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RICERCHE delle "vidazzoni" che potevano costituirsi tanto su terre comuni, quanto su terre di proprietà privata, sostiene che potevano aver determinato la formazione di terreni chiusi assoggettati agli usi comunitari due serie di ragioni. Nel caso di terreni chiusi su terre di proprietà comune, varie potevano essere state le ragioni, come "la prepotenza di qualche privato; o l'ec- cedenza dei terreni comunali sui bisogni degli abitanti per l'esercizio dei diritti d'uso; l'interesse stesso dei baroni a cui, come per le orzaline, e le cussorgie, la formazione di private proprietà o possessi privati recava nuova messe di tributi", le quali ragioni confermerebbero la connessione del for- marsi delle vidazwni sui terreni comuni con "il generale processo di evoluzione economica per cui la proprietà privata, nel corso dei secoli passati, guadagna sempre terreno sulla proprietà comune". Nel caso di vidazzoni su beni di proprietà privata, invece, l'uso anche su questi terreni privati potrebbe fare ritenere che esso fosse una sopravvivenza di un diritto "la cui origine è assai remota e di cui sono tracce note- voli nelle leggi barbariche, per cui il pascolo si esercitava anche sui fondi dei privati. Sopravvivenza, la quale tende, nel corso dei secoli, per natura- le evoluzione o per abusi dei feudatari, a restringersi e a sparire" e di cui restano testimonianza le leggi stesse che ne aiutano la sparizione. Il La Marmora, nel descrivere il sistema comunitario, implicitamen- te sembra ritenere l'origine locale del fenomeno ed indica la sua causa nella preoccupazione che le comunità rurali sarde avevano di salvaguardare le I terre messe a coltura dai danni che potevano ad esse derivare dal libero esercizio della pastorizia. Che realmente esistesse il grave pericolo rappresentato dalla pastorizia nomade costantemente in conflitto con l'attività agricola per ragioni di spazi è arn:piamente documentato, oltre che dai testi citati, dalle innume- revoli testimonianze di quasi tutti i visitatori dell'ottocento in Sardegna i quali, in maniera più o meno ampia, riferiscono puntualmente della gra- vità del conflitto e delle conseguenze che esso presentava per la vita delle comunità rurali. 1068 ( .
., Salvato~ GULW1TA Il Cattaneo ripetutamente fa cenno di questo pericolo rappresentato # da "irruzioni di barbari" incombenti ogni anno sui lavoratori dei campi. Sulla base di tutte queste indicazioni, non sembra possibile dubitare del fatto che il costante pericolo rappresentato dalla pastorizia abbia potu- to costituire notevole importanza nelle cause determinanti la creazione di diverse istituzioni sarde e nella formazione dell'assetto agro-pastorale cono- sciuto dell'economia sarda. È poi assai probabile che questo pericolo, in una situazione di incertezza e di mancanza di sicurezza come quella segui- ta allo sgretolamento dell'impero romano, abbia potUto giocare un ruolo decisivo nella creazione del sistema comunitario. <strong>Le</strong> Lannou, contrariamente ai numerosi autori che hanno sostenuto l'origine di importazione, sostiene l'origine locale dell'istituzione che andrebbe ricercata, in particolare, nelle condizioni naturali dell'isola, nella sua insularità, nel suo grande, immenso isolamento, nella singolarità delle condizioni storiche, nel suo clima. Tutti questi elementi, assieme ad altri, avrebbero prodotto la diversincazione dell'area sarda in due ambienti a diversa economia, l'uno ad economia agricola, l'altro ad economia pastorale, ospitanti due popolazioni per molti aspetti diverse ed in continua lotta per l'affermazione delle rispettive opposte esigenze. Cosl l'istituzione comunitaria di utilizzazione delle tetre sarebbe stata, secondo lo studioso, il mezw creato dalle popolazioni rurali per fron- teggiare il pericolo rappresentato dalla libera pratica della pastorizia e, quin- di, il prodotto della secolare ed aspra lotta tra contadini e pastori per l'affermazione dei loro reciproci interessi, che -devesi aggiungere -erano, cer- tamente, interessi di natura fondamentale se non vitale. È assai probabile, infatti, che il pericolo del mondo pastorale abbia costitUito una spinta di notevole portata tale da indurre le comunità rurali a cercare idonei mezzi per fronteggiarlo e per difendersene e creando, quin- di, a tale scopo, quella istituzione chiamata "scolcà' attraverso la quale sarebbe passato il processo di creazione del villaggio sardo basato sul sistema comunitario accennato, che avrebbe costituito coslla principale difesa della comunità rurale dall'insicurezza dei luoghi e dei tempi nei confronti 1069
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