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Mens<strong>il</strong>e di critica e attualità sportiva - Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - F<strong>il</strong>iale di Siena w w w . m e s e s p o r t . i t<br />

dicembre 2009 –n. 255 –2 00 €uro<br />

Malesani<br />

uno, due e tre!<br />

PENSIEROSO<br />

PERPLESSO<br />

OTTIMISTA<br />

Mens Sana<br />

un fenomeno<br />

da studiare


Direttore<br />

Mario Ciani<br />

Direttore responsab<strong>il</strong>e<br />

Paolo Corbini<br />

Edito e stampato presso<br />

Arti Grafiche Ticci<br />

Loc. Pian dei Mori 278 - Sovic<strong>il</strong>le (Si)<br />

Tel. 05.77.34.92.22<br />

Fax 05.77.34.93.66<br />

redazione@mesesport.it<br />

Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430 del 27.01.1983<br />

editoriale<br />

255<br />

numero<br />

dicembre 2009 - anno xxvii<br />

Non è così, cioè nel bel mezzo di una crisi senza apparenti vie<br />

d’uscita come appare ancora oggi – e più di ieri - quella bianconera,<br />

che avevamo immaginato questo fine 2009 che per<br />

noi di <strong>Mese</strong>sport manda in archivio qualcosa come 27 anni di ininterrotta<br />

presenza nel panorama giornalistico della nostra città.<br />

Si dirà che <strong>il</strong> malessere, pur nella sua gravità, non investe tutto <strong>il</strong><br />

movimento sportivo senese. Ma come abbiamo sempre pensato e sostenuto,<br />

presente e futuro delle due maggiori realtà non possono prescindere<br />

l’una dall’altra. A maggior ragione se i f<strong>il</strong>i di tutto e di tutti sono tirati dalla stessa mano. Solo<br />

nella mente di qualche integralista bianconero o biancoverde può passare infatti l’idea che dal tramonto<br />

di una delle due leggende sportive di questa città (con tutto <strong>il</strong> rispetto per le altre, Robur e Mens<br />

Sana messe insieme fanno qualcosa come… 243 anni di storia), ci sia qualcuno che possa avvantaggiarsene.<br />

Il fatto stesso che l’inizio dei fasti del Siena sia coinciso con quello della Montepaschi non può<br />

essere un parallelismo casuale. Come non è casuale la crescita e la visib<strong>il</strong>ità che, dall’inizio di questo<br />

terzo m<strong>il</strong>lennio, tante altre piccole e medie realtà del nostro territorio hanno riscoperto.<br />

In attesa di buone nuove, un po’ tutti si sono intanto iscritti al dibattito sul potenziale ‘ritorno d’ immagine’<br />

preferito dalla Banca (se costretta a farlo), mercificando di fatto un titolo del basket con <strong>il</strong><br />

maggiore appeal mediatico del calcio. Ci sono però valori e storie che non sono negoziab<strong>il</strong>i. Il Siena<br />

deve salvarsi ‘semplicemente’ perché è un patrimonio di tutta la città<br />

ed oltre ottom<strong>il</strong>a senesi in estate (mentre Stronati, noncurante della<br />

dimostrazione di affetto dei tifosi, vendeva Portanova al Bologna…),<br />

hanno dato fiducia alla società sottoscrivendo un abbonamento che<br />

alla luce degli ultimi accadimenti rischia di rivelarsi – niente di più –<br />

che una cambiale in bianco.<br />

Nessuno sa meglio di chi ha conosciuto l’andata e ritorno nell’inferno<br />

calcistico, quanto delicati ed effimeri siano gli equ<strong>il</strong>ibri che regolano la<br />

vita di una società, di quanto siano aleatori i confini fra le stelle e le<br />

…stalle. Per questo siamo convinti che, nella peggiore delle ipotesi, non<br />

ci saranno suicidi di massa. Qui c’è ancora qualcuno che sa dare <strong>il</strong> giusto<br />

peso alle cose. Quello che non va giù alla gente è la pervicacia con la<br />

quale la dirigenza si è mossa su tutto <strong>il</strong> fronte, al punto da far dubitare<br />

perfino della sua buona fede. Infatti delle due l’una: o chi ha operato sul<br />

mercato – ispirato evidentemente dall’alto - è davvero convinto di aver<br />

fatto un affare anche sul piano tecnico (perché poi tutto si riduce a questo:<br />

se la squadra faceva risultati la frizione con Giampaolo sarebbe rientrata,<br />

nessuno avrebbe rimpianto Beretta, non ci sarebbe stata la<br />

pantomima con Baroni e di conseguenza l’arrivo di Malesani…), oppure<br />

ha perseguito la politica del tanto peggio tanto meglio. Sì, però lasciando<br />

in sospeso un interrogativo grosso così: cui prodest?.<br />

Cui prodest?<br />

P.S. Non sarà questa una settimana come le altre. Se la Mens Sana<br />

‘rischia’ infatti di prestare <strong>il</strong> suo vate Pianigiani alla Nazionale azzurra,<br />

<strong>il</strong> Siena potrebbe salutare l’arrivo di un nuovo presidente, fermo restando<br />

la proprietà delle azioni in mano a Lombardi Stronati. Due<br />

mosse, evidentemente, tutte da interpretare e da valutare nei dettagli.<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Duccio Balestracci, Roberto Barzanti, Massimo Bianchi, Mauro Bindi, Giancarlo Brocci, Andrea Bruschettini, Mario Ciani,<br />

Chiara Cicali, Claudio Coli, Vincenzo Coli, Stefano Fini, Em<strong>il</strong>io Giannelli, Daniele Giannini, Antonio Gigli,<br />

Roberto Guiggiani, Mario Lisi, Luca Luchini, Augusto Mattioli, Roberto Morrocchi, Giuseppe Nigro, Francesco Oporti,<br />

Paolo Ridolfi, Roberto Rosa, Gigi Rossetti, Andrea Sbardellati, Senio Sensi, Rudi Simonelli, Antonio Tasso,<br />

Francesco Vannoni, Sergio Zingarelli.<br />

Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli<br />

Collaborazione fotografica: Andrea Bruschettini, Bernard Chazine.<br />

Progetto grafico ed impaginazione: Bernard Chazine


Stavolta, sia pure con sei anni di ritardo,<br />

i catastrofisti di professione saranno ‘finalmente’<br />

accontentati. Non ci voleva molto a<br />

prevederlo, si dirà, eppure almeno per un’ora<br />

al San Nicola un minimo di speranza abbiamo<br />

continuato a coltivarla. Poi la spietata<br />

legge del calcio ha preso <strong>il</strong> sopravvento ed è<br />

finita com’era logico (anche se non auspicab<strong>il</strong>e)<br />

che finisse: cioè con la vittoria della<br />

squadra che più dell’altra l’ha cercata, voluta<br />

e difesa. Sì, perché <strong>il</strong> Siena dell’ultimo turno,<br />

al di là dell’<strong>il</strong>lusione che ci ha dato nel primo<br />

tempo, nella seconda parte della ripresa ha<br />

mostrato ancora una volta tutti i suoi limiti.<br />

Anche caratteriali, non soltanto tecnici e di<br />

tenuta. Anzi, soprattutto caratteriali, posto<br />

che una squadra decisa a lanciare davvero<br />

un segnale di discontinuità non può rinunciare<br />

supinamente a giocare come ha fatto<br />

negli ultimi 30’, schiacciata nella propria area<br />

senza riuscire a salire neppure per un’azioneuna<br />

di alleggerimento, oppure difendere la<br />

palla con la mollezza che ha propiziato, ad<br />

esempio, l’1 a 1. E non ci si venga poi a dire<br />

che tutti i bianconeri hanno marcato <strong>il</strong> cartellino<br />

dell’impegno, sennò vuol dire che non<br />

hanno ancora capito che da solo l’impegno<br />

non basta: ci vuole spirito di sacrificio, rabbia,<br />

cattiveria, tutte cose che gli stessi bianconeri<br />

spesso confessano di non avere… ,<br />

salvo prometterle per l’impegno successivo.<br />

Troppo poco e troppo fac<strong>il</strong>e. Sono gli ‘occhi<br />

di tigre’ che mancano a questa squadra, peraltro<br />

a tratti anche superficiale e presuntuosa.<br />

Come quando ha preteso di difendere<br />

<strong>il</strong> vantaggio in punta di fioretto anziché sfoderare<br />

la spada. E poi la personalità: quella<br />

o ce l’hai o non puoi comprarla.<br />

Al di là del legittimo sfogo, è chiaro però<br />

che non dobbiamo dare per scontato quello<br />

che ancora scontato non è. La squadra proposta<br />

da Malesani (a proposito, auguri!),<br />

sulla carta meritava fiducia, ma ci sono<br />

ancora troppi pesi morti… Gente che non riesce<br />

neppure a dare un apporto minimo sul<br />

piano fisico limitandosi a giocare appena 3-<br />

4 palle in 90 minuti. E non vogliamo infierire<br />

oltre... Il nuovo tecnico fa bene a difendere<br />

la squadra, però deve farle capire che per<br />

salvarsi ci vuole altro.<br />

All’incontro di Bari <strong>il</strong> Siena è arrivato dopo<br />

le sconfitte con Genoa e Atalanta, l’una diversa<br />

dall’altra ma uguali nella sostanza. Con<br />

<strong>il</strong> rimpianto, limitatamente alla prima, di non<br />

mario ciani<br />

Dopo Giampaolo anche Baroni salta e <strong>il</strong> Siena si affida<br />

al terzo allenatore in 14 partite: Alberto Malesani<br />

Ma sono gli ‘occhi della tigre’<br />

che ci mancano<br />

essere mai andati a protezione di Curci sui<br />

tiri avversari (con i ringraziamenti di Crespo…),<br />

e di aver tardato una reazione che ci<br />

poteva spianare la strada anche ad un clamoroso<br />

tre pari. Con l’Atalanta Baroni ha proposto<br />

cinque volti nuovi (dimostrando<br />

peraltro quanto sia vero che invertendo l’ordine<br />

dei fattori <strong>il</strong> prodotto non cambia…), ma<br />

è bastata la prima distrazione difensiva per<br />

dar via libera a Tiribocchi e la solita sciagurata<br />

leggerezza<br />

individuale (Rossi, che letteralmente regala<br />

la palla ad Acquafresca per <strong>il</strong> rigore del<br />

2-0) per sprofondare. Ah, ci sarebbero anche<br />

tre legni per <strong>il</strong> Siena e un rigore sbagliato da<br />

Paolucci, ma a che serve piangersi addosso?<br />

A proposito dell’ex attaccante catanese, <strong>il</strong><br />

mistero si infittisce. Possib<strong>il</strong>e che tre allenatori<br />

(Giampaolo, Baroni e Malesani) concordino<br />

tutti nella scelta di lasciarlo sempre<br />

fuori? Cosa c’è sotto? Siamo in presenza di<br />

un altro…Cozza o che cosa? Baroni parlò a<br />

suo tempo di un atleta “che deve ritrovare<br />

entusiasmo, cattiveria e determinazione”,<br />

tutte cose che al momento non aveva. E non<br />

ha ancora. E poi: non va in campo perché<br />

non è in condizioni, o non è in condizioni<br />

perchè non va in campo? Un bel d<strong>il</strong>emma,<br />

che si aggiunge dopo pochi mesi a quello di<br />

Amoruso, che un giorno qualcuno ci dovrà<br />

pure spiegare.<br />

Tutto questo, quando ci sono avversari<br />

che dovrebbero ‘mantenerci’ di tasca propria<br />

in serie A, visto che riusciamo puntualmente<br />

a resuscitarli a nostre spese: Greco, Masiello,<br />

Acquafresca, Mauri, Palombo, Riise, Mexes,<br />

tanto per fare qualche nome.<br />

Comunque, per quanto sia <strong>il</strong> più importante,<br />

quello dei risultati non<br />

è l’unico problema sul tappeto.<br />

Ad esso infatti si è abbinato<br />

con forza <strong>il</strong> discorso<br />

sulla proprietà, che dopo aver<br />

gestito <strong>il</strong> dopo Giampaolo in<br />

modo a dir poco d<strong>il</strong>ettantistico<br />

(perdendo praticamente<br />

due settimane di tempo con <strong>il</strong><br />

buon Baroni), è stata di fatto<br />

‘sfiduciata’ dai tifosi e dalle<br />

istituzioni.<br />

Da qui si è scatenata<br />

quindi la non fac<strong>il</strong>e caccia al<br />

‘nuovo’, ma dal magico c<strong>il</strong>indro<br />

dell’advisor è saltato fuori<br />

3 calcio<br />

solo tal Giambattista Begnini che da parte<br />

sua ha gelato qualsiasi speranza sul nascere:<br />

“Io faccio i salti mortali per tirare avanti le<br />

mie aziende, figuriamoci se penso a r<strong>il</strong>evare<br />

<strong>il</strong> Siena…”. Verità o tattica d<strong>il</strong>atoria? Sta di<br />

fatto che, vista la difficoltà a reperire a breve<br />

sul mercato un nuovo proprietario, si è fatta<br />

strada l’idea di cercare un presidente alla Fabrizi<br />

(un traghettatore, per intendersi, niente<br />

di ciò che aveva auspicato <strong>il</strong> sindaco quando<br />

ha evocato l’inizio di una nuova fase senza<br />

Stronati) e <strong>il</strong> primo nome che è stato fatto è<br />

quello dell’imprenditore Alberto Parri. Ma se<br />

i f<strong>il</strong>i continuerà a tirarli sempre <strong>il</strong> solito, tutto<br />

rischia di diventare un’operazione di facciata<br />

e basta. Invece qui si tratta di capire bene<br />

se l’amministratore delegato romano, magari<br />

in un sussulto d’orgoglio, intende porre rimedio<br />

agli errori che sono stati fatti in<br />

estate, oppure no. Se sì deve muoversi subito<br />

però (se non l’ha già fatto), perché <strong>il</strong><br />

Siena non può permettersi di comprare a<br />

gennaio per impiegare i nuovi a febbraio. Sarebbe<br />

delittuoso perdere l’occasione che<br />

offre <strong>il</strong> nuovo regolamento di poter impiegare<br />

i nuovi acquisti fin dal 6 gennaio, guarda<br />

caso quando i bianconeri affronteranno la<br />

Fiorentina al Rastrello.<br />

Di una cosa siamo convinti: in serie A è<br />

più diffic<strong>il</strong>e ritornarci che restarci. Quanto alla<br />

possib<strong>il</strong>ità di riuscirci, sono ancora troppi<br />

però i fantasmi che aleggiano sulla squadra.<br />

Primo fra tutti quello della paura di cui è<br />

ormai intrisa e che per Malesani deve diventare<br />

<strong>il</strong> primo ostacolo da rimuovere dalla<br />

testa dei bianconeri. <br />

Vergassola e Tiribocchi, ex contro in Siena-Atalanta


Il primo obiettivo<br />

è stanare <strong>il</strong> presidente<br />

Il “tutto campo” della rubrica che da anni mi onoro di tenere, stavolta,<br />

come la precedente, è occupato dalla Robur. È un momento troppo importante<br />

per non riflettere tutti insieme, ciascuno nei propri ruoli anche istituzionali,<br />

dove stiamo andando.<br />

BARI HA DATO FIDUCIA<br />

La “prima” di Malesani ha avuto l’esito numerico di tanti altri incontri,<br />

ma l’aspetto tecnico e morale sono stati diversi. Scrivo poche<br />

ore dopo l’ennesima sconfitta ma con meno depressione del solito.<br />

I bianconeri hanno disputato una gara di discreta qualità; anche la difesa<br />

è apparsa migliorata. Il modulo scelto dal nuovo Mister ha avuto<br />

successo per settantacinque minuti; poi <strong>il</strong> crollo dovuto a uomini tecnicamente<br />

superiori che ha la squadra fatta da Perinetti rispetto alla<br />

nostra. Già…Perinetti: un altro mistero si nasconde dietro <strong>il</strong> suo s<strong>il</strong>uramento<br />

senese.<br />

Ma è piaciuto, finalmente, <strong>il</strong> modo con <strong>il</strong> quale tutti (o quasi) i calciatori<br />

del Siena hanno affrontato l’impegno. Un approccio giusto per<br />

tentare l’improbab<strong>il</strong>e ma non impossib<strong>il</strong>e rimonta. O almeno per dare<br />

una dignità, quasi scomparsa, alla maglia, alla Società, alla città. Squadra<br />

coriacea che ha avuto voglia di lottare e pronta a soffrire. Pur<br />

con le carenze di organico ancora una volta confermate che ci fanno<br />

dire: “con quali criteri – oltre a quelli del risparmio – è stata costruita<br />

questa squadra?”<br />

Bisogna ripartire da Bari per affrontare le prossime due partite<br />

casalinghe, fondamentali per lasciare accesa la luce della speranza.<br />

Credo che tutti dovremo sostenere <strong>il</strong> Mister e la squadra senza pensare<br />

agli enormi errori fatti dalla proprietà e in pace assoluta con chi<br />

vestirà la nostra maglia. Un sostegno che i “ragazzi” hanno dimostrato<br />

di meritare. Mentre…<br />

…LA SOCIETÀ LATITA<br />

Non solo per la non presenza a fianco della squadra durante la<br />

settimana e anche la domenica, ma per l’assurdo, incredib<strong>il</strong>e comportamento<br />

tenuto di fronte alla città e alle Istituzioni.<br />

Il Sindaco e i vertici della Banca/sponsor hanno chiamato in causa,<br />

chiaramente e pesantemente, Lombardi Stronati sul mantenimento<br />

(ormai presunto) del “progetto Siena” con <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> Presidente acquisì<br />

<strong>il</strong> quasi totale pacchetto azionario.<br />

Bene, questo gent<strong>il</strong>e Signore – che non aveva risposto a diverse<br />

domande, comprese le nostre – si è guardato bene, per quanto ne<br />

sappiamo, dal dare un cenno di risposta a… Cenni (scusate <strong>il</strong> gioco<br />

di parole) e a Mussari. Insomma non sappiamo cosa vuol fare della<br />

squadra e del futuro della Robur. Non torneremo sui mastodontici,<br />

incomprensib<strong>il</strong>i errori commessi dal “nostro”: ormai fanno parte della<br />

storia (nera) dell’A.C. Siena. Ci piacerebbe sapere cosa Egli pensa del<br />

presente e cosa vuol fare in futuro.<br />

Le voci in giro sono tante: i suoi collaboratori parlano di situazione<br />

sotto controllo (?), di buona squadra (?), di futuro assicurato<br />

con Stronati (?). Alcuni addetti ai lavori parlano invece di “impossib<strong>il</strong>ità”<br />

di mettere in vendita le azioni per motivi comprensib<strong>il</strong>i. Se<br />

questo è, basterebbe che ci venisse detto, considerandoci – almeno<br />

una volta – persone intelligenti e non come degli “strulli del v<strong>il</strong>laggio”.<br />

Perché la sensazione che abbiamo più volte riportata è proprio<br />

questa: facciamo (e disfacciamo, leggi svendita di Portanova) tanto<br />

senio sensi<br />

atuttocampo<br />

4<br />

questi hanno l’anello al naso e gli possiamo spacciare pezzi di vetro<br />

per br<strong>il</strong>lanti. Altri parlano di un disegno meditato per far tornare la<br />

Robur non solo nel purgatorio della B, ma nell’inferno sottostante<br />

(anche questa è tesi poco credib<strong>il</strong>e). Vorremmo sapere da Stronati<br />

se ha voglia (e soldi) per intervenire pesantemente nel mercato di<br />

gennaio e se così è, se ha provveduto a far prendere contatti con<br />

quei calciatori (se ci sono) che potrebbero essere ut<strong>il</strong>i alla squadra.<br />

UN PRESIDENTE MUTO<br />

Oppure che ci dica che “questa è la balla e questa è la mostra”<br />

(proverbio delle nostre campagne) intendendo che con questi 31<br />

giocatori – diconsi 31, quanto a numero non hanno scherzato! – ci<br />

dovremo arrangiare. Ma non salvare; perché senza innesti in difesa e<br />

centrocampo – lasciando fermi gli uomini dell’attacco – la retrocessione<br />

appare scontata. Il mutismo lo allontana sempre più dalla squadra<br />

e dalla città e rinfocola <strong>il</strong> rancore (parola tenera…) dei tifosi e<br />

delle Istituzioni verso di lui.<br />

Proprio questo atteggiamento di totale disinteresse fa supporre<br />

o una presunta – molto presunta – superiorità rispetto a tutto e tutti,<br />

o una incapacità di uscire da una situazione nella quale da solo si è<br />

cacciato.<br />

Solo affrontando<br />

con chi di dovere i nodi<br />

della gestione dell’A.C.<br />

Siena, Stronati può sperare<br />

di dare una svolta<br />

a questo campionato e<br />

al futuro della Società.<br />

Stampa e tifosi<br />

hanno avuto, pur con<br />

qualche episodica intemperanza,<br />

un comportamento<br />

anche<br />

troppo paziente ricevendo<br />

solo s<strong>il</strong>enzio e<br />

nessuna considerazione.<br />

Il 31 dicembre è<br />

alle porte e per quella<br />

data la Società deve affrontare<br />

e risolvere<br />

importanti impegni<br />

economici. Lombardi<br />

Stronati si assuma le<br />

sue responsab<strong>il</strong>ità e<br />

non torni indietro di<br />

un anno affidando la<br />

Presidenza, formale, ad<br />

un senese per nascondersi,<br />

poi, dietro a<br />

questa scelta. <br />

Paolucci e Calaiò<br />

sembrano dire:<br />

“e ora che si fa?”.


Nonostante l’evidenza,<br />

non ci rassegniamo all’idea che<br />

tutto ormai sia compromesso<br />

In fondo<br />

al tunnel<br />

c’è ancora<br />

una lucina<br />

D<strong>il</strong>ettanti. Anzi, no. Peggio! Siamo certi che<br />

nelle numerose realtà calcistiche della nostra provincia,<br />

spesso sorrette quasi soltanto da un sano<br />

volontariato, diffic<strong>il</strong>mente potremmo riscontrare <strong>il</strong><br />

pressappochismo e l’improvvisazione evidenziati<br />

negli ultimi 10 mesi (la triste storia inizia da gennaio<br />

con gli acquisti non concordati di Genevier e<br />

Garofalo) dalla società bianconera.<br />

Esclusivamente colpa di Lombardi Stronati,<br />

“despota” assoluto, capace di sbagliare tutto, condizionando<br />

nelle sue scelte confuse anche i diretti<br />

collaboratori o chiara responsab<strong>il</strong>ità dei vari dirigenti<br />

che male hanno consigliato <strong>il</strong> loro presidente<br />

facendo precipitare <strong>il</strong> Siena nel baratro non soltanto<br />

della classifica, ma anche in quello del ridicolo?<br />

Francamente, vista la drammatica situazione,<br />

questo d<strong>il</strong>emma f<strong>il</strong>osofico poco ci interessa, fermo<br />

restando che in ogni caso le responsab<strong>il</strong>ità sono<br />

sempre di chi alla fine avalla le decisioni prese e<br />

che non condividiamo assolutamente neppure l’approccio<br />

umano mostrato, ad esempio, nei confronti<br />

di Baroni e dei suoi collaboratori.<br />

E adesso? Cosa augurarsi a questo punto? L’unica<br />

speranza (di allenatore e giocatori parleremo<br />

in seguito) è che istituzioni, stampa e tutta la città<br />

riescano a condizionare le future scelte di Lombardi<br />

arrivando a quel cambio di proprietà che<br />

possa garantire almeno un futuro sereno alla nostra<br />

Vecchia cara Robur. A tale proposito, in questi<br />

diffic<strong>il</strong>i momenti, molti hanno sottolineato una colpevole<br />

latitanza delle istituzioni, ma esiste tutto <strong>il</strong><br />

tempo per rimediare (<strong>il</strong> campionato è ancora lungo<br />

e la storia del Siena non finisce certo con <strong>il</strong> torneo<br />

2009-2010), e ci auguriamo quindi di vedere molto<br />

presto Comune e sponsor all’attacco per segnare<br />

un importante gol.<br />

luca luchini<br />

In campo, però, ci vanno i giocatori, obietterà<br />

qualcuno. Vero. Non ci sono dubbi. È indiscutib<strong>il</strong>e<br />

che <strong>il</strong> tasso tecnico di questo gruppo è fortemente<br />

deficitario e la modestia della maggior parte dei<br />

nostri atleti non è stata messa in discussione soltanto<br />

dalla dirigenza bianconera nel momento in<br />

cui era ancora possib<strong>il</strong>e cercare di confondere le<br />

acque, <strong>scarica</strong>ndo le proprie responsab<strong>il</strong>ità sul tecnico.<br />

Nella quasi totalità dei casi, però, l’impegno<br />

non è mancato e quindi agli oltre trenta (!) giocatori<br />

in organico, e a libro paga, possiamo rimproverare<br />

poco, se non magari una certa mancanza di<br />

“cattiveria” agonistica, unica possib<strong>il</strong>ità di mascherare<br />

la loro inadeguatezza a calcare i palcoscenici<br />

della serie A.<br />

Per quanto riguarda gli allenatori, da giudicare<br />

ancora Malesani e sicuramente assolto Baroni, soprattutto<br />

per <strong>il</strong> modo a dir poco criticab<strong>il</strong>e in cui è<br />

stato gettato nella fossa dei leoni come designata<br />

vittima sacrificale, senza curarsi di quanto di<br />

buono aveva fatto fino ad oggi per la causa bianconera,<br />

le uniche considerazioni concrete possono<br />

essere fatte su Giampaolo. L’evolversi della situazione<br />

dopo <strong>il</strong> suo licenziamento, ha dimostrato,<br />

però, che la maggioranza delle colpe non erano<br />

sue e che certe scelte fortemente criticate dalla dirigenza<br />

(ed in seguito anche dalla maggioranza<br />

dell’opinione pubblica) non erano affatto campate<br />

in aria. A Giampaolo, che continuiamo a ritenere<br />

un ottimo allenatore, a livello personale pensiamo<br />

di poter imputare soltanto la sua testardaggine nel<br />

voler trovare a tutti i costi un trequartista (quando<br />

era chiaro a tutti che nella rosa a sua disposizione<br />

non c’era) e soprattutto <strong>il</strong> colpevole e piccato s<strong>il</strong>enzio<br />

in fase di campagna acquisti quando, trovandosi<br />

in vacanza, ha volontariamente chiuso <strong>il</strong><br />

telefono senza prendere parte alle scelte societa-<br />

5 calcio<br />

rie. Riteniamo che questo comportamento fosse<br />

una giusta causa di rescissione del contratto, decisione<br />

che invece la dirigenza non ebbe <strong>il</strong> coraggio<br />

di prendere.<br />

Fatta questa triste analisi di quanto accaduto,<br />

la realtà ci dice che <strong>il</strong> Siena è drammaticamente<br />

ultimo in classifica, ben distanziato dagli avversari<br />

(possiamo considerarli ancora tali?) nella lotta per<br />

la retrocessione. Il gioco messo in mostra nell’ultimo<br />

mese (indecorosa la gara con <strong>il</strong> Novara in<br />

Coppa), le ghiotte occasioni sciupate (abbiamo<br />

spesso incontrato avversari in crisi o decimati) e la<br />

classifica, ci direbbero di accantonare le ultime<br />

speranze e di pensare già al futuro.<br />

La sfortunata, e in generale apprezzab<strong>il</strong>e, gara di<br />

Bari, però, ci fa <strong>il</strong>ludere non sia ancora giunto <strong>il</strong> momento<br />

della rassegnazione. Malesani ha diritto di<br />

giocare le sue carte, e l’inizio (al di là del risultato<br />

finale) sarebbe più che confortante, ed i giocatori<br />

devono almeno poter lavorare sereni, senza quella<br />

tremenda paura di sbagliare che nelle ultime partite<br />

li ha condizionati in maniera determinante.<br />

Stringiamoci tutti, dunque, intorno a questo<br />

gruppo, sperando che la società riesca finalmente<br />

ad azzeccare qualche mossa e che, come già auspicato,<br />

Comune e sponsor facciano la “voce<br />

grossa”, mettendo Lombardi Stronati di fronte alle<br />

sue responsab<strong>il</strong>ità.<br />

Sappiamo che, dicendo così, corriamo <strong>il</strong> concreto<br />

rischio di passare per ingenui sognatori, ma<br />

l’amore per la Robur ci fa fare anche questo. Se<br />

poi <strong>il</strong> Siena riuscisse a salvarsi (?), magari con l’inaspettata<br />

esplosione dei nostri attuali giocatori<br />

(?), siamo disposti a chiedere scusa alla dirigenza<br />

dei nostri giudizi. Per <strong>il</strong> momento, però, sarebbe<br />

bene che con onestà qualcuno si assumesse le<br />

proprie responsab<strong>il</strong>ità. Tutto sarebbe più fac<strong>il</strong>e.


duccio balestracci<br />

Robur<br />

ground zero<br />

Adesso, probab<strong>il</strong>mente, tutti i modi di dire e le citazioni sono stati<br />

consumati.<br />

Gli ottimisti (beati loro. Ma in che mondo vivranno?) si sono profusi<br />

nei vari “Solo chi cade può risorgere” (e figuratevi che resurrezione ci<br />

si può aspettare in questo caso! Roba da domenica di Pasqua), “Più<br />

buia è la notte, più vicina è l’alba” (e, nello specifico, come dicevano i<br />

Montierini, “È buio come un culo e l’aria sa di cacio”: speriamo faccia<br />

giorno presto, e pazienza per <strong>il</strong> cacio).<br />

I pessimisti (che stanno sulle scatole all’universo mondo, ma ai<br />

quali, nella situazione contingente, è diffic<strong>il</strong>e dar sulla voce) stanno finendo<br />

di farsi del male a suon di “Non c’è mai fine al peggio”; “S’è<br />

toccato <strong>il</strong> fondo”; “Non ci resta che piangere”.<br />

Ci mancava solo “La fatal Novara” di carducciana memoria, e ora è<br />

arrivata anche questa.<br />

La Robur è in pieno marasma. Il b<strong>il</strong>ancio calcistico è da brividi: una<br />

vittoria fuori casa con <strong>il</strong> Cagliari; una vittoria che conta così<br />

così in Coppa Italia e in casa, contro <strong>il</strong> Grosseto; tre pareggi<br />

e tutto <strong>il</strong> resto sconfitte. Ultima, quella di mercoledì<br />

25 novembre con <strong>il</strong> Novara (ottima<br />

squadra di quella che si chiamava C1) in<br />

Coppa Italia.<br />

In compenso, sulla panchina è successo<br />

di tutto: via Giampaolo e promotio di Baroni<br />

dalla Primavera alla prima squadra,<br />

mentre, però, nello stesso tempo si contatta<br />

Beretta perché torni a Siena (chissà<br />

quanto s’è sentito gratificato Baroni, che<br />

mentre gli davano la squadra vedeva che<br />

cercavano un altro al suo posto).<br />

Due partite: un 2-0 al Grosseto che fa<br />

sperare, ma, dopo lo 0-2 rimediato con l’Atalanta,<br />

via anche Baroni e arriva Malesani.<br />

Che esordisce stab<strong>il</strong>endo subito la par condicio<br />

con l’esonerato e perdendo 0-2 con l’appena ricordato<br />

Novara. Nessuno gli rimprovera niente,<br />

beninteso: era arrivato <strong>il</strong> giorno prima; ha avuto giusto <strong>il</strong><br />

tempo di buttare là una formazione e di assistere sbalordito alle nefandezze<br />

che i nostri eroi riuscivano a combinare in campo. Subito dopo <strong>il</strong><br />

triplice fischio dell’arbitro che metteva fine a quello sciagurato spettacolo,<br />

dal quale si salva poco o niente e più degno di una squadra di amatori<br />

che di una compagine di serie A, <strong>il</strong> povero Malesani ha commentato<br />

amaramente “ora ho capito perché siamo ultimi con solo sei punti”.<br />

La partita col Novara è stata <strong>il</strong> top del disastro, <strong>il</strong> ground zero della<br />

Robur.<br />

“E adesso, pover’uomo?” (continuiamo con le citazioni: questo è<br />

Hans Fallada. Germania, 1932). Malesani è atteso a qualche cosa di<br />

poco diverso da un miracolo (se fallisce anche lui non ci resta che chiamare<br />

in panchina Mago Merlino): ha fra le mani una squadra che più di<br />

tanto non riesce a fare; sa che, nel rapporto con i tifosi (che non gli<br />

danno colpe, è ovvio, ma inevitab<strong>il</strong>mente non possono non esternargli<br />

<strong>il</strong> loro scontento), tutto, a parte la loro personale cortesia, è contro<br />

di lui (altra quasi-citazione: Alcide De Gasperi, Conferenza di Pace di<br />

Parigi, 10 agosto 1946).<br />

Ma sopratutto ha da confrontarsi con <strong>il</strong> vero nodo della questione; <strong>il</strong><br />

problema nel problema. La società, in questo disastro, che intende fare?<br />

7<br />

Sono girate voci, non si capisce quanto fondate. Qualche settimana fa, di<br />

Giambattista Bagnini, industriale con esperienza sportiva sulle spalle, si<br />

dice che sarebbe disponib<strong>il</strong>e a comprare <strong>il</strong> Siena, e sui giornali appaiono<br />

foto a piena pagina dell’ex presidente del Monza, addobbato con sciarpa<br />

della Robur e circondato da facce sorridenti e speranzose. Ma l’interessato<br />

smorza gli entusiasmi: “È stato soltanto un pour parler”, “Ho dato la<br />

mia disponib<strong>il</strong>ità a parlarne, a fare delle valutazioni”; “Ho soltanto parlato<br />

e parlare non costa nulla. Poi serve conoscere lo stato reale delle<br />

cose”. Tutte affermazioni serie e responsab<strong>il</strong>i (comprare una squadra è un<br />

po’ diverso dal comprare un televisore) e che, proprio per questo, inducono<br />

anche i tifosi a stare coi piedi per terra.<br />

Spunta un’altra ipotesi: <strong>il</strong> Monte potrebbe/dovrebbe fare <strong>il</strong> salto di<br />

qualità e passare dal ruolo di main-sponsor a quello di proprietario di<br />

una percentuale della società.<br />

Proposta non nuova, a suo tempo naufragata. Potrà avere, oggi, le<br />

gambe per camminare? Speriamo, ma è tutto da verificare.<br />

Non sono tempi di vacche grasse, nemmeno per chi<br />

vanta legittimamente di aver scritto una (bella) storia<br />

italiana dal 1472. La proprietà (in toto o in parte<br />

significativa: le quote simboliche non interessano,<br />

astenersi perditempo) di una squadra<br />

di calcio di serie A è roba che vuol vedere in<br />

faccia. Il passo, che sembrava fosse realizzab<strong>il</strong>e<br />

quando assunse la presidenza Pier<br />

Luigi Fabrizi, si allontanò drasticamente<br />

quando lo stesso cedette <strong>il</strong> bastone di comando,<br />

e la sperata operazione “traghetto”<br />

tornò in alto mare.<br />

Ci si può tornare sopra? Ci sono le condizioni<br />

e i mezzi? Sarebbe tranqu<strong>il</strong>lizzante.<br />

Ci sono altri scenari? Se sì, sbrighiamoci a<br />

disvelarli perché di tempo ne resta poco. La società<br />

come intende affacciarsi al mercato d’inverno?<br />

Si ha la volontà (e soprattutto i mezzi) per<br />

cercare qualche toppa a quelle che non sono più falle<br />

ma potenti squarci? Che cosa si vuol fare del Siena calcio?<br />

Accompagnarla in una sorta di eutanasia verso la serie B? rassegnarsi<br />

e pensare già a come affrontare <strong>il</strong> campionato cadetto? cercare di salvare<br />

con le unghie e coi denti la serie A? varie ed eventuali? Risposte,<br />

per favore. Risposte serie, non luoghi comuni, non frasi fatte né rassicurazioni<br />

scontate. C’è un limite a tutto, anche alla tolleranza verso le<br />

prese per i fondelli. Anche da parte di quanti si fanno vanto di essere<br />

tifosi responsab<strong>il</strong>i, civ<strong>il</strong>i, comprensivi. Ora basta, c...! Ora basta!<br />

A Malesani l’ingrato compito di contenere i disastri da qui alla fine<br />

del girone d’andata: ci sono in gioco 18 punti da gestire col Bari fuori<br />

(mentre scriviamo: quando leggerete l’articolo, anche questa trasferta<br />

sarà già storia); col Catania e con l’Udinese in casa; col Palermo a Palermo;<br />

con la Fiorentina (la Fiorentina, sapete? quella con le maglie violette<br />

che sta nella parte alta della classifica? quella che quando ci s’è<br />

vinto c’è gente che ha avuto mancamenti di gioia? quella lì) in casa;<br />

con l’Inter a M<strong>il</strong>ano.<br />

Poi si gira. In bocca al lupo, mister. Di cuore e con affetto e stima.<br />

Alla società decidere che vuol fare da grande. Ce lo faccia sapere.<br />

Noi siamo qui. Con <strong>il</strong> consueto, gramsciano, pessimismo della ragione<br />

e ottimismo della volontà.


pallonate<br />

...ma <strong>il</strong> campionato senza<br />

Kakà non è più lo stesso<br />

Sentire, la sua assenza, si sente. Basta chiederlo ai tifosi rossoneri. Ora delizia i ‘soliti’ affezionati novantam<strong>il</strong>a<br />

del Bernabeu, ma <strong>il</strong> ricordo delle sue giocate e quel bizzarro soprannome che si porta appresso<br />

ce lo rende diffic<strong>il</strong>mente dimenticab<strong>il</strong>e anche a noi, maestri del doppio senso. Non a caso una volta fu proprio<br />

l’ex d.s. juventino Luciano Moggi che da buon ‘toscanaccio’ se ne uscì con questa battuta: “un giocatore<br />

con quel nome non lo prenderei mai…”. E mal gliene incolse, aggiungiamo.<br />

Parliamo ovviamente di Ricardo Izecson dos Santos Leite, detto Kakà, di questo straordinario campione<br />

che, per quanto ci riguarda, ha smesso di farci male alla nona giornata della stagione 2008-09 segnando<br />

a San Siro <strong>il</strong> rigore (nova!) del definitivo 2-1 per <strong>il</strong> M<strong>il</strong>an.<br />

Perché ne parliamo? Perché la rosea di recente ha pubblicato un elenco delle frasi più divertenti che<br />

circolano negli spogliatoi di serie A e B, e noi, con lo stesso spirito, vogliamo riproporre alcuni stralci di<br />

radio e telecronache che, sul f<strong>il</strong>o del doppio senso, hanno avuto per protagonista in questi anni <strong>il</strong> fuoriclasse<br />

bras<strong>il</strong>iano. Un’operazione che di certo non restituisce <strong>il</strong> sorriso ai tifosi bianconeri, ma provarci<br />

non costa niente.<br />

SENTITE IN TV<br />

-“Si era fatto vedere Kakà nell’area piccola…”<br />

-”Ora per <strong>il</strong> M<strong>il</strong>an è arrivato <strong>il</strong> momento di Kakà…”<br />

-“Occasione favorevolissima per Kakà…”<br />

-“Ma questa è una serata speciale per Kakà…”<br />

-“Poteva essere un pallone buono per Kakà…”<br />

-“ Pirlo trova un corridoio per Kakà…”<br />

-“Non è una grande serata per Kakà…”<br />

-“Le porte sono tutte aperte per Kakà…”<br />

-“Sono emersi gravi problemi per Kakà…”<br />

-“Pallone troppo morbido per Kakà…”<br />

-“Non c’è sostegno per Kakà, deve fare tutto da solo…”<br />

-“Ancelotti preferisce Kakà…”<br />

-“Giardino lascia spazio per Kakà…”<br />

-“Quelli che cercano <strong>il</strong> pallone per Kakà…”<br />

-“La palla non va mai a Kakà…”<br />

-“Ma Ancelotti vorrebbe anche Kakà ogni tanto…”<br />

-“Il tentativo di Kakà va a vuoto…”<br />

-“Stasera è meglio Kakà…”<br />

-“Senza Kakà è tutto un altro M<strong>il</strong>an…”<br />

-“Attenzione a Kakà…”<br />

-“In area c’è troppo traffico per Kakà…”<br />

-“Inzaghi cerca un’apertura per Kakà…”<br />

-“Ma la palla è troppo bassa per Kakà…”<br />

-“Ad un M<strong>il</strong>an così non basta neppure Kakà…”<br />

-“Chi si è spaventato a veder Kakà in Champions?...”<br />

-“Questa partita non dà spunti per Kakà…”<br />

-“Pirlo cerca di servire Kakà, ma c’è sempre qualcuno che lo disturba…”<br />

-“Si è aperta una voragine per Kakà…”<br />

-“Inzaghi cerca un appoggio per Kakà…”<br />

-“…si allarga per Kakà…”<br />

-“Era stata buona l’intenzione di Kakà…”<br />

-“Fornisce un altro suggerimento per Kakà…”<br />

-“Lasciateci Kakà!...”<br />

-“Ora ci vuole un gol che deve fa Kakà…”<br />

-“Pirlo ha una grande occasione per Kakà…”<br />

-“Troppo spazio per Kakà…”<br />

-“L’idea di Kakà era buona…”<br />

-“Un pallone adatto per Kakà…”<br />

-“Problemi di equ<strong>il</strong>ibrio per Kakà…”<br />

-“La palla va a Kakà…”<br />

-“Pirlo si era messo davanti a Kakà…”<br />

-“Stasera Ancelotti deve fare a meno di Kakà…”<br />

-“Ronaldinho Apre qualche spazio in più per Kakà…”<br />

“Senza Kakà la Champions sarebbe un’utopia…”<br />

-“Il Real spinge per Kakà…”<br />

-“L’unica trattativa in corso è quella per Kakà…”<br />

-“Al M<strong>il</strong>an la vita continua anche senza Kakà…”<br />

8


mario lisi<br />

“Chi ha incastrato<br />

l’A.C. Siena?”<br />

Pare che la Walt Disney, a distanza di vent’anni dal rivoluzionario<br />

f<strong>il</strong>m con <strong>il</strong> famoso coniglio Roger Rabbit in veste di<br />

protagonista, stia per far arrivare nelle sale cinematografiche<br />

una nuova pellicola con <strong>il</strong> seguito di quella storia.<br />

In attesa dunque di cimentarci ancora con l’amletico dubbio<br />

su chi abbia incastrato Roger Rabbit, possiamo ut<strong>il</strong>mente esercitarci<br />

con la domanda, assai più attuale ed angosciante, su<br />

chi invece può aver contribuito ad incastrare l’A.C. Siena. Perchè<br />

la situazione a questo punto del campionato, con la squadra<br />

bianconera laggiù in fondo alla classifica, è tale da far<br />

nascere <strong>il</strong> legittimo sospetto che a Siena ci sia chi ha deciso di<br />

chiudere la pur entusiasmante esperienza calcistica della<br />

Robur in Serie A.<br />

Andando con ordine (e senza<br />

paura di essere tacciati di disfattismo<br />

o di pessimismo incallito<br />

perché sarebbe davvero meraviglioso<br />

essere quanto prima<br />

smentiti dai fatti) sono tanti gli<br />

indizi che finiscono per indurre<br />

ad una conclusione del genere.<br />

Si può cominciare fin da questa<br />

estate quando la dirigenza<br />

ha mantenuto in panchina un allenatore<br />

demotivato che ormai<br />

in comune con la società bianconera<br />

aveva solo un contratto<br />

che non era riuscito a stracciare.<br />

Si potrebbe poi continuare ad<br />

avanzare ipotesi allarmanti<br />

guardando all’opera di smantellamento<br />

della squadra perseguita<br />

- verrebbe da dire con<br />

scientifica pervicacia - fino all’imminente<br />

vig<strong>il</strong>ia d’inizio campionato.<br />

A questo proposito<br />

nessuno mette in dubbio l’opportunità<br />

di monetizzare <strong>il</strong> talento di taluni calciatori sbocciati<br />

all’ombra della Torre del Mangia ma, a parte l’affare Zuniga, le<br />

altre operazioni non paiono essere state particolarmente vantaggiose<br />

nemmeno per esaltare la professionalità dei diretti<br />

interessati; Galloppa ad esempio è passato al Parma, squadra<br />

che sta facendo cose egregie ma che non è certo <strong>il</strong> Real Madrid;<br />

siamo sicuri che <strong>il</strong> biondo centrocampista ed <strong>il</strong> Siena non<br />

potessero stare ancora un altro anno insieme? A meno che<br />

non si sapesse già che la Serie B ci stava aspettando e allora<br />

assumerebbe una luce diversa anche l’autolesionistica cessione<br />

di Portanova che, forse, l’antifona l’aveva già capita...<br />

Che dire poi del colpevole ritardo nel sostituire Giampaolo,<br />

oggettivamente con i giorni contati fin dalla partita contro <strong>il</strong> Livorno,<br />

così come l’averlo sostituito con l’esordiente (ma già a<br />

libro paga...) Marco Baroni. Per finire con l’inconcludente<br />

quanto goffa “Beretta story”, servita più che altro a destab<strong>il</strong>iz-<br />

9<br />

zare ulteriormente un ambiente già sull’orlo di una crisi di<br />

nervi, e con l’ultima trovata di tentare la carta della disperazione<br />

Malesani a cui per amor di patria non si può che fare gli<br />

auguri.<br />

Insomma, davanti a tanto inusitato volersi far del male da<br />

soli, siamo autorizzati a pensare di tutto e le risposte alle m<strong>il</strong>le<br />

domande che ass<strong>il</strong>lano i tifosi possono a questo punto essere<br />

oltremodo inquietanti; dunque prendiamole una buona volta<br />

in considerazione! Intanto, qualora <strong>il</strong> Siena non m<strong>il</strong>itasse più<br />

nella massima categoria, <strong>il</strong> Comune (al di là della lettera aperta<br />

inviata dal Sindaco alla proprietà bianconera che ha più che<br />

altro <strong>il</strong> senso di un atto dovuto) non avrebbe l’ass<strong>il</strong>lo di spendere<br />

fior di m<strong>il</strong>ioni per <strong>il</strong> nuovo stadio ed annesse infrastrutture.<br />

A sua volta <strong>il</strong> cosiddetto<br />

“munifico sponsor”, che è<br />

pur sempre una banca e<br />

non un ricco scemo come<br />

tanti patron che frequentano<br />

<strong>il</strong> mondo del calcio, risparmierebbe<br />

un bel po’ di<br />

soldi, comunque pago della<br />

propria immagine in ambito<br />

sportivo grazie ai successi<br />

che <strong>il</strong> suo marchio conquista<br />

nel basket italiano ed europeo<br />

con i colori della Mens<br />

Sana. E dulcis in fundo potremmo<br />

addirittura arrivare<br />

a supporre che un po’ tutte<br />

le istituzioni cittadine, senza<br />

più <strong>il</strong> dorato balocco della<br />

costosissima Serie A a sollazzare<br />

quei vanesi dei senesi<br />

in tempi di crisi, si<br />

scrollerebbero di dosso<br />

l’imbarazzo, quasi un senso<br />

di colpa, che forse avvertono<br />

al momento di andare a batter cassa alla Rocca Salimbeni<br />

o in sede governativa per tentar di salvare la nostra<br />

Università in sciagurato dissesto.<br />

Il tutto con <strong>il</strong> beneplacito del presidente Lombardi Stronati<br />

che di pensieri ne ha già abbastanza per conto suo e che, a<br />

cose fatte, raccoglierà qualche improperio ma poi da Roma -<br />

c’è da esserne sicuri - guarderà alle cose senesi con animo<br />

sollevato, magari dopo aver fatto ulteriore cassetta vendendo<br />

a gennaio gli ultimi pezzi buoni di una squadra a quel punto<br />

già in serie B.<br />

Mentre a noi, con <strong>il</strong> cuore gonfio e... <strong>il</strong> sedere stretto, rimane<br />

solo da sperare che la crisi societaria ormai all’orizzonte di<br />

questa stagione già così poco felice non ci restituisca un sodalizio<br />

bianconero senza futuro e con <strong>il</strong> rischio di assomigliare,<br />

più che allo strampalato Roger Rabbit, al cornuto e mazziato<br />

W<strong>il</strong>ly Coyote.


Non è differente <strong>il</strong> giudizio sulla situazione<br />

del Siena calcio dei giornalisti non<br />

senesi da quelli senesi. La situazione è<br />

chiara per tutti. Anche chi segue le vicende<br />

bianconere da fuori, gli errori sono<br />

evidenti. Una campagna acquisti che ha<br />

indebolito la solida squadra dello scorso<br />

anno, la gestione dei rapporti con Giampaolo<br />

che non aveva gradito la campagna<br />

acquisti, <strong>il</strong> suo esonero, la storia riguardante<br />

Beretta. La ridda di allenatori fino<br />

all’arrivo di Malesani che, fiducioso, dice<br />

di essere ottimista anzi ‘molto ottimista’.<br />

Un lungo elenco di errori della società<br />

cosi evidente che non poteva certo sfuggire<br />

a chi ogni giorno segue la serie A.<br />

Ecco in breve una serie di opinioni.<br />

Massimo Rognoni (Mediaste) “Il<br />

Siena è in una situazione diffic<strong>il</strong>e. Penso<br />

che l’errore più grosso si sia fatto a inizio<br />

stagione. Quando c’è stato <strong>il</strong> contrasto tra<br />

la società e Giampaolo. Riguardo la squadra<br />

che è stata rinnovata, dico che non<br />

tutti gli anni può andare bene. Ora occorre<br />

essere compatti da parte della squadra<br />

e da parte dell’allenatore. E la società<br />

deve avere le idee chiare per dare loro sicurezza.”<br />

Massimo Boccucci (direttore Infopress)<br />

“Il mio parere è che in estate sono<br />

stati fatti troppi errori con cessioni di giocatori<br />

importanti che non sono stati sostituiti<br />

adeguatamente. A partire da<br />

Kharjia . Così come è stata sbagliata la<br />

gestione del caso Giampaolo da quando<br />

doveva andare alla Juve, fino a restare di<br />

controvoglia. Quindi è stata mal gestita la<br />

vicenda Beretta: non si caccia un allenatore<br />

fino a quando non se ne trova uno<br />

nuovo. Una stagione impostata malissimo<br />

non degna di una società come <strong>il</strong> Siena.<br />

Sarebbe occorsa una maggiore maturità.<br />

Ora gennaio diventa fondamentale per riparare<br />

agli errori.<br />

Stefano Boldrini (La Gazzetta dello<br />

sport) “È un Siena che sta buttando la<br />

serie A. Peccato per questa bella città d’arte<br />

che è famosa e alla quale <strong>il</strong> calcio ha dato<br />

un’altra vetrina e procurato ancora più simpatia.<br />

Peccato che la dirigenza dopo <strong>il</strong> bel<br />

torneo dell’anno scorso abbia operato male<br />

sul mercato e butti via la serie A in questo<br />

modo. Non credo a colpe di Giampaolo. È<br />

stata smantellata una squadra senza co-<br />

augusto mattioli<br />

L’eco della crisi bianconera raggiunge anche<br />

le redazioni della stampa nazionale.<br />

E i giudizi sono unanimi.<br />

“Troppi errori,<br />

sarà dura...”<br />

struirne una altrettanto competitiva. Auguro<br />

al Siena di salvarsi. In caso di retrocessione<br />

se non risolve i suoi problemi avrà non<br />

poche difficoltà a risalire.”<br />

Cristiano Puccetti (Italia 7) “Una situazione<br />

che preoccupa. C’era un’ossatura<br />

di squadra che è stata smantellata in un<br />

mercato con cessioni fatte con criteri discutib<strong>il</strong>i.<br />

Come quella di Cesare Portanova<br />

per prendere Terzi. E poi in estate a pesare<br />

c’è stata la questione riguardante<br />

Giampaolo.<br />

Francesco Sangermano (L’Unità)<br />

“Programmazione. È questa la parola magica<br />

che sembra mancare in casa Siena.<br />

Dopo 6 anni nel massimo campionato<br />

(mai più lasciato dalla storica promozione<br />

nel 2002/2003), questa stagione è nata<br />

sotto una cattiva stella. Quella, all’opposto<br />

del necessario, dell’approssimazione.<br />

I tormenti estivi di Giampaolo, un rapporto<br />

rotto che è stato ricucito a fatica<br />

ma, evidentemente, in maniera non abbastanza<br />

forte. E così ecco l’esonero e la<br />

“promozione” di Marco Baroni dalla Primavera.<br />

Una decisione che, anche a guardarla<br />

dall’esterno, non pareva convincere<br />

per primi gli stessi dirigenti della Robur.<br />

Senza la sterzata auspicata, logica conseguenza<br />

è stato <strong>il</strong> goffo tentativo di riportare<br />

‘a casa’ quel Beretta che dal cuore<br />

dei tifosi non è mai uscito ma che, giustamente,<br />

ha chiesto precise garanzie per<br />

poter riprendere <strong>il</strong> timone dei bianconeri.<br />

Ecco. Nel momento stesso in cui Beretta<br />

s’è tirato indietro (evidentemente non ricevendo<br />

dal presidente Lombardi Stronati<br />

quelle promesse di rafforzamento che riteneva<br />

requisito minimo e indispensab<strong>il</strong>e<br />

per raggiungere la salvezza) è apparso<br />

chiaro che la missione si faceva davvero<br />

diffic<strong>il</strong>e. Baroni, dal canto suo, ha continuato<br />

a lavorare con la consapevolezza<br />

di essere a “scadenza” e così è stato. L’ultima<br />

sconfitta casalinga con l’Atalanta gli<br />

è stata fatale e dopo appena 26 giorni <strong>il</strong><br />

Siena ha cambiato di nuovo. Tocca a Malesani,<br />

terzo allenatore che raccatta <strong>il</strong><br />

Siena desolatamente ultimo e con 6 miseri<br />

punticini. Presentandosi ha chiesto<br />

all’ambiente di “resettare” quanto successo<br />

finora. Resettare significa ripartire<br />

da zero. Dopo 13 giornate. C’era una volta<br />

la programmazione...”<br />

10 calcio<br />

Antonio Frasch<strong>il</strong>la (La Repubblica) “Secondo<br />

me la sensazione è che si sono<br />

perdute le relazioni che <strong>il</strong> Siena aveva ai<br />

tempi di De Luca. Come con la Juve, che<br />

garantiva giocatori di livello . Ora si naviga<br />

a vista. Non capisco l’atteggiamento<br />

della tifoseria che contesta la squadra che<br />

certo non è di livello elevatissimo dopo le<br />

cessioni di Galloppa Kharjia, Portanova e<br />

Zuniga. Quindi è normale che ci siano<br />

queste difficoltà. Malesani è un buon allenatore<br />

e <strong>il</strong> Siena ce la può fare. Magari<br />

con qualche acquisto a gennaio.”<br />

Claudio Lenzi (Gazzetta dello <strong>Sport</strong>)<br />

“Prima Giampaolo, poi Baroni, infine (?)<br />

Malesani. Ma la stagione del Siena diffic<strong>il</strong>mente<br />

cambierà col cambio d’allenatore<br />

perché è nata storta. C’è una data, <strong>il</strong> 9 luglio<br />

2009: al raduno dei bianconeri al<br />

Franchi, Giovanni Lombardi Stronati e<br />

Marco Giampaolo prendono la parola e si<br />

sfidano sul mercato. “Siamo sicuramente<br />

più competitivi dell’anno scorso” spiega <strong>il</strong><br />

presidente; “no, non siamo più forti” risponde<br />

<strong>il</strong> tecnico. L’impressione è d’aver<br />

davanti una ferita che non si rimarginerà.<br />

Infatti. Poco prima Paolucci aveva promesso:<br />

“Punto alla doppia cifra”. Al fantacalcio<br />

l’acquisto più oneroso nella storia<br />

del Siena va via meglio di Maccarone, ma<br />

dopo 10 giornate sono più le panchine<br />

delle presenze. Un mistero, come lo scambio<br />

tra Portanova e Terzi. Come l’arrivo di<br />

Malesani dopo la sosta: sono due settimane<br />

di lavoro perse. Come le strategie<br />

di mercato a gennaio, come gli assetti societari.<br />

I prossimi due mesi saranno decisivi,<br />

in campo e fuori: con l’arrivo di pochi<br />

rinforzi mirati e la tregua dei tifosi l’obiettivo<br />

salvezza è alla portata. Ci devono<br />

credere tutti, anche l’ultimo dei magazzinieri.”<br />

Buti Federico (Il Tirreno) “A Livorno<br />

siamo un po’ invidiosi perché <strong>il</strong> Siena ha<br />

i soldi e se la può ancora cavare. Ma la<br />

vedo dura. A Siena è successo come a Livorno<br />

due anni fa quando fu smantellata<br />

la squadra e furono persi giocatori importanti<br />

sul presupposto che non cambiando<br />

allenatore si poteva andare avanti<br />

lo stesso. La vedo dura perché <strong>il</strong> Siena<br />

deve recuperare su tre squadre, anche se<br />

qualcuna potrebbe venire giù. Al Siena<br />

concedo <strong>il</strong> 30% di possib<strong>il</strong>ità di salvarsi.<br />

Vuol dire che vi consolerete con <strong>il</strong> basket<br />

anche se Pianigiani potrebbe andare via..<br />

Parlando seriamente se <strong>il</strong> Siena retrocedesse<br />

mi spiacerebbe e faccio <strong>il</strong> tifo perché<br />

non accada sia al Siena sia al Livorno.<br />

E poi a me piace <strong>il</strong> fatto di avere tre squadre<br />

toscane in serie A. Certo poi tra noi ci<br />

scontriamo, ma sugli allenatori è stato<br />

fatto un gran casino. E le incertezze sui<br />

tecnici non sono segnali positivi. Per cambiare<br />

la situazione penso che a gennaio<br />

occorrano almeno tre giocatori buoni.


Noi ci crediamo ancora.<br />

E quelli che contano?<br />

Una stagione nata male e proseguita...peggio, pare aver raggiunto <strong>il</strong><br />

suo punto più basso mercoledì 25 novembre. Sconfitti ed um<strong>il</strong>iati da<br />

una squadra di prima divisione, i bianconeri hanno toccato un fondo dal<br />

quale si può solo risalire e per farlo è stato chiamato un nome noto,<br />

quel Malesani che qualche anno fa ha guidato con successo Parma e<br />

Fiorentina. Si è fatto apprezzare subito per la sua schiettezza “non credevo<br />

che la situazione fosse così grave” ha dichiarato al termine della<br />

debacle con <strong>il</strong> Novara. È da apprezzare sicuramente, dopo mesi di dichiarazioni<br />

false che hanno fatto perdere solo tempo prezioso. Ora<br />

non resta che affidarci a lui, ed alla sua voglia di riscatto e di tornare<br />

nel calcio che conta dopo qualche esperienza non proprio positiva. Affermare<br />

ancora che sarà dura, è un eufemismo.<br />

Nel frattempo, però, è esplosa con tutto <strong>il</strong> suo vigore la contestazione<br />

al patron Lombardi Stronati ed ai suoi più stretti collaboratori,<br />

culminata addirittura con un corteo nelle vie cittadine al quale<br />

hanno partecipato circa m<strong>il</strong>le tifosi, creando un clamoroso precedente.<br />

Come dar torto ai tifosi? Da giugno ad oggi è stato tutto un<br />

rincorrere per tappare buchi. Prima le cessioni importanti, accettate<br />

per ragioni di gestione economica anche dai tifosi bianconeri, salvo<br />

quella improvvida di Portanova, scambiato alla pari con Terzi. A parte<br />

qualche sporadica voce contraria, i supporters senesi si erano stretti<br />

intorno alla squadra ed alla società sperando che i successi degli ultimi<br />

anni continuassero nonostante le cessioni e le diatribe nate tra<br />

dirigenza e l‘allenatore (Giampaolo), ed a conferma di questo è venuto<br />

<strong>il</strong> record di abbonamenti (ben 8444!). La scarsa vena (e voglia)<br />

del mister abruzzese, unita alla discutib<strong>il</strong>e qualità di qualche nuovo acquisto,<br />

hanno fatto versare <strong>il</strong> Siena in una crisi profonda. Nonostante<br />

le prime avvisaglie, però, i dirigenti si sono sempre difesi affermando<br />

le loro ragioni e la bontà delle loro scelte, rifiutando l’ingaggio di Beretta<br />

e affidando la squadra al bravo ma inesperto Baroni. I risultati<br />

sono sotto gli occhi di tutti: per l’Italia calcistica siamo i predestinati<br />

all’inferno della B. Il male, però, non sarebbe la retrocessione. I veri<br />

tifosi l’hanno sempre messa nel conto, ma la mancanza di grinta e <strong>il</strong><br />

futuro societario. Se retrocessione dovrà essere, infatti, vogliamo che<br />

sia lottata, che anche l’ultima goccia di sudore sia persa per la causa<br />

bianconera. Per adesso, purtroppo, non è stato proprio così.<br />

L’altro punto di r<strong>il</strong>ievo è la società. Negli ultimi giorni <strong>il</strong> presidente<br />

Stronati è stato sfiduciato dalla città, istituzioni e sponsor compresi.<br />

Avrà ancora voglia di impegnarsi prima a gennaio con una<br />

campagna acquisti per rinforzare la squadra (mancano almeno un<br />

centrale e due laterali per essere competitivi) ? E se retrocediamo<br />

avrà intenzione di investire ancora o lascerà tutto nella mani del ...destino?<br />

Sono dubbi legittimi e che ci ass<strong>il</strong>lano molto più di quello che<br />

sarà <strong>il</strong> risultato finale.<br />

Eppure sarebbe bastato poco, un pizzico di capacità in più nelle<br />

scelte, per continuare a coltivare <strong>il</strong> sogno che ci ha lasciato in eredità<br />

Paolo De Luca. La Robur ha una base economica che poche altre società<br />

possono permettersi. La sponsorizzazione del Monte dei Paschi<br />

è un fiore all’occhiello che in tanti vorrebbero sfoggiare. Possib<strong>il</strong>e<br />

che tutto questo venga distrutto senza colpo ferire? Saremo romantici,<br />

irriducib<strong>il</strong>i ottimisti, ma noi vogliamo crederci ancora. Speriamo<br />

che lo facciano anche altri, quelli che contano. <br />

Dopo Giampaolo (in alto), Baroni e Malesani, a chi tocca?<br />

antonio gigli<br />

febbre alta<br />

11


È un Presidente “presente” Gigi Toscano,<br />

massimo dirigente del Gruppo<br />

<strong>Sport</strong>ivo San Miniato. Nella mente sempre<br />

due obiettivi: quello di far quadrare i<br />

conti ( che in queste realtà non è mai<br />

cosa fac<strong>il</strong>e) e quello della comunicazione<br />

(dove a volte ai nemici, per innescare<br />

“strani pensieri” basta davvero un<br />

niente). I b<strong>il</strong>anci appartengono alle “cose<br />

di casa” e lì devono rimanere; la comunicazione<br />

no! Perché altrimenti non avrebbe<br />

più senso e non si chiamerebbe comunicazione.<br />

La necessità allora è quella di<br />

parlare e di farle sapere una volta per<br />

tutte le cose che arbitrariamente vengono<br />

dette con la sola intenzione di portare discredito.<br />

Presidente Toscano, quello che avete<br />

vissuto è stato un anno diffic<strong>il</strong>e dove ci<br />

sono state vicende che ancora sembrano<br />

non sopirsi: che succede?<br />

“Succede che siamo quasi giunti alla<br />

fine di un 2009 che ci ha visti,nostro malgrado,<br />

al centro di vicende sportive che io<br />

stesso per amore della verità, tengo a<br />

chiarire ancora una volta da queste colonne,<br />

dal momento in cui alcuni dirigenti<br />

di varie società, forse per scarsa informazione<br />

e con una palese caduta di st<strong>il</strong>e (<strong>il</strong><br />

livello raggiunto è davvero bassissimo),<br />

arrampicandosi sugli specchi, perché altro<br />

non potrebbero fare,cercano ancora oggi<br />

di buttare fango sulla gestione e sulla direzione<br />

della Società San Miniato che<br />

dalle istituzioni sono stato chiamato a<br />

gigi rossetti<br />

Il San Miniato più forte delle polemiche, in cui è stato<br />

suo malgrado trascinato, grazie alla fermezza della dirigenza<br />

Un gioco di squadra che paga<br />

presiedere. E le argomentazioni addotte,<br />

lo lascio immaginare, sono a dir poco patetiche.”<br />

Queste continue spruzzate di veleno ai<br />

vostri danni, hanno tanto <strong>il</strong> sapore della<br />

vendetta.<br />

“Il San Miniato non è quello che alcune<br />

malelingue vorrebbero far credere, <strong>il</strong> San<br />

Miniato è quello che ha scoperchiato <strong>il</strong><br />

pentolone delle firme false sulle liste di<br />

giocatori vincolati a loro insaputa; <strong>il</strong> San<br />

Miniato è quella Società che indirettamente<br />

si è trovata al centro di un giro<br />

perverso di soldi estorti ad alcuni genitori<br />

da una società che con arroganti argomentazioni<br />

pretendeva di averne diritto<br />

quando invece di diritto non ne aveva alcuno.<br />

Il San Miniato è quello che in parte<br />

ha recuperato soldi che gli erano stati<br />

sottratti con raggiri a dir poco maldestri<br />

da ab<strong>il</strong>i pseudo-dirigenti; <strong>il</strong> San Miniato è<br />

quello che grazie ad una certosina gara<br />

di solidarietà è riuscito a mettere insieme<br />

,monetina sopra monetina, 1.500 euro,<br />

somma patteggiata di comune accordo<br />

con l’amministrazione comunale, dovuti a<br />

saldo di un contenzioso con cinque condomini<br />

di San Miniato per presunti danni<br />

subiti a causa del rumore del nostro generatore<br />

di corrente. San Miniato è questo<br />

ma per fortuna e ab<strong>il</strong>ità non soltanto<br />

questo.”<br />

Meno male allora che c’è <strong>il</strong> calcio giocato,<br />

quello dagli oltre 250 ragazzi che<br />

popolano <strong>il</strong> Gruppo <strong>Sport</strong>ivo!!<br />

12 calcio<br />

“…E che ci stanno regalando tantissime<br />

soddisfazioni!! Le amarezze fuori dal<br />

campo si trasformano in dolcezze nel rettangolo<br />

di gioco. I risultati non mancano,<br />

così come non manca la soddisfazione di<br />

aver visto crescere e valorizzare numerosi<br />

ragazzi e tutto questo, credo sia doveroso<br />

riconoscerlo, con l’aiuto dei genitori e dei<br />

fam<strong>il</strong>iari dei nostri ragazzi, della passione<br />

di tanti addetti ai lavori e del fondamentale<br />

supporto dei nostri sponsor. Risultati<br />

, in questa prima parte di stagione, indubbiamente<br />

superiori ad ogni nostra<br />

aspettativa della vig<strong>il</strong>ia. Un importante, è<br />

<strong>il</strong> caso di dirlo, gioco di squadra che mantiene<br />

la nostra Società sui livelli che le<br />

competono. Al di là di tutto questo però,<br />

<strong>il</strong> 2009 sarà ricordato soprattutto come<br />

l’anno che ci ha portato via una figura<br />

fondamentale per la nostra vita societaria.<br />

Il riferimento è ovviamente a Enzo<br />

Meniconi, un p<strong>il</strong>astro del nostro Gruppo<br />

<strong>Sport</strong>ivo del quale ogni giorno, costantemente,<br />

avvertiamo la mancanza. Un’assenza<br />

che fortissima abbiamo avvertito<br />

anche la sera della presentazione ( come<br />

ormai da tradizione effettuata all’Hotel<br />

Garden ndr) delle nostre squadre. C’erano<br />

autorità sportive e istituzionali, c’erano gli<br />

sponsor e tanti nostri amici, c’erano tutti<br />

i nostri ragazzi e tutti i loro genitori ma<br />

Lui, Enzo, al quale deve andare <strong>il</strong> nostro<br />

eterno grazie, non c’era.“ <br />

La squadra dei Giovanissimi A


francesco vannoni<br />

Quella sana voglia<br />

di esserci<br />

Suona mezzogiorno e si alza la palla a due; scoccano le 15 ed è già l’ora<br />

del fischio d’avvio. La consumata ritualità con la quale si compiono le procedure<br />

d’inizio in una partita di basket o in un incontro di calcio, non ha<br />

nulla di particolare da cui prendere le mosse per un’ouverture giornalistica.<br />

Eppure, in certe domeniche – non per la solita sciovinistica ‘spocchia’<br />

di senesità, semmai nella perfetta scansione di tempi strettissimi, obbligo<br />

imposto da bizzarre coincidenze di calendario - esser puntuali al Pala-<br />

MensSana o all’Artemio Franchi, maggiori templi dello show sportivo locale,<br />

vuol dire correre dal risveglio fino all’ora del tè in nome di una<br />

passione per la quale rinunciare a un pasto comodo o, per…’quelli della<br />

notte’, a qualche ora di sonno, non è affatto un sacrificio.<br />

Basta poter vedere la partita. E sul posto.<br />

Non ci ha mai appassionato granché <strong>il</strong><br />

‘live’ televisivo: la rincorsa alla tecnologia<br />

più accattivante, al dettaglio più<br />

minuzioso sarà anche l’esaltazione<br />

del progresso, ma la poltrona di<br />

casa è quel freno emozionale che<br />

nessun ritrovato elettronico potrà<br />

mai imporre. Men che meno in<br />

una città come Siena, dove la<br />

passione per le benamate, da<br />

estendere - va detto - al variegato<br />

ventaglio di realtà cittadine, forti di<br />

una propria ‘nicchia’ di supporters ,<br />

viene condivisa anche…dall’amata.<br />

Sciarpe e cappelli, al collo o sulla testa di<br />

tante donne, senza eccezioni d’anagrafe, evidenziano<br />

l’asessualità del tifo di casa nostra e conferiscono<br />

agli spalti, i contorni di una partecipazione fam<strong>il</strong>iare intesa<br />

non in senso dimensionale, <strong>il</strong> che finirebbe per esser riduttivo,<br />

ma bensì nell’accezione totale ed intergenerazionale di una<br />

festa collettiva.<br />

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Rita Pavone cantava<br />

la ‘Partita di Pallone’, lamentandosi di una domenicale solitudine<br />

che <strong>il</strong> tifo in rosa non soffre affatto protagonista, com’è dal<br />

parquet allo stadio, anche a queste latitudini. È lo sport, così semplicemente.<br />

Quello di vertice, dove Siena è ‘grande’ al pari delle grandi, se consideriamo<br />

gli storici risultati raggiunti in questi anni e i ‘numeri’ tutt’altro<br />

che irr<strong>il</strong>evanti, espressione inconfutab<strong>il</strong>e di una presenza di pubblico competente<br />

e qualificata.<br />

Come definirlo, altrimenti, <strong>il</strong> flusso di circa quindicim<strong>il</strong>a ‘malati di sport’<br />

che in occasione del doppio impegno casalingo scende in Viale Sclavo per<br />

poi risalire verso la ‘conca’ del Rastrello?<br />

Una ‘continuità fluttuante’ che, indipendentemente dal diverso colore<br />

dell’emozione preferita, dalla oggettiva capienza dei due impianti anche in<br />

base al numero di abbonati, risponde ad una voglia di ‘esserci’, sempre<br />

meno modaiola e molto più autenticamente sentita.<br />

Infatti, checché ne dicano i più ‘integralisti’ dei due rispettivi ‘versanti’<br />

che ne incarnano al più alto livello storia e prestigio, la geografia della<br />

Siena <strong>Sport</strong>iva ha assunto una dimensione trasversale, essa stessa carattere<br />

fondante dei fasti attuali.<br />

Certo, la media andrà forse stimata al ribasso, anche considerando <strong>il</strong> differente<br />

‘appeal’ e <strong>il</strong> ‘peso’ di un evento rispetto ad un qualsiasi altro, ma appuntamenti<br />

come quelli di domenica 22 novembre 2009 vivono di un’attesa<br />

così spasmodica, in qualche caso chiacchierata comunque emotivamente<br />

trascinante, da suggerire la ‘chiamata a raccolta’ dei momenti epocali.<br />

Sì, perché, a mezzogiorno sul parquet del PalaMensSana erano di fronte<br />

Montepaschi e Lottomatica Roma: ovvero la regina incontrastata nell’ultimo<br />

triennio della patria pallacanestro e una piazza come quella Capitolina che,<br />

anziché preoccuparsi di definire un progetto credib<strong>il</strong>e per fermarne la corsa,<br />

si è sempre più spesso abbandonata ad una pericolosa cultura dell’<strong>il</strong>lazione<br />

13<br />

o alla fac<strong>il</strong>e ironia (vi ricordate <strong>il</strong>…’borgo medievale’?).<br />

Tuttavia, l’indiscusso talento di alcuni elementi, la curiosità intorno ad<br />

un ex di lusso come David Hawkins, passato quest’anno in maglia biancoverde<br />

per cercare di raggiungere quei successi che proprio la Montepaschi<br />

gli ha negato, e la concreta prospettiva di nuovi confronti in chiave<br />

play-off, conferivano a questo match un evidente r<strong>il</strong>ievo tecnico che Siena<br />

ha seguito e vissuto appieno, con apoteosi finale per l’ennesima meritatissima<br />

vittoria, larga anche nei contorni del punteggio.<br />

Tre ore più tardi l’attenzione si è spostata sul prato dell’Artemio Franchi,<br />

teatro di un altro momento campale, stavolta sulla sponda bianconera<br />

e dall’esito diametralmente opposto: <strong>il</strong> Siena doveva vedersela con<br />

l’Atalanta di Antonio Conte, in una chance fondamentale per<br />

riagganciare <strong>il</strong> ‘treno salvezza’ e continuare a credere<br />

nel suo settimo ‘scudetto’. Perché di questo si tratterebbe,<br />

senza enfasi e con puro realismo. L’ennesima<br />

debacle interna è costata la panchina a<br />

Marco Baroni, toccherà ora ad Alberto Malesani,<br />

terzo allenatore stagionale, provare a<br />

compiere un’altra impresa da scrivere nella<br />

storia della società bianconera.<br />

La squadra ha senz’altro i valori<br />

tecnici e morali per rialzarsi e<br />

<strong>il</strong> pubblico sa di dover<br />

fare fino in fondo la<br />

sua parte di ‘dodicesimo<br />

uomo’,<br />

anche manifestando<br />

alcune<br />

divergenze<br />

sulle politiche<br />

societarie, assolutamente<br />

legittime se<br />

espresse entro i<br />

binari della massima<br />

civ<strong>il</strong>tà.<br />

È lo sport. Mosso dalle<br />

sue inevitab<strong>il</strong>i altalene, corpo<br />

perpetuo di una diversa stella: ora<br />

buona con insperate sorprese; ora meno propizia sotto insospettab<strong>il</strong>i difficoltà,<br />

scrive pagine diverse ogni volta, con l’inchiostro del talento, della<br />

fortuna e, non ultimo, del caso, preziosa opportunità o beffarda incognita.<br />

Stare sull’Olimpo significa accettare i ‘capricci’ degli dèi. E se è vero<br />

che quelli del basket sembrano avere ‘in grazia’ la creatura Montepaschi,<br />

è anche vero che c’è tutto <strong>il</strong> tempo perché le divinità del pallone tornino ad<br />

essere benevoli nei confronti della Vecchia Robur.<br />

A patto però che gli umani continuino a crederci, senza lambiccarsi <strong>il</strong><br />

cervello con nefaste previsioni dagli scenari apocalittici, ma cercando di vivere<br />

l’oggi, proprio per restare aggrappati ad un sogno che tutti insieme<br />

abbiamo conquistato e che con la stessa tenacia dovremo riuscire a non<br />

disperdere.<br />

Ecco la sfida più importante che Siena deve vincere ogni anno: regalare<br />

un futuro a questo presente, nell’assoluta consapevolezza di potersi ‘guadagnare’<br />

dolci tuffi nel passato. Tutto scorre, ma noi preferiamo continuare<br />

ad ‘ammalarci’ di sport.<br />

Pensandoci bene, è questa l’unica sana patologia dalla quale non siamo<br />

interessati a guarire. Allo stadio o sul parquet i ‘brividi’ da…febbre alta ci<br />

piacciono molto di più di una soporifera routine. Esaltarsi o innervosirsi fa<br />

parte del gioco, ma poter inseguire obiettivi importanti val bene qualche<br />

boccone amaro da ingoiare e un po’ di lucida rabbia da sfogare. Gli applausi<br />

saranno ancora tanti e neppure le standing-ovation si faranno attendere.<br />

Il copione dello sport, a Siena, è questo e molto altro. Che lo<br />

spettacolo continui dal massimo palcoscenico e…ad majora.


Giocare a vinciperdi<br />

Troppo fac<strong>il</strong>e mettere a confronto - come tanti a Siena stanno<br />

facendo in questi giorni – gli ultimi presidenti della Robur. Due uomini,<br />

due st<strong>il</strong>i, due immagini. Quella del compianto De Luca: portò<br />

squadra e società in serie A e ce la mantenne stoicamente, cedendola<br />

solo quanto era giunto allo stremo delle forze. Quella del deprecato<br />

Lombardi Stronati: sull’abbrivio della vecchia gestione ha festeggiato<br />

la sesta salvezza e poi si è dedicato a modellare <strong>il</strong> Siena a sua immagine<br />

e somiglianza. Una roba che nemmeno <strong>il</strong> dottor Jeckyll e mister<br />

Hyde. Bravissimo nel dare efficienza alla società, a detta di molti un<br />

modello di organizzazione; assolutamente<br />

rovinoso nel rapportarsi con<br />

gli allenatori e nel costruire la squadra,<br />

sbagliata da cima a fondo. Giudizio<br />

da bar sport, lo ammettiamo,<br />

ma ditemi voi se c’è spazio per sfumature<br />

ed eufemismi. Abbiamo visto<br />

in tre mesi la costruzione di un incredib<strong>il</strong>e<br />

capolavoro in negativo,<br />

un’operazione scientificamente ‘a<br />

perdere’, talmente perfetta da far<br />

dubitare perfino nella buona fede,<br />

che andrebbe sempre riconosciuta.<br />

Se non altro perché una società in<br />

serie A ha un certo valore di mercato,<br />

in serie B molto meno. Perché<br />

è impensab<strong>il</strong>e che un presidente e un<br />

gm lavorino alacremente per garantirsi<br />

l’insuccesso, nemmeno l’“Artemio<br />

Franchi” fosse la casa della<br />

mitica Longobarda, la squadra de<br />

“L’allenatore nel pallone”, ricordate<br />

<strong>il</strong> vecchio f<strong>il</strong>m con Lino Banfi? E chi<br />

accetterebbe di fare l’Oronzo Canà<br />

della situazione? Risolto <strong>il</strong> rapporto<br />

con Giampaolo, bruciato <strong>il</strong> ‘secondo’<br />

Baroni, datosi alla fuga Beretta dopo <strong>il</strong><br />

primo colloquio, ora ci prova Malesani, piombato in un marasma disperante.<br />

Alla guida di calciatori ai quali, tranne pochissime eccezioni,<br />

duole rimproverare la conclamata cagneria tecnica, ma fa molto più<br />

male contestare la mancanza di attributi.<br />

Siamo abituati a dare per scontato che in Italia e nel mondo può<br />

esistere solo un Massimo Moratti che paga di tasca sua cifre equivalenti<br />

al p<strong>il</strong> del Belgio per realizzare un sogno, ripercorrere i passi del<br />

padre Angelo. Diamo altrettanto per scontato che fare <strong>il</strong> presidente<br />

di una società di calcio è sempre e ovunque un affare, compri a due<br />

e rivendi a tre. Lo è tanto più a Siena, dove chi si assume un tale compito<br />

è invariab<strong>il</strong>mente un imprenditore <strong>il</strong> quale non può dire di no a<br />

Babbo Monte che nei suoi confronti vanta un credito consistente, e<br />

se si dichiara disposto a metterci la faccia e qualche m<strong>il</strong>ioncino all’inizio,<br />

giusto per fare bella figura, l’affare si può concludere. Tanto al<br />

resto pensa la banca, che, non dimentichiamolo, nel calcio è <strong>il</strong> quarto<br />

sponsor d’Italia. E quando i rapporti diventano usurati da non poterne<br />

più, sotto con un nuovo acquirente: recuperate le spese e lucrato<br />

un guadagno adeguato, non è proprio un destino infame essere<br />

<strong>il</strong> patron bianconero. Anche De Luca venne a Siena un po’ per riconoscenza<br />

verso la città (<strong>il</strong> figlio ben curato alle Scotte), un po’ per in-<br />

vincenzo coli<br />

zapping<br />

14<br />

teresse (<strong>il</strong> progetto del nuovo stadio in tasca e idee ambiziose di<br />

marketing). Diamo per scontato che sia sempre così, e così è stato,<br />

fino all’avvento di Lombardi Stronati. Poi si è rotto qualcosa, e <strong>il</strong><br />

tempo dirà cosa. Diamo infine per scontato che le persone non sono<br />

tutte uguali: li differenziano <strong>il</strong> carattere, <strong>il</strong> cuore, i valori etici. De Luca<br />

era venuto a Siena anche per fare business, ma era un passionale, un<br />

entusiasta, della nostra città si era innamorato davvero, e forse non<br />

l’abbiamo ricambiato abbastanza. Lombardi Stronati è <strong>il</strong> suo opposto,<br />

un uomo tutto calcolo e freddezza, al quale riesce francamente<br />

diffic<strong>il</strong>e perdonare anche gli errori,<br />

figuriamoci le furbate degne di<br />

uno Scapino. Per questo non è<br />

giusto fare confronti con <strong>il</strong> recente<br />

passato. Può anche darsi<br />

che emotivamente Siena e <strong>il</strong><br />

Siena per l’attuale presidente<br />

contino pochino. Ma che si sia<br />

trovato a gestire una società<br />

con un b<strong>il</strong>ancio in attivo, questo<br />

davvero non possiamo darlo per<br />

scontato. Ed è proprio dalla risoluzione<br />

del profondo rosso<br />

societario ereditato, a fare pendant<br />

con lo sprofondo nero<br />

della squadra, che occorrerà ripartire.


Arrivati a dicembre, si pone <strong>il</strong> duro compito di fare <strong>il</strong><br />

consuntivo della stagione dell’atletica leggera. Duro<br />

perché tanti sono ovviamente i protagonisti, gli eventi<br />

e i risultati che hanno contraddistinto anche per <strong>il</strong> 2009<br />

<strong>il</strong> mondo dell’atletica senese, con un’attività che non<br />

conosce respiro – salvo le brevi pause di agosto e novembre<br />

– e che ha visto coinvolti in modo incessante<br />

atleti, tecnici e dirigenti.<br />

Innanzitutto anche per <strong>il</strong> 2009 va detto che l’atletica<br />

leggera senese si è proposta in maglia azzurra, e lo ha<br />

fatto in un contesto importante come quello delle Universiadi.<br />

Elisa Palmieri è infatti stata l’unico sportivo senese<br />

presente in questa importante rassegna globale, a suggello<br />

di una crescita agonistica e di risultati (65,34m <strong>il</strong><br />

suo nuovo personale nel martello) di qualità. Poco purtroppo<br />

se ne è parlato nella stampa cittadina, e questo<br />

fa male perché le prestazioni della Palmieri e la sua maglia<br />

azzurra sono un fiore all’occhiello, non solo per l’atletica,<br />

ma per lo sport senese tutto. Appare diffic<strong>il</strong>e<br />

constatare che chi dovrebbe seguire certi accadimenti<br />

non si renda conto di tutto questo, ma così va <strong>il</strong> mondo,<br />

ed è inut<strong>il</strong>e farsene una ragione.<br />

Elisa non è stata la sola a portare in alto <strong>il</strong> nome di<br />

Siena, perché al suo fianco la compagna dell’Esercito<br />

Chiara Bazzoni si è confermata al vertice delle graduatorie<br />

nazionali dei 400m, vincendo <strong>il</strong> titolo italiano con<br />

la 4x400m e ponendo – dopo aver partecipato a Tampere<br />

con la nazionale assoluta all’incontro indoor Italia<br />

– Finlandia - la propria candidatura a vestire la maglia<br />

azzurra nella staffetta del miglio per Coppa Europa, o<br />

mondiali.<br />

Non è mancata nel finale di stagione neppure Domit<strong>il</strong>la<br />

Bindi, che tra un infortunio e l’altro è riuscita a<br />

correre sui 400m in 55”09, mentre nei suoi 400hs ha dimostrato<br />

che deve ancora riprendersi completamente.<br />

Tutte brave quindi come del resto Serena Tronnolone<br />

che non tradisce mai, e nel giavellotto (quest’anno<br />

47,98m) è ottava nelle graduatorie nazionali stagionali;<br />

ed Elena Calzeroni (che gareggia assieme all’altra senese<br />

Cristina Fornacelli per <strong>il</strong> CUS Sassari), capace di<br />

andrea bruschettini<br />

Cala <strong>il</strong> sipario su una stagione<br />

caratterizzata da luci e ombre<br />

ma con interessanti prospettive<br />

per <strong>il</strong> 2010<br />

Dopo<br />

la semina,<br />

<strong>il</strong> raccolto<br />

raggiungere la qualificazione ai campionati italiani assoluti<br />

nel disco<br />

Maurizio Cito ha fornito una grande prova nella finale<br />

dei societari di cross in febbraio (sedicesimo assoluto),<br />

poi si è un po’ spento, per ritrovarsi parzialmente<br />

in pista con pieno merito a livello toscano: vittoria del<br />

Gran Prix Montepashi e storica tripletta di titoli regionali,<br />

1500m, 5000m e 10000m.<br />

La Terrecablate Uisp Atletica Siena ha vissuto un<br />

anno interlocutorio, dove si è rafforzato <strong>il</strong> settore giovan<strong>il</strong>e<br />

(grazie all’operato di br<strong>il</strong>lanti e motivati istruttori)<br />

che nelle categorie ragazzi/e e cadetti/e ha fatto incetta<br />

di titoli provinciali, proponendo interessanti prospetti<br />

anche in chiave regionale (appaiono ricchi di talento<br />

Yohannes Chiappinelli e Matteo Sclavi), ma ha visto gradualmente<br />

scomparire <strong>il</strong> proprio settore assoluto. Sicuramente<br />

l’ambito assoluto (categorie juniores, promesse<br />

e seniores) è quello che presenta le maggiori difficoltà<br />

di gestione per un club, ed in questo la vecchia società<br />

senese sembra seguire un trend ormai consolidato<br />

anche per varie e apparentemente affermate realtà toscane.<br />

Il nome che comunque più di altri si è affermato, è<br />

quello di F<strong>il</strong>ippo Costanti, che a vent’anni ha vinto <strong>il</strong> titolo<br />

regionale dei 400m ed ha portato <strong>il</strong> personale a<br />

48”62, soli tre centesimi dal record provinciale assoluto.<br />

È cresciuto come auspicato <strong>il</strong> mezzofondista Emanuele<br />

Fadda, capace di buoni tempi dagli 800m fino ai<br />

5000m, mentre nomi nuovi si affacciano all’orizzonte,<br />

come l’altista Matteo Baldi e <strong>il</strong> velocista Lorenzo Centini.<br />

Sono invece da rimandare le juniores Elisa Pieri, Alba<br />

Baglioni, Marta Tanganelli che, alle prese con gli esami<br />

di maturità, hanno gioco forza dovuto ridurre l’intensità<br />

dell’allenamento e mantenere un prof<strong>il</strong>o agonistico<br />

sottodimensionato rispetto alle proprie possib<strong>il</strong>ità.<br />

Il vero nome nuovo dell’anno viene dalla Val d’Elsa,<br />

ed è quello di Irene Siragusa. Già protagonista nella categoria<br />

cadetti lo scorso anno, la sedicenne dell’Atletica<br />

2005 (sodalizio valdelsano in cui confluiscono i vivai di<br />

Libertas Atletica Valdelsa, U.P.Poggibonsi, Olimpia Valdelsa,<br />

A.P.D. San Gimignano) ha portato <strong>il</strong> personale nei<br />

100m a 12”19, seconda in Italia tra le allieve. Agli italiani<br />

di categoria solo l’emozione l’ha frenata in finale, costringendola<br />

a un pur valido sesto posto, senza per altro<br />

intaccare <strong>il</strong> suo sorriso e una genuina spontaneità mostrata<br />

in pista. Allenata da Vanna Radi e inserita nel<br />

gruppo del progetto Talento della FIDAL Italia, Irene potrà<br />

ulteriormente progredire nel 2010, non fosse altro per gli<br />

stimoli che giungeranno dalla vicinanza della pisana Bongiorni,<br />

<strong>il</strong> punto di riferimento della categoria dall’alto della<br />

sua leadership nel settore.<br />

16<br />

atletica leggera<br />

Il 2010 è un anno atteso anche da due atleti che<br />

hanno calcato nel 2009 le piste solo sporadicamente,<br />

ovvero Edoardo Baini e Alice D’Auria.<br />

Per i due gioiellini della Terrecablate Uisp Siena discorsi<br />

differenti in merito a questa stagione: concentrazione<br />

massima sugli impegni scolastici per <strong>il</strong> primo, e<br />

conseguente totale abbandono della scena agonistica<br />

nel momento clou della stagione (giugno- luglio); infortuni<br />

troppo duri e lenti da assorbire per la seconda, comunque<br />

in febbraio vicecampionessa italiana indoor del<br />

lungo juniores.<br />

La preparazione invernale sembra però iniziata al<br />

meglio per entrambi, tra l’altro Baini, scegliendo di studiare<br />

giurisprudenza presso <strong>il</strong> nostro ateneo, ha spostato<br />

la sua base d’allenamento dalla pista di Torrita al campo<br />

scuola Renzo Corsi, e questo potrebbe essere un nuovo<br />

importante stimolo per la sua carriera d’atleta di vertice.<br />

Tutto ok quindi per l’atletica senese?<br />

Come sempre luci ed ombre si sovrappongono per<br />

un ambito sportivo che si regge interamente sul volontariato<br />

e che da un punto di vista agonistico è sempre<br />

più esigente nella cadenza degli allenamenti (non ci scorderemo<br />

mai di ricordarlo). Certo che ci sono i presupposti<br />

per far bene, per vedere <strong>il</strong> riscatto di quanti in questo<br />

2009 hanno ben seminato, ma non troppo raccolto; per<br />

quanti vorranno proprio voltar pagina, si veda in particolare<br />

<strong>il</strong> capitolo infortunati e i “maturati”; per quanti vorranno<br />

confermare di essere atleti da maglia azzurra.<br />

In mezzo a tutto questo non può essere dimenticato<br />

<strong>il</strong> ruolo fondamentale dei dirigenti di società, semplici<br />

appassionati che con sacrificio dedicano <strong>il</strong> proprio<br />

tempo libero a mantenere in vita <strong>il</strong> “giocattolo”, spesso<br />

organizzando eventi di successo, come in questo 2009<br />

i Campionati italiani Libertas di cross a Colle, <strong>il</strong> Meeting<br />

della Liberazione a Siena (tappa ormai classica di inizio<br />

stagione outdoor), i progetti L’Atletica va a Scuola, Il<br />

Gioco Atletica, <strong>il</strong> Trofeo Cecco, e poi ancora i Campionati<br />

toscani allievi a Colle Val ‘Elsa e i Campionati toscani<br />

juniores/promesse a Siena. <br />

Irene Siragusa e Lorenzo Centini


Lunedi 14 dicembre appuntamento al PalaGiannelli per l’edizione 2009 dell’importante iniziativa benefica<br />

Torna ‘<strong>Sport</strong> for Africa’<br />

nel segno della solidarietà<br />

Quando un progetto di solidarietà riesce ad unire per<br />

uno stesso obiettivo energie e passione, quando questo<br />

sforzo si trasforma in un prodotto concreto e di qualità,<br />

quando le testimonianze sono esempio e stimolo per chi<br />

ascolta, <strong>il</strong> risultato finale travalica l’obiettivo di partenza.<br />

Travalicare l’obiettivo di partenza è proprio quello che<br />

l’Associazione Gabnichi ONLUS si è proposta per questo<br />

2009 avvalendosi della collaborazione di Mens Sana 1871<br />

per cercare di sensib<strong>il</strong>izzare i giovani, gli sportivi e la popolazione<br />

tutta attraverso l’organizzazione della serata<br />

“<strong>Sport</strong> For Africa 2009” che si svolgerà lunedì 14 dicembre<br />

nel PalaGiannelli di Viale Sclavo.<br />

Mens Sana è una storia lunga più di 130 anni, una<br />

realtà sportiva che anno dopo anno ha saputo allargare i<br />

propri orizzonti ed adattarsi ai tempi, abbracciando nuove<br />

tecnologie, mode, abitudini e soprattutto sfide importanti<br />

e di altissimo livello sociale sempre con l’aus<strong>il</strong>io di quei ragazzini<br />

che negli anni hanno varcato le porte biancoverdi<br />

per essere avviati allo sport e che poi, come parte integrante<br />

della Società, si sono ritrovati adulti intraprendenti<br />

e capaci di sv<strong>il</strong>uppare idee socialmente ut<strong>il</strong>i.<br />

Il Premio di composizione musicale “Simone Ciani”, <strong>il</strong><br />

Progetto Parafitness, <strong>il</strong> Learning@Social<strong>Sport</strong>, <strong>il</strong> Progetto<br />

“Mental Training” e progetti legati all’ecologia, sono solo<br />

alcuni esempi di quanto la Polisportiva bianco-verde sia<br />

presente ed abbia la competenza giusta per portare avanti<br />

anche tematiche di forte impatto sociale.<br />

Gabnichi ONLUS è invece un’associazione molto più<br />

giovane.<br />

È nata infatti nel 2005 allo scopo di profondere e rac-<br />

cogliere <strong>il</strong> consenso di un “pubblico” sempre più vasto e<br />

disposto a “patrocinare” i progetti che via via prendevano<br />

forma ma che avevano bisogno, per la loro realizzazione,<br />

di una sede ed una identità ben precisa. L’aspetto primario<br />

di questa associazione è proprio<br />

quello di offrire soccorso alle popolazioni<br />

in via di sv<strong>il</strong>uppo, principalmente<br />

attraverso la realizzazione di nuove strutture<br />

scolastiche, sanitarie e di accoglienza,<br />

oltre che mediante l’adozione a<br />

distanza di bambini.<br />

L’associazione persegue i propri<br />

obiettivi con <strong>il</strong> sostegno dei contributi<br />

provenienti da privati, aziende, enti ed<br />

amministrazioni conferiti sia sotto forma<br />

di versamenti in denaro sia, preferib<strong>il</strong>mente,<br />

mediante la “donazione in natura”<br />

di materiali, mezzi, competenze e<br />

servizi necessari per la realizzazione dei<br />

progetti.<br />

Ed è proprio con questo intento che<br />

Gabnichi ONLUS e Mens Sana 1871 si sono fuse in un progetto<br />

che ha come obiettivo quello di dare una casa a<br />

cento bambini e di completare la realizzazione della struttura<br />

di accoglienza entro <strong>il</strong> 2010. L’evento, promosso per<br />

raccogliere fondi da destinare alla costruzione dell’ orfanotrofio<br />

in Burkina Faso, si affianca al costante contributo<br />

del giocatore senese Bernardo Corradi, da sempre legato<br />

alla manifestazione e presente anche quest’anno alla serata.<br />

Eventi come questo e volontari dal “cuore grande”<br />

hanno permesso dal 2005 ad oggi di realizzare progetti<br />

importantissimi quali un nuovo alloggio per insegnanti a<br />

Pikeoko, <strong>il</strong> “barrage” sul fiume Natambè, <strong>il</strong> centro polivalente<br />

di Pikeoko, la realizzazione di un pozzo presso la<br />

scuola di Kibaigwa, della scuola di Pikeoko in Burkina Faso,<br />

la ristrutturazione del ginnasio “Bedri Pejani” di Pec in Kosovo,<br />

e la creazione dell’as<strong>il</strong>o di Mkoka in Tanzania. I progetti<br />

che invece sono in fase di realizzazione sono appunto<br />

l’orfanotrofio di Fada N’Gourma e una scuola secondaria<br />

di Kongwa in Tanzania.<br />

L’evento, che è stato presentato nei dettagli da Piero<br />

Ricci, presidente Mens Sana 1871 e da Stefano Di Rug-<br />

17 polisportiva<br />

gero, vicepresidente di Gabnichi, hanno espresso la piena<br />

condivisione dei valori più profondi come la solidarietà, la<br />

lealtà e l’altruismo, aspetti fondamentali anche nello sport.<br />

Per aiutare Gabnichi a completare la realizzazione dell’orfanotrofio<br />

in Burkina Faso,<br />

nella serata del 14 dicembre<br />

saranno presenti a Siena numerosi<br />

personaggi del mondo<br />

sportivo nazionale, ai quali si<br />

uniranno i giovani atleti di<br />

Mens Sana 1871. Alla serata<br />

campioni affermati e giovani<br />

sportivi, si incontreranno cercando<br />

di creare insieme un<br />

clima di allegria per fondere insieme<br />

sport e solidarietà.<br />

A Graziano Salvatori spetterà<br />

invece <strong>il</strong> compito di presentare<br />

la serata e di condurre l’asta di<br />

beneficienza nella quale verranno<br />

messi in palio, tra le altre<br />

cose, maglie originali di campioni<br />

di calcio, basket, F1, motociclismo, pallavolo, ciclismo<br />

e tanti altri sport (l’elenco completo dei premi è sul<br />

sito http://www.gabnichi.com/sportforafrica/2009/lotteriaª<br />

sp.<br />

Durante la serata verrà proclamato anche <strong>il</strong> vincitore<br />

della Lotteria della Solidarietà 2009 (i cui biglietti sono in<br />

vendita anche presso Mens Sana 1871) che si aggiudicherà<br />

una vacanza a Miami.<br />

L’asta di beneficenza si concluderà con <strong>il</strong> conferimento<br />

del terzo Premio Gabnichi che verrà conferito a personaggi<br />

del mondo dello sport e dello spettacolo che nel corso del<br />

2008 si sono distinti per <strong>il</strong> loro impegno in iniziative a favore<br />

della solidarietà e del volontariato. Nel 2006 <strong>il</strong> premio<br />

venne assegnato a Paolo Brosio e nel 2007 andò al<br />

tecnico della Nazionale di calcio Campione del Mondo<br />

Marcello Lippi. Quest’anno <strong>il</strong> Premio sarà realizzato e consegnato<br />

dall’<strong>il</strong>lustre artista Antonio Possenti. <br />

A sinistra, la zona dov’è in costruzione l’orfanotrofio. In alto a<br />

destra Lippi; sotto, Bernardo Corradi.


sergio zingarelli<br />

Uno che può dire:<br />

“io c’ero”<br />

Ancora una volta partecipare alla<br />

Maratona di New York è stata un’esperienza<br />

unica, tra le più intense<br />

ed entusiasmanti. Non è un caso<br />

che sia una tra le più ambite sia<br />

dagli atleti professionisti che da<br />

quelli amatoriali e che proprio per<br />

la sua popolarità la partecipazione<br />

ora è a numero chiuso. Nonostante<br />

fosse già la quarta volta che correvo<br />

a New York dal 2003, anno in<br />

cui quasi per scommessa mi sono<br />

iscritto alla gara della Grande Mela,<br />

ancora una volta mi sono emozionato<br />

e commosso.<br />

Il percorso copre tutti e cinque i<br />

distretti di New York City e la partenza<br />

da Staten Island, vicino al<br />

ponte Verrazzano-Narrows, ha sempre<br />

qualcosa di maestoso e di suggestivo:<br />

<strong>il</strong> ponte, che normalmente<br />

è adibito al solo transito di vetture,<br />

chiude per l‘occasione e nei minuti<br />

successivi alla partenza è percorso<br />

da un serpente colorato di corridori<br />

che crea una scena di grande effetto<br />

non solo per chi la osserva da<br />

fuori, ma anche per chi la vive in<br />

prima persona dall’interno. Trovarsi<br />

lì in quel momento insieme ai tuoi<br />

amici, agli oltre 3000 italiani che<br />

hanno preso parte a questa edizione<br />

oltre agli altri 45.000 maratoneti<br />

provenienti da tutto <strong>il</strong> mondo,<br />

ti fa sentire parte di un qualcosa di<br />

più grande. Un’emozione diffic<strong>il</strong>e<br />

da spiegare a parole, ma molto nitida<br />

nella mente.<br />

Quest’anno <strong>il</strong> gruppo di Rocca<br />

delle Macìe, rigorosamente amatoriale<br />

ed unito dalla comune passione<br />

per questo genere di gare,<br />

era composto da 11 persone tra<br />

amici e collaboratori provenienti da<br />

Roma e da Siena (tra i quali <strong>il</strong> sindaco<br />

di Colle Val d’Elsa Paolo Brogioni),<br />

ed anche se correre una<br />

maratona richiede un grande<br />

sforzo e una lunga preparazione<br />

alla fine per tutti aver partecipato a<br />

quella di New York rimane la più<br />

grande soddisfazione sportiva mai<br />

vissuta.<br />

19<br />

Una delle emozioni più intense<br />

che ti rimane dentro anche dopo<br />

molto tempo, è la partecipazione<br />

e <strong>il</strong> coinvolgimento di tutta la città<br />

prima, durante e nei giorni successivi<br />

alla corsa: lungo <strong>il</strong> percorso<br />

la gente ti trasmette un<br />

calore e una forza che è di grande<br />

incoraggiamento a continuare<br />

anche nei momenti più diffic<strong>il</strong>i in<br />

cui non è raro ritrovarsi a pensare:<br />

“ma chi me l’ha fatto fare!!”. Poi<br />

nei giorni successivi, fieri di avercela<br />

fatta, tutti in giro con la medaglia<br />

al collo per i vari locali dove<br />

siamo stati simpaticamente salutati<br />

e applauditi. Così come per<br />

strada.<br />

Dal 2003, oltre alle quattro maratone<br />

di New York (2003, 2005,<br />

2007 e 2009) personalmente ho<br />

partecipato a quella di Roma nel<br />

2004 e nel 2009, di Londra nel<br />

2006, di Berlino nel 2006 e nel<br />

2008, e a quella di Parigi nel 2007.<br />

Ma anche se tutte mi hanno lasciato<br />

dei bellissimi ricordi, l’esperienza<br />

vissuta a New York<br />

rimane comunque inimitab<strong>il</strong>e.<br />

Non a caso ogni due anni non<br />

perdo l’occasione di ripeterla. E<br />

tutte le volte con lo stesso entusiasmo<br />

della prima. <br />

Sopra: foto di gruppo con medaglia al collo in<br />

Times Square.


Sabato 21 novembre è stato presentato presso la sala<br />

delle Lupe del Palazzo Comunale di Siena <strong>il</strong> progetto<br />

“Siena Against racism”, importante iniziativa di sensib<strong>il</strong>izzazione<br />

contro <strong>il</strong> razzismo attraverso la forza comunicativa<br />

dello sport che l’Ac. Siena ha rivolto agli studenti<br />

delle scuole medie di Siena e provincia. Progetto alla<br />

prima edizione, a carattere sperimentale, ma con vocazione<br />

pluriennale che si avvale di patrocini importanti<br />

quali quelli del Comune e della Provincia di Siena, dei<br />

Comitati Provinciali del Coni, della Figc, dell’Aia, dell’Ufficio<br />

scolastico provinciale, oltre che della collaborazione<br />

della Banca Monte dei Paschi di Siena e della Kappa, rispettivamente<br />

Main sponsor e sponsor tecnico dell’Ac.<br />

Siena, Gsport, Sky tv/media sponsor, Fare (Football<br />

Against Racism in Europe) e Uisp. In questo modo la<br />

Robur vuole lanciare un messaggio concreto nella lotta<br />

contro <strong>il</strong> razzismo e vuole che proprio i giovanissimi siano<br />

i maggiori interpreti e destinatari del progetto. Si intendono<br />

così educare le coscienze dei più giovani ad abbattere<br />

quotidianamente i muri dei pregiudizi, delle<br />

intolleranze, della violenza gratuita, diffondendo al contrario<br />

i valori della dignità umana a prescindere dall’origine<br />

etnica, sociale e cercando di favorire ogni possib<strong>il</strong>e<br />

processo di integrazione attraverso <strong>il</strong> mondo del calcio.<br />

La conferma della validità del progetto parte proprio<br />

dai dati socio-demografici della nostra provincia ricavati<br />

dall’Osservatorio Sociale Provinciale dai quali emerge che<br />

l’immigrazione, anche nel nostro territorio, è divenuta uno<br />

dei fenomeni sociali più r<strong>il</strong>evanti.<br />

La provincia di Siena, tradizionalmente considerata<br />

fra quelle “minori” nel panorama regionale toscano,<br />

spicca per la sua forte propensione a ricevere immigrati<br />

dai paesi stranieri.<br />

Complessivamente nei 36 comuni della Provincia di<br />

Siena, alla fine del 2007, risiedevano 22141 stranieri; l’aumento<br />

rispetto al 2006 è stato di oltre 3600 persone, che<br />

in termini percentuali significa una crescita del 20 % in un<br />

anno, quasi <strong>il</strong> doppio rispetto all’anno precedente quando<br />

era stato registrato un + 10 %.<br />

Analizzando congiuntamente <strong>il</strong> trend demografico<br />

complessivo della popolazione senese e quello relativo ai<br />

soli stranieri, risulta in modo netto che è solo grazie agli<br />

massimo bianchi*<br />

Presentato <strong>il</strong> progetto ‘Siena against racism’<br />

rivolto agli studenti delle scuole medie della provincia<br />

“Prendiamo a calci<br />

<strong>il</strong> razzismo”<br />

stranieri che la popolazione non è in crescita negativa ed<br />

anzi sta lentamente continuando ad aumentare. Senza<br />

gli stranieri la popolazione avrebbe perso oltre 3500<br />

unità, dal 1994 al 2007, ed oggi sarebbe più vecchia di<br />

quanto non è. Pertanto possiamo tranqu<strong>il</strong>lamente affermare<br />

che l’immigrazione è anche una ricchezza del nostro<br />

territorio e <strong>il</strong> progetto ha anche questo obiettivo di<br />

forte riscoperta. Anche in provincia<br />

di Siena assistiamo peraltro<br />

ad una certa differenziazione<br />

per quanto concerne la distribuzione<br />

territoriale degli immigrati<br />

stranieri: non tutte le<br />

zone, tanto meno i comuni,<br />

attraggono immigrati allo<br />

stesso modo.<br />

Analizzando i dati in valore<br />

assoluto, la zona socio<br />

sanitaria con <strong>il</strong> maggior numero<br />

di stranieri è inevitab<strong>il</strong>mente<br />

quella senese,,<br />

dove risiedono 10.671<br />

stranieri. Ad ogni modo<br />

in Valdelsa e in Valdichiana<br />

gli stranieri rappresentano<br />

8,6% della<br />

popolazione, <strong>il</strong> doppio<br />

rispetto all’Amiata<br />

dove <strong>il</strong> dato si attesta<br />

al 4,5%.<br />

Scendendo nel<br />

dettaglio dei 36 comuni<br />

della provincia, la distribuzione a<br />

macchia di leopardo si fa ancora più marcata: <strong>il</strong> comune<br />

con <strong>il</strong> maggior numero di stranieri non poteva essere che<br />

<strong>il</strong> capoluogo, ma quello con la più alta incidenza di stranieri<br />

sul totale della popolazione è Monticiano che sfiora<br />

la soglia del 23%. In linea generale, emerge che nei comuni<br />

non toccati in passato in modo particolarmente significativo<br />

dalla presenza straniera l’aumento è più<br />

r<strong>il</strong>evante, mentre in quelli che già avevano conosciuto <strong>il</strong><br />

fenomeno i ritmi di crescita rallentano; casi particolari,<br />

20 argomenti<br />

con un aumento significativo nell’ultimo anno, sono stati<br />

fatti registrare da Chianciano, Chiusi e San Quirico.<br />

A fronte del “minaccioso” processo di invecchiamento<br />

della popolazione autoctona che da alcuni anni interessa<br />

la nostra provincia, l’immigrazione si presenta come l’unica<br />

vera “ricchezza” demografica in grado di apportare<br />

forze nuove all’interno del panorama sociale locale. I giovani<br />

immigrati rappresentano, da questo punto di vista,<br />

un vero e proprio “capitale sociale” che <strong>il</strong> territorio deve<br />

rendere <strong>il</strong> più produttivo possib<strong>il</strong>e, valorizzando e rafforzando<br />

la sua “produttività” non solo in termini economici<br />

ma anche dal punto di vista culturale e sociale.<br />

È evidente che in provincia di Siena oltre alla “prima<br />

generazione” di immigrati, costituita da coloro che sono<br />

partiti inseguendo un proprio personale progetto di riscatto<br />

sociale, sta crescendo la cosiddetta “seconda generazione”,<br />

fatta dai figli di immigrati nati in Italia o<br />

ricongiunti.<br />

E proprio <strong>il</strong> destino delle “seconde generazioni” dipende<br />

soprattutto dalle “istituzioni” sociali che essi incontrano,<br />

prime fra tutte la famiglia e la scuola, ed è su<br />

questi ambiti che tutti siamo chiamati a lavorare per favorire<br />

un percorso caratterizzato non dall’assim<strong>il</strong>azione<br />

forzata o indotta ma dal rispetto reciproco delle reciproche<br />

differenze.<br />

Sugli oltre 32068 alunni presenti nelle scuole della provincia,<br />

3663 sono stranieri, pari all’11,42% del totale. Inevitab<strong>il</strong>mente<br />

ci sono delle differenze non solo tra i diversi<br />

contesti locali ma anche tra i vari gradi di istruzione. In linea<br />

di massima la più alta concentrazione di alunni stranieri la<br />

troviamo nelle scuole medie, in particolare nei comuni del<br />

Chianti e della Valdimerse (Chiusdino e Monticiano), mentre<br />

è relativamente bassa nelle scuole del capoluogo.<br />

Il progetto, attraverso una serie di incontri, propone<br />

lo sv<strong>il</strong>uppo della lotta contro ogni forma di discriminazione<br />

(razziale, religiosa ed etnica) e la sensib<strong>il</strong>izzazione<br />

dei giovani a credere e crescere secondo valori di rispetto<br />

e di uguaglianza. Le tappe dell’iniziativa<br />

avranno luogo presso<br />

numerose scuole medie del<br />

Comune e della Provincia a<br />

partire dal prossimo dicembre<br />

fino ad apr<strong>il</strong>e 2010. Ad ogni incontro<br />

prenderanno parte calciatori<br />

e dirigenti della società,<br />

oltre a relatori appartenenti alle<br />

istituzioni. Per <strong>il</strong> primo anno sono<br />

coinvolti oltre 1400 alunni. Tutte<br />

le classi saranno poi invitate a realizzare<br />

uno striscione sul tema dell’incontro<br />

al quale parteciperanno.<br />

Gli striscioni verranno poi esposti in<br />

occasione delle partite di campionato<br />

alle quali le classi stesse saranno invitate<br />

ed infine una giuria decreterà lo<br />

striscione vincitore del concorso. Siamo<br />

stati pertanto ben lieti come Amministrazione<br />

comunale di concedere <strong>il</strong> nostro<br />

patrocinio e di collaborare<br />

all’iniziativa che, sv<strong>il</strong>uppata in piena<br />

conformità con le indicazioni della Uefa in<br />

merito alla lotta al razzismo, nasce con la<br />

speranza che i giovani della nostra città e provincia diventino<br />

esempio per altri loro coetanei e si facciano promotori<br />

essi stessi di importanti sentimenti, oscurando e<br />

contrastando tutte le azioni inciv<strong>il</strong>i alle quali ancora oggi<br />

spesso assistiamo. <br />

* Assessore allo <strong>Sport</strong> del Comune di Siena


Grande soddisfazione<br />

nel team de l’Eroica per la<br />

scelta degli organizzatori<br />

del Giro d’Italia 2010<br />

Le strade<br />

bianche<br />

si tingono<br />

di rosa<br />

Sarà la prima tappa seria del prossimo Giro d’Italia,<br />

dopo la comparsata olandese alla ricerca di tutti<br />

quei megabudget che paiono gli unici in grado<br />

di muovere ogni sport (leggasi produzione di spettacolo)<br />

di vertice. La corsa rosa 2010 rende omaggio<br />

alle Terre di Siena ed alle strade de L’Eroica con un<br />

arrivo a Montalcino e con un ritorno in pompa<br />

magna di un finale assolutamente inedito per una<br />

grande gara a tappe: la strada bianca.<br />

E non sarà solo un cammeo, una finestrella pensata<br />

per le foto e la tv; la tappa farà parlare di sè e impatterà<br />

non poco con la classifica generale. Venti km<br />

di “sterrato”, come lo chiamano quanti non ne conoscono<br />

le caratteristiche, <strong>il</strong> tutto nei 35 finali: la<br />

strada di Piana (6 km circa), dopo <strong>il</strong> Rospatoio e Vescovado<br />

se la berranno ai 50 all’ora, come già succede<br />

nella “Monte Paschi Eroica” ma, appena voltato<br />

per <strong>il</strong> percorso lungo de L’Eroica, ovvero verso Bibbiano,<br />

la “bianca” non farà solo scenografia e comincerà<br />

a mordere sul serio. Verso Castiglion del<br />

Bosco non c’è materia per fotoamatori e basta, cipressi,<br />

polvere ed oleografia; c’è fatica vera, una<br />

strada che si inerpica per 14 km senza bitume, con<br />

alcuni tratti che selezioneranno i garretti. Dentro <strong>il</strong><br />

paesino <strong>il</strong>cinese ci stanno tornanti erti, anche oltre <strong>il</strong><br />

15 per cento e sono almeno 5 i ch<strong>il</strong>ometri davvero<br />

duri, in mezzo agli altri 9 comunque impegnativi,<br />

tutti mossi. Bisogna salire stando seduti, sapendo<br />

scegliere le traiettorie e guidare la bici, un esercizio<br />

che premierà specialisti e gente davvero tosta.<br />

In cima si arriverà al Passo del Lume Spento, un<br />

nome formidab<strong>il</strong>e che non può mancare di affasci-<br />

giancarlo brocci<br />

nare i grandi cantori della strada e della bicicletta:<br />

Marco Pastonesi, Claudio Gregori, Paolo Rumiz,<br />

tanto per citare i primi che vengono alla mente.<br />

Poi <strong>il</strong> percorso cala leggermente e plana su Montalcino<br />

ma, dopo un mezzo giro che lo oltrepassa, vi<br />

tornerà attraverso una rampa lastricata capace di<br />

rendere complicatissimo anche l’ultimo ch<strong>il</strong>ometro.<br />

La tappa, poi, arriva da Carrara, 220 km già incruditi<br />

da Volterra e da altre ondulazioni; nelle attese<br />

su internet del cospicuo pubblico del Giro questo<br />

appuntamento è <strong>il</strong> quarto, subito dopo le tappe<br />

dei mostri sacri Gavia, Mortirolo e Zoncolan, ben più<br />

gettonato del Termin<strong>il</strong>lo e di ognuna delle altre 15.<br />

C’é stato Michele Bartoli a provare Castiglion del<br />

Bosco e, da cacciatore di classiche ed amante del<br />

pavè, non ha potuto che dire quanto gli sarebbe piaciuta<br />

un’avventura del genere, lui che nei grandi Giri<br />

si era limitato a specifici traguardi; questo lo sarebbe<br />

stato. Ad un altro grandissimo degli obiettivi di un<br />

giorno aveva sorriso Montalcino nell’unico precedente<br />

al Giro: 1987, Moreno Argentin, mica uno qualsiasi.<br />

A quelli de L’Eroica, ai miei che <strong>il</strong> merito di riproporre<br />

certe strade e di cercare di salvaguardarle se lo<br />

sono guadagnato sul campo, va riconosciuta questa<br />

opera di allargamento dei confini attuali del ciclismo.<br />

Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe ipotizzato<br />

che la strada bianca sarebbe ritornata fra le superfici<br />

del Ciclismo Maggiore e comunque del ciclismo, appunto,<br />

su strada. Se qualcuno l’avesse pensata, che<br />

so, ai tempi di Francesco Moser o di Roger De Vlaeminck,<br />

tempi in cui certi grandi non facevano le differenze<br />

in montagna, quei Giri avrebbero acquisito un<br />

21 ciclismo<br />

appeal ben superiore e protagonisti nuovi; ed allora di<br />

strade bianche ce n’erano ancora.<br />

Da L’Eroica a questa parte, diciamo dal Duem<strong>il</strong>a<br />

in poi, si è cominciato a rivedere qualche tentativo di<br />

riproporre strade d’antan; fu Carmine Castellano, col<br />

Colle delle Finestre nel 2005 (quel Giro lo vinse Savoldelli)<br />

a reinserire polvere e ghiaia, poi Zomegnan<br />

ha pensato al Monte Catria (prima di farlo tristemente<br />

asfaltare) ed al Plan de Corones.<br />

Lassù c’eravamo, dopo un primo tentativo abortito<br />

per neve, quando è stata proposta la cronoscalata;<br />

rampe micidiali, una pista per sci bianca (più di<br />

cemento che a macadam), un esercizio da rampa di<br />

garage che poco assomiglia al ciclismo eroico ma<br />

spettacolo, di sicuro, lo fa; tant’è che tornerà anche<br />

in questa edizione.<br />

Inut<strong>il</strong>e dire che siamo fieri di questo, compreso <strong>il</strong><br />

fatto che <strong>il</strong> Tour de France riproponga quest’anno <strong>il</strong><br />

pavè della Roubaix, così come siamo fieri che anche <strong>il</strong><br />

Giro d’Italia D<strong>il</strong>ettanti (“Giro Bio”) abbia avuto <strong>il</strong> suo<br />

ep<strong>il</strong>ogo sulle strade bianche vicino Gaiole in Chianti e<br />

che, attorno alla nascita di tante sim<strong>il</strong>-Eroiche competitive<br />

- in diverse parti del mondo e dai Professionisti<br />

(Boston) agli Juniores (Friuli) - stiano rinascendo<br />

due idee che sosteniamo da sempre: certe strade<br />

vanno protette dall’ultimo assalto dell’asfalto e del<br />

motore e che un certo ciclismo, se vuole riproporsi al<br />

cospetto del mondo, giovani inclusi, deve cercare, è<br />

proprio <strong>il</strong> caso di dirlo, nuove (vecchie) strade. <br />

Un’immagine dell’Eroica 2009 versione prof.


Palio&<strong>Sport</strong>/4-fine<br />

Palinsesto assassino<br />

A completare l’invasiva opera di assim<strong>il</strong>azione del Palio<br />

ad un avvenimento di ordine sportivo è infine intervenuta la<br />

televisione. Sembrerà una sciocchezza, ma è bastato inserire<br />

l’appuntamento senese in un palinsesto per farlo diventare<br />

ogni giorno di più una gara da scrutare come tutte<br />

le altre, attraverso <strong>il</strong> comodo e deformante occhio della telecamera.<br />

Per confermare questa tesi ormai non c’è più da<br />

svolgere sofisticate argomentazioni. Vale un principio che<br />

suona da anni come massima saggia e ricorrente: la frase<br />

di Mc Luhan secondo la quale “<strong>il</strong> mezzo è <strong>il</strong> messaggio”. Inf<strong>il</strong>are<br />

dentro quella scatola dotata di schermo colorato – e<br />

nel computer, o nei nuovi formati in arrivo – un avvenimento<br />

pur eccezionale e radicatissimo induce a equipararlo agli<br />

altri della catena. La defatigante mossa ha la tensione di una<br />

partenza di Gran Premio, anche se nasconde più misteri e<br />

tanti indicib<strong>il</strong>i raggiri. E si vendica impietosamente dei tempi<br />

rigidi della programmazione debordando abitualmente,<br />

invero anche<br />

troppo. Sarebbe<br />

l’ora di porci rimedio,<br />

ma non per ossequio<br />

al pubblico<br />

indifferenziato che<br />

aspetta <strong>il</strong> telegiornale.<br />

Capita così che<br />

un ingenuo amico<br />

barese appassionato<br />

di calcio si senta autorizzato<br />

ad apostrofarti<br />

sull’andamento<br />

della corsa come fa<br />

per una qualsiasi partita.<br />

E si metta a discettare su come <strong>il</strong> tal fantino ha<br />

preso una curva, o sull’astuzia mostrata nello scatto<br />

di partenza. Le passioni che sole sarebbero legittimate<br />

agitare la scena son relegate in secondo piano<br />

e la stagionata araldica dei fantini non è poi dissim<strong>il</strong>e<br />

da quella di una squadra di calcio. Deprivata<br />

della sua ruvida eredità la carriera sf<strong>il</strong>a rapida e neutralizzata<br />

da provvida censura. Non si venga a dire<br />

che la gestione senese della sequenza è motivata da<br />

amore f<strong>il</strong>ologico. Rimanga fra noi: montare <strong>il</strong> f<strong>il</strong>mato<br />

della corsa dà modo di occultare quello che non si<br />

deve vedere, o che non sarebbe bello e prudente<br />

diffondere. Anche questa versione levigata e giocata<br />

tutta sulla velocità toglie alla corsa l’imprevedib<strong>il</strong>ità<br />

e elimina ogni scabroso dettaglio. Erano proprio i<br />

dettagli di cui si fantasticava senza fine a creare attorno<br />

alla carriera un alone di leggenda. Nell’epoca<br />

delle benjaminiana “riproducib<strong>il</strong>ità tecnica dell’opera<br />

d’arte” anche quell’opera d’arte strana e splendida<br />

che è <strong>il</strong> Palio diventa replicab<strong>il</strong>e all’infinito,<br />

canonizzata in un racconto immutab<strong>il</strong>e e ufficiale. E<br />

roberto barzanti<br />

fuorigioco<br />

23<br />

si può indagare al rallentatore come si fa in moviola quando<br />

si voglia verificare se quel rigore c’era davvero o come è<br />

stata la traiettoria di un pallone che ha mancato la porta. Se<br />

si chiude con queste osservazioni non è per invocare chissà<br />

quali rimedi. Ma è bene rendersi conto di quanto sono cambiate<br />

le cose in modo da osservarle per quello che sono e<br />

stare attenti a non andar oltre. Ora è necessario fermarsi al<br />

di qua della soglia oltre la quale rischia di svaporare l’unicità<br />

di una corsa che non ha – non dovrebbe avere – nulla a che<br />

vedere con quelle che si disputano negli ippodromi. La sua<br />

intima tensione agonistica non dovrà esser disgiunta dal retroterra<br />

di antiche passioni che resiste. E resisterà, c’è da augurarsi,<br />

malgrado lo scotto pagato ai riti mercant<strong>il</strong>i di un<br />

agonismo drogato e banale.


A fronte del disastro degli sport di squadra<br />

azzurri, Siena registra <strong>il</strong> fenomeno opposto<br />

Una piacevole ‘anomalia’<br />

Che lo sport di squadra al masch<strong>il</strong>e stia vivendo,<br />

a livello azzurro, uno dei momenti più diffic<strong>il</strong>i della<br />

sua storia lo testimoniano le impietose cronache<br />

degli ultimi mesi. Forse fa eccezione <strong>il</strong> calcio, aggrappato<br />

ad un titolo ormai datato, per <strong>il</strong> resto <strong>il</strong><br />

buio assoluto. Anche là dove fino a ieri era fra i primi<br />

in Europa ed in qualche caso anche nel mondo.<br />

Prendiamo la stessa Nazionale di basket, neppure<br />

qualificata gli ultimi Europei; quella di pallavolo, letteralmente<br />

naufragata a livello continentale, o di<br />

rugby, cenerentola dell’ultima edizione del Sei Nazioni.<br />

Addirittura quella di pallanuoto,<br />

<strong>il</strong> mitico ‘Settebello’, 11esima ai recenti Mondiali<br />

di Roma. Questo per rimanere agli sport più noti e<br />

più praticati. Ma autentici rovesci hanno accusato<br />

anche baseball, pallamano ed hockey in tutte le sue<br />

diverse sfaccettature: su ghiaccio, pista e prato.<br />

Le cause sono tante e ciascuno ha la propria ricetta.<br />

Qui ci interessa però verificare se questa situazione<br />

si riverbera in qualche modo, ed<br />

evidentemente in che misura, anche sulla nostra<br />

realtà, visto che lo sport di squadra (inteso nella duplice<br />

versione masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e), costituisce una<br />

grossa fetta del patrimonio sportivo di questa città.<br />

Cominciamo, noblesse oblige, dalla Mens Sana e<br />

dal Siena, le prime due squadre di una lista che ne<br />

comprende altre nove escluse quelle relative a due<br />

sport, tennis tavolo e scacchi (<strong>il</strong> primo appannaggio<br />

esclusivo della Libertas con 5 formazioni schierate<br />

dalla C1 all’A1 e l’altro della Mens Sana partecipante<br />

ai campionati di Promozione A e B) di fatto più individuali<br />

che di gruppo.<br />

Dunque si diceva Mens Sana e Siena. Ovviamente<br />

sono quelle più in vista nel panorama sportivo<br />

cittadino, vuoi per <strong>il</strong> ruolo che negli anni è<br />

andata ad assumere in campo nazionale ed europeo<br />

quella biancoverde (quattro Scudetti ed altrettante<br />

Supercoppa, una Saporta, una<br />

Coppa Italia, tre Final Four di Euroleague,<br />

tanto per intenderci), e per la dignitosa<br />

tenuta di quella bianconera<br />

nella massima serie, fatte salve le ultime…scivolate.<br />

Senza scomodare<br />

confronti improponib<strong>il</strong>i, in sostanza<br />

solo M<strong>il</strong>ano, Roma, Napoli e Bologna<br />

vantano una uguale rappresentanza ai<br />

massimi livelli di calcio e basket.<br />

Accostate sempre alla serie A, ma di<br />

fatto partecipanti al secondo campionato<br />

in ordine di importanza, troviamo<br />

la squadra femmin<strong>il</strong>e di basket del Costone<br />

(APF) che da un decennio m<strong>il</strong>ita<br />

in A2 con ripetuti (seppur vani) tentativi<br />

di salire nell’Olimpo del basket in<br />

rosa; <strong>il</strong> Siena Calcio femmin<strong>il</strong>e, approdato<br />

proprio quest’anno in serie A2<br />

con concrete ambizioni di salvezza, pur<br />

nella consapevolezza che l’impresa<br />

non sarà fac<strong>il</strong>e. E poi la Virtus Basket,<br />

inserita in quella serie A D<strong>il</strong>ettanti che<br />

di fatto costituisce <strong>il</strong> terzo livello dei<br />

tornei di pallacanestro masch<strong>il</strong>i e che<br />

garantisce alle società partecipanti una<br />

non trascurab<strong>il</strong>e visib<strong>il</strong>ità. Sullo stesso<br />

piano (ma con la dizione di serie B), si<br />

pone la Mens Sana Hockey, formazione<br />

storica della polisportiva biancoverde<br />

alle prese da anni in un diffic<strong>il</strong>e<br />

recupero di posizioni a livello nazionale<br />

dopo i fasti di un tempo.<br />

24 curiosità<br />

Due le squadre che m<strong>il</strong>itano invece in B2, entrambe<br />

di volley ed entrambe ospitate sotto lo stesso<br />

tetto: quelle del Cus Volley masch<strong>il</strong>e e del Cus Volley<br />

femmin<strong>il</strong>e, la prima addirittura in veste di neo promossa,<br />

la seconda impegnata nella costante ricerca<br />

di una promozione in B1 che nell’ultima stagione ha<br />

soltanto sfiorato, ma che quest’anno vorrà sicuramente<br />

riprovarci.<br />

In C1 troviamo una storica formazione del basket<br />

senese, <strong>il</strong> Costone, ed una<br />

sorta di new-entry, <strong>il</strong> Cus, che insieme a quella di<br />

Colle Val d’Elsa vanno a formare un tris che poche<br />

altre città toscane possono vantare (anche sul piano<br />

della competitività) e che contribuisce ad elevare <strong>il</strong> livello<br />

tecnico ed agonistico del girone. Nella stessa<br />

categoria, ma in una disciplina entrata da poco a far<br />

parte del panorama sportivo senese, <strong>il</strong> Cus Rugby.<br />

Trovare spazio fra calcio, basket e volley non è fac<strong>il</strong>e,<br />

ma gli appassionati dirigenti di Via Banchi sono sicuri<br />

che la scommessa fatta a suo tempo ha concrete<br />

possib<strong>il</strong>ità di essere vinta.<br />

Questo è <strong>il</strong> quadro della situazione ad oggi, ma<br />

già si affacciano all’orizzonte la squadra femmin<strong>il</strong>e<br />

di volley della Mens Sana, ora in serie D, e quelle giovan<strong>il</strong>i<br />

di baseball, una disciplina che sta rialzando faticosamente<br />

la testa dopo <strong>il</strong> periodo d’oblio seguito<br />

alla scomparsa del suo ‘vate’ Antonio Scialoja.<br />

Concludendo: lo sport azzurro di squadra avrà i<br />

suoi problemi, ma Siena, nel suo piccolo, si conferma<br />

la solita piacevole… anomalia. m.c.<br />

Calcio femmin<strong>il</strong>e e rugby, due discipline emergenti nel<br />

panorama sportivo senese.


Da sempre si associa una necessaria e regolare attività<br />

fisica alla ricerca di uno st<strong>il</strong>e di vita sano e equ<strong>il</strong>ibrato:<br />

se è vero che, in virtù di una sempre maggiore<br />

incidenza della pratica sportiva sui ritmi e sulle abitudini<br />

di molti di noi, si è accesa una passione assurta a<br />

fenomeno nazionale, di contro non possono rimanere<br />

inascoltati gli accorati appelli contro l’insorgere di una<br />

sedentarietà e di un’altrettanto preoccupante ‘deriva’<br />

alimentare. Gli effetti benefici dello sport non possono<br />

prescindere da tutto quell’insieme di regole preposte<br />

al dialogo’ tra corpo e mente per una crescita armonicamente<br />

completa nel rispetto di qualsiasi condizione,<br />

potenzialità o svantaggio.<br />

Se n’è parlato nel corso del convegno dal titolo<br />

‘Benessere e attività motoria nel bambino e nell’adolescente’<br />

promosso, presso <strong>il</strong> Centro Didattico del<br />

policlinico ‘S.Maria alle Scotte’, dal Coni Provinciale<br />

di Siena e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Se-<br />

francesco vannoni<br />

nese, con <strong>il</strong> patrocinio della Provincia e del Comune<br />

di Siena rappresentati dai rispettivi Assessori allo<br />

<strong>Sport</strong> Marco Saletti e Massimo Bianchi, ed <strong>il</strong> contributo<br />

della Banca di Sovic<strong>il</strong>le Credito Cooperativo.<br />

Il Presidente Roberto Montermini - introducendo<br />

i lavori moderati dal Dott. Andrea Luchini nella duplice<br />

veste di Presidente della Federazione Medico<br />

<strong>Sport</strong>iva e Vice Presidente del Coni - ha inquadrato<br />

la particolare r<strong>il</strong>evanza dell’incontro, ricordando la<br />

collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di<br />

Pediatria Preventiva del nosocomio senese, diretta<br />

dalla Prof.ssa Mirella Strambi, e relativa al progetto<br />

“Asma e <strong>Sport</strong> in Età Pediatrica” da cui l’assise ha<br />

preso le mosse.<br />

“Grazie alla disponib<strong>il</strong>ità del personale medico dell’unità<br />

pediatrica, alla collaborazione delle venticinque<br />

società visitate sul territorio provinciale e, naturalmente,<br />

degli oltre cinquecento ragazzi tra i nove e i dodici anni<br />

26 cinque cerchi<br />

I benefici effetti dello sport<br />

in età pediatrica.<br />

Se n’è parlato in un recente<br />

convegno alle Scotte.<br />

Il bambino,<br />

questo<br />

sconosciuto<br />

oggetto dello studio, è stato possib<strong>il</strong>e monitorare e approfondire<br />

situazioni diverse, senza evidenziare, fortunatamente,<br />

casi di particolare gravità”.<br />

Il Dott.Giovanni Scalera, psicologo e psicoterapeuta,<br />

ha affrontato <strong>il</strong> tema della ‘Scoperta della corporeità<br />

come fattore di crescita’ soffermandosi sugli<br />

aspetti f<strong>il</strong>osofico-antropologici della definizione di<br />

corporeità andata affermandosi attraverso i secoli e,<br />

in termini attuali, tracciata da mode o tendenze sociali<br />

ai quali, i giovani di oggi, finiscono per delegare<br />

buona parte della propria identità, completando faticosamente<br />

<strong>il</strong> passaggio dall’età adolescenziale a<br />

quella adulta.<br />

“Per crescere, l’uomo deve imparare dai propri errori;<br />

abituarsi ad ascoltare e a confrontarsi con gli altri<br />

per integrare ed arricchire le proprie conoscenze, nell’intento<br />

di selezionare <strong>il</strong> progetto di vita che intende<br />

perseguire. Ciò comporta, talvolta, delle problematiche<br />

legate all’accettazione dei cambiamenti fisiologici che<br />

interessano <strong>il</strong> corpo, con relative conseguenze dal punto<br />

di vista comunicativo e interpersonale. Tocca a noi vivere<br />

<strong>il</strong> rapporto quotidiano con <strong>il</strong> nostro corpo nel rispetto<br />

di regole che ne esprimano le potenzialità senza<br />

sollecitarne gli eccessi, favorendone <strong>il</strong> graduale sv<strong>il</strong>uppo<br />

con la dovuta attenzione e le opportune competenze<br />

tecnico-scientifiche che lo sport può specificatamente<br />

garantire come insieme di linguaggi, di simboli e stimoli<br />

emotivi ut<strong>il</strong>i a raggiungere uno stato di generale<br />

armonia psico-fisica”.<br />

A proposito di alte competenze tecnico-scientifiche,<br />

<strong>il</strong> Prof. Marco Bonifazi, medico plurimedagliato<br />

della Federazione Italiana Nuoto, ha sintetizzato le<br />

basi fisiologiche dell’allenamento in età puberale sostenendo<br />

che nelle discipline a ‘specializzazione precoce’,<br />

laddove si seguano i principi di una sana attività<br />

sportiva, anche ad alto livello, conformi ad una corretta<br />

tutela della salute, fosse giusto cercare di preparare<br />

i bambini ad un’ipotetica carriera agonistica,<br />

senza trascurarne, però, inclinazioni ed orientamenti.<br />

“L’effetto-trascinamento che la popolarità di una disciplina<br />

come <strong>il</strong> nuoto, specie sull’onda di prestigiosi<br />

successi ottenuti, porterà molti giovani ad essere atleti<br />

più o meno affermati, ma soprattutto soggetti in salute,<br />

con conseguenti vantaggi economici sul sistema<br />

sanitario”.<br />

“Più che di allenamento – prosegue Bonifazi – è<br />

giusto parlare di ‘allenab<strong>il</strong>ità’ puberale, intesa come capacità<br />

di adattamento agli stimoli allenanti. Ogni singola<br />

seduta di allenamento deve osservare una serie di<br />

criteri: la corretta intensità, un volume adeguato e la<br />

giusta frequenza delle esercitazioni proposte. Ad oggi,


purtroppo non esistono ancora veri e propri modelli di<br />

allenamento per i bambini e non è raro cadere nell’errore<br />

di considerarli ‘piccoli adulti’, spesso sollecitandoli<br />

in modo improprio e favorendo indirettamente l’abbandono<br />

precoce dell’attività sportiva”.<br />

“Bisogna considerare che, fino a quando la massa<br />

corporea del bambino non comincia ad avvicinarsi a<br />

quella prevista in età adulta, l’allenab<strong>il</strong>ità ha effetti di<br />

scarso r<strong>il</strong>ievo. Per questo l’allenamento deve avere, nel<br />

bambino, uno scopo prettamente pedagogico finalizzato<br />

esclusivamente all’apprendimento del ‘gesto allenante’<br />

da sv<strong>il</strong>uppare, migliorare e perfezionare in futuro”.<br />

La Prof.ssa Maria Amalia Ambruzzi, Direttore del<br />

Servizio di Dietologia Clinica all’Ospedale Pediatrico<br />

‘Bambin Gesù’, si è soffermata sulle ‘esigenze nutrizionali<br />

nel bambino e nell’ adolescente’, sottolineando<br />

lo stretto legame fra la corretta alimentazione e un<br />

sano processo di crescita, per evitare <strong>il</strong> rischio di disturbi,<br />

anche permanenti, da carenza o da eccesso.<br />

Se è vero che nel nostro paese le prime non sono suffragate<br />

da numeri particolarmente preoccupanti, le<br />

seconde prendono sempre più campo nella popolazione<br />

giovan<strong>il</strong>e e quindi anche fra i bambini.<br />

“È importante – raccomanda Ambruzzi - che i genitori<br />

siano a conoscenza delle esigenze nutrizionali dei<br />

figli nelle varie fasce di età e si preoccupino di indicare<br />

loro una serie di preziose norme per un’alimentazione<br />

b<strong>il</strong>anciata così da educarli alla ‘ricerca della salute’, non<br />

solo nell’immediato ma anche in prospettiva”.<br />

“Non si tratta di demonizzare l’uno o l’altro alimento<br />

ma di farne un consumo sempre moderato e mai<br />

monotono; alternando, cioè, tutti gli alimenti secondo<br />

i canoni della dieta mediterranea: cinque pasti al giorno<br />

(da rivalutare la prima colazione con pranzo, cena e<br />

due brevi ‘spuntini’ meglio se a base di frutta), mangiare<br />

almeno cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura,<br />

preferire l’acqua alle bevande gassate”.<br />

‘L’esercizio fisico nella prevenzione dell’obesità in<br />

età pediatrica’, ha portato all’attenzione dei molti<br />

addetti ai lavori presenti, un tema molto attuale e<br />

sentito, <strong>il</strong>lustrato nella relazione del Prof. Amedeo<br />

Spagnolo dell’Istituto Italiano Affari Sociali. Il docente<br />

ha focalizzato <strong>il</strong> suo intervento sull’importanza<br />

dell’attività fisica, in allenamento o spontanea, per<br />

mantenere una buona salute: intesa non tanto come<br />

assenza di malattie, bensì come completo benessere<br />

psico-fisico.<br />

francesco vannoni<br />

“Già Ippocatre, precursore della scienza medica nel<br />

337 a.C. raccomandava di tenere in movimento tutte<br />

le parti del corpo perché crescessero ‘forti, ben sv<strong>il</strong>uppate<br />

e al riparo dal rapido invecchiamento.”.<br />

“L’obesità, che si manifesta con l’aumento numerico<br />

e dimensionale delle cellule a causa di una cattiva<br />

alimentazione, sedentarietà, predisposizione genetica<br />

o fam<strong>il</strong>iare e fattori ambientali, è considerata la malattia<br />

del m<strong>il</strong>lennio; ne soffre più di trecento m<strong>il</strong>ioni di<br />

persone in tutto <strong>il</strong> mondo e tra le patologie ad essa correlate<br />

preoccupano in particolar modo i disturbi cardiovascolari,<br />

l’ipertensione, le difficoltà posturali e<br />

complicanze a livello polmonare. Anche in Italia la crescita<br />

è costante e negli ultimi cinquant’anni siamo arrivati<br />

a sfiorare <strong>il</strong> 40% della popolazione con problemi<br />

di soprappeso e obesità”.<br />

“Da un’indagine condotta tra i ragazzi di tre cittàcampione<br />

della nostra penisola, Varese, Roma e Catanzaro,<br />

si è visto che l’obesità – più diffusa al Sud – è<br />

maggiormente presente tra gli otto e i nove anni; attestandosi<br />

invece fra i sedici e i diciassette anni nella fascia<br />

adolescenziale”.<br />

“È necessario intervenire precocemente in tutti i contesti<br />

sociali: in famiglia, sul lavoro e nella scuola per la<br />

promozione e la diffusione di una ‘salute dinamica’<br />

contro un forte rischio di malattia ipocinetica, fenomeno<br />

patologico da mancato uso del corpo, causato in<br />

gran parte dal progresso tecnico e dall’evoluzione socioeconomica,<br />

fattori tutt’altro che secondari nei nuovi<br />

standardizzazione degli attuali st<strong>il</strong>i di vita”.<br />

Il Dott. Valerio Beltrami, specialista in allergologia<br />

e malattie respiratorie del Dipartimento di Medicina<br />

Clinica e Scienze Immunologiche presso <strong>il</strong><br />

nostro Ateneo, ha svolto un rapido excursus sulla<br />

diagnosi e <strong>il</strong> trattamento terapeutico delle allergopatie<br />

respiratorie nel bambino, con particolare riguardo<br />

al fenomeno asmatico e sgombrando subito<br />

<strong>il</strong> campo da uno scomodo interrogativo: <strong>il</strong> soggetto<br />

asmatico può fare sport?<br />

“Certamente sì, e senza preclusioni di discipline. Un<br />

asmatico può praticare qualsiasi attività sportiva, naturalmente<br />

prestando la dovuta attenzione a tutta una<br />

serie di fattori che identificano l’asma come una malattia<br />

infiammatoria cronica ostruttiva con la quale bisogna<br />

sempre rapportarsi, anche nei momenti in cui <strong>il</strong><br />

paziente non avverte alcun sintomo. Per cui, qualora<br />

venisse richiesta allo specialista un’indicazione sullo<br />

sport più adatto al soggetto asmatico, sussistono elementi<br />

sufficienti per indirizzare <strong>il</strong> bambino verso una<br />

disciplina piuttosto che un’altra; diversamente non esistono<br />

comunque attività controindicate”.<br />

Sulla stessa lunghezza d’onda, seppur con qualche<br />

distinguo, la Prof.ssa Mirella Strambi che, in conclusione,<br />

ha presentato i risultati dell’indagine<br />

epidemiologica condotta insieme alla Dott.ssa<br />

S<strong>il</strong>via Franchi e svolta in collaborazione con <strong>il</strong><br />

comitato provinciale del Coni.<br />

“Devo innanzitutto premettere che <strong>il</strong> problema<br />

dell’asma è oggi molto presente in età<br />

pediatrica. Il rapporto tra i sessi penalizza i maschi<br />

e i numeri parlano di tre m<strong>il</strong>ioni di soggetti<br />

asmatici, comprese le fasce di età sufficientemente<br />

piccole”.<br />

“In ambito pediatrico procediamo per ‘step’<br />

– continua la Professoressa – : l’obiettivo è<br />

quello di studiare i vari stadi del fenomeno per<br />

mettere in campo tutti gli strumenti preposti a<br />

monitorare lo stato generale per adattare e mi-<br />

27 cinque cerchi<br />

gliorare la qualità della vita, approfondendo <strong>il</strong> quadro<br />

clinico, ma anche secondo le aspirazioni e, non ultime,<br />

le diverse esigenze fam<strong>il</strong>iari”.<br />

“L’asma da esercizio fisico che, se non diagnosticata<br />

prontamente può causare seri problemi ai processi di<br />

crescita, sv<strong>il</strong>uppo e integrazione nel tessuto sociale di riferimento<br />

sociale, è influenzata da numerosi fattori<br />

come l’ipervent<strong>il</strong>azione bronchiale, <strong>il</strong> tipo di attività<br />

svolta (dalla quale dipende <strong>il</strong> grado ipervent<strong>il</strong>atorio) e<br />

caratteri ambientale: la temperatura atmosferica o <strong>il</strong> livello<br />

di umidità”.<br />

“Ferma restando l’indiscussa libertà di scelta in<br />

campo sportivo da parte degli asmatici, propenderemmo<br />

per discipline acquatiche, sconsigliando l’uso di<br />

respiratori subacquei e l’attività in alta quota”.<br />

“Muovendo da questi input, nel 2003 abbiamo avviato<br />

<strong>il</strong> progetto ‘Asma e <strong>Sport</strong> in Età Pediatrica’, come<br />

detto fortemente voluto dal Coni e durante <strong>il</strong> quale<br />

molte colleghe si sono prestate per svolgere attività sul<br />

campo. Il progetto si è articolato in più fasi: prima <strong>il</strong><br />

contatto con la realtà scolastica, poi quello con le società<br />

sportive e un’indagine propedeutica con apposito<br />

questionario. All’inizio lo studio era partito per valutare<br />

<strong>il</strong> livello di conoscenza della patologia all’interno delle<br />

famiglie, successivamente si è cercato di inquadrare le<br />

linee generali e le dimensioni del fenomeno per poi affrontare<br />

quei casi per i quali era richiesto un ulteriore<br />

approfondimento e, ancora, i cambiamenti a distanza<br />

nel tempo con le conseguenti ricadute sul territorio”.<br />

“Dai dati emersi nel triennio 2003-2005 si registra<br />

la conoscenza della tematica allergolocica nel 40% del<br />

campione esaminato. Il 20% dei ragazzi lamentava<br />

sintomi riconducib<strong>il</strong>i all’asma e nel 24% venivano descritti<br />

broncospasmi. Il conseguente esame spirometrico<br />

(studiato sull’80% del campione) ha evidenziato <strong>il</strong> 10%<br />

di casi in broncoostruzione e <strong>il</strong> 40% con difficoltà respiratorie<br />

sotto sforzo”.<br />

“Quest’anno abbiamo riproposto gli stessi parametri<br />

su una popolazione ovviamente diversa e si è visto<br />

che <strong>il</strong> fenomeno asmatico può dirsi ormai conosciuto<br />

(nell’80% degli interpellati) e adeguatamente controllato<br />

tra medici specialisti e ambiente sportivo, con maggiore<br />

attenzione da parte delle famiglie e, quel che più<br />

conta, entro valori di assoluta normalità in tutti i soggetti<br />

sottoposti a spirometria”.<br />

“Ciò ci permette di affermare – conclude Mirella<br />

Strambi – che lo sport è ormai in grado di accogliere<br />

bambini affetti da malattie croniche, nati pre-termine e<br />

con patologie di origine gestazionale. Il compito di tutti,<br />

dagli operatori sanitari ai dirigenti sportivi e alle famiglie,<br />

è quello di proseguire su questa strada senza abbassare<br />

la guardia e seguendo la normale prof<strong>il</strong>assi<br />

medica debitamente prescritta”.


Agli inizi del mese di novembre si sono svolti ad<br />

Odense, in Danimarca, i Campionati Europei under 20,<br />

dove la scherma italiana si è confermata ancora una<br />

volta protagonista indiscussa a tutti i livelli stab<strong>il</strong>endo in<br />

questa edizione 2009 un nuovo record di medaglie, salendo<br />

per sette volte sul gradino più alto del podio e<br />

raccogliendo complessivamente dodici medaglie che<br />

hanno scavato, fin dal primo giorno di gare, un abisso<br />

incolmab<strong>il</strong>e per le altre nazioni con, alla fine, Ungheria,<br />

due ori, e Germania, un oro, al secondo e terzo posto<br />

del medagliere con sette medaglie complessivamente<br />

raccolte.<br />

Grande soddisfazione anche nella sezione scherma<br />

ESTRA-CONSUM.IT del CUS che contribuisce al ricco<br />

bottino con entrambi i propri atleti convocati: lo spadista<br />

Lorenzo Bruttini, classe 1991, e la fiorettista Alice<br />

Volpi, di un anno più piccola.<br />

Risultato di assoluto r<strong>il</strong>ievo per Bruttini che ottiene<br />

<strong>il</strong> bronzo individuale e quello a squadre; <strong>il</strong> dettaglio<br />

della gara vede lo spadista senese, dopo un buon girone<br />

iniziale, entrare nella eliminazione diretta dove supera<br />

nell’ordine: Robert Kotenko (EST) 15-10, Bryan<br />

Alexander Farmer (SVK) 15-9, Ph<strong>il</strong>ipp Timoshenko<br />

(RUS) 15-7 per poi vincere la sfida tutta italiana nei<br />

quarti di finale contro Gabriele Bino 15-9. Ha fermato<br />

la sua corsa, in semifinale, l’ucraino Yevgeniy<br />

Makiyenko che lo ha battuto 15-10 mentre <strong>il</strong> titolo è<br />

andato al “Ceco” Michal Cupr.<br />

Nella prova a squadre la formazione italiana composta<br />

dagli spadisti Gabriele Bino (Genova), Lorenzo<br />

Bruttini, Francesco Conc<strong>il</strong>io (Caserta) e Davide Massera<br />

(Chiavari), dopo aver saltato la prima diretta accedendo<br />

direttamente ai sedicesimi, superava la Gran<br />

Bretagna 45-26 e successivamente la Germania per 45-<br />

36 entrando in semifinale contro Israele. Battuti dagli<br />

israeliani 45-39, perdevano la possib<strong>il</strong>ità di disputare la<br />

finalissima per l’oro, vinta poi dalla squadra ungherese,<br />

ma, battendo la Polonia 45-39, conquistavano la medaglia<br />

di bronzo.<br />

Peccato invece per la prova individuale della fiorettista<br />

Alice Volpi che, dopo un perfetto girone iniziale,<br />

andava ad occupare <strong>il</strong> terzo posto del tabellone di eliminazione<br />

diretta; nel secondo turno, <strong>il</strong> tabellone da<br />

“32” alla quale la senese aveva avuto accesso diretto,<br />

l’accoppiamento la opponeva alla campionessa del<br />

Mondo in carica, la russa Kazhikina, con la quale, dopo<br />

un avvio equ<strong>il</strong>ibrato, la cussina perdeva la giusta concentrazione<br />

e veniva nettamente battuta per 6-15. Sicuramente<br />

sfortunato l’accoppiamento per <strong>il</strong> primo<br />

assalto della cussina ma l’atleta senese deve imparare a<br />

gestire meglio certi incontri indipendentemente dal<br />

momento della gara in cui vengono affrontati.<br />

Vittoria importate dell’Italia nella prova a squadre<br />

con la conquista del titolo continentale di fioretto femmin<strong>il</strong>e;<br />

la squadra composta da Olga Rachele Calissi<br />

(Pisa), Beatrice Monaco (Livorno), Valentina Vianello<br />

daniele giannini<br />

La coppia cussina in evidenza ai recenti Campionati Europei<br />

Under 20 e nella prima prova nazionale<br />

Volpi e Bruttini,<br />

in due si vince meglio<br />

(Mestre) ed Alice Volpi batte in finale 43-39 la Russia e<br />

si laurea Campionessa d’Europa. Le azzurre avevano<br />

sconfitto la Polonia 43-40 per accedere alla finalissima,<br />

dopo aver superato di diritto <strong>il</strong> primo turno di diretta ed<br />

aver eliminato prima con un netto 45-22 la Repubblica<br />

Slovacca. Sicuramente buona in questo caso la prova<br />

della Volpi che nei tre turni di assalto della finale contro<br />

la Russia mette complessivamente a segno un + 4<br />

che poi risulterà la differenza finale fra le due formazioni.<br />

Passa poco più di una settimana ed ecco la conferma<br />

del valore dei due atleti cussini che fanno vivere<br />

una giornata entusiasmante alla scherma senese durante<br />

la prima prova nazionale under 20 svoltasi a La<br />

Spezia; infatti le prime gare in programma di spada<br />

masch<strong>il</strong>e e di fioretto femmin<strong>il</strong>e sono state vinte proprio<br />

da Lorenzo Bruttini ed Alice Volpi che si sono dati<br />

<strong>il</strong> cambio sul gradino più alto del podio nella cerimonia<br />

conclusiva di premiazione al termine delle due prove.<br />

I due atleti senesi hanno sfoggiato una superiorità<br />

tecnica che ha permesso loro di vincere, con buona superiorità,<br />

tutti gli incontri disputati concedendo un limitato<br />

numero di stoccate ai rispettivi avversari anche<br />

nell’incontro valido per la vittoria della prova.<br />

Vera e propria “maratona” nella spada con quasi 300<br />

atleti in pedana e tabellone di eliminazione diretta da<br />

“256” che, dopo <strong>il</strong> turno a giorni, vede Bruttini affrontare<br />

e vincere 5 turni di incontri a 15 stoccate per accedere<br />

al tabellone da “8”; quindi <strong>il</strong> cussino<br />

supera nell’ordine Marzani di Bergamo per<br />

15/9, Lucenti di Catania per 15/10 per andare<br />

ad aggiudicarsi la vittoria finale per<br />

15/7 su Conc<strong>il</strong>io di Caserta.<br />

Nel fioretto numeri più ridotti ma un<br />

concentrato di “medagliate” da far paura<br />

con l’oro e l’argento dei recentissimi Europei<br />

svoltisi in Danimarca. La Volpi cede<br />

di misura un solo assalto nel turno a<br />

giorni andando comunque ad occupare<br />

la 7ª posizione del tabellone di eliminazione<br />

diretta da “64” dove supera tre<br />

turni per accedere al tabellone finale da<br />

“8”; nei quarti l’assalto più diffic<strong>il</strong>e contro<br />

la Palumbo di Potenza superata per<br />

15/13, nella semifinale assalto sempre<br />

condotto in vantaggio sulla pisana Cini<br />

concluso 15/11, mentre nella finale contro<br />

la livornese Calissi, dopo un parziale<br />

svantaggio iniziale di tre stoccate, la giovane<br />

17enne cussina raggiunge e supera<br />

l’avversaria per incrementare <strong>il</strong> vantaggio<br />

fino al 15/9 che sancisce la netta vittoria<br />

della Volpi.<br />

Nelle giornate che seguono è ancora<br />

la Volpi a raccogliere un risultato di prestigio<br />

nella spada classificandosi al 6°<br />

28 scherma<br />

posto superata solo dalla catanese Fiamingo, fresca<br />

Campionessa Europea poi vincitrice della prova. Bene<br />

anche Gaia Fratini, classe 1992 come la Volpi, 13ª nella<br />

graduatoria finale e ad un passo dalle migliori, fermata<br />

nelle “16” dalla vercellese Elvo, mentre per Valentina<br />

Soldati, classe 1995, che aveva ottenuto la qualificazione<br />

a questa prova grazie alla buona prestazione nella<br />

precedente prova under 17, <strong>il</strong> turno a gironi si è r<strong>il</strong>evato<br />

ostacolo insormontab<strong>il</strong>e.<br />

Nella spada masch<strong>il</strong>e in gara anche Luca Murana<br />

che raggiungeva con determinazione <strong>il</strong> tabellone da<br />

“64” per “arrendersi” 13/15 a Cambursano di Chivasso.<br />

Nel fioretto femmin<strong>il</strong>e invece 25ª posizione per<br />

Irene Crecchi, 11/15 contro la mestrina Vianello e 48ª<br />

per Giorgia Zizzo decisamente sotto tono contro la<br />

Lodo di Torino che la fermava sul 12/15.<br />

Ad Ariccia si è svolta la prima prova di qualificazione<br />

zonale che ha visto raggiungere l’obbiettivo della qualificazione<br />

per la prova Nazionale OPEN di Ravenna di<br />

5 atleti del CUS, tre in campo masch<strong>il</strong>e, Fabio Miraldi,<br />

Luca Murana ed <strong>il</strong> giovanissimo, classe 1995, Bernardo<br />

Crecchi, e due in campo femmin<strong>il</strong>e, Irene Crecchi,<br />

sconfitta 15/14 per l’accesso nel tabellone da “8”, e<br />

Giorgia Zizzo. Non riuscivano invece a raggiungere la<br />

qualificazione Matteo Della Vecchia e Franco Dei nel<br />

fioretto e Cristiano De Salve nella Sciabola.<br />

Al via anche l’attività under 14 con lo svolgimento<br />

della prima prova del campionato toscano under 14<br />

svoltasi a Prato dove la della sezione scherma del CUS.<br />

ESTRA – Banca CRAS (sponsor del settore giovan<strong>il</strong>e) ha<br />

raccolto due Ori, un Argento, due Bronzi e cinque finalisti<br />

I giovani cussini si sono presentati sulle pedane pratesi<br />

a ranghi ridotti per l’epidemia influenzale, nonostante<br />

ciò i risultati individuali sono stati di ottimo livello<br />

con l’oro di Maddalena Valacchi nel fioretto “Giovanissime”<br />

e l’argento di Flavia Monaci in una finalissima tutta<br />

senese rifinita dal settimo posto di S<strong>il</strong>via Menchiari; nella<br />

spada “Giovanissimi” un altro oro con Lorenzo Toracca


ed <strong>il</strong> sesto posto di Sergio Caoduro, sempre nella stessa<br />

categoria di spada femmin<strong>il</strong>e ottimo bronzo di S<strong>il</strong>via<br />

Menchiari e sesto posto per Rachele Rosso.<br />

Nei “Maschietti” fioretto buon debutto per Jago Peloquin<br />

nono classificato, così come Gianmarco Pasquini<br />

nei “Giovanissimi”. Nelle “Allieve” fioretto bel bronzo<br />

di Sofia Monaci e nono posto per Elena Biagiotti, nei<br />

maschi ottimo sesto posto di Dimitri Tarantino, al<br />

primo anno della categoria, seguito in semifinale da Lorenzo<br />

Giannini, Lorenzo Capra e Francesco Pacciani;<br />

nella spada finale per Lorenzo Giannini, ottavo, seguito<br />

da Bernardo Rosseti e Lorenzo Capra, infine decimo<br />

posto per Dimitri Tarantino nella sciabola.<br />

Nella classifica per Società di questa prima prova,<br />

nonostante le numerose defezioni dei suoi giovani<br />

atleti, <strong>il</strong> CUS è a ridosso delle prime e nelle successive<br />

due prove cercherà di recuperare le posizioni perse per<br />

provare a conquistare <strong>il</strong> titolo di Società anche per <strong>il</strong><br />

2009/2010 dopo le vittorie consecutive ottenute nelle<br />

ultime due stagioni.<br />

Esordio complessivamente positivo anche in campo<br />

nazionale per i giovanissimi fiorettisti cussini, con la<br />

prima prova del circuito italiano under 14 disputata a<br />

Cerea, in provincia di Verona, ed alla quale hanno partecipato<br />

oltre 900 piccoli schermitori. Sul podio sono<br />

arrivate Maddalena Valacchi, 2ª nelle “Giovanissime”,<br />

che ha ceduto, nell’assalto valido per la vittoria della<br />

prova, alla veneta De Marchi, e Sofia Monaci, 3ª nelle<br />

“Allieve”, superata in semifinale dalla vincitrice della<br />

prova la pistoiese Biagiotti. Finale conquistata anche da<br />

Maria Vittoria Pennisi, 8ª nella categoria “Bambine” ed<br />

all’esordio assoluto in una gara ufficiale. Nei “16” delle<br />

rispettive categorie, in prove spesso con circa 100 o più<br />

atleti, si sono classificati: Flavia Monaci, 13° posto nelle<br />

“Giovanissime”, Dimitri Tarantino, 12° nei “Ragazzi”,<br />

e Carlo Alberto Stortini, 10° negli “Allievi”.<br />

Nei turni precedenti si erano fermati Jago Peloquin,<br />

17° nei “Maschietti”, Lorenzo Toracca, 36° nei “Giovanissimi”,<br />

Lorenzo Capra e Francesco Pacciani, rispettivamente<br />

32° e 36° nei “Ragazzi”, Elena Biagiotti, al 34°<br />

posto nelle “Ragazze”, Lorenzo Giannini ed Andrea<br />

Sperduti, rispettivamente 26° e 44° negli “Allievi”.<br />

Per tutti, indipendentemente dal risultato di classifica<br />

raggiunto, l’obbiettivo è quello di migliorare le proprie<br />

capacità cercando di arrivare con basi tecniche<br />

solide al passaggio nelle categorie over 14 dove, dopo<br />

<strong>il</strong> completamento dello sv<strong>il</strong>uppo fisico, saranno determinanti<br />

la tecnica e la volontà di migliorarsi per poter<br />

ambire a competere, o continuare a farlo, ai massimi livelli<br />

nazionali come già avviene per alcuni compagni<br />

di sala di qualche anno più grandi.<br />

In campo Master, over 40, vittoria per Fabio Miraldi<br />

nella seconda prova di fioretto del circuito nazionale<br />

svoltasi a Foggia con 6° posto per F<strong>il</strong>ippo Carlucci che<br />

raggiungeva <strong>il</strong> podio nella prova di Sciabola, 3°, seguito<br />

da Miraldi, 7°.<br />

Impegno costante quindi per la scherma cussina ma<br />

ben ripagato dai risultati che danno i giusti stimoli a<br />

tutta la palestra ed in particolare ai più piccoli che possono<br />

“toccare con mano” i giovani ‘colleghi’ ormai stab<strong>il</strong>mente<br />

nel giro della nazionale giovan<strong>il</strong>e e, speriamo<br />

in futuro, di quella assoluta potendo, in più di una occasione,<br />

avere anche la possib<strong>il</strong>ità di incrociare la propria<br />

lama con quella del loro “campione” senese. <br />

Nella foto pagina precedente: al centro i due schermitori<br />

senesi<br />

daniele giannini<br />

A 43 anni e con quasi<br />

1.800 vittorie in carriera,<br />

Stefano Landi si conferma<br />

fra i migliori jockey italiani<br />

Quello che...<br />

<strong>il</strong> Palio<br />

non gli<br />

manca<br />

Chi dice Palio, dice Siena. Ma non sempre chi<br />

dice “fantino” dice “fantino del Palio di Siena”,<br />

anche se l’interessato è nato sulle lastre ed è un contradaiolo,<br />

nel caso specifico del Nicchio.<br />

Ma a noi senesi, si sa, ogni tanto ci piace sdirazzare<br />

e allora…, l’allora piccolo Stefano Landi, appena<br />

otto anni, invece che sognare un giorno di correre in<br />

Piazza, inizia una dura gavetta a Pian del Lago sotto<br />

gli occhi vig<strong>il</strong>i di Giuseppe Temperini e “Pippo” Fontani,<br />

oltre naturalmente a quelli di babbo Paolo, orgoglioso<br />

di vedere crescere e migliorare ogni giorno,<br />

cavalcata dopo cavalcata, <strong>il</strong> piccolo prodigio.<br />

Un’immensa passione quella di Stefano che, dopo<br />

aver finito la scuola dell’obbligo, lo vede allontanarsi<br />

dalla sua città e dalla sua famiglia per approdare a Livorno<br />

da una vecchia conoscenza, questa volta invece<br />

del Palio, tale Saro Pecoraro detto “Tristezza”<br />

che è sempre stato, ed è tuttora, allenatore di cavalli<br />

da corsa, addirittura uno dei migliori in Toscana.<br />

Landi si presentò, con buone referenze, alla sua<br />

scuderia e da lì inizia <strong>il</strong> suo “cursus honorum” che lo<br />

vede poi approdare negli ippodromi più prestigiosi<br />

della penisola, primo fra tutti San Siro a M<strong>il</strong>ano, Pisa,<br />

Roma, Firenze, Varese, Livorno e Napoli, sotto le “grinfie”<br />

dei migliori allenatori, Caruso e D’Auria tanto per<br />

citare i due più conosciuti nel mondo delle regolari.<br />

29<br />

scherma /ippica<br />

Nel 1991 Landi firma un contratto con una fra le<br />

scuderie più prestigiose, la Dormello Olgiata di Bolgheri,<br />

quella del grande Ribot, tanto per intendersi;<br />

l’anno successivo si lega, per ben sette anni, con la<br />

scuderia Pistoletti ed altrettanti con quella di Gasparini.<br />

Tirando le somme, dal 1991 al 2008, ogni anno<br />

Landi supera le cento vittorie (fra le più prestigiose<br />

due Gran Premio Parioli, un’edizione del Regina<br />

Elena, <strong>il</strong> premio Tesio e <strong>il</strong> Criterium Internazionale di<br />

M<strong>il</strong>ano) e conti alla mano ad oggi ha oltrepassato<br />

abbondantemente quota m<strong>il</strong>lesettecentocinquanta<br />

su oltre undicim<strong>il</strong>a corse, arrivando quattro volte tra<br />

i primi tre fantini dell’apposita classifica italiana.<br />

Nel 2007-2008, visto che in Italia aveva, come<br />

suol dirsi, “sbancato”, Stefano decide di provare<br />

anche <strong>il</strong> terreno degli ippodromi internazionali (fra<br />

questi <strong>il</strong> mitico Golden Gate negli Stati Uniti) e in<br />

due anni riesce a vincere una decina di Gran Premi<br />

e ad arrivare per ben tre volte secondo in Francia.<br />

L’allenamento di un fantino delle regolari è molto<br />

duro e, per certi aspetti, anche monotono perché ci<br />

si allena montando e si gareggia sempre montando:<br />

la corsa si vince quando hai <strong>il</strong> cavallo più veloce perché<br />

nelle regolari non è che c’è da percorrere traiettorie<br />

particolari o da impostare curve o passare<br />

esterni o interni. Vince chi ha <strong>il</strong> cavallo più veloce e,<br />

ovviamente, <strong>il</strong> fantino che riesce meglio ad interpretare<br />

quel dato cavallo considerando che in certe<br />

corse ci possono essere anche oltre quindici partenti.<br />

Attualmente Stefano è legato a due scuderie, la<br />

Dormello Olgiata di Bolgheri e Azzaro di M<strong>il</strong>ano, con<br />

le quali, su circa quattrocento gare, ha vinto una sessantina<br />

di volte, montando, a suo dire, un po’ meno<br />

rispetto agli anni precedenti, ma su cavalli decisamente<br />

migliori, tra cui la cavallina Lady Gentleman.<br />

Inoltre si è imposto nel ‘Premio Andreina’ con un<br />

soggetto della scuderia Dormello che da diversi anni<br />

era assente dal palmares di questa manifestazione.<br />

Stefano insomma di scendere da cavallo non ha<br />

proprio voglia. Sarà perché gli riesce ancora bene<br />

non solo correre, ma soprattutto vincere.<br />

E <strong>il</strong> binomio cavallo-vittoria, da queste parti, ha<br />

sempre un grande fascino. Chiara Cicali


La nuova stagione del rugby senese si è aperta<br />

con due novità: la nascita di una seconda squadra,<br />

<strong>il</strong> Siena Rugby club 2000, iscritta al campionato<br />

di serie C2, e l’apertura di una vera e propria<br />

“scuola di rugby” del Cus al campo dell’Acquacalda.<br />

Due fatti che hanno una comune matrice,<br />

quella di dare ancora più forza e stab<strong>il</strong>ità al movimento<br />

della pallovale senese. Ed anche la casa<br />

madre, Banca Cras Cus Siena, dopo i risultati<br />

molto positivi della scorsa stagione, ha cercato di<br />

consolidare quanto di buono era stato fatto, confermando<br />

quasi per intero lo staff tecnico: Fulvio<br />

Biagioli per <strong>il</strong> terzo anno consecutivo alla guida<br />

della squadra seniores, impegnata nel campionato<br />

di serie C1; Adrian Bielsa allenatore della<br />

Under 18; <strong>il</strong> ritorno di Francesco Ferluga, cui è<br />

stata affidata la Under 16; Luca Scarpelli ancora<br />

una volta tecnico della Under 14.<br />

Poco cambia a livello di giocatori in campo,<br />

anche se già nella fase di preparazione atletica<br />

(coordinata da Riccardo Bani), iniziata ad agosto,<br />

c’è stata la piacevole sorpresa di vedere al campo<br />

qualche “faccia nuova”, sia matricole universitarie<br />

provenienti da altre esperienze rugbystiche,<br />

sia atleti senesi provenienti da altre discipline<br />

sportive ed incuriositi dalla voglia di fare una<br />

nuova esperienza, adesso che una migliore conoscenza<br />

del rugby ha permesso di superare timori<br />

e diffidenze.<br />

L’inizio del torneo ha regalato ai bianconeri di<br />

Banca Cras Cus Siena due memorab<strong>il</strong>i vittorie,<br />

mai realizzate fino ad oggi: contro i Cavalieri<br />

Prato in casa e addirittura sul campo della capolista<br />

Etruschi Livorno, dove i senesi sono riusciti a<br />

ribaltare <strong>il</strong> risultato, da 8-10 a 20-10, grazie alla<br />

impressionante superiorità della mischia.<br />

Ottimi risultati anche per <strong>il</strong> Siena Rugby Club<br />

2000 allenato da Andrea Guadagno, che pur dovendo<br />

ancora crescere sul piano del gioco, ha<br />

conquistato vittorie convincenti, grazie all’entusiasmo<br />

e alla compattezza di una squadra che riesce<br />

sempre a dare <strong>il</strong> meglio di sé.<br />

Ma la soddisfazione più grande dell’anno riguarda<br />

la nascita della Scuola Rugby di Banca<br />

Cras Cus Siena, che ha aperto i battenti in coincidenza<br />

con l’apertura delle scuole (15 settembre)<br />

e non è stato assolutamente un caso, visto<br />

che si rivolge soprattutto ai giovani e ai bambini.<br />

Alla Scuola Rugby sono iscritti bambini dai 6 ai<br />

16 anni, con uno staff tecnico e dirigenziale per<br />

ciascuna squadra ed un sostegno fortissimo, ed<br />

indispensab<strong>il</strong>e, da parte di decine di genitori,<br />

ormai appassionati allo stesso modo dei loro figli.<br />

roberto guiggiani<br />

Nata una seconda squadra e avviata la scuola<br />

al campo dell’Acquacalda<br />

Doppia scommessa<br />

per <strong>il</strong> rugby senese<br />

Nato lo scorso anno grazie alla incredib<strong>il</strong>e passione<br />

di Roberto Bartolomucci, <strong>il</strong> minirugby ha<br />

avuto in pochi mesi una crescita che nessuno<br />

aveva immaginato, “costringendo” letteralmente<br />

la società a bruciare le tappe e darsi una struttura<br />

di vera e propria scuola in pochi mesi.<br />

Il programma di lavoro prevede due allenamenti<br />

settimanali (al martedì e venerdì) secondo<br />

le regole del minirugby, che sono molto diverse da<br />

quelle che si vedono sui campi del Sei Nazioni. Più<br />

un gioco che uno sport, invero, su un terreno di<br />

gioco di piccole dimensioni, senza i contatti duri,<br />

e talvolta anche violenti, che caratterizzano <strong>il</strong><br />

rugby, ma con <strong>il</strong> rispetto di due regole fondamentali<br />

fin dall’inizio: spirito di gruppo e rispetto dell’avversario.<br />

Dopo aver appreso i primi fondamenti<br />

del gioco, i bambini iniziano gradualmente a partecipare<br />

ai “concentramenti”, piccoli tornei fra<br />

squadre di pari età, decisamente divertenti e motivanti.<br />

Lo scorso anno i “Tigrotti” (dal nome della<br />

mascotte che hanno adottato) di Banca Cras Cus<br />

Siena, hanno presto superato le esitazioni dei principianti,<br />

dimostrando prima un notevole livello tecnico<br />

e poi una crescita tattica, che li ha visti battere<br />

squadre di ben più lunga tradizione. La quota di<br />

partecipazione alla Scuola Rugby è di 150 euro per<br />

l’intero anno ed è necessario portare alla segreteria<br />

del Cus un certificato di sana e robusta costituzione.<br />

Per ogni informazione, si può consultare <strong>il</strong><br />

30 rugby<br />

sito internet www.sienaminirugby.it.<br />

Fa piacere, infine, sottolineare che la crescita<br />

del rugby senese non è passata inosservata anche<br />

a livello regionale. Anzi, <strong>il</strong> Cus Siena rugby è uno<br />

dei soci fondatori del progetto TRE, Toscana<br />

Rugby Eccellenza, insieme a realtà storiche della<br />

nostra regione come Arezzo, Firenze, Prato e<br />

Sesto Fiorentino.<br />

I presidenti delle società partecipanti al progetto<br />

si sono riuniti nella splendida cornice del<br />

Borgo Scopeto Relais (in occasione del Diego Dominguez<br />

Camp che si è tenuto per la prima volta<br />

a Siena) per un incontro che ha sancito la definitiva<br />

formalizzazione di un progetto che dovrà<br />

dare solide base al rugby in Toscana. Le squadre<br />

giovan<strong>il</strong>i di ciascuna società partecipante avranno<br />

la possib<strong>il</strong>ità di riunire i loro migliori giocatori ad<br />

una selezione che parteciperà, dalla stagione<br />

2010-2011 ai campionati nazionali di eccellenza,<br />

permettendo così ai giovani di maggior talento<br />

di fare esperienze di alto livello, migliorando notevolmente<br />

<strong>il</strong> loro livello di preparazione tecnica<br />

e di gioco, con possib<strong>il</strong>ità di poter essere poi protagonisti<br />

nelle categorie superiori. Allo stesso<br />

tempo, grazie a stages e incontri durante l’anno,<br />

anche i tecnici delle società partecipanti a TRE potranno<br />

seguire un proprio percorso di specializzazione,<br />

da riversare poi negli allenamenti<br />

settimanali.


Un tuffo in piscina è senz’altro un gesto semplice,<br />

quasi banale per chi ha un minimo di confidenza con<br />

l’acqua. La possib<strong>il</strong>ità di farlo durante la pausa<br />

pranzo o al termine di una giornata di lavoro è data<br />

per scontata. Magari qualche volta si deve convivere<br />

con tanta altra gente che non consente di tenere <strong>il</strong><br />

proprio ritmo, oppure si fa fatica a trovare un buco<br />

libero per cambiarsi o un attaccapanni per l’accappatoio.<br />

Tutti inconvenienti fastidiosi ma che, tutto<br />

sommato, vale la pena affrontare per godersi tre<br />

quarti d’ora di attività rigenerante. Giustamente si<br />

chiede a chi gestisce di limitare o eliminare ove possib<strong>il</strong>e<br />

ogni disagio, rivendicando <strong>il</strong> sacrosanto diritto<br />

ad usufruire delle piscine comunali nel modo più piacevole<br />

possib<strong>il</strong>e concentrandosi, come è naturale,<br />

sul proprio ambito di attività, al proprio segmento<br />

di spazio pubblico.<br />

Seppur con limiti e carenze dovute a fattori non<br />

sempre controllab<strong>il</strong>i, l’attività nelle piscine comunali<br />

della nostra città viene garantita per tutto l’anno.<br />

Questo viene dato per scontato, dicevamo, ma così<br />

scontato non è. Un’analisi a trecentosessanta gradi<br />

consente infatti, da una parte, di individuare l’importanza<br />

sociale e strategica che le piscine rivestono<br />

nell’ambito territoriale di riferimento, dall’altra mette<br />

a nudo una serie di criticità che spaventerebbero<br />

chiunque, o quasi.<br />

Il popolo dell’acqua della nostra città si conta nell’ordine<br />

delle migliaia e costringe a turni serrati per<br />

tentare di dire di no ad un numero <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e limitato<br />

di persone. Le liste di attesa sono dolorose<br />

per chi gestisce come per chi rimane fuori dai corsi;<br />

l’impegno della Uisp è quello di accontentare tutti,<br />

ma non è obiettivamente possib<strong>il</strong>e.<br />

Vale la pena riflettere su come la piscina sia uno<br />

dei pochi spazi pubblici adattab<strong>il</strong>i alle esigenze di<br />

tutti. Se scorriamo la giornata di uno degli impianti<br />

natatori comunali, scopriamo che l’attività al mattino<br />

comincia molto presto, quando gi addetti alle<br />

pulizie iniziano <strong>il</strong> loro giro ed i responsab<strong>il</strong>i delle manutenzioni<br />

effettuano i controlli di routine. Poco<br />

dopo inizia l’attività dedicata soprattutto alle fasce<br />

paolo ridolfi<br />

Una giornata-tipo in piscina all’insegna del divertimento,<br />

della salute e dell’agonismo<br />

Dove le differenze<br />

si annullano<br />

della cosiddetta grande età che svolgono un’attività<br />

specificatamente studiata per evitare traumi, facendo<br />

comunque un lavoro fisico importante. L’atmosfera<br />

di queste prime ore è ovattata e r<strong>il</strong>assante ed è per<br />

questo che anche i corsi di preparto in acqua vengono<br />

collocati in questa fascia.<br />

Subito dopo, spesso, <strong>il</strong> clima subisce un brusco<br />

cambiamento con l’arrivo degli scuolabus che riversano<br />

nell’ambiente le grida dei ragazzi delle scuole.<br />

L’acqua li accoglie e si adatta alle loro esigenze, diventa<br />

strumento di gioco, svago, divertimento.<br />

Si arriva alla pausa pranzo e negli spogliatoi ci si<br />

sf<strong>il</strong>ano giacche cravatte e si indossano cuffie costume<br />

ed occhialini. Il contatto con l’acqua libera dalla fatica<br />

mentale di una mattinata davanti al computer,<br />

costretti in una innaturale posizione seduta, e lascia<br />

che <strong>il</strong> corpo ritrovi la propria armonia nell’elemento<br />

primordiale.<br />

Già da un po’ in un angolo ci sono signore di<br />

varie età con <strong>il</strong> busto fuori dall’acqua che sembrano<br />

galleggiare in modo innaturale, ma che in realtà bruciano<br />

energie pedalando sulle hydrobike. In testa, al<br />

posto della cuffia, molte indossano una bandana...<br />

come se sapessero che era <strong>il</strong> segno distintivo del mitico<br />

pirata che sui pedali sfidava le montagne. Le accompagna<br />

una musica che dà loro ritmo ed energia<br />

e fa da sottofondo a tutto l’ambiente. Dopo pranzo,<br />

anzi, dopo la scuola, arrivano gli agonisti che con<br />

l’acqua vivono quasi in simbiosi. Il loro obiettivo è<br />

quello di vincerne la resistenza nel minor tempo possib<strong>il</strong>e<br />

o danzare in acqua e quasi a far rivivere <strong>il</strong> mito<br />

delle sirene. Sognano medaglie ed applausi, hanno,<br />

o avranno, un fisico scultoreo. Li aspettano gare ma<br />

anche tanti momenti di allegria con i compagni coi<br />

quali hanno condiviso e condividono trasferte, cene,<br />

vittorie, sconfitte, sacrifici, gratificazioni e delusioni<br />

che li faranno crescere e maturare.<br />

Dopo le quattro iniziano i corsi e la confusione<br />

aumenta in maniera esponenziale. “Merito” dei<br />

bambini, ma anche delle mamme, dei babbi dei<br />

nonni e delle tate che svolazzano con accappatoi,<br />

salviette, merendine e merendone, affinché le loro<br />

32 sport per tutti<br />

creature non prendano freddo e non svengano perchè<br />

colte da un improvviso mancamento dovuto alla<br />

fame scatenata dai quaranta minuti di corso.<br />

Le ombre iniziano poi ad allungarsi fuori dalle vetrate<br />

e l’età dei frequentatori torna ad aumentare<br />

fino alle ore del dopo cena quando si ritrovano<br />

gruppi di amici che decidono di chiudere in acqua le<br />

proprie giornate perfezionando, chi più chi meno, <strong>il</strong><br />

proprio st<strong>il</strong>e natatorio ed esaltando la definizione dei<br />

propri muscoli. La voglia di acqua costringe taluni a<br />

fare le ore piccole per nuotare o giocare in acqua.<br />

Ancor più piccole sono le ore di chi deve chiudere<br />

l’impianto alla fine dei corsi quando l’acqua della<br />

vasca ritrova la sua naturale calma piatta.<br />

Non si può a questo punto dimenticare lo spettacolo<br />

del sabato mattina quando spuntano dagli spogliatoi<br />

tanti piccoli batuffoli, alcuni hanno passato più<br />

tempo in acqua, nel grembo materno, che in aria. E si<br />

vede subito che quell’elemento gli è naturalmente fam<strong>il</strong>iare,<br />

viene da pensare che in realtà siano lì per insegnare<br />

come si fa a chi non se lo ricorda più. Ci sono poi<br />

i più grandicelli, che comunque non arrivano ai due<br />

anni, ed hanno qualche resistenza in più a trovarsi a<br />

proprio agio, ma poi si ricordano...e la magia ricomincia<br />

... può capitare di vederne uno che ride più degli<br />

altri, che si muove più degli altri, forse è perchè nell’acqua<br />

ritrova quell’autonomia che fuori non ha, te ne<br />

accorgi solo quando tutti gli altri escono e si allontanano<br />

calzando le loro ciabattine variopinte, mentre lui<br />

si allontana in braccio a qualcuno continuando a sgambettare<br />

come se continuasse a nuotare nell’aria....<br />

Grande è la capacità dell’acqua di eliminare le differenze<br />

ed è per questo che le attività in piscina sono<br />

particolarmente importanti per i diversamente ab<strong>il</strong>i.<br />

Le numerose associazioni che usufruiscono gratuitamente<br />

degli spazi danno la possib<strong>il</strong>ità a tante bambine,<br />

bambini e adulti, affetti da patologie anche<br />

gravi, di trovare in acqua armonia e serenità.<br />

Tutto questo non può essere dato per scontato<br />

ma vissuto come patrimonio di assoluto valore per la<br />

nostra comunità e come tale deve essere tutelato e<br />

salvaguardato


Che cosa rappresentano nella nostra vita 6 ore,<br />

44 minuti e 28 secondi? Per qualcuno può essere l’orario<br />

di una giornata di lavoro scandita dal fatidico<br />

cartellino della sofferta entrata e dell’euforica uscita.<br />

Ma per Marco Paghi, medico senese di 50 anni,<br />

l’uomo dei record con <strong>il</strong> mare negli occhi e l’acqua<br />

salata nelle vene, questo tempo è la durata della sua<br />

traversata in mare aperto tra la spiaggia delle Ghiaie<br />

nei pressi di Portoferraio nell’Isola d’Elba e l’approdo<br />

a Marina di Salivoli a Piombino.<br />

Marco Paghi ha preparato al meglio e sotto ogni<br />

prof<strong>il</strong>o la sua traversata a nuoto di 25 ch<strong>il</strong>ometri. “L’idea<br />

è stata semplice ed ambiziosa – ha detto -. Semplice<br />

perché si tratta… semplicemente di nuotare<br />

per 25 ch<strong>il</strong>ometri: una gara a cronometro. Ambiziosa<br />

perchè vorrebbe nel suo genere diventare una classica.<br />

Ecco perché ho parlato di progetto, perchè l’obiettivo<br />

non è solo quello di arrivare in fondo, ma di<br />

darle un futuro e farne un punto di riferimento per<br />

tutti gli appassionati. L’idea nasce da una constatazione:<br />

da diversi anni è sempre più diffic<strong>il</strong>e per un<br />

Master partecipare a gare lunghe, diciamo oltre i<br />

dieci ch<strong>il</strong>ometri. La gara sui 25 per un Master non<br />

esiste più da anni e la sua attività agonistica mi sembra<br />

confinata entro i cinque ch<strong>il</strong>ometri con una netta<br />

preponderanza di gare tra uno e due ch<strong>il</strong>ometri. La<br />

mia esperienza mi suggerisce però che per chi nuota<br />

in mare viene naturale nel tempo provare a confrontarsi<br />

con distanze più impegnative. In particolare<br />

<strong>il</strong> nuoto che io amo è quello su tratti lunghi in<br />

mare aperto, con la barca appoggio come unico<br />

punto di riferimento e gli altri nuotatori che a mala<br />

pena distingui tra le onde. Chi ha provato sa di cosa<br />

parlo: è una sensazione unica. È una gara ma ha <strong>il</strong> sapore<br />

dell’avventura. Preso atto che attualmente sono<br />

precluse ai Master gare di questo tipo, adesso non<br />

avevo scelta: nell’impossib<strong>il</strong>ità di organizzare una<br />

gara vera e propria, non mi restava che proporre una<br />

traversata in solitario e per renderla un po’ più difficoltosa<br />

ci ho messo un po’ di pepe”.<br />

Ma la scelta di compiere un’impresa di tale portata<br />

nasce da lontano? “Dico subito che ho sempre<br />

guardato alle traversate in solitario con sospetto e<br />

distacco. Cosa vuole dimostrare chi nuota in solitario?<br />

Che riesce a nuotare per 20, 30, 50 ch<strong>il</strong>ometri<br />

ed oltre? A mio parere sono tanti i nuotatori in grado<br />

di farlo e quindi non vedo l’impresa, se vogliamo de-<br />

andrea sbardellati<br />

Nuova performance di Marco Paghi<br />

impegnato nell’inedito percorso Isola d’Elba-Piombino<br />

Un mare di passione<br />

e tante idee<br />

finirla così. Diverso è nuotare distanze lunghe in gara<br />

con altri; lì c’è effettivamente <strong>il</strong> confronto sportivo.<br />

Perciò ho scelto una traversata che secondo me può<br />

avere un domani, può essere interessante e stimolare<br />

altri a ripeterla, in modo da creare un confronto<br />

sia pur indiretto nel tempo. In futuro la traversata<br />

sarà aperta a tutti, master ed agonisti”.<br />

Marco Paghi è stato dunque <strong>il</strong> pioniere che ha tracciato<br />

<strong>il</strong> suo percorso evitando la rotta dei traghetti che<br />

collegano Piombino con Portoferraio. È molto forte <strong>il</strong><br />

contatto tra l’uomo e la natura, rappresentata dall’immensità<br />

del mare. Ma come vede Marco Paghi l’invasione<br />

della tecnologia nei materiali ut<strong>il</strong>izzati dai<br />

nuotatori? “Per tornare un po’ alle origini, aggiungendo<br />

quel pizzico di pepe di cui parlavo, ho deciso di<br />

affrontare la traversata alla vecchia maniera, cioè senza<br />

l’ut<strong>il</strong>izzo di costumoni tecnici che in fin dei conti solo<br />

pochi anni fa sarebbero stati vietati. Ho in mente di inserire<br />

anche qualche difficoltà ma su questo vedremo”.<br />

Come è nata l’idea di fare la traversata a nuoto tra l’Isola<br />

d’Elba e la costa tirrenica? “La decisione di farla in<br />

Toscana è un omaggio alla mia regione, insieme al<br />

fatto di coinvolgere l’Associazione Nuoto Piombino e<br />

la Lega Navale di Piombino. Il loro coinvolgimento è<br />

dipeso dalla loro esperienza organizzativa e dall’amicizia<br />

reciproca consolidatasi negli anni. La scelta del<br />

percorso che sembra la cosa più banale non è stata fac<strong>il</strong>e.<br />

Doveva infatti avere<br />

alcune caratteristiche: fac<strong>il</strong>mente<br />

ripetib<strong>il</strong>e come<br />

tracciato; non creare problemi<br />

con le varie autorizzazioni;<br />

di lunghezza<br />

tale da poter invogliare<br />

anche altri a confrontarsi<br />

in futuro”.<br />

33 nuoto<br />

Marco, da ottimo pioniere della “sua” traversata,<br />

oltre che figlio d’arte, non si pone limiti. In futuro, infatti,<br />

dal 2010 in poi, la partecipazione sarà aperta agli<br />

agonisti e ai Master tesserati per società aff<strong>il</strong>iate alla<br />

Fin e a tesserati di altre nazioni purché in possesso di<br />

idonea certificazione medica. Il giudizio del Comitato<br />

per essere ammessi alla prova è insindacab<strong>il</strong>e. Il Comitato<br />

organizzatore una volta accettata la domanda<br />

si adoprerà per ottenere i permessi dalla Capitaneria<br />

di Porto e nei limiti delle proprie possib<strong>il</strong>ità, per dare<br />

tutto l’appoggio organizzativo richiesto dal partecipante.<br />

Tutte le spese organizzative, compreso <strong>il</strong> costo<br />

per i giudici Fin e per i cronometristi, sono a carico<br />

del partecipante. In futuro avremo delle diverse classifiche<br />

in base ai tempi cronometrati: una assoluta e le<br />

altre in base all’età secondo i criteri delle categorie<br />

Master. Esisterà una classifica a parte per gli over 50<br />

che accetteranno di fare la prova con le modalità definite<br />

da Marco Paghi. Al momento <strong>il</strong> Comitato organizzatore<br />

ha sede presso la Lega Navale di Piombino.<br />

Un occhio particolare verrà dato agli over 50: colui<br />

che batterà <strong>il</strong> record della traversata di questa particolare<br />

categoria riceverà un premio particolare, <strong>il</strong> trofeo<br />

Nettuno (in cristallo) ed un premio in denaro.<br />

Naturalmente, conoscendo Marco Paghi, l’avversario<br />

più ostico che dovrà affrontare sarà proprio… Marco<br />

Paghi al quale vorrà togliere di certo <strong>il</strong> suo record.


Dedicati a loro <strong>il</strong><br />

1° posto in Italia<br />

e <strong>il</strong><br />

2° in Europa<br />

35 basket


Si è chiusa a 27 partite la lunghissima serie di<br />

vittorie consecutive, tra campionato, playoff scudetto<br />

ed Eurolega della Montepaschi. ‘L’evento’, se<br />

così si vuole considerare, visti i numeri prodotti<br />

in tal senso dagli uomini di Pianigiani, è maturato<br />

di fronte ad una delle prime due, se non addirittura<br />

la migliore, interprete del basket continentale,<br />

<strong>il</strong> Barcellona.<br />

Basterebbe questo per chiudere <strong>il</strong> discorso, potremmo<br />

aggiungere la differenza di budget che<br />

contraddistingue le due società e continuare sul<br />

solco della indubbia distanza tecnica fra i due organici,<br />

ma <strong>il</strong> bello dello sport è che vincere e perdere<br />

è normale e soprattutto le sconfitte, se ben<br />

assim<strong>il</strong>iate, sono <strong>il</strong> sale di ogni sana rivincita.<br />

Per assurdo la sconfitta interna contro un Barcellona<br />

arrivato a Siena in una condizione più che<br />

ottimale, salvo l’assenza di Bas<strong>il</strong>e in un reparto<br />

come quello degli esterni catalani che può tranqu<strong>il</strong>lamente<br />

sopportarne la mancanza, ristab<strong>il</strong>isce,<br />

soprattutto nella convinzione generale, comprendente<br />

tifosi, appassionati, media, l’idea di una<br />

Montepaschi che vuol misurarsi ai massimi livelli<br />

europei e che dunque ambisce alla vittoria finale,<br />

ma con la consapevolezza che per riuscirci deve<br />

giocare a livelli di perfezione assoluti.<br />

Nessuno si offenderà se parliamo di una lucida<br />

follia, perché queste due parole identificano perfettamente<br />

la sfida continua che ha accompagnato<br />

in questi anni la crescita esponenziale della squadra,<br />

che dal superamento dei propri limiti, continuamente<br />

aggiornati verso l’estremo, è riuscita a<br />

scalare vette di qualità sempre superiori.<br />

Un anno fa di questi tempi, i futuri campioni d’Europa<br />

del Panathinaikos ne presero venti in casa<br />

proprio dai blaugrana di coach Pascual e poi sap-<br />

mauro bindi<br />

Continua <strong>il</strong> processo di crescita dei biancoverdi, anche<br />

se fa più notizia <strong>il</strong> primo stop stagionale con gli spagnoli<br />

Sconfitti sì, ma senza<br />

andare in ...Barça<br />

piamo tutti come è andata a finire la scorsa edizione<br />

di Eurolega.<br />

Senza sfidare <strong>il</strong> destino e creare parallelismo di<br />

alcuno tipo, diciamo che i tempi giustificano qualsiasi<br />

risultato e al di là della considerazione che<br />

non sono questi i tempi che contano ai fini del risultato<br />

finale, è logico pensare alla sfida appena<br />

conclusa, come un ulteriore elemento di impegno<br />

per raggiungere quella perfezione a cui facevamo<br />

riferimento in precedenza.<br />

Barcellona, come <strong>il</strong> Panathinaikos di Obradovic,<br />

l’Olimpiakos e forse gli stessi Real Madrid e<br />

CSKA hanno quel mix di talento e potenziale<br />

umano che oggettivamente la Montepaschi non ha,<br />

specie sotto canestro dove ai centimetri si sommano<br />

capacità atletiche e di dinamismo che non<br />

mancano a Siena, ma non nella misura con la<br />

quale i coach delle squadre citate possono ruotare<br />

i propri effettivi sul parquet.<br />

Non è un atto d’accusa per la nostra batteria<br />

sotto canestro, ma solo la constatazione che Pascual<br />

nella gestione ad esempio della gara di Siena,<br />

ha potuto tranqu<strong>il</strong>lamente infischiarsene dei problemi<br />

di falli dei suoi lunghi, ha continuato a giocare<br />

con la medesima intensità gestendo i 4 falli di<br />

N’Dong, Lorbek, Morris, costruendo specie sulla<br />

mob<strong>il</strong>ità del proprio reparto interno una grande<br />

pressione sia sul perimetro sugli esterni della Montepaschi<br />

, che sotto canestro, dove gli spazi concessi<br />

ai giocatori senesi creavano l’opportunità, per<br />

non dire <strong>il</strong>lusione, di fac<strong>il</strong>i scorribande sotto canestro.<br />

Salvo vedere poi la difesa catalana collassare<br />

sulle penetrazioni senesi, impedendo sia <strong>il</strong> tiro che<br />

eventuali scarichi.<br />

Questa è la dimensione delle squadre che<br />

stanno al top del basket europeo, è questa la di-<br />

36 basket<br />

mensione che la Montepaschi deve arrivare a saper<br />

gestire, sapendo che in questo momento, realisticamente,<br />

la squadra non ha queste prerogative.<br />

Le spiegazioni, pur nella complessità tattica<br />

che ogni partita si porta dietro, sono abbastanza<br />

semplici, come vincolante rimane la considerazione<br />

precedente, cioè che la Mens Sana deve far<br />

diventare una risorsa la percezione dei propri limiti<br />

per arrivare a raggiungerli e possib<strong>il</strong>mente superarli<br />

al momento opportuno.<br />

È ovvio che questo non può prescindere da una<br />

condizione fisica perfetta, perchè sotto questo<br />

aspetto <strong>il</strong> momento senese è per certi versi critico,<br />

scontando <strong>il</strong> grosso sforzo fatto in questo inizio di<br />

stagione e soprattutto l’accavallarsi di vari infortuni<br />

e guai fisici che hanno reso l’impegno ancora<br />

più logorante.<br />

Storicamente questo è un momento della stagione<br />

dove la squadra senese affronta un calo che<br />

è lecito definire fisiologico. La squadra in questi<br />

anni è sempre stata bravissima a non evidenziare<br />

certe difficoltà, nascondendo, con i risultati, la fatica<br />

che nella sostanza delle cose è riscontrab<strong>il</strong>e<br />

non solo per i biancoverdi, ma anche per alcune<br />

altre squadre che hanno obiettivi analoghi alla<br />

Montepaschi.<br />

Lo sforzo prodotto in questi primi mesi della<br />

stagione parlano chiaro. In campionato la spallata<br />

data dai giocatori senesi ha già permesso a Siena di<br />

insediarsi sul tetto del campionato guardando dall’alto<br />

di vantaggi già consistenti alcune tra le principali<br />

avversarie per lo scudetto; in Europa le<br />

quattro vittorie che hanno preceduto la sconfitta<br />

interna con <strong>il</strong> Barcellona, di cui 3 fuori casa, danno<br />

quelle certezze che la squadra ha inseguito per<br />

mettere al sicuro da subito i passi successivi, vedi<br />

accesso alle Top 16, dalle insidie di un calendario<br />

pieno di trabocchetti.<br />

Messo in cantiere tutto ciò, è importante fare la<br />

considerazione che quanto raccolto fino ad oggi è<br />

stato fatto in concomitanza di molteplici complicazioni:<br />

<strong>il</strong> ritardo di preparazione di un uomo<br />

come Hawkins, gli acciacchi non secondari di Mc<br />

Intyre e Stonerook e ultimo, ma non ultimo, <strong>il</strong><br />

guaio alla schiena di Lavrinovic, che se da una<br />

parte enfatizza ancora di più le vittorie conquistate<br />

in sua assenza, dall’altra hanno restituito al<br />

gruppo, per la sfida più affascinante di questo periodo,<br />

un giocatore tanto fondamentale per gli<br />

equ<strong>il</strong>ibri della squadra quanto menomato nel suo<br />

rendimento.<br />

Intorno a Ksistof e alle sue caratteristiche ruotano<br />

molte delle chance senesi, perché è quel giocatore<br />

mutidimensionale sotto canestro che deve<br />

offrire quelle soluzioni tattiche che possono essere<br />

la chiave di scardinamento di un certo quadro tattico<br />

imposto ai massimi livelli dalle squadre più<br />

forti e attrezzate del lotto, specie in Europa.<br />

Come lo scorso anno contro <strong>il</strong> Panathinaikos,<br />

anche se con sfumature completamente diverse rispetto<br />

all’importanza della singola gara, rimane <strong>il</strong><br />

rammarico di aver affrontato l’impegno in condizioni<br />

non ottimali. Ma questo rende lo stop meno<br />

amaro, perché rimane la convinzione che a certe<br />

condizioni qualsiasi sfida sia possib<strong>il</strong>e per gli uomini<br />

di Pianigiani.<br />

Non tutto di quello visto con <strong>il</strong> Barcellona è da


uttare, anzi di fronte ad uno dei pacchetti di<br />

esterni più forti di Europa, è risultato evidente che<br />

i corrispettivi in maglia biancoverde hanno confermato<br />

la loro competitività e nel suo complesso<br />

la Montepaschi è riuscita a contenere la forza del<br />

reparto dietro del Barcellona. L’obiettivo è riuscire<br />

a tramutare certi recuperi difensivi, che non sono<br />

mancati nemmeno contro i catalani, in altrettanti<br />

transizioni vincenti o finalizzazioni migliori rispetto<br />

a quelle viste in occasione della gara di<br />

Siena.<br />

Il Barcellona è stato bravissimo ad impedire<br />

alla Montepaschi di trovare quell’equ<strong>il</strong>ibrio tra<br />

conclusioni tra tiri da due e da tre che ne contraddistinguono<br />

<strong>il</strong> proprio gioco. Riuscire a trovare<br />

spaziature e soprattutto precisione m<strong>il</strong>limetrica di<br />

passaggio che ancora mancano ad un gruppo che<br />

deve assim<strong>il</strong>are inserimenti non secondari come<br />

Hawkins e Zisis.<br />

In Italia l’impatto fisico da parte degli avversari,<br />

specie nel reparto lunghi, è diffic<strong>il</strong>mente replicab<strong>il</strong>e<br />

nella misura in cui viene proposto a<br />

livello europeo, e questo rende <strong>il</strong> quadro tattico<br />

meno complesso a livello di impegno in campionato.<br />

Le difficoltà vengono dal livello medio degli<br />

impegni che rimangono, al di là dei vantaggi che<br />

contraddistinguono molte vittorie senesi, sempre<br />

molto alte.<br />

Il prestigio acquisito da Siena, fa si che ogni<br />

gara è vissuta come un evento nell’ottica di sconfiggere<br />

gli “invincib<strong>il</strong>i” e questo dà connotazioni<br />

molto particolari ad ogni gara giocata da Siena,<br />

specie quelle disputate lontano dal suo parquet.<br />

In queste ultime giornate abbiamo potuto apprezzare<br />

la crescita esponenziale dell’apporto di<br />

Zisis, sempre più capace di costruirsi una sua identità<br />

all’interno della squadra.<br />

Le sue penetrazioni che tagliano le difese avversarie<br />

ci ricordano quelle ancora fresche di memoria<br />

di Kaukenas, altro ruolo, altra potenza, altre<br />

caratteristiche, ma l’efficacia è analoga, soprattutto<br />

perché alzandosi dalla panchina spesso <strong>il</strong> play<br />

greco ha saputo dare quelle accelerazioni che da<br />

sempre Rimas Kaukenas garantiva alla squadra.<br />

Anche questo fa parte di quel processo di crescita<br />

e conoscenza reciproca che non avviene al<br />

semplice schioccare di dita e per questo aspettiamo<br />

di vedere anche Hawkins appropriarsi di un ruolo<br />

ancora più definito e decisivo nello scacchiere senese,<br />

sapendo che <strong>il</strong> suo infortunio ad inizio stagione<br />

pesa come un macigno.<br />

Al di là di una situazione complessa sotto l’aspetto<br />

fisico, che comporta <strong>il</strong> fatto di affrontare gli<br />

impegni che si susseguono a ritmi forsennati cercando<br />

di non pensare troppo alla difficoltà di scendere<br />

in campo nelle migliori condizioni fisiche, è<br />

importante vedere nella tranqu<strong>il</strong>lità di Pianigiani<br />

e Banchi quella convinzione di poter lavorare nel<br />

medio e lungo periodo per arrivare a raggiungere<br />

gli obiettivi tecnico-tattici necessari per portare in<br />

fondo la sfida che contraddistingue questa stagione:<br />

confermarsi per la quarta volta al vertice<br />

del basket italiano, impresa storica dal valore assoluto,<br />

e provare a giocarsi fino alla fine le chance<br />

in Europa.<br />

Un Pianigiani che è l’oggetto del contendere o<br />

del desiderio, a seconda del punto di vista che si<br />

mauro bindi<br />

vuole considerare, in ottica Nazionale, ora che <strong>il</strong><br />

distacco da Recalcati è un fatto acquisito. Come<br />

ormai avallato dalle fonti più diverse è <strong>il</strong> coach senese<br />

l’unica vera alternativa per la panchina azzurra.<br />

Non lo può essere Repesa, coach<br />

rispettab<strong>il</strong>issimo e che a livello di requisiti tecnici<br />

sarebbe una investitura altrettanto autorevole, che<br />

sconta però quella non italianità che è stata finora<br />

sulla bocca dei dirigenti federali e che non può generare<br />

una scelta diversa rispetto a quella di consegnare<br />

la panchina azzurra ad un coach nostrano.<br />

Pianigiani è l’uomo necessario, non perché non<br />

sono più disponib<strong>il</strong>i Messina e Scariola, personaggi<br />

di valore assoluto che sarebbero stati degni di salire<br />

sulla panchina della Nazionale, ma semplicemente<br />

perché Simone ha ormai una sua ottima<br />

identificazione a livello europeo, in un contesto nel<br />

quale la scuola italiana, a dispetto dei risultati della<br />

compagine azzurra, è al massimo in termini di riconoscib<strong>il</strong>ità<br />

e perché proprio con lui in sella personaggi<br />

come Messina garantiscono quell’apporto<br />

che non può non garantire <strong>il</strong> meglio in termini di<br />

collaborazione.<br />

Importante è la disponib<strong>il</strong>ità dimostrata da Minucci,<br />

una disponib<strong>il</strong>ità che non era di facciata<br />

quando <strong>il</strong> presidente senese si era espresso in tal<br />

senso qualche tempo fa e che non lo è oggi di<br />

fronte ai passaggi formali fatti<br />

dalla Federazione.<br />

Il problema evocato da<br />

qualche dichiarazione del Presidente<br />

della FIP Meneghin, è<br />

che da parte della Federazione<br />

ci sarebbe la volontà di avere<br />

Pianigiani, o chi per lui, con un<br />

impegno full time. E questo<br />

dovrà tenere in considerazione<br />

l’attuale impegno contrattuale<br />

che vincola Simone alla Montepaschi.<br />

Certamente Minucci, che<br />

può lecitamente ritenere <strong>il</strong><br />

coach senese una sua creatura,<br />

non vorrà essere di ostacolo,<br />

anche perché ha sempre dimostrato<br />

reale soddisfazione<br />

quando parti del proprio lavoro<br />

hanno visto anche lontano<br />

da Siena la loro definitiva<br />

consacrazione. Però questo<br />

deve passare per <strong>il</strong> riconoscimento<br />

di certi status quo che<br />

non possono essere trattati con<br />

sufficienza o peggio ancora<br />

non considerati in virtù di un<br />

presunto interesse superiore.<br />

La realtà delle cose ci dice che<br />

l’avvento di coach part time per<br />

le nazionali ha un senso nella<br />

misura in cui intendendo l’allenatore<br />

non solo come un soggetto<br />

pensante, ma anche<br />

come una sorta di atleta. È meglio<br />

avere un coach coinvolto<br />

sul parquet tutto l’anno, che<br />

uno impegnato per qualche<br />

mese. Infatti pesa <strong>il</strong> distacco<br />

37 basket<br />

dal campo di gioco, <strong>il</strong> respirare la polvere dei palasport,<br />

sentire <strong>il</strong> rumore del pallone che rimbalza<br />

sul parquet.<br />

Al momento non è possib<strong>il</strong>e scrivere la parola<br />

fine su questo capitolo, anzi siamo all’inizio di<br />

tutte quelle schermaglie legali, e non, che accompagnano<br />

certe scelte. Fatto sta che Pianigiani, al<br />

di là del prestigioso incarico, si troverà a gestire<br />

una situazione molto diffic<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> cui unico punto di<br />

vantaggio è di aver toccato <strong>il</strong> fondo di una parabola<br />

che ci auguriamo tutti possa cominciare a risalire,<br />

ma che in questo momento è sempre molto<br />

nebulosa.<br />

Tutti ci auguriamo che Simone riesca a portare<br />

nel team azzurro i metodi di lavoro che lo hanno<br />

contraddistinto in questi anni. Riuscirci è la sfida<br />

più diffic<strong>il</strong>e ed anche la più importante, perché<br />

tutti conoscono la diversa tipicità tra allenare un<br />

club e la Nazionale. L’importante è non pensare<br />

che contaminarsi con la realtà senese sia un problema,<br />

come in alcuni casi hanno lasciato intendere<br />

alcune dichiarazioni del Presidente del Coni<br />

Petrucci, al quale in veste di massimo esponente<br />

dello sport italiano auguriamo di raccogliere quei<br />

successi che la Mens Sana, nel suo piccolo, è riuscita<br />

a conseguire tra lo scetticismo di tutti e che la<br />

rendono oggi un incredib<strong>il</strong>e modello vincente.


Ho scritto qualche numero fa che l’edizione di questa stagione<br />

della Montepaschi è la più completa quadrata e forte di sempre… A<br />

me pareva una constatazione ovvia, e invece non tutti sono stati d’accordo.<br />

Spiego allora <strong>il</strong> perché di questa mia convinzione. Pur lasciando<br />

da parte i numeri e le vittorie a ripetizione che ci raccontano<br />

di una squadra pressoché imbattib<strong>il</strong>e in Italia e senz’altro alla pari con<br />

le grandi potenze in Europa, c’è un dato sopra a tutti che non lascia<br />

spazio ad interpretazioni di sorta: mai la Mens Sana ha avuto una cabina<br />

di regia così forte.<br />

Vado a memoria, ma nella oramai lunga parabola cestistica biancoverde<br />

solo l’accoppiata macedone Vrbica Stefanov-Petar Naumoski<br />

può essere accostata a questa formidab<strong>il</strong>e formata da Terrel Mc Intyre<br />

e Nikos Zisis. Sì, è vero, era di grande spolvero anche quella del secondo<br />

scudetto con <strong>il</strong> “barattolino” e Joseph Forte, ma troppo legata<br />

alle lune di Jo che, da parte sua, interpretava la regia come possesso di<br />

palla per sé …da <strong>scarica</strong>re agli altri quando ogni strada si chiudeva.<br />

Stefanov è stato semplicemente grandissimo, ma non credo di fargli<br />

un torto se dico che non era dotato della compressione fisica, esplosiva,<br />

del Mc. Lui si muoveva sulla seta, <strong>il</strong> Mc è un groviglio di energia<br />

devastante. Vrbica leggeva <strong>il</strong> gioco come pochi, aveva penetrazione e<br />

buon tiro dalla lunga, ma non aveva nelle sue corde l’attitudine fisica e<br />

caratteriale alla difesa a tutto campo che rende invece Mc Intyre unico.<br />

Naumosky – che a Siena abbiamo conosciuto ormai alla fine della<br />

sua splendida carriera, ma comunque in tempo per vincere <strong>il</strong> primo<br />

trofeo vero della nostra storia, quella Saporta che resta l’ultima coppa<br />

alzata in campo europeo da una squadra italica - aveva tutto, palleggio,<br />

passaggio, visione periferica, intelligenza, per comandare <strong>il</strong> gioco,<br />

ma era in primis un incredib<strong>il</strong>e tiratore e preferiva giostrare più in<br />

guardia che in play. La difesa, poi, era per lui un optional.<br />

E allora ? E allora questa è la Mens Sana più forte. E <strong>il</strong> valore aggiunto<br />

a questa Montepaschi la dà proprio Zisis. Certo possiamo<br />

esaltarci per le magate della vecchia guardia, per lo spirito guerriero<br />

roberto morrocchi<br />

zona franca<br />

L’importanza<br />

della regia<br />

39<br />

con <strong>il</strong> quale Stonerook e compagni entrano nell’arena, ma quel quid<br />

che ci distingue dalle grandi formazioni del recente passato ce lo regala<br />

proprio l’apollo ellenico.<br />

Zisis, che non a caso è <strong>il</strong> play titolare della Grecia, una delle nazionali<br />

più forti al mondo, sa tenere in mano una squadra con mirab<strong>il</strong>e<br />

autorevolezza. Non si esalta in voli pindarici ma con linearità e<br />

semplicità svolge fino in fondo <strong>il</strong> compito che gli viene assegnato. E<br />

mentre i compagni eseguono i giochi lui ti piazza quelle micidiali penetrazioni<br />

che spaccano <strong>il</strong> cuore delle difese avversarie…ma ha anche<br />

un buon arresto e tiro e difende decisamente bene.<br />

Recalcati lascia la nazionale. Lo ringrazio di cuore perché con lui,<br />

prima della bollitura di questi ultimi due anni, gli azzurri hanno colto<br />

risultati eccezionali, mentre la mia Montepaschi si cuciva sulla maglia<br />

<strong>il</strong> primo tricolore. Carlo lascia di sicuro una firma indeleb<strong>il</strong>e sulle pagina<br />

della nostra storia. Quella degli azzurri e quella dei biancoverdi.<br />

Grazie per tutto e auguri!<br />

Chi al suo posto? Io ci vedo solo e soltanto Simone Pianigiani. L’Italbasket<br />

è sempre stata guidata da tecnici vincenti nel nostro campionato.<br />

È stato così con Sandro Gamba, poi con Bianchini, Tanjevic,<br />

Messina, Recalcati. Ora la Federazione deve trovare <strong>il</strong> modo di fare i<br />

suoi interessi, salvaguardando quelli più che legittimi della Mens Sana.<br />

Simone può tranqu<strong>il</strong>lamente reggere <strong>il</strong> part-time, a patto che Bargnani,<br />

Belinelli e Gallinari siano della partita e che ci sia lo spazio e <strong>il</strong> tempo<br />

per portare la Montepaschi allo scudetto e alle final four.<br />

Se Dino Meneghin ci crede può trovare <strong>il</strong> giusto accordo con la<br />

Montepaschi e Ferdinando Minucci in tempi rapidi, a meno che non<br />

ascolti altre sirene romane..<br />

Io intanto faccio gli auguri a tutti e due (Menego e Ferdi) e, visto<br />

che oramai siamo in tema di strette di mano natalizie, auguro un<br />

mare di serenità a tutti gli sportivi, mensanini e non, con un occhio<br />

di riguardo ai miei quattro affezionati lettori.


Trenta anni fa, mese di ottobre, giorno 24, anno 1979, fu l’unica volta in<br />

cui Siena mi accolse per un turno infrasettimanale di campionato. Troppo<br />

tardi rincasare a quegli orari con 2 ore e 15 di macchina da percorrere.<br />

Condizione ottimale fu l’essere ospitato nella contrada dell’Istrice da Stefano<br />

Sanarelli, impiegato MPS nella f<strong>il</strong>iale di Sarzana, per poter rientrare <strong>il</strong><br />

mattino presto. Serata inizialmente splendida per un Antonini Siena-B<strong>il</strong>ly<br />

Olimpia M<strong>il</strong>ano, <strong>il</strong> primo anno di Tonino Zorzi a Siena. Per un’infrasettimanale<br />

di campionato per <strong>il</strong> quale l’aspirazione massima era l’8° posto per entrare<br />

nei playoffs, si scomodarono circa 7000 spettatori. Diffic<strong>il</strong>e dare una<br />

spiegazione. O forse no. La risposta <strong>il</strong> pubblico senese la sa sempre dare.<br />

I 4900 spettatori della partita col Kaunas del mese scorso sono un dato<br />

equ<strong>il</strong>ibrato. In tutta sincerità, è più affascinante un anonimo Kaunas di Eurolega<br />

(con tutto <strong>il</strong> rispetto per la splendida scuola Lituana) o la B<strong>il</strong>ly M<strong>il</strong>ano<br />

di Dan Peterson e Mike D’antoni? Non c’è paragone.<br />

Per approfondire prendiamo <strong>il</strong> 2003, primo anno in cui la Mens Sana arrivò<br />

alle Final Four. Il 9 gennaio un’infrasettimanale di Eurolega, Mens Sana-Tau<br />

Vitoria, vide 3650 spettatori e non si scandalizzò nessuno, una sera ci può<br />

stare e teniamo presente che quello era <strong>il</strong> Tau di Ivanovic, Calderon, Nocioni,<br />

Palladino ecc.non certo roba da poco. 4900 contro <strong>il</strong> Kaunas è quindi un dato<br />

che conforta, un’inizio niente male. Ricordiamoci che per vedere 6000 spettatori<br />

a Siena in giornate che non siano festive bisogna saper aspettare le portate<br />

di prestigio, eccone alcune: nel 2003 per la sera della qualificazione<br />

matematica alle Final Four di Barcellona, contro la Fortitudo ci furono 6314<br />

spettatori; nel 2004 sempre in Euroleague la super sfida con la Benetton, <strong>il</strong><br />

primo apr<strong>il</strong>e, giovedì , vide 6195 presenti, superati poco dopo, lunedì 31 maggio<br />

2004, da gara 1 della finale scudetto, la primissima finale scudetto, con<br />

6855 paganti sempre contro la Fortitudo. Più recentemente abbiamo avuto<br />

6500 presenti nella prima fase di Euroleague contro <strong>il</strong> CSKA <strong>il</strong> mercoledì<br />

19 dicembre 2007, ed <strong>il</strong> record assoluto per un’infrasettimanale con i 7800 paganti<br />

giovedì 12 giugno 2008 gara 5 delle finali scudetto contro Roma. In questo<br />

2009, vanno invece segnalati i 6995 di gara 3 dei quarti di finale <strong>il</strong> 31 marzo<br />

contro <strong>il</strong> Panathinaikos. Si può quindi serenamente analizzare <strong>il</strong> dato dei presenti<br />

(5044) che ci ha confortato la sera di MPS-Barcellona, Insomma non generalizziamo<br />

su concetti come “assuefazione alla vittoria”.<br />

Ricordo per chiudere l’argomento che i record assoluti appartengono<br />

a gare giocate nel fine settimana, cioè gli 8172 di gara 3 della finale scudetto<br />

2007 contro la Virtus Bologna e i 9636 di gara 3 della finale 2004 contro la<br />

Fortitudo.<br />

Pianigiani e l’azzurro<br />

Continuano le voci più assurde su quello che sarà <strong>il</strong> nuovo tecnico della<br />

Nazionale. Sappiamo tutti come la testata più storica della stampa cestistica,<br />

Superbasket, sopra le parti e con amore verso questo sport disse: “la soluzione<br />

alternativa può solo essere Pianigiani”. Da allora è<br />

successo di tutto dalle parti federali, non oso pensare<br />

quanto si scatenerebbe Aldo Giordani, ma la mia impressione<br />

è quella di una federazione confusa dalle sconsiderate<br />

affermazioni del presidente del CONI, che, sembra<br />

incredib<strong>il</strong>e doverlo dire, ha fatto autogol allo sport dal<br />

quale proviene e nel quale ha conquistato importanza<br />

personale, proprio <strong>il</strong> basket. Sacripanti è un personaggio<br />

certamente di r<strong>il</strong>ievo, grande a Cantù, bene, anzi molto<br />

bene con l’under 20, ma per ora non appartiene al grande<br />

palcoscenico europeo, e questo credo non possa essere<br />

un dato trascurab<strong>il</strong>e. Su Repesa diffic<strong>il</strong>e trovare parole.<br />

Certamente Gent<strong>il</strong>e ne ha parlato bene, ma basterà dire<br />

che è l’allenatore più sconfitto da Pianigiani nelle finali<br />

scudetto, 3-0 nel 2004 come assistente di Recalcati, 3-1<br />

nel 2007 in semifinale, 4-1 nel 2008, di nuovo in finale ,<br />

fino alla batostona nel girone d’andata della scorsa stagione,<br />

Roma-Siena 68-88 che praticamente ne decretò<br />

l’esonero anticipato. Francamente resto davvero per-<br />

rudi simonelli<br />

vista da lontano<br />

Così è<br />

(se vi pare)<br />

40<br />

plesso su questa candidatura. Siamo d’accordo, Pianigiani vive un momento<br />

particolare della storia della Mens Sana, è chiaro che non potrà essere sempre<br />

così, ma così è se vi pare, scriveva proprio Aldo Giordani.<br />

Miglioramento<br />

Una prima considerazione tecnica sulla stagione va fatta per sottolineare<br />

l’arrivo di Nicos Zisis a Siena. Mai TMac ha avuto un sostegno di questo<br />

spessore nel ruolo di play. Zisis soprattutto sa andare a canestro nella<br />

miglior tradizione in questo ruolo, punta dritto con grande personalità, scegliendo<br />

<strong>il</strong> momento migliore per evitare l’intervento dei lunghi in difesa e depositare<br />

con <strong>il</strong> classico sottomano. Siena in questo è migliorata. Il pur bravo<br />

Vlado non aveva la stessa potenza, Forte era una guardia adattata a play.<br />

Siena è migliorata!!! Ma attenzione, a fronte dell’ennesima deludente partenza<br />

della Virtus Roma, la quale ha un roster di tutto rispetto, sarà da segnalare<br />

la Virtus Bologna, scopro l’acqua calda, che con <strong>il</strong> rientro di Collins<br />

e finalmente con un allenatore all’altezza della tradizione, si rivelerà la vera<br />

antagonista della MPS. È un pronostico, vediamo se si potrà smentire.<br />

Non scoraggi, invece la sconfitta pesante contro <strong>il</strong> Barcellona. Al contrario<br />

di quanto detto <strong>il</strong> divario di 19 ci sta tutto perché ha faticato tantissimo<br />

a stare sempre sotto di dieci punti, mollando sfinita in chiusura. Travolti<br />

dalla perfezione del gioco spagnolo, i ragazzi di Pianigiani solo dovranno reagire<br />

studiando ogni dettaglio tecnico, perché in un contesto a gara secca<br />

neanche <strong>il</strong> Barcellona è imbattib<strong>il</strong>e<br />

Jennings, un americano a Roma<br />

Al momento in cui scrivo Brandon Jennings <strong>il</strong> diciottenne che l’anno<br />

scorso dopo <strong>il</strong> liceo venne a Roma per prepararsi in vista di una chiamata<br />

dell’NBA, sta sbalordendo <strong>il</strong> mondo della pallacanestro, trascinando<br />

M<strong>il</strong>waukee ad una serie inattesa di vittorie a suon di prestazioni incredib<strong>il</strong>i<br />

per un rookie, fino ai 55 punti realizzati in una partita dopo solo 7 gare nella<br />

Lega più importante del pianeta. Ovviamente, come sopra, è già stato scritto<br />

di tutto sull’argomento però da aggiungere resta una considerazione: l’NBA<br />

e l’America terranno sempre più in considerazione l’Euroleague e vedremo<br />

probab<strong>il</strong>mente altri giovani provare l’esperienza europea in virtù di una maturazione<br />

verso <strong>il</strong> grande palcoscenico della NBA. Se vogliamo, seppur leggermente<br />

diverse come scelte, in questa ottica vanno viste le decisioni di<br />

Von Wafer degli Houston e Randolph Ch<strong>il</strong>dress di Atlanta, come Dee Brown<br />

dei Wizards giovani arrivati in Europa dalla NBA. E questo farà bene ai nostri<br />

ragazzi per un eventuale confronto, a partire dai semplici allenamenti.<br />

Monitoraggio sugli USA quindi, per <strong>il</strong> futuro degli stranieri MPS una volta che<br />

sarà finita l’epoca TMac/Shaun Stonerook, credo che Minucci non avrà problemi<br />

ad organizzarsi in tal senso.


Battuta 65 a 84 dal Barcellona, la Mens<br />

Sana matura la prima sconfitta stagionale<br />

che non arrivava in una partita ufficiale<br />

dalla serie della scorsa Euroleague col Panathinaikos.<br />

Una partita a senso unico fin<br />

dalle prime battute, con <strong>il</strong> Barcellona non<br />

impeccab<strong>il</strong>e nei possessi offensivi (10 palle<br />

perse contro le 13 mensanine) ma comunque<br />

efficace, grazie al maggiore atletismo<br />

dei suoi esterni e lunghi, e una difesa che ha<br />

totalmente imbrigliato <strong>il</strong> gioco d’attacco di<br />

Pianigiani, che mai come questa volta ha<br />

visto i suoi in chiaro affanno e imbarazzo<br />

nel trovare buone soluzioni per andare a canestro.<br />

Da tre punti un vero pianto (30%), e<br />

alzi la mano chi si ricorda una percentuale<br />

così bassa avuta dai giocatori senesi negli<br />

ultimi tempi. Detto ciò era veramente diffic<strong>il</strong>e<br />

vincere con gli spagnoli a queste condizioni,<br />

ma la Mens Sana ha lottato ed è stata<br />

in partita comunque, salvo gli ultimi minuti<br />

dell’ultimo quarto dove ha mollato e ha permesso<br />

ai giocatori blaugrana (che per l’occasione<br />

sfoggiavano un’inguardab<strong>il</strong>e<br />

casacca color vomito) di aumentare <strong>il</strong> divario<br />

e di fare anche spettacolo con alcuni<br />

alley-oop da applausi.<br />

Nonostante la pesante debacle Siena<br />

però non esce ridimensionata nelle sue ambizioni<br />

europee, anzi una sconfitta del genere<br />

non può che aiutare la squadra a<br />

capire i propri limiti, potenziare la tenuta<br />

mentale e tenere alta la guardia in vista<br />

delle prossime gare contro squadroni del ge-<br />

Game 1 21.10.09 3.12.09<br />

FENERBAHCE ULKER–REGAL FC BARCELLONA 59-82<br />

CIBONA ZAGABRIA–MONTEPASCHI SIENA 40-85<br />

ZALGIRIS KAUNAS–ASVEL VILLEURBANNE 71-52<br />

Game 2 29.10.09 10.12.09<br />

ASVEL VILLEURBANNE–FENERBAHCE ULKER 76-78<br />

MONTEPASCHI SIENA–ZALGIRIS KAUNAS 84-64<br />

REGAL BARCELLONA–CIBONA ZAGABRIA 81-59<br />

Game 3 4.11.09 16.12.09<br />

FENERBAHCE ULKER–CIBONA ZAGABRIA 67-62<br />

ZALGIRIS KAUNAS–REGAL BARCELLONA 70-77<br />

ASVEL VILLEURBANNE–MONTEPASCHI SIENA 65-82<br />

Game 4 11.11.09 6.01.10<br />

FENERBAHCE ULKER–MONTEPASCHI SIENA 83-87<br />

REGAL BARCELLONA–ASVEL VILLEURBANNE 76-62<br />

CIBONA ZAGABRIA–ZALGIRIS KAUNAS 64-52<br />

Game 5 26.11.09 13/14.01.10<br />

ZALGIRIS KAUNAS–FENERBAHCE ULKER 78-84<br />

ASVEL VILLEURBANNE–CIBONA ZAGABRIA 71-68<br />

MONTEPASCHI SIENA–REGAL BARCELLONA 65-84<br />

claudio coli<br />

nere, visto che in campionato le partite sono<br />

poco più di allenamenti impegnativi. Inoltre,<br />

come ha detto Pianigiani è sicuramente<br />

meglio perdere nel girone eliminatorio che<br />

in una fase successiva, dove ogni partita vale<br />

la vita. Intendiamoci, <strong>il</strong> Barcellona si è mostrata<br />

una gran bella squadra, con ottimi<br />

giocatori, ma nessuno veramente fenomenale.<br />

Navarro, ovviamente <strong>il</strong> più temuto, nonostante<br />

i 13 punti era piuttosto spento,<br />

Rubio è un playmaker puro con lampi di<br />

classe eccelsa, ma non è un realizzatore, e i<br />

punti sono arrivati soprattutto dai centri<br />

N’Dong e Vasquez che con la loro fisicità<br />

hanno dominato sotto i tabelloni, confermando<br />

l’ormai atavico problema di Siena<br />

nei lunghi e sfruttando la forma precaria di<br />

Lavrinovic. Quindi era battib<strong>il</strong>e con una partita<br />

più accorta, ma d’altronde vincere sempre<br />

e comunque non è possib<strong>il</strong>e, e poi <strong>il</strong><br />

Barcellona punta forte alla Final Four e ci<br />

arriverà senza ombra di dubbio. Dando<br />

un’occhiata al girone, Siena rimane comunque<br />

alle spalle dell’imbattuto Barca a 4 vittorie<br />

e una sconfitta, e mantiene saldamente<br />

<strong>il</strong> secondo posto, meritatissimo dopo le vittorie<br />

in trasferta a V<strong>il</strong>leurbanne (con un<br />

avvio choc sotto di quasi venti punti) e col<br />

Fenerbahce, che a meno di sorprese dovrebbe<br />

passare terzo. La lotta per l’ultimo<br />

posto valido per la fase seguente sarà fra<br />

Zalgiris, Cibona e V<strong>il</strong>leurbane, tutte con <strong>il</strong><br />

record di 4 perse e una vinta.<br />

Gli altri gironi: nel gruppo B vola la sorprendente<br />

Malaga, che no-<br />

nostante i m<strong>il</strong>le problemi e<br />

infortuni ha vinto sempre ed<br />

è in testa al girone e potrebbe<br />

incontrarsi proprio<br />

contro Siena se passa seconda.<br />

Gli spagnoli, in totale<br />

emergenza, hanno<br />

aggiunto al roster l’esperto<br />

Shammond W<strong>il</strong>liams e <strong>il</strong> veterano<br />

Lewis, e vantano alcuni<br />

giocatori che si stanno<br />

confermando a grandi livelli:<br />

i vari Taquan Dean<br />

(visto a Biella), <strong>il</strong> play Cook<br />

e <strong>il</strong> prospetto Freeland. Dietro<br />

Malaga grande equ<strong>il</strong>ibrio,<br />

con l’alterno<br />

Olympiacos a spingere e <strong>il</strong><br />

Lietuvos Rytas, entrambi<br />

con 3 vinte e due perse. Deludente<br />

l’Efes con 2 vinte e<br />

3 perse e che se la lotta col<br />

Partizan, sempre fabbrica di<br />

giovani talenti e con una<br />

marcia in più fra le mura<br />

amiche. Ultimo, con 0 punti<br />

e virtualmente eliminato,<br />

41 basket<br />

l’Entente Orleanaise. Nel C al comando <strong>il</strong><br />

Maccabi, che sta tornando grande (ma va<br />

detto che fa giocare 6 giocatori statunitensi…)<br />

e ha battuto in trasferta Roma che<br />

dopo <strong>il</strong> super inizio comincia a declinare, e<br />

si trova dietro agli israeliani con 3 vinte e<br />

due perse in compagnia del Caja Laboral Vitoria<br />

e del CSKA di Mosca. Fanalini di coda<br />

Union Olimpija e Maroussi. Nel D invece<br />

gran lotta per <strong>il</strong> primo posto fra <strong>il</strong> Real Madrid<br />

di Ettore Messina, <strong>il</strong> Pana e <strong>il</strong> Khimki di<br />

Scariolo tutte con 4 vittorie e una sconfitta.<br />

Pessima invece M<strong>il</strong>ano, solo una vinta su 5,<br />

ma che ancora può sperare di passare come<br />

quarta, al pari di Prokom e Ewe Baskets. <br />

Il punto sul l’Euroleague<br />

Siena-<br />

Parigi:<br />

che<br />

traffico!


Le pe’ore<br />

si contano a maggio!<br />

“ Meno 19: freddino eh? “<br />

Forse era solo una battuta innocua – ci mancherebbe altro! – ma la faccia<br />

di chi aveva cercato di mandarmi di traverso <strong>il</strong> cappuccino del venerdi<br />

mattina dopo la sconfitta col Barcellona non me la potevo scordare e così,<br />

<strong>il</strong> lunedì dopo l’asfaltatura dell’Irpinia, non ho potuto esimermi dal presentarmi<br />

in maniche di camicia al solito bar per <strong>il</strong> solito cappuccino.<br />

In tanti m’avranno preso per strano, vista la stagione, ma quando, asciugandomi<br />

un inesistente, impossib<strong>il</strong>e sudore, mi sono piazzato davanti al “battutista”<br />

del venerdi precedente e gli ho rif<strong>il</strong>ato in faccia un “ Ma come sarà<br />

matto <strong>il</strong> tempo?! Ieri a Avellino era ferragosto: più ventinove!!...” , quello –<br />

che non è stato, non è e non sarà mai di certo un assiduo del Palasclavo –<br />

ha pensato bene di levarsi di torno senza rifiatare.<br />

È inut<strong>il</strong>e stare a far le ciance!<br />

Chi crede (o spera) di scoprire qualche crepa sulle muraglie biancoverdi,<br />

è bene che – almeno per ora – si rassegni: la Mens Sana è forte, anzi<br />

fortissima e in Italia non si vede una squadra che possa impensierirla.<br />

Chiedere a Napoli, Pesaro, Teramo, M<strong>il</strong>ano, Ferrara,<br />

Biella, Roma e, per gent<strong>il</strong>e e più recente conferma,<br />

al simpatico Presidente di Avellino che spera<br />

di consolarsi comunque con la designazione della<br />

sua comodissima e raggiungib<strong>il</strong>issima città quale<br />

sede delle finali di Coppa Italia.<br />

Faranno i musi lunghi, si annoieranno della<br />

monotonia dei risultati vincenti di Siena, usciranno<br />

un po’ prima da viale Sclavo, preferiranno (per<br />

ora!) altre mete, cambieranno (per ora!) canale<br />

perché … “c’è più pathos nelle previsioni del<br />

tempo!!“ (lo diceva al Planet Basket un montepaschino<br />

di quelli che …“ ’un c’è più gusto!...”), ma<br />

–lo ripeto per l’ennesima volta – “Un ce ne pòle<br />

importa’ di meno!!”<br />

Chi credeva, dopo la partita coi Grandi di Catalogna,<br />

che ci potesse essere qualche scollamento<br />

nell’incredib<strong>il</strong>e fortezza mensanina è stato<br />

servito espresso su un piatto d’argento: quella che<br />

avrebbe potuto e dovuto essere la rivale attualmente<br />

più accreditata, sepolta sotto una caterva di<br />

canestri e di nuovo tutti a casa, vincenti, a preparare<br />

la partita coi croati del Cibona già sepolti<br />

sotto quarantacinque punti all’andata.<br />

Questa è una squadra, signori!, un vero Gruppo e non un’accozzaglia di<br />

mercenari pronti a sbandarsi al primo stormir di fronda.<br />

Composta da campioni o da giocatori normali (fate voi!) ma tutti e sempre<br />

Professionisti con la P maiuscola, dopo le vittorie e dopo le… (una sola,<br />

ad oggi!) sconfitte.<br />

E alle cui spalle C’È una Società coi fiocchi!<br />

Per cui, se capita di perdere –e anche in malo modo – una partita con<br />

quella che, al momento, è la formazione più forte e in palla del Continente,<br />

non ci si abbatte di certo ed anzi se ne prende spunto e pungolo per migliorare,<br />

perfezionare, oliare meglio gli ingranaggi ai fini di quel “viaggio” –<br />

ricordato da Simone Pianigiani – che abbiamo intrapreso e che vogliamo<br />

divertirci a continuare, chissà!, fino alla “Gare Parisienne”….<br />

Qualsiasi generale direbbe che “abbiamo perso una battaglia, non di<br />

certo la guerra!”… Noi ci contentiamo del più prosaico (e nostrano) “Le<br />

pe’ore si contano a maggio!”.<br />

E ci dispiace per chi sperava di avere più pathos….<br />

Si sintonizzi su… “Che tempo che fa!”.<br />

Noi, ormai da tempo, siamo affezionati spettatori de… “I migliori anni<br />

antonio tasso<br />

tiri liberi<br />

43<br />

della nostra vita!!!” .<br />

Lo sapevano ormai con certezza anche al Grattacielo: la conferma gli era<br />

stata data –fra un fegatello ed un miscelone rosso – dal pigionale del farmacista<br />

che conosceva la sorella del cognato del magazziniere della polisportiva.<br />

Anche Marcellino del Consorzio lo sapeva nei dettagli: l’aveva sentito<br />

dire dalla moglie dell’infermiere delle Scotte mentre parlava al telefonino col<br />

su’marito che l’aveva visto usci’ dai raggi.<br />

Al bar di via dei Rossi poi, la diagnosi era stata sviscerata in tutti i suoi<br />

più reconditi significati: impiegati montepaschini col crostino in bocca e quadri<br />

dello stesso Babbomonte ma più attenti alla linea davanti ad una macedonia<br />

di ananas e kiwi, si erano addirittura avventurati in previsioni di<br />

sostituzioni.<br />

Bruno, Mario, Alessandro – gli amici dell’aperitivo cestistico in via dei<br />

Rossi – cercavano una risposta agli interrogativi sempre più pressanti e precisi<br />

di Simone Benvenuti e neppure Daniele –<strong>il</strong><br />

broker vicino a …”qualcuno che sa” – era poi<br />

poi tanto sicuro che le notizie più nere fossero<br />

solo delle bufale esagerate, delle voci ingigantite<br />

dal riporto dei vicoli.<br />

C’era già chi ricordava l’operazione fatta dalla<br />

su’ suocera dieci anni addietro o la visita dall’ortopedico<br />

della Usle per una sciatica quand’era<br />

dietro la scrivania del Monte.<br />

Il solito “becerone” –confondendo l’anatomia<br />

ed i termini scientifici – spiegava nei dettagli<br />

come, per un po’ di tempo, avesse dovuto portare<br />

<strong>il</strong>… sospensorio fino a quando non potendone<br />

più di quella…palla, se l’era fatta togliere,<br />

l’ernia!<br />

Insomma, Ksistof Lavrinovic era già bell’e sistemato<br />

e con molta più dovizia di particolari clinici<br />

di quanti ne potesse aver forniti lo staff<br />

medico della Mensana: ernia del disco di quelle<br />

brutte ma brutte parecchio, inoperab<strong>il</strong>e<br />

(chè…“sennò l’avevano già aperto!”) e soprattutto<br />

stagione finita, addirittura carriera in pericolo<br />

e comunque Mensana sul mercato…<br />

I saluti normali degli amici fissati come me col canestro erano diventati<br />

di giorno in giorno più allusivi: “Come va?... Tutto bene?...” ed in quel “ come<br />

va” ed in quel “tutto bene” c’era tutta la consapevolezza della drammaticità<br />

del momento.<br />

“Anche la su’ moglie ‘un c’è più…. È tornata in Russia, eh?...” e, sotto<br />

sotto, qualche signora tanto appassionata dei biancoverdi ma poco esperta<br />

di questioni infiammatorie, vedeva già la splendida ex Miss Russia in gramaglie…<br />

“Dìcano infiammazione alle fasce lombo – sacrali, ma a me me l’ha detto<br />

uno che le cose le sa… Ormai la stagione è chiusa!”<br />

La sentenza era scritta: poro Cristo! Addio! Speriamo tu’ possa continua’<br />

in qualche modo…<br />

Col Barcellona prova e poi, contro Avellino, ne mette dentro diciassette<br />

ed è <strong>il</strong> meglio in valutazione…<br />

“Discopatìa??? … – diceva lunedì mattina <strong>il</strong> solito montepaschino col<br />

solito crostino in bocca e <strong>il</strong> solito caffè nella tazza – Sanno assai loro dell’ernie!!<br />

Chiacchierano perché ciànno la bocca…ma lo sai quanto guadagnerebbero<br />

a…sta’ zitti?”


La storia di una squadra di provincia<br />

diventata capitale dell’impero.<br />

Riflessa nella storia dei giocatori che<br />

ne fanno parte, che a Siena hanno trovato<br />

un moltiplicatore del proprio<br />

rendimento e del loro credito a livello<br />

internazionale. È la fotografia della<br />

Montepaschi al quarto anno di dominio<br />

italiano e protagonismo europeo,<br />

e degli uomini che a Siena hanno trovato<br />

riflettori, gloria e tante vittorie.<br />

Il budget mensanino è di tutto rispetto,<br />

soprattutto in Italia, ma da<br />

solo non sarebbe servito se non si fossero<br />

costruite squadre con la giusta<br />

chimica per stare insieme, con le qualità<br />

morali per voler crescere, con l’attenzione<br />

ai dettagli che da queste<br />

parti non è una frase fatta e con una<br />

grande attitudine al lavoro.<br />

Lavoro, è questo <strong>il</strong> moltiplicatore<br />

di cui si parlava, e se ha successo è<br />

per le doti di chi lo guida: società, medici<br />

e preparatori fisici, ma soprattutto<br />

lo staff tecnico. Tanto lavoro<br />

sulla tecnica individuale, non solo in<br />

estate, personalizzato. Una furibonda<br />

attenzione al particolare, al centimetro<br />

di slancio o di cautela, al nanosecondo<br />

di reattività: siamo a questi<br />

livelli quando si lima <strong>il</strong> dettaglio per<br />

quattro anni, quelli dell’artista che<br />

cerca la perfezione della forma e dei<br />

colori. Attenzione al singolo atteggiamento<br />

tecnico, alla posizione del<br />

corpo, declinata anche attraverso <strong>il</strong><br />

microscopio delle partite riviste al<br />

video e tenuta alta in ogni secondo di<br />

allenamento. Perfezione maniacale<br />

per spostare l’asticella sempre un sussulto<br />

più in là.<br />

C’è <strong>il</strong> tipo di giocatore che dentro<br />

di sé aveva già <strong>il</strong> cuore, gli attributi, la<br />

testa per diventare un campione affermato a<br />

livello europeo, e che a Siena ha trovato terreno<br />

fert<strong>il</strong>e per le proprie doti. Sono questi i<br />

giocatori che dall’avventura mensanina<br />

hanno avuto lo slancio maggiore: Romain<br />

Sato è arrivato alla Montepaschi da Jesi, Terrell<br />

McIntyre da Reggio Em<strong>il</strong>ia dopo due anni<br />

in Legadue, ben oltre la boa di metà carriera<br />

al pari di Shaun Stonerook, arrivato da<br />

Cantù. A Siena sono diventati tre dei giocatori<br />

più forti del continente, cavalcando <strong>il</strong> la-<br />

giuseppe nigro<br />

Metamorfosi e maturità tecnico-tattica, oltre che fisica,<br />

sono questi i segreti di un ambiente che aiuta a crescere<br />

MPS, vietato accontentarsi<br />

voro in palestra che ha reso la Mens Sana una<br />

delle squadre più forti d’Europa, ma contribuendo<br />

loro stessi a plasmarlo con la loro<br />

fibra morale, che sia leadership, dedizione al<br />

lavoro o mestiere.<br />

C’è poi un altro tipo di giocatore, quello<br />

che parte da un livello medio, magari da giocatore<br />

di punta in una squadra normale, fatto<br />

crescere col lavoro individuale sulla testa e<br />

sulla tecnica fino a diventare atleta da big europea.<br />

È <strong>il</strong> caso delle trasformazioni più im-<br />

44 basket<br />

pressionanti, e la metamorfosi da<br />

baco a farfalla è quella che a Siena<br />

si è vista fare a Rimantas Kaukenas<br />

e Benjamin Eze. C’erano nel<br />

diffic<strong>il</strong>e ultimo anno di Recalcati e<br />

già la stagione successiva parevano<br />

giocatori completamente diversi. Il<br />

motore della crescita è in questo<br />

caso un sistema come quello di<br />

Pianigiani con principi di gioco a<br />

cui non si transige ma che come<br />

nei migliori propositi riesce a nascondere<br />

i limiti dei giocatori e a<br />

esaltarne i pregi. Da qui è nata la<br />

fiducia nel lavoro fatto, innescando<br />

la voglia stessa dei giocatori<br />

di migliorarsi ancora:<br />

Kaukenas lo ha chiamato Messina,<br />

<strong>il</strong> numero uno, al Real Madrid; Eze<br />

è un giocatore da grande squadra<br />

se gioca in un contesto dinamico e<br />

in un sistema di giochi a due,<br />

adesso anche affidab<strong>il</strong>e al tiro<br />

piazzato dai cinque metri, anni<br />

luce avanti rispetto a quello sbadato<br />

senza un minimo di gioco che<br />

l’era-Pianigiani aveva ereditato.<br />

Infine ci sono quelli che quando<br />

sono arrivati a Siena erano già<br />

grandi giocatori, presi per fare la<br />

differenza e pagati di conseguenza,<br />

ma che lavorando qui stanno diventando<br />

campioni totali. È <strong>il</strong> caso<br />

di Ksistof Lavrinovic, diventato difensore<br />

sopraffino, lungo di sostanza<br />

anche in area e giocatore di<br />

grande intelligenza tattica, scrupoloso<br />

e concentratissimo: i passaggi<br />

a vuoto e le giornate in cui si accontentava<br />

della sua strepitosa<br />

mano sono solo un ricordo. Lo<br />

stesso lavoro intrapreso da Henry<br />

Domercant, arrivato come terminale<br />

di incredib<strong>il</strong>e classe ma fine a sé stesso,<br />

che sta diventando giocatore in grado di stare<br />

in un sistema senza smettere di mettere <strong>il</strong> suo<br />

talento sui palloni che pesano, riuscendo con<br />

maggiore efficacia e molte meno pause che in<br />

passato anche a essere un eccellente difensore.<br />

Re Mida, quello che trasformava in oro<br />

tutto quello che toccava: in confronto, chi è<br />

costui? <br />

Lavrinovic, uno dei biancoverdi cresciuto di più alla corte<br />

di Pianigiani


45 basket<br />

RISULTATI E CLASSIFICA SERIE A1<br />

1ª giornata (11.10.09)<br />

MONTEPASCHI SIENA-MARTOS NAPOLI 87-48<br />

2ª giornata (18.10.09)<br />

SCAVOLINI SPAR PESARO-MONTEPASCHI SIENA 67-80<br />

3ª giornata (24.10.09)<br />

MONTEPASCHI SIENA-BANCA TERCAS TERAMO 94-70<br />

4ª giornata (01.11.09)<br />

ARMANI JEANS MILANO-MONTEPASCHI SIENA 79-91<br />

5ª giornata (08.11.09)<br />

MONTEPASCHI SIENA-CARIFE FERRARA 89-49<br />

6ª giornata (15.11.09)<br />

ANGELICO BIELLA-MONTEPASCHI SIENA 72-80<br />

7ª giornata (22.11.09)<br />

MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 83-58<br />

8ª giornata (29.11.09)<br />

AIR AVELLINO-MONTEPASCHI SIENA 57-86<br />

Classifica: Siena 16; Avellino e Caserta 12; Biella, Virtus Bologna,<br />

Treviso, M<strong>il</strong>ano e Cantù 10; Cremona e Varese 8; Teramo, Roma e<br />

Montegranaro 6; Ferrara 4; Pesaro 0; Napoli -2.


Curiosità ed attenzione per <strong>il</strong> basket giovan<strong>il</strong>e<br />

cittadino sembrano affievolirsi. La “basket<br />

city” dei giovani sembra tenerci sempre<br />

meno a questa identificazione ed i “baskettari”<br />

della torre del Mangia, o più correttamente,<br />

gli appassionati della pallacanestro<br />

senese, mostrano un ridotto interesse per <strong>il</strong><br />

basket-junior. Non è un’impressione, è una<br />

constatazione ed un dato di fatto.<br />

Attenzione, perché mentre si attenuano nel<br />

senese interesse e curiosità popolare, a Treviso<br />

la Benetton, club multinazionale, ha calato<br />

“l’asso di briscola”, come è stato definito da<br />

opinionisti e stampa ; ovvero ha dato vita all’innovativo<br />

progetto “Parco Giochi Primo<br />

<strong>Sport</strong>” a La Ghirada. Ed attenzione perché se<br />

nella sua programmazione la Benetton ha ridotto<br />

<strong>il</strong> budget per la prima squadra ha incentivato<br />

le risorse per lo<br />

sv<strong>il</strong>uppo e la propaganda<br />

delle discipline sportive giovan<strong>il</strong>i.<br />

Quindi attenzione a<br />

non abbassare la guardia.<br />

E poi non vorremmo che<br />

la nostra non-curanza ci distraesse<br />

e non ci facesse notare<br />

che sul parquet di viale<br />

Sclavo stanno arrivando a<br />

giocare contro la benemerita i<br />

vari Datome, Vitali (Virtus<br />

Roma), Marino (Teramo), Lechthaler<br />

(Montegranaro)<br />

transitati dalle nostre giovan<strong>il</strong>i<br />

e che proprio nella prima<br />

squadra della Montepaschi vi<br />

è un certo Lorenzo D’Ercole<br />

che non è lì né per caso né per<br />

riempimento. È lì perché è<br />

bravo. Grossa amnesia sarebbe<br />

poi quella di non ricordare nemmeno<br />

che <strong>il</strong> “Simone” che tutti vogliono o vorrebbero,<br />

dalla nazionale ai più prestigiosi clubs europei,<br />

è proprio venuto da quel settore giovan<strong>il</strong>e.<br />

Ma voglio ulteriormente stimolare la vostra<br />

curiosità assopita ricordandovi che in A2 dopo<br />

David Reginald Cournooh, Cavallaro, “Giacomino”<br />

Eliantonio, in questo mese si è distinto<br />

a Pavia, a dispetto di tutti, <strong>il</strong> giovane e massiccio<br />

Ammanato con una media di 20<br />

minuti/gara, 10 pts. e 5 rbs. Tutti “bordelli”provenienti<br />

dalle giovan<strong>il</strong>i Montepaschi. Entrando<br />

poi nella serie A D<strong>il</strong>ettanti in un mare di giovani<br />

mensanini non possiamo non annotare in<br />

questo mese la prestazione-super di Marco<br />

Portannese che nella gara persa dalla sua Vir-<br />

stefano fini<br />

Nonostante gli evidenti successi, si attenua l’interesse<br />

intorno al basket giovan<strong>il</strong>e della nostra città<br />

Il monito di Cosimo III<br />

tus contro Matera di Fabio Lovatti , altro giovane<br />

del vivaio Mps, ha realizzato 25 pts. in 32<br />

minuti, preso 5 rbs. e fatti 7 recuperi.<br />

Questo breve rewinding, che potremmo<br />

ampliare con dati, numeri e nomi interessanti<br />

veramente all’infinito, sta a dimostrare <strong>il</strong><br />

buon lavoro fatto fino a poco ieri e serve a noi<br />

per entrare nel mondo del basket della Montepaschi-giovani<br />

di oggi con <strong>il</strong> piede giusto e<br />

la dovuta attenzione.<br />

Nella seconda fase del campionato<br />

Under19 i giovani mensanini sono ancora imbattuti<br />

e vincendo in casa <strong>il</strong> 23 novembre lo<br />

scontro al vertice contro Pistoia (77/58)<br />

hanno rafforzato la leadership rimanendo<br />

soli in testa al girone. Determinante sarà la<br />

partita di ritorno a Pistoia e la probab<strong>il</strong>e relativa<br />

differenza canestri per stab<strong>il</strong>ire chi oc-<br />

cuperà la prima posizione della classifica<br />

importante per gli accoppiamenti della fase<br />

interregionale successiva. I risultati fino qui<br />

acquisiti dagli Under19 di Giulio Griccioli<br />

sono notevolmente positivi se consideriamo<br />

<strong>il</strong> fatto che questa squadra è costituita da due<br />

gruppi che lavorano insieme solo 2/3 volte<br />

alla settimana: <strong>il</strong> gruppo degli under17 e<br />

quello degli under19 che disputa, grazie al<br />

doppio tesseramento, anche <strong>il</strong> campionato di<br />

C D<strong>il</strong>ettanti con <strong>il</strong> Cus. Scelta tecnico societaria<br />

che rallenta quello che può essere lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

di un gioco d’insieme ma che torna a<br />

vantaggio di una maggiore crescita individuale.<br />

Sotto questo aspretto vorremmo segnalare<br />

gli evidenti progressi di Iannuzzi, la<br />

46 basket<br />

sua crescente consapevolezza nei propri<br />

mezzi e nelle proprie capacità. In questo nucleo<br />

ha i numeri più evidenti anche se per <strong>il</strong><br />

ruolo che occupa, giocando vicino a canestro,<br />

le sue prestazioni dipendono molto dalle giocate<br />

degli altri.<br />

Altrettanto valide, anche se con motivi<br />

completamente diversi, sono le prestazioni offerte<br />

da Sabbatino; ragazzo inizialmente soprattutto<br />

realizzatore ed oggi giocatore capace<br />

anche di costruire un gioco e dare <strong>il</strong> suo apporto<br />

non solo offensivo ma anche difensivo.<br />

La squadra di Magro-Campanella , gli<br />

Under 17, ha al momento i numeri più esaltanti:<br />

detiene <strong>il</strong> record stagionale fra punti fatti<br />

e subiti (116) avendo vinto contro <strong>il</strong> Basket<br />

Grosseto 128 a 12.. È una squadra “di categoria”,<br />

con piccoli bravi, con medi sufficientemente<br />

fisici e priva di “lungoni” impacciati;<br />

squadra che insieme a Virtus Bologna, Benetton<br />

Treviso e Reggio Em<strong>il</strong>ia può ambire al titolo<br />

nazionale. Sarà, nei mesi futuri, una bella<br />

battaglia da seguire con interesse.<br />

Tra i giovani diciassettenni che compongono<br />

questa squadra colpiscono i numeri di<br />

Monaldi (oltre 20 i punti<br />

media/gara), playmaker<br />

non altissimo (non arriva<br />

al metro e 80) ma<br />

con delle gambe esplosive<br />

fuori dal comune.<br />

Recentemente frenato<br />

nella sua crescita tecnico-tattica<br />

da un infortunio<br />

che lo ha tenuto<br />

fermo per quattro mesi,<br />

si è ripreso al meglio e<br />

sta fornendo prestazioni<br />

eccellenti, di alto livello,<br />

che evidenziano <strong>il</strong> notevole<br />

talento; interessante<br />

la sua penetrazione arresto<br />

e tiro.<br />

Monaldi, Sabbatino,<br />

Iannuzzi; a questi potremmo<br />

aggiungere<br />

Sgobba, Metreveli ed altri, tanti altri. Talmente<br />

tanti che, per gli assopiti interessi senesi,<br />

bene s’ inseriscono in questo discorso le<br />

parole di Cosimo III dei Medici pronunciate<br />

quando verso la fine del XVII secolo, venne a<br />

passare alcuni giorni nella nostra città: “Ma<br />

perché, Voi senesi, non vi godete tante grazie<br />

di Dio ?! Quasi non vi accorgete di possederle<br />

!!” Noi queste parole le associamo e le riferiamo<br />

per nostro comodo e piacere ai giovani<br />

del basket senese; lui, <strong>il</strong> “goloso e godereccio”<br />

Cosimo III le riferì alla grande quantità e qualità<br />

di dolci senesi che i nostri pasticceri dell’epoca<br />

gli proferirono. <br />

Due immagini riprese da ‘Biancoverde News’


“Ho una grande stima del coach di Siena<br />

Marcello B<strong>il</strong>leri. E non da quest’anno. E devo<br />

dire che c’è molto della sua mano per come<br />

mette la squadra in campo. È davvero interessante<br />

vedere due giocatori esperti come<br />

Tomasiello e Casadei con tanti ragazzi che<br />

stanno crescendo. Ho un buonissimo giudizio<br />

su questa squadra di cui ho visto quest’anno<br />

alcune partite. Credo che la Virtus<br />

metterà sempre in difficoltà gli avversari”.<br />

Franco Gramenzi, allenatore di Barcellona<br />

Pozzo di Gotto, uscita vincitrice per un’inezia<br />

dal palasport di viale Sclavo, dà un giudizio<br />

molto lusinghiero su questa Virtus<br />

giovane che, proprio per questa sua caratteristica<br />

, ha ancora margini di miglioramento.<br />

Barcellona infatti ha rischiato di tornare a<br />

casa senza i due punti. Una sconfitta di strettissima<br />

misura, contro la prima in classifica,<br />

alla sua ottava affermazione consecutiva, che<br />

l’ambiente virtussino non ha gradito. “Troppi<br />

i liberi sbagliati, 15 su 24 non sono la nostra<br />

percentuale. Errori che sono stati decisivi –<br />

ha sospirato B<strong>il</strong>leri, dopo <strong>il</strong> tiratissimo incontro<br />

con i sic<strong>il</strong>iani guardando le cifre dello<br />

augusto mattioli<br />

La sconfitta interna con la capolista non ha scalfito<br />

la fiducia dell’ambiente rossoblù nei propri mezzi<br />

Una Virtus da piani alti<br />

scout–. Però Barcellona, con Guarino, Svoboda,<br />

Bisconti. Li Vecchi, Ryan Bucci (figlio<br />

di Gorge, di cui ha la stessa mano calda), da<br />

tempo frequentatori della A d<strong>il</strong>ettanti, gente<br />

insomma di grande esperienza, è davvero una<br />

signora squadra. Per cui averla impegnata<br />

fino all’ultimo secondo è un titolo di merito<br />

per <strong>il</strong> gruppo che B<strong>il</strong>leri sta ancora costruendo.<br />

I miglioramenti si vedono in tutti i<br />

giocatori più giovani di cui Casadei, (che sottocanestro<br />

è molto curato dagli avversari) e<br />

Tomasiello, sono in campo i fondamentali<br />

punti di riferimento. Da Portannese che dopo<br />

un inizio di torneo con qualche titubanza sta<br />

mostrando, certo con alcune ingenuità (come<br />

peraltro i suoi compagni) importanti qualità,<br />

a Derraa, che non tira molto ma quando lo fa<br />

sbaglia poco, passando per Andreaus e Carenza<br />

( che peraltro dovrebbe avere più coraggio<br />

e prendersi maggiori responsab<strong>il</strong>ità<br />

nelle conclusioni) e Manuel Diomede, a cui<br />

B<strong>il</strong>leri dà sempre più maggior minutaggio. E<br />

anche Cuccarolo sta avendo un ruolo non<br />

certo secondario nell’assetto tattico di questa<br />

Virtus. Un ruolo che fotografa bene <strong>il</strong> coach<br />

48<br />

basket<br />

di Barcellona Gramenzi. “Un giocatore che<br />

sta crescendo davvero. Un lungo così in questo<br />

campionato può fare la differenza. Soprattutto<br />

in difesa perché costringe a<br />

cambiare <strong>il</strong> tiro a tutti i suoi avversari”.<br />

Quando riuscirà ad avere una maggiore continuità<br />

in fase offensiva la Virtus sarà ancora<br />

più pericolosa.<br />

I senesi oggi, fatti i conti, sono in una posi


zione di classifica tutto sommato tranqu<strong>il</strong>la.<br />

Dieci punti ma con una partita da recuperare<br />

contro Ostuni, squadra nelle parti alte della<br />

classifica, rinviata al 9 dicembre a causa dell’influenza<br />

che aveva costretto a letto vari giocatori.<br />

In testa, solitaria e crediamo con merito,<br />

Barcellona, seguita da Ferentino, Ostuni, Palestrina,<br />

Perugia, Trapani, Virtus, Sant’Antimo.<br />

Quindi Matera, San Severo, Ruvo di Puglia,<br />

Agrigento, Molfetta e Potenza. Un occhiata<br />

anche all’altro girone: in testa alla classifica la<br />

Fortitudo Bologna che nell’ultima giornata di<br />

campionato però è stata sconfitta a Forlì dopo<br />

dieci vittorie consecutive. Non sarà fac<strong>il</strong>e <strong>il</strong><br />

cammino dei bolognesi per tornare ai massimi<br />

vertici del basket nazionale.<br />

Tornando alla Virus, B<strong>il</strong>leri guarda al presente<br />

e anche al futuro della sua squadra con<br />

fiducia. “ Direi che <strong>il</strong> nostro b<strong>il</strong>ancio finora si<br />

può considerare positivo. Barcellona è molto<br />

forte e può vincere su ogni campo. Avessimo<br />

vinto lo scontro diretto saremmo stati al massimo<br />

dei nostri mezzi. Però stiamo andando<br />

lo stesso. La squadra ha dimostrato di poter<br />

giocare alla pari con le migliori del campionato.<br />

Nel giudicare <strong>il</strong> nostro gruppo dobbiamo<br />

partire da queste considerazioni che<br />

magari, come si è visto con i sic<strong>il</strong>iani, ha pagato<br />

delle ingenuità”. “Finora – aggiunge l’avvocato<br />

Pietro Dinoi, direttore generale di via<br />

Vivaldi – nonostante l’amarezza del risultato<br />

con Barcellona <strong>il</strong> giudizio è positivo, largamente<br />

positivo . I nostri giovani stanno maturandoo<br />

a vista d’occhio. Il processo di<br />

crescita insomma sta continuando”...<br />

Binella durante un time-out (in basso a sinistra) e una<br />

immagine dell’incontro con <strong>il</strong> Barcellona Pozzo di Gotto.<br />

augusto mattioli<br />

In vetrina<br />

Portannese, <strong>il</strong> predestinato<br />

La pallacanestro è una malattia di famiglia. E lui, Marco Portannese, 20 anni, 1,94, play guardia<br />

della Virtus, iscritto a Scienze politiche a Siena, in prestito dalla Mens Sana, non fa eccezione.<br />

Dopo un periodo di adattamento <strong>il</strong> giovane agrigentino sta mostrando tutte le sue qualità che del<br />

resto gli sono valse anche le convocazioni nelle giovan<strong>il</strong>i azzurre. In particolare è dotato di una<br />

grande potenza fisica che gli permette penetrazioni a canestro a volte inarrestab<strong>il</strong>i, e anche un<br />

buon tiro da tre. E proprio contro Agrigento, squadra che quest’anno ha ambizioni nella serie A d<strong>il</strong>ettanti,<br />

ha fatto una grandissima partita. Ma lui non si sente di avere tradito la sua terra. Perché<br />

da professionista quale vuole essere dice “che per la Virtus quella era una partita importante e si<br />

doveva vincere indipendentemente dall’avversaria”. I cui tifosi, a fine partita, se lo sono mangiato<br />

con gli occhi. Il rapporto di Portannese con Siena è merito di Luca Banchi, <strong>il</strong> vice di Pianigiani.<br />

“Quando avevo quindici anni e giocavo ad Agrigento Banchi allenava a Trapani, in Lega 2. Era<br />

amico di mio padre e sono andato ad allenarmi con loro per una quindicina di giorni. Banchi ha<br />

fatto <strong>il</strong> mio nome a Massimo Faraoni e l’anno dopo sono salito a Livorno dove Massimo dirigeva<br />

<strong>il</strong> Don Bosco. Poi, dopo due anni, volevo qualcosa di più. Luca era finito a Siena, al Monte dei Paschi.<br />

Mi ci sono messo in contatto e sono arrivato”. Dove ha fatto le giovan<strong>il</strong>i giocando anche in C<br />

a Colle Val d’Elsa con <strong>il</strong> doppio tesseramento “e dove tutti mi hanno dato una mano e mi hanno sostenuto<br />

molto”. Seguendo i suoi sogni, Marco Portannese se n’è andato da casa a sedici anni, sostenuto<br />

dalla sua famiglia. “I primi tre mesi – confessa – da settembre a dicembre sono stati diffic<strong>il</strong>i,<br />

pesanti. Ero solo, senza amici, lontano da casa. Poi mi sono abituato. Anche perchè era una cosa<br />

che volevo. Ora a casa sono contenti di quello che faccio”. E non gli manca l’ambizione di andare<br />

avanti. ”Non mi pongo obiettivi, cerco sempre di lavorare al massimo. Quello che viene viene”.<br />

Però la speranza di poter approdare nella prima squadra della Mens Sana non gli manca. “Magari<br />

poterci arrivare. Certo quando sarò pronto”. Lo scorso anno ha avuto una prima esperienza in serie<br />

A a Montegranaro non particolarmente soddisfacente. “Ci sono stati problemi con la società. Ero<br />

stato richiesto dal general manager Carminati, ma dopo un mese lo hanno mandato via. Per cui non<br />

avevo più le spalle coperte. Nessuno<br />

più mi voleva”. A Siena invece<br />

sembra trovarsi molto a suo<br />

agio. Del resto la Virtus è una<br />

squadra fatta gran parte di giovani<br />

ambiziosi da valorizzare.<br />

“Nella Virtus mi trovo benissimo.<br />

Con la società, con <strong>il</strong> presidente<br />

che conosco da qualche<br />

anno – ho giocato con suo figlio<br />

a Colle. Tutto perfetto”. Qui ha la<br />

possib<strong>il</strong>ità di migliorare qualche<br />

suo difetto tecnico “palleggio, arresto<br />

e tiro” puntualizza , grazie<br />

anche all’attenzione condita da<br />

qualche sollecitazione più forte<br />

del coach Marcello B<strong>il</strong>leri. “Uno<br />

molto scrupoloso, attento alle<br />

squadre avversarie”. Fa vita da<br />

professionista, si allena molto e<br />

ha poco tempo per altre attività.<br />

Ma nei momenti di libertà non<br />

manca di prendere in mano un<br />

libro (Dan Brown , Paulo<br />

Coelho), andare al cinema. E<br />

anche viaggiare su internet alla<br />

ricerca, ovviamente, di siti di<br />

pallacanestro. E Facebook”. “Mi<br />

ci sono iscritto, ma non mi piace<br />

molto”. <br />

49 basket


Torna finalmente <strong>il</strong> sereno<br />

in casa Consum.it dopo<br />

<strong>il</strong> piccolo slam conquistato<br />

dalle ragazze di Binella<br />

La risalita<br />

del Costone<br />

E alla fine arrivò anche <strong>il</strong> piccolo slam, prima<br />

<strong>il</strong> derby con Firenze poi <strong>il</strong> sig<strong>il</strong>lo che archivia novembre<br />

con la bella e importante vittoria conquistata<br />

sul parquet di Ancona. Ci voleva proprio<br />

questo “ossigeno puro” e non solo per la classifica<br />

che per tutto <strong>il</strong> mese di ottobre faceva scrivere a<br />

“zero punti” in virtù di un drammatico poker di<br />

sconfitte come mai si era visto nell’avventura costoniana<br />

in serie A2. Non solo per la classifica, lo<br />

ripetiamo, per <strong>il</strong> clima intorno alle atlete, per <strong>il</strong><br />

coach, per i sostenitori, per salvare una tradizione<br />

della pallacanestro femmin<strong>il</strong>e senese che mai<br />

aveva “danzato” così vicina alla possib<strong>il</strong>e zona<br />

rossa; ma di questo neanche a parlarne.<br />

In più occasioni abbiamo scritto di coach Binella,<br />

della sua grande capacità tecnica che coniuga<br />

in modo equ<strong>il</strong>ibrato alle evidenti altre doti<br />

personali: lo abbiamo scritto anche dopo la<br />

quarta sconfitta consecutiva che significò l’ultimo<br />

posto assoluto nei due gironi nazionali con<br />

una serie di dati statistici di natura tecnica davvero<br />

preoccupanti.<br />

Ma questa è già storia passata. Le vittorie –<br />

ormai è perfino banale evidenziarlo – sono le migliori<br />

soluzioni per ogni genere di problemi e Binella<br />

ha creduto fin dall’inizio che la sua squadra<br />

francesco oporti<br />

non poteva essere la ‘zucca’ delle prime quattro<br />

giornate: <strong>il</strong> terrib<strong>il</strong>e settembre-ottobre con tre<br />

sconfitte interne che avrebbero scoraggiato<br />

anche <strong>il</strong> più ottimista degli allenatori. Dopo le....<br />

discese ardite ci voleva la bella corsarata in terra<br />

marchigiana (60-67) che potrebbe (e vorremmo<br />

togliere per sempre <strong>il</strong> condizionale) costituire.....<br />

le risalite per dirla con <strong>il</strong> grande Lucio Battisti.<br />

Ma vediamo alcuni primi importanti “traguardi”:<br />

la differenza canestri che ritorna in territorio<br />

positivo (534/528) e la tradizione è<br />

confermata; l’inserimento della giovane Lauma<br />

Reke sulla quale <strong>il</strong> coach sta lavorando per migliorarne<br />

<strong>il</strong> posizionamento e di conseguenza<br />

l’intesa di quintetto è sicuramente positiva: la<br />

giocatrice lettone ha risposto in crescendo con<br />

venti punti al Chieti, altrettanti al Pomezia e<br />

primo high stagionale con i 25 a referto nella vittoriosa<br />

trasferta marchigiana.<br />

La Consumit edizione 2010 conferma quella<br />

mancanza di centimetri (e di ch<strong>il</strong>i), ma questa è<br />

ormai una caratteristica “cronica” che parte da<br />

molto lontano anche se la chimica-Binella sembra<br />

abbia almeno l’idea di un basket diverso: l’accostamento<br />

è dedicato all’esperta pivot Valentina<br />

Piroli, atleta matura con significativa esperienza<br />

51 basket<br />

Stretching per la Reke<br />

e Piroli pronta al rimbalzo (riquadro)<br />

in massima serie (Viterbo/Alghero) e tanti centimetri<br />

per portare le senesi più vicine alla zona<br />

centrale della classifica. Anche qui siamo in<br />

piena evoluzione dai due punticini contro <strong>il</strong><br />

Chieti ai tredici di Firenze e Ancona. Avanti così.<br />

Il primo test importante per questa risalita<br />

(del Costone…), sarà proprio con una delle avversarie<br />

storiche del basket femmin<strong>il</strong>e senese, la calabra<br />

Rende, un lungo viaggio agli estremi della<br />

Penisola, un parquet diffic<strong>il</strong>e con tanto pubblico<br />

appassionato; la classifica è grigia anche per le calabresi<br />

(8 punti come Siena) alle quali non basta<br />

una delle più grandi giocatrici della serie A2 italiana.<br />

Parliamo della “nostra” Giovanna Granirei,<br />

l’amerikana senese, per la quale non ci sarà mai la<br />

classificazione di “avversaria”. La campionessa<br />

guidò una incredib<strong>il</strong>e e ‘impossib<strong>il</strong>e’ rimonta sul<br />

grande Chieti di Gottardi-Benko (era <strong>il</strong> 18 Dicembre<br />

2005) segnando 23 punti con numeri da<br />

scuola americana, con <strong>il</strong> pubblico senese quasi in<br />

delirio per l’over time finale (12-0 per le costoniane)<br />

e primo posto in classifica.<br />

Allora Binella, vincere a Rende è un dovere,<br />

ma Giovanna l’amerikana la vogliamo immaginare<br />

con la maglia bianca e nera. Senese per<br />

sempre.


Vincere un derby è sempre gratificante, se<br />

poi <strong>il</strong> successo è a tinte forti come quello che<br />

<strong>il</strong> Costone ha saputo ottenere contro Colle,<br />

ecco che oltre ai punti ed una buona posizione<br />

di classifica, ti godi anche un momento<br />

di grande euforia psicologica, un vero toccasana<br />

per un ambiente che all’inizio della stagione<br />

si interrogava a più riprese su un<br />

campionato tutto da scoprire.<br />

Invece i ragazzi della presidente Patrizia<br />

Morbidi giornata dopo giornata hanno dimostrato<br />

che in questa serie C possono starci, e<br />

come se ci possono stare! La quarta posizione<br />

in classifica mette in evidenza infatti tutti i lati<br />

positivi che <strong>il</strong> gruppo ha saputo costruire in tre<br />

mesi di intenso lavoro, che sembra dare frutti<br />

concreti. E’ vero, qualche inciampo, o passo<br />

falso come dir si voglia (vedi la gara interna<br />

con Orvieto) c’è stato, ma la squadra è da ritenersi<br />

ancora in rodaggio visto che in estate<br />

molti sono stati i cambiamenti che hanno delineato<br />

una configurazione completamente<br />

nuova a questa Consum.it.<br />

Dicevamo della classifica dopo <strong>il</strong> vittorioso<br />

derby con Colle: la quarta posizione a<br />

quota 12 punti in coabitazione con Cus e Sassari,<br />

è una bella realtà, anche se va detto che<br />

le prime della classe, in ordine Piombino 18,<br />

Certaldo 16 e Terni 14 hanno fin qui dimostrato<br />

di avere un passo in più rispetto alla<br />

Consum.it. Non dobbiamo però dimenticarci<br />

che la squadra di Zanotti e del suo assistente<br />

Naldini, una coppia di tecnici davvero ben affiatati<br />

in panchina, ha dovuto fare i conti ad<br />

inizio stagione con tutta una serie di infortuni<br />

che oltre a far segnare <strong>il</strong> passo in occasione<br />

di alcune gare che se disputate a ranghi<br />

completi potevano anche essere vinte (vedi<br />

Montevarchi), hanno rallentato <strong>il</strong> processo di<br />

amalgama del gruppo, fortemente bisognoso<br />

di una crescita complessiva, sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />

tecnico sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o delle alchimie<br />

di gioco.<br />

Adesso i momenti più diffic<strong>il</strong>i sembrano<br />

superati e le ultime due vittorie, quella a Livorno<br />

e l’ultima in casa in occasione del già<br />

citato derby contro Colle, ci hanno regalato<br />

una Consum.it br<strong>il</strong>lante e sicura di sé.<br />

Il mese di novembre si chiude quindi con<br />

un b<strong>il</strong>ancio abbastanza confortante (3 vittorie<br />

e 2 sconfitte), ma quello che più conta è chiu-<br />

roberto rosa<br />

Anche in novembre <strong>il</strong> Costone registra un trend<br />

positivo e si attesta nelle posizioni alte della classifica<br />

In rialzo<br />

<strong>il</strong> titolo Consum.it<br />

dere l’annata con <strong>il</strong> “titolo” Costone in forte<br />

rialzo. Questo è quello che auspicano tutti gli<br />

addetti ai lavori del borsino giallo-verde, in primis<br />

la presidente Morbidi e <strong>il</strong> ds Franceschini;<br />

ma per far ciò si dovranno superare degli<br />

esami piuttosto complicati, ad iniziare dalla<br />

prossima trasferta di Monsummano, squadra<br />

e campo sempre temib<strong>il</strong>i, a cui farà seguito la<br />

gara interna con Prato, formazione che godeva<br />

dei favori del pronostico e che ancora non ha<br />

espresso al meglio tutto <strong>il</strong> proprio potenziale,<br />

dopodichè ecco la stracittadina con <strong>il</strong> Cus di<br />

coach Griccioli, da giocarsi all’Acquacalda, in<br />

52 basket<br />

terra “straniera” dunque. Poi vi sarà l’interruzione<br />

per le festività natalizie e solo allora potremo<br />

fare un primo vero b<strong>il</strong>ancio del<br />

cammino compiuto dalla Consum.it.<br />

Oltre ai risultati confortanti della prima<br />

squadra, in casa Costone si registra anche<br />

una crescita globale a livello giovan<strong>il</strong>e, con la<br />

formazione Under 21 che rappresenta <strong>il</strong> fiore<br />

all’occhiello di questo settore. La squadra di<br />

Marco Collini infatti viaggia a punteggio<br />

pieno (8 vittorie su 8 gare fin qui disputate)<br />

nel campionato di categoria e punta senza<br />

mezzi termini alle final four di marzo dove<br />

verrà assegnato <strong>il</strong> titolo regionale che lo<br />

scorso anno sfumò nella finale persa con Livorno<br />

per un solo punto. Non da meno sono<br />

le compagini dell’Under 19, Under 17, Under<br />

14 e Under 13 che completano un movimento<br />

davvero importante per una Società che ha<br />

come progetto principale far giocare a Siena<br />

giocatori senesi. Il che non ci sembra poco.<br />

Una fase della gara con <strong>il</strong> San Giovanni Valdarno

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