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Daniela Sacco, Pensiero in azione. Bertolt Brecht ... - Engramma

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PRESENTAZIONE<br />

<strong>Daniela</strong> <strong>Sacco</strong><br />

Qe 03• <strong>Pensiero</strong> <strong>in</strong> <strong>azione</strong><br />

Questo volume raccoglie alcuni contributi dedicati al teatro contemporaneo e <strong>in</strong> particolare a tre<br />

maestri della scena <strong>in</strong>ternazionale, europea e statunitense: <strong>Bertolt</strong> <strong>Brecht</strong> (1898-1956), Robert<br />

Wilson (1941), Peter Sellars (1957)*.<br />

Pur nella distanza storica e culturale che separa le loro poetiche e le loro esperienze, i tre autori<br />

possono essere accomunati per un particolare modo e una precisa <strong>in</strong>tenzione nella costruzione<br />

della messa <strong>in</strong> scena: l’impronta della composizione per montaggio, e la restituzione tragica e<br />

mitica della materia della rappresent<strong>azione</strong> teatrale. Nelle riflessioni sui tre casi presi <strong>in</strong> esame,<br />

il montaggio – term<strong>in</strong>e preso a prestito, nella sua accezione tecnica, dall’arte c<strong>in</strong>ematografica e<br />

traslato a def<strong>in</strong>ire un dispositivo più generale – si propone come un metodo privilegiato della<br />

drammaturgia contemporanea, già a partire dalle Avanguardie, di cui <strong>Brecht</strong>, Wilson, Sellars,<br />

ciascuno a suo modo, ereditano e <strong>in</strong>terpretano le premesse teoriche e gli stilemi compositivi. E<br />

proprio il montaggio, adottato come meccanismo mitopoietico nel teatro def<strong>in</strong>ito<br />

‘postdrammatico’ nella fase della cosiddetta ‘postmodernità’, rappresenta bensì la struttura<br />

compositiva del ‘pensare per immag<strong>in</strong>i’ propria della visione del mondo del Novecento, ma<br />

appare sorprendentemente aff<strong>in</strong>e alle modalità compositive delle prime forme teatrali, sorte <strong>in</strong><br />

Grecia nel V secolo a.C, al teatro che è stato def<strong>in</strong>ito ‘predrammatico’.<br />

Seguendo il filo di questa riflessione si è cercato di <strong>in</strong>dagare <strong>in</strong> che term<strong>in</strong>i il teatro<br />

contemporaneo, con l’<strong>in</strong>tento dichiarato di trascendere il dramma moderno considerato come<br />

una forma decaduta e imborghesita di tragedia, riesca ad esprimere al meglio la sua tensione<br />

teoretica e le proprie valenze orig<strong>in</strong>ali quando adotta la forma e il senso del tragico antico, e<br />

cosa della sensibilità e della visione del mondo propria del Novecento lo rende possibile.<br />

<strong>Brecht</strong>, Wilson, Sellars condividono la volontà di superare la rappresent<strong>azione</strong> come mimesis:<br />

nella loro poetica non si tratta più di riprodurre l’imit<strong>azione</strong> di una realtà pensata come separata<br />

dal soggetto, secondo la concezione propria del dualismo moderno, ma di affermare il senso e la<br />

ragione propri della poiesis: senso e ragione orig<strong>in</strong>ali, e purtuttavia consonanti con la<br />

produzione drammaturgica tragica antica.<br />

<strong>Bertolt</strong> <strong>Brecht</strong>, a cavallo tra la prima e la seconda riforma del teatro novecentesco, si fa<br />

promotore di un teatro epico che è tragico nella misura <strong>in</strong> cui è dialettico, ed è mitico nella<br />

misura <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>terrompe attraverso il montaggio la narr<strong>azione</strong> storica. Un teatro qu<strong>in</strong>di tragico e<br />

mitico nella volontà di smarcarsi dal teatro drammatico <strong>in</strong>teso come forma decaduta di tragedia.<br />

Una modalità drammaturgica che risulta particolarmente evidente sia attraverso l’analisi<br />

un’opera non propriamente teatrale – il Kriegsfiebel, messo <strong>in</strong> rel<strong>azione</strong> all’evento tragico della<br />

Seconda guerra mondiale – sia dalla scrittura dell’Antigone des Sophokles.<br />

Robert Wilson e Peter Sellars, entrambi esponenti di una cultura americana esemplare per<br />

l’approccio visibile al sensibile, a una distanza epocale dal predecessore europeo costituiscono<br />

due casi <strong>in</strong>dicativi di ri-cre<strong>azione</strong> di mythos <strong>in</strong> due versioni, complementari e apparentemente<br />

antitetiche, della cre<strong>azione</strong> di storie secondo il pr<strong>in</strong>cipio aristotelico della mimesis praxeos. Ma<br />

Wilson e Sellars – per i quali si propongono qui le letture di E<strong>in</strong>ste<strong>in</strong> on the Beach e<br />

dell’eclettico Kafka Fragments – rilanciano anche il pr<strong>in</strong>cipio compositivo della<br />

framment<strong>azione</strong> e 'polverizz<strong>azione</strong>' <strong>in</strong> scena delle storie secondo il pr<strong>in</strong>cipio della nuda visibilità<br />

scenica – quell’opsis, che ancora Aristotele nella Poetica <strong>in</strong>dicava come elemento essenziale<br />

caratterizzante del dramma rispetto a tutti gli altri generi poetici.<br />

* Il saggio Pensare per immag<strong>in</strong>i, sul Kriegsfibek di <strong>Bertolt</strong> <strong>Brecht</strong>, è stato già pubblicato <strong>in</strong> “La Rivista di <strong>Engramma</strong>”, n.<br />

100 (ottobre 2012); il saggio Una partitura (post)drammatica, su E<strong>in</strong>ste<strong>in</strong> on the Beach di Rober Wilson, è stato pubblicato<br />

<strong>in</strong> “La Rivista di <strong>Engramma</strong>”, n. 98 (maggio-giugno 2012); l’<strong>in</strong>tervista a Peter Sellars, nella versione italiana e <strong>in</strong>glese, è<br />

stata pubblicata <strong>in</strong> “La Rivista di <strong>Engramma</strong>”, n. 87 (gennaio-febbraio 2011) e numero 91 (luglio 2011); il saggio La<br />

cre<strong>azione</strong> del frammento, sui Kafka Fragments di Sellars, è pubblicato per la prima volta <strong>in</strong> questo volume.<br />

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