ed adatti<br />

per scopi didattici. Nel complesso i risultati hanno indicato che<br />

la simulazione è molto utile perché potenzialmente riduce eventi<br />

avversi ed incrementa esiti positivi sui pazienti. 10<br />

Nell’ambito di alcuni workshop organizzati durante il 2011<br />

(Corso di Laurea in Infermieristica sez. Garbagnate e <strong>Collegio</strong><br />

<strong>IPASVI</strong> <strong>Pavia</strong>, con il contributo di Laerdal) avente come titolo<br />

“L’apprendimento <strong>del</strong>l’esperienza simulata” è emerso chiaramente<br />

l’interesse <strong>del</strong>la professione verso tale strategia formativa<br />

(gradimento <strong>del</strong>l’iniziativa formativa ottima per il 72.7%), i discenti<br />

ritengono di avere necessità di ulteriore approfondimento<br />

(grafico 1)


30 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

grafico 1<br />

rispetto agli argomenti trattati nell’ambito <strong>del</strong>l’iniziativa<br />

formativa, ha ulteriori esigenze formative?<br />

Inoltre ritengono concretamente applicabile quanto esperito<br />

durante la giornata di lavoro (71.4%) auspicando il confronto<br />

con le esperienze internazionali, e pensando all’utilizzo sempre<br />

più concreto <strong>del</strong>l’HPS nell’ambito <strong>del</strong>la formazione permanente<br />

attraverso la costruzione di casi clinici creati “ad hoc” in base alle<br />

ricadute organizzative, in termini di competenze acquisite e/o<br />

da consolidare che ogni azienda vuole perseguire.<br />

ConClusIonI<br />

La simulazione appare quindi una strategia innovativa in ambito<br />

formativo con innumerevoli vantaggi,negli ultimi quindici<br />

anni l’interesse per il suo utilizzo è cresciuto, soprattutto per migliorare<br />

la sicurezza <strong>del</strong> paziente, tuttavia per raggiungere un<br />

buon successo formativo è necessaria la collaborazione di tutti<br />

gli attori coinvolti ed un coinvolgimento <strong>del</strong>le istituzioni.<br />

Attraverso la simulazione si offre al discente la possibilità di<br />

imparare attraverso l’esperienza pratica,di vivere in un ambiente<br />

costruito ad hoc, ma che rispecchia quello reale,scenari relativi<br />

a condizioni e a situazioni che non si sono mai verificate prima,<br />

oppure casi insoliti che non sono ancora entrati a far parte<br />

<strong>del</strong>la propria esperienza professionale, sviluppando capacità di<br />

problem solving e di decision making. Gran parte <strong>del</strong>la simulazione<br />

è comunque dedicata al debriefing che assume una rilevanza<br />

fondamentale in quanto permette ai discenti di riflettere in<br />

modo critico su ciò che è stato realmente fatto durante la simulazione<br />

stessa, senza averne solamente un ricordo o un’impressione<br />

personale.<br />

bibliografia<br />

1. Gaba DM. The future vision of simulation in health care. BMJ<br />

Quality and Safety, 13, suppl 1, 2004<br />

2. Tilghman J. Innovation approches to use of technological<br />

avances in nursing education. Amenrican Black Nurses Faculty<br />

Journal, 17 (3)99, 2006<br />

3. Ricketts B. The role of simulation for learning within pre registration<br />

nursing education. A literature review. Nurse Education<br />

Today,vol 31(7) october2011: 605-654<br />

4. http://www.laerdal.com/it/casestudies (consultato gennaio<br />

<strong>2012</strong>)<br />

5. Knowles M. La formazione degli adulti come autobiografia.<br />

Milano: Cortina, 1989<br />

6. Mc Causland L, Curran C, Cataldi P. Use of a human patient<br />

simulator for undergraduate nurse education. International<br />

Journal of Nursing Education Scholarship 1 (1):1-17<br />

7. Bearnson CS, Wilker KM. Human patient simulators:a new<br />

face in baccalaureate nursing education at Brigham Young<br />

University. J Nurs Educ.2005; 44(9):421-425<br />

8. Rhodes M, Curran C.use of the humanpatient simulator to<br />

teach clinical judgment skills in a baccalaureate nursing program.<br />

CINComputers, Informatics, Nursing 2005; 23(3):256-<br />

264<br />

9. Billings DM, Halstead JA. Teachin in nursing. A guide for Faculty<br />

(3th ed) St Louis, Missouri: Saunders Elsevier, 2009<br />

Chapter 10, pg 160<br />

10. Wilson M, Sheperd I, Kelly C, Pitzner J. Assessment of a lowfi<strong>del</strong>ity<br />

human patient simulator for the acquisition of nursing<br />

skills. NET, 2005, 56-57.<br />

l’autore<br />

* Coordinatore Didattico<br />

Sezione CLI Università degli Studi di Milano<br />

Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

Sezione Garbagnate Mil.se<br />

Workshop<br />

Human patient simulation (Hps)<br />

l’apprendimento dall’esperienza simulata - Learning by simulated experience<br />

<strong>Collegio</strong> S. Caterina da Siena - Via S. Martino, 17 - <strong>Pavia</strong><br />

sabato 14 aprile <strong>2012</strong> - ore 8,30-12,30<br />

Obiettivi<br />

La giornata di lavoro vuole focalizzarsi su scopi e vantaggi<br />

<strong>del</strong>la simulazione, intesa come strategia integrante nel percorso<br />

formativo permanente, che vede impegnati gli infermieri<br />

nell’aggiornamento continuo secondo i migliori riferimenti<br />

scientifici disponibili.<br />

Programma e contenuti<br />

Presentazione, saluti e introduzione:<br />

Rappresentante Consiglio Direttivo <strong>IPASVI</strong> <strong>Pavia</strong><br />

L’Human Patient Simulation:<br />

vantaggi e limiti <strong>del</strong>la simulazione: A. Sponton<br />

Work Groups - Nelson e Brigit:<br />

A. Ia<strong>del</strong>uca, A. Brancatelli, - S. Lomuscio<br />

Dibattito e chiusura dei lavori.<br />

Richiesti Crediti ECM<br />

Info e iscrizioni:<br />

Bquadro Congressi srl<br />

Via San Giovanni in Borgo, 4 - 27100 PAVIA<br />

Tel: 0382/302859 - Fax: 0382/27697<br />

email: bolla@bquadro-congressi.it<br />

sito web: www.bquadro-congressi.it


Numero 1/<strong>2012</strong><br />

* Silvia Giudici<br />

Aggiornamento<br />

aggIornamento In andata - lombardIa<br />

aspettI partIColarI <strong>del</strong>le terapIe<br />

antICoagulantI: daI nuoVI farmaCI<br />

alla gestIone deI pazIentI<br />

Cremona, 2 marzo <strong>2012</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 100,00<br />

tel 0685305621; fax 0685351294<br />

e-mail: nl@nlcongressi.it<br />

l’energIa <strong>del</strong>la rabbIa nelle relazIonI:<br />

un messaggero <strong>del</strong>l’amore?<br />

<strong>Pavia</strong>, 5 marzo <strong>2012</strong><br />

ecm: 12<br />

euro: 85,00<br />

tel 0376262195; fax 0376268894<br />

e-mail: stampa@studiaelavora.it; formazione@studiaelavora.it<br />

l’amore CHe trattIene e l’amore<br />

CHe lIbera. l’affettIVItà eVoluta<br />

nella relazIone d’aIuto<br />

<strong>Pavia</strong>, 6 marzo <strong>2012</strong><br />

ecm: 12<br />

euro: 85,00 (se si partecipa al corso <strong>del</strong><br />

05/03/<strong>2012</strong> euro 140,00 per entrambi gli<br />

eventi)<br />

tel 0376262195; fax 0376268894<br />

e-mail: stampa@studiaelavora.it; formazione@studiaelavora.it<br />

Corso dI addestramento alla<br />

rIanImazIone CardIo polmonare<br />

e defIbrIllazIone preCoCe<br />

Milano, 9 marzo <strong>2012</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 250,00<br />

tel 081480693; fax 081480693<br />

e-mail: antonella.perasole@swingapology.com<br />

musICoterapIa: premesse sCIentIfICHe<br />

e applICazIonI In ambIto<br />

neurologICo<br />

<strong>Pavia</strong>, 23 marzo <strong>2012</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 50,00<br />

tel 3292838479; fax 038227697<br />

e-mail: rr@aquarius-eventi.it<br />

sito web: www.aquarius-eventi.it<br />

31 PAGINA<br />

l’IntegrazIone tra professIonIstI<br />

ed operatorI dI supporto<br />

Bollate (MI), 23 marzo <strong>2012</strong><br />

ecm: 8<br />

euro: 60,00<br />

tel e fax non disponibili<br />

sito web: www.corsiecm.it<br />

la gestIone InfermIerIstICa <strong>del</strong>le<br />

ferIte aCute e subaCute: se-<br />

Condo modulo<br />

<strong>Pavia</strong>, 7 aprile <strong>2012</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 60,00 + IVA soci Aislec; 80,00 + IVA<br />

non soci Aislec<br />

tel 3401644020; fax 0382523203<br />

e-mail: segreteria@aislec.it<br />

ComplIanCe In ambIto sanItarIo<br />

<strong>Pavia</strong>, 15 e 16 maggio <strong>2012</strong><br />

ecm: 16<br />

euro: 30,00 associati Fials; 85,00 non associati<br />

Fials<br />

tel 3392201764; fax 0382049316<br />

e-mail: svetri@alice.it<br />

Come Condurre un rCt nel Campo<br />

<strong>del</strong> Wound Care<br />

<strong>Pavia</strong>, 9 giugno <strong>2012</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 60,00 + IVA soci Aislec; 80,00 + IVA<br />

non soci Aislec<br />

tel 3401644020; fax 0382523203<br />

e-mail: segreteria@aislec.it


<strong>Collegio</strong><br />

Infermieri<br />

Professionali<br />

Assistenti<br />

Sanitari<br />

Vigilatrici<br />

d’Infanzia<br />

<strong>del</strong>la<br />

Provincia di<br />

<strong>Pavia</strong><br />

A ssemblea<br />

Elettiva<br />

1ª Convocazione 10 Aprile <strong>2012</strong> alle ore 21:00 in Via Volta 25, <strong>Pavia</strong><br />

2° convocazione<br />

Sabato 14 aprile <strong>2012</strong> - ore 12:30<br />

Al termine <strong>del</strong> Workshop accreditato ECM<br />

“Human Patient Simulation” (info a pagina 30)<br />

Aula Enrico Magenes<br />

<strong>Collegio</strong> Santa Caterina da Siena<br />

Via San Martino, 17 - PAVIA<br />

OrDiNe Del GiOrNO:<br />

relAziONe Del PresiDeNte<br />

CONtO CONsuNtivO 2011<br />

relAziONe Del COlleGiO Dei revisOri Dei CONti<br />

PrOGrAmmA <strong>2012</strong><br />

CONtO PreveNtivO <strong>2012</strong><br />

Delega (si ricorda che ciascun iscritto non può presentare più di due <strong>del</strong>eghe)<br />

"<br />

Nome e Cognome <strong>del</strong> <strong>del</strong>egante. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .<br />

n° iscrizione all’Albo Professionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .<br />

data. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . firma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!