;i - -"" y '• ' ' Pio VII, nello Coppella de!Ea Congregazione dei Nobili, consegna agli ex Gesuiti la Balìa « Regimini Milifantis Ecclesiae », che ristabilisce la Compagnia di Gesù.
P. MARCOZZI ALLA RICERCA DELLE PRIME TRACCE SICURE DELL' UOMO Si ammette generalmente che l'uso o la costruzione di oggetti sia esclusivo dell' Uomo; perciò la presenza di questi sarebbe segno sicuro che egli è esistito. Quando Bouchez de Perthes, nel 1838, rovistando nelle stratificazioni del Quaternario inferiore nei dintorni di Abbeville in Francia, ebbe in mano per la prima volta alcune pietre rozzamente lavorate, uscì nell' esclamazione, in verità alquanto enfatica : «Queste selci, nella loro imperfezione, non provano meno l'esistenza dell'uomo che i lavori del Louvres». L' esistenza di un lavoro intenzionalmente compiuto è stato considerato per lungo tempo il criterio di discriminazioni fra esseri razionali ed insipienti. Se non che negli ultimi anni alcuni Autori hanno attribuito a viventi che, per diversi rispetti, non possono considerarsi uomini, l'uso e la lavorazione di vari oggetti. Padre Marcozzi mentre parla ai Medici dell' U.N.A.M.S.I. nella Sala Serbelloni a Milano Il caso più conosciuto e quello delle Australopithecinae, MORFOLOGIA DELLE AUSTRALOPITHECINAE Questi organisimi - per quanto si può giudicare dai resti scheletrici conservati fossili - presentano una morfologia generale scimmiesca, ma con alcuni caratteri importanti che le avvicinano morfologicamente agli Uomini più che qualsiasi Antropoide vivente o fossile. I caratteri che le avvicinano al gruppo umano sono specialmente : la morfologia dei denti e la forma del bacino. Poiché questa è quasi completamente umana, si ritiene, data la stretta relazione esistente tra forma del bacino e modo di incedere, che le Australopithecinae avessero un incedere eretto o quasi, alla maniera dell'Uomo, e non ricurvo come quello degli Antropoidi. Anche altri caratteri si avvicinano maggiormente a quelli umani più che P. Marcozzi tra i membri della Gòrresgeselschaft, la più rinomata Accademia scientifica tedesca. i corrispondenti caratteri degli Artropoidi .attuali. Tuttavia, quanto alla morfologia generale, al profilo del cranio nelle varie direzioni (verticale, frontale, occipitale), al valore dei diametri cranici, alla forma delle orbite e delle ossa nasali e soprattutto, al volume e alla forma esterna del cervello, sono di tipo scimmiesco. I volume del cervello, dedotto dalla capacità cranica, è noto con sufficiente approssimazione solo in due forme : l'Australepithecus afncanus e il Plesianthropus. Per le altre forme si danno valori che sembrano calcoliti mentre in realtà sono soltanto dedotti dal volume di altre parti del corpo (per es. della mandibola), i quali non autorizzano deduzioni di tal genere. Anche per le due Australopithecinae sopra accennate si sono dati in un primo tempo vaioli diversi della capacità cranica. Ma i calcoli più sicuri, eseguiti da Wolfang Abel, per 1' Australopithecus africanus, e da Broom e Robinson, per il Plesianthropus, dimostrano che sono nettamente contenuti nei limiti degli Antropoidi attuali. L'Australopithecus africanus, secondo W. Abel, ha una capacità cranica di 390 cmc nella forma infantile e nell'adulta avrebbe 450 cmc. Il Plesianthropus ha capacità cranica nella forma adulta di 480 cmc. La capacità cranica nei vari Antropodi attuali oscilla da 300 cmc (minimo dellOrango) a 655 cmc (massimo del Gorilla); nello Scimpanzè, 1' Antropoide che, per certi aspetti, più si avvicina al Plesianthropus, la capacità cranica oscilla