Senza titolo-1 - EmScuola
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Angelo De Zanna; così nei comuni minori di Brunico e Vipiteno.<br />
5 Ferdinando Visco Gilardi “Giacomo”, legato al Cln di Milano, aveva<br />
contatti diretti con Lelio Basso, ed era dirigente della fabbrica FRO a<br />
Bolzano; nel dicembre ’44 cadde vittima del rastrellamento che portò alla<br />
distruzione dell’intero primo CLN bolzanino, con la morte di Longon<br />
e la deportazione della cellula comunista operaia; rimasto nel campo<br />
come detenuto, riprese dall’interno l’attività di soccorso; l’assistenza<br />
faceva ora capo alle straordinarie Ada Buffulini, Laura Conti, Franca<br />
Turra, Mariuccia Gilardi.<br />
6 Andrea Mascagni, laureato in chimica, musicista, nato a S. Miniato (Pisa)<br />
nel 1917, figlio del fondatore del Conservatorio musicale “Monteverdi”<br />
di Bolzano e cugino del compositore Pietro Mascagni, è la figura politicamente<br />
più rilevante della resistenza locale, l’unico ad attraversare l’intera<br />
esperienza senza interruzioni, e con una maturazione personale e politica<br />
(iniziata già dal 1938) avvenuta soprattutto a fianco dell’amico e compagno<br />
fraterno Senio “Bezzi” Visentin, e soprattutto tramite l’incontro determinante<br />
con Mario Pasi, straordinaria figura di organizzatore politico della<br />
resistenza in regione; sulla figura di quest’ultimo, si rimanda alla nota 12;<br />
Mascagni, scomparso nel 2003, attende ancora un pieno riconoscimento<br />
del suo ruolo storico per le sorti dell’autonomia locale e nella storia della<br />
resistenza in Alto Adige.<br />
7 In quell’occasione, venne fucilato a Bolzano<br />
il partigiano Francesco Rella, operante anch’egli<br />
in Val di Fiemme, cieco in seguito alle<br />
ferite; Avio Emer sopravviverà nonostante le<br />
terribile sevizie e l’invalidità provocata dalle<br />
ferite - che i torturatori non lasciavano cicatrizzare.<br />
Su Avio Emer, medaglia d’argento<br />
al valor militare, si veda il profilo biografico<br />
nell’intervista rilasciata a S. Kerschbamer e M.<br />
Angelucci, 1996, a cura dell’ANPI di Bolzano,<br />
depositata presso il Circolo Culturale ANPI di<br />
Bolzano; anche in PERCHÉ? La lotta partigiana<br />
in Alto Adige, Rovereto-Bolzano 1946, p. 83.<br />
8 Sull’ambigua figura di Giovanni Foppa detto<br />
“Bet”, di Livinallongo, si veda il resoconto del<br />
processo in DELLE DONNE G. (a cura di), “Alto<br />
Adige 1945-1947. Ricominciare”, Bolzano 2000,<br />
pp. 130-136.<br />
9 Tullio “Ivan” Degasperi è forse la figura più<br />
rilevante del gruppo della cellula operaia, attivo<br />
anche sul fronte dell’assistenza agli internati<br />
del Lager di via Resia; lascerà un biglietto alla<br />
famiglia, che costituisce uno dei documenti più<br />
toccanti della moralità della resistenza, (secondo<br />
la definizione dello storico Claudio Pavone),<br />
riportata in PERCHÉ? La lotta partigiana in Alto<br />
Adige, Rovereto-Bolzano, 1946, pp. 14-15; i sette<br />
operai capicellula erano, oltre a Degasperi, Adolfo<br />
Beretta, Erminio Ferrari, Decio Fratini, Walter Masetti,<br />
Gerolamo Meneghini, Romeo Trevisan.<br />
10 Il 31 dicembre 1944 gli SS Andergassen, Storz e<br />
Matzken inscenarono il suicidio; nonostante gli atti<br />
processuali del dopoguerra, non fu possibile chiarire<br />
il ruolo del probabile doppiogiochista che Longon<br />
sfortunatamente incrociò presso il Comando SS,<br />
e che avrebbe potuto smascherare se fosse stato<br />
lasciato in vita. Sull’argomento, AGOSTINI P., ROMEO<br />
C., Trentino e Alto Adige Province del Reich, Trento<br />
2002, p. 207; l’omicidio di Longon si incrocia con<br />
quello dell’ufficiale americano Roderick S. Hall,<br />
catturato nel bellunese nel gennaio ’45, strangolato<br />
a Bolzano nella sede del Corpo d’Armata il<br />
19 febbraio da Andergassen: Hall, paracadutato<br />
in zona d’operazioni nell’estate ’44, era stato in<br />
contatto con Longon; dopo la fine del conflitto,<br />
nel maggio ’45 vi fu uno strascico violento, una<br />
vendetta nei confronti dei presunti delatori che<br />
avevano condotto all’arresto di Hall. Si veda per<br />
una recente e innovativa ricostruzione del caso<br />
Hall, la testimonianza riportata in DE DONÀ G.,<br />
MEZZALIRA G. (a cura di), L. K. Ratschiller. Il compagno “Ludi”, autobiografia<br />
di un partigiano, Quaderni della Memoria 3/04, Circolo Culturale ANPI,<br />
Bolzano, 2005, pp. 184-196.<br />
11 Mario Pasi, attivo a Trento e poi a Belluno, teneva anche attraverso<br />
Mascagni i contatti con Bolzano. Nato a Ravenna nel 1913, esponente di<br />
rilievo del Partito Comunista clandestino, medico a Trento, si diede alla<br />
clandestinità dal febbraio ’44, dopo avere guidato una fase importante<br />
della resistenza trentina; col nome di “Montagna” operò nel bellunese.<br />
Arrestato il 10 novembre 1944 a Belluno in un rastrellamento, venne<br />
riconosciuto dalle SS e torturato ininterrottamente, fino a provocargli la<br />
cancrena in un ginocchio trapassato dal ferro rovente. Riuscì a passare ai<br />
compagni un biglietto in cui chiedeva veleno per porre fine all’atrocità,<br />
ma senza risultato: venne impiccato nel Bosco dei Castagni sopra Belluno<br />
il 10 marzo 1945. Pasi attende ancora il pieno riconoscimento delle<br />
sue qualità umane e politiche nella formazione dei gruppi attivi nella<br />
resistenza locale: Andrea Mascagni ricordava il rigore morale unito ad<br />
una apertura mentale rara – e non ideologica – di quello che considerò<br />
sempre un maestro autentico. Su Pasi, si veda AGOSTINI P., ROMEO C.,<br />
cit., pp. 140-143.<br />
12 Bruno De Angelis, politicamente moderato, emissario delle Fiamme Verdi<br />
monarchiche lombarde, divenne la figura guida del cosiddetto “secondo<br />
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