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Salvatore GULLOTTA Le - Scuola Superiore dell'Amministrazione ...

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Salvato" GUUO1TA<br />

comunitario era praticato nello stesso modo che in pianura. *<br />

Inoltre, non è possibile sostenere l'importazione dell'istituzione ad<br />

opera dei Goti, la cui incursione era durata troppo poco -soltanto dal 551<br />

al 553 -per potere essere indicata come l'occasione della diffusione di un<br />

sistema che, per radicarsi tanto profondamente in un ambiente estraneo,<br />

doveva certo richiedere tempi molto più lunghi.<br />

Varie altre opinioni, spesso sostenute da vivaci dispute, sono fiorite<br />

in tempi più vicini ai nostri ad opera di numerosi studiosi.<br />

Una sintesi delle opinioni espresse dagli studiosi del diritto e del-<br />

l'economia è stata fatta dal Mondolfo, il quale riporta il pensiero di<br />

Fustel de Coulanges, del Platon, del See, per i quali le proprietà collet-<br />

tive, e quindi anche i diri~ti d'uso, non sarebbero esistite nel periodo<br />

immediatamente successivo alle invasioni barbariche, ma si sarebbero<br />

formate più tardi per effetto di concessioni private fatte dai feudatari o<br />

dal sovrano. Per <strong>Le</strong>veleye, Maurer, Summer Maine, Glasson, Errera,<br />

Kowalewsky, concordi quasi tutti gli economisti, le proprietà collettive<br />

dei Comuni e i diritti d'uso sarebbero stati una sopravvivenza dell'an-<br />

tica proprietà collettiva attraverso l'evoluzione economica, che avrebbe<br />

creato e diffuso il sistema individuale di proprietà. Per questi studiosi i<br />

demani comunali, gli ademprivi, le partecipanze, avrebbero avuto for-<br />

mazione naturale e solo per eccezione potevano derivare da concessio-<br />

ni signorili; anzi più spesso da usurpazioni signorili sarebbero stati o<br />

ristretti o soppressi.<br />

Al primo gruppo di studiosi si possono affiancare il Lomonacoed il<br />

..Bianchi; il Lombardi sosteneva l'origine dei diritti d'uso sui beni comuni<br />

dal periodo romano, mentre lo Schupfer, in parte d'accordo col Lombardi<br />

ed all'incirca con Pertile Ciccaglione, Salvioli, Tamassia, Rinaldi, Cencelli,<br />

Valenti ed altri, ricollegavano i demani comunali con istituzioni di origine<br />

barbarica affermando, quanto alla loro connessione con l'ordinamento<br />

feudale, che "se i diritti d'uso poteron talora derivare da privilegi o con-<br />

cessioni signorili la regola è pur sempre che essi hanno la loro radice nel-<br />

l'antica proprietà collettiva'. Il Mondolfo, partendo dalla natura mista<br />

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