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LE ANGIOSPERME (Magnoliophyta1)

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- lo stilo, parte allungata che collega l’ovario allo stimma.<br />

Il pistillo (ovario-stilo-stimma) è un’unità morfologico-funzionale che può essere formata da un solo<br />

carpello nel caso di ginecei monocarpellari o pluricarpellari apocarpici (e in questo caso i termini<br />

carpello e pistillo coincidono) o da più carpelli fusi insieme nel caso di ginecei pluricarpellari sincarpici.<br />

I carpelli, insieme alle altre strutture riproduttive, sono organizzati nel fiore, il complicato e<br />

perfezionatissimo organo esclusivo delle angiosperme 3 da qualcuno definito come un insieme di<br />

strutture che proteggono e nutrono i gametofiti e controllano la gamia (Gerola).<br />

Il fiore è un complesso specializzato in cui sono riuniti ed organizzati tutti gli organi e le strutture<br />

legati alla riproduzione. È qui che:<br />

- si formano i macro- e i microsporangi;<br />

- avviene la meiosi, con produzione delle macro- e delle microspore;<br />

- vengono prodotti, nutriti e protetti i gametofiti maschile e femminile;<br />

- vengono messi in atto i processi di incompatibilità controllati geneticamente che favoriscono il<br />

raggiungimento dell’oosfera da parte del gamete maschile “più adatto”;<br />

- avvengono la gamia e il successivo sviluppo dell’embrione, primo stadio vitale del nuovo sporofito;<br />

- attraverso la formazione del seme e del frutto, vengono forniti al nuovo sporofito i mezzi per<br />

affrontare con le maggiori probabilità di successo il distacco dalla pianta madre e la diffusione in un<br />

nuovo ambiente.<br />

Il fiore è un germoglio a crescita determinata con internodi raccorciati e nodi che portano foglie<br />

specializzate: antofilli sterili (sepali e petali, che costituiscono il perianzio) e sporofilli fertili<br />

(microsporofilli o stami e macrosporofilli o carpelli).<br />

L’enorme varietà morfologica e biologica che si trova nei fiori è il risultato di un lungo processo<br />

evolutivo nel corso del quale la selezione ha premiato quelle caratteristiche che nei diversi ambienti si<br />

sono rivelate più adatte a favorire l’efficienza della riproduzione. Si ritiene che nei fiori delle prime<br />

angiosperme gli elementi fiorali fossero in numero elevato e indefinito, disposti a spirale su un asse<br />

(ricettacolo o talamo) ben sviluppato. Fiori di questo tipo si ritrovano ancora in angiosperme che hanno<br />

conservato caratteri di primitività, come le magnolie.<br />

È possibile individuare alcune tendenze evolutive che si sono ripetute molte volte indipendentemente<br />

nell’evoluzione dei fiori dei diversi gruppi di angiosperme, come ad esempio:<br />

- da fiori con elementi numerosi a fiori con elementi in numero ridotto;<br />

- da fiori con numero variabile di pezzi a fiori con numero fisso di elementi per ogni specie;<br />

- da disposizione spiralata dei pezzi fiorali (fiori aciclici) a disposizione in verticilli, dapprima solo<br />

di una parte degli elementi fiorali (fiori emiciclici, come nella fragola) e poi di tutti (fiori ciclici, come<br />

nella maggioranza delle angiosperme attuali);<br />

- da fiori con elementi tutti liberi (calice dialisepalo, corolla dialipetala, gineceo apocarpico, ecc.) a<br />

fiori con elementi saldati nello stesso verticillo (calice gamosepalo, corolla gamopetala, gineceo<br />

sincarpico, ecc.) o tra verticilli contigui (ad esempio stami epicorollini, ovario infero);<br />

- da fiori a simmetria raggiata (attinomorfi) a fiori a simmetria bilaterale (zigomorfi);<br />

- da fiori in cui sono presenti tutti i verticilli (fiori completi) a fiori in cui uno o più verticilli<br />

mancano (fiori momoclamidati e nudi; fiori unisessuali, ecc.).<br />

I verticilli di un fiore completo sono (dal basso verso l’alto se il ricettacolo è allungato ed evidente, o<br />

dall’esterno verso l’interno nel caso più comune di ricettacoli brevi e più o meno piani):<br />

- calice, formato da sepali, con funzione principalmente di protezione degli altri verticilli nelle prime<br />

fasi del loro sviluppo<br />

- corolla, formata da petali, prevalentemente con funzione di richiamo sul fiore degli insetti<br />

impollinatori. L’origine dei petali non è la stessa in tutte le angiosperme: in alcuni casi si tratta<br />

chiaramente di sepali modificati, in altri appare evidente la loro origine da stami sterili sovrannumerari.<br />

L'insieme di calice e corolla forma il perianzio. Se i due verticilli perianziali non sono molto diversi per<br />

aspetto e funzione, prendono il nome di tepali e il loro insieme di perigonio. Il perigonio può avere<br />

aspetto corollino (tepali petaloidi) o calicino (tepali sepaloidi). La presenza di un perigonio anziché di<br />

un perianzio è la condizione più frequente nelle monocotiledoni (Liliopsida).<br />

- androceo (di solito in due verticilli), formato da microsporofilli o stami. Accanto a normali stami<br />

fertili (composti da filamento e antera) possono essere presenti stami sterili (staminodi) più o meno<br />

modificati, che assumono funzioni diverse, spesso di richiamo per gli insetti pronubi in aggiunta o in<br />

sostituzione dei petali;<br />

- gineceo, formato da macrosporofilli o carpelli. Fiori dove sono presenti sia stami che carpelli si<br />

3 Anche se il termine fiore viene a volte usato per analogia in riferimento alle strutture riproduttive delle<br />

gimnosperme, è più corretto riservarne l’uso solo per le angiosperme.

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