N. 5 - Settembre/Ottobre 2006 - cerca - Fiba

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Divieto di licenziamento nei confronti di lavoratrici ultrasessantenni Cassazione Sezione Lavoro n. 13045/2006 Si segnala questa decisione della Corte di Cassazione sezione lavoro, in quanto conferma in sostanza l’orientamento già espresso dalla stessa Corte (cfr. sentenza n. 6535/2003) in ordine al divieto per il datore di lavoro di esercitare il potere di licenziamento nei confronti delle lavoratrici che, pur avendo maturato l’età pensionabile (60 anni) non hanno ancora conseguito l’età massima lavorativa (65 anni). I punti salienti della questione Nell’attuale regime pensionistico vi è una distinzione tra età pensionabile ed età massima lavorativa dei lavoratori dipendenti. Mentre l’età pensionabile per le donne è fissata al compimento dei 60 anni di età e per gli uomini al compimento dei 65 anni di età, l’età massima lavorativa è stabilita sia per gli uomini che per le donne a 65 anni di età. Per quanto riguarda i limiti alla libera licenziabilità, la tutela obbligatoria, unitamente a quella reale (ove ne ricorrano le condizioni), deve ritenersi estesa a tutte le lavoratrici che, pur avendo raggiunto l’età pensionabile dei 60 anni, non hanno ancora conseguito l’età massima lavorativa dei 65 anni. Pertanto alle lavoratrici, per le quali, come abbiamo visto, l’età pensionabile e l’età lavorativa sono due entità non coincidenti, compete il diritto di proseguire il rapporto di lavoro anche dopo il compimento dell’età pensionabile dei 60 anni e fino al giorno del raggiungimento dell’età massima lavorativa dei 65 anni, senza necessità di alcun onere di comunicazione, da parte loro, al datore di lavoro. Inoltre, nell’arco di tempo intercorrente tra il compimento dei 60 anni e il compimento dei 65 anni di età, al datore di lavoro è fatto divieto di esercitare liberamente nei confronti delle lavoratrici il potere di licenziamento. La sezione lavoro della Corte, ribadendo in sostanza il principio di diritto già stabilito nella sentenza n. 6535/2003 (da cui abbiamo dedotto i principi suesposti), con la sentenza in commento ha rigettato il ricorso proposto dalla Cassa di Risparmio di Fermo contro la sentenza ad essa sfavorevole emessa in secondo grado dal Tribunale di Fermo.Tale sentenza aveva confermato la sentenza di primo grado che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento comminato dalla Cassa il 15 maggio 1998 ad una dipendente in vista del compimento del suo 60° anno di età, basandosi, tra l’altro, sulla normativa del ccnl che prevedeva detta facoltà di licenziamento. La Corte di Cassazione, svolgendo una accurata ricostruzione della evoluzione nel tempo della legislazione e della giurisprudenza sulla materia e dando conto anche dell’esistenza di un LEGALE a cura di Luigi Verde orientamento difforme espresso dalla stessa Corte nella sentenza n.2472/2006, ha ricordato che il testo originario della legge n. 604/1966, recante norme sui licenziamenti individuali, aveva previsto la libertà di recesso del datore di lavoro in caso di lavoratori i quali avessero maturato il diritto alla pensione di vecchiaia, recependo la differenza tra uomini e donne, per i quali le due età erano fissate rispettivamente al 60° e al 55° anno. Su tale assetto normativo interveniva due volte la Corte Costituzionale con le sentenze n. 137/1986 e n. 498/1988, affermando il principio secondo cui la donna non è licenziabile senza giustificato motivo prima del compimento della stessa età pensionabile stabilita per l’uomo.Tale principio è stato poi ribadito dalla stessa Corte con la sentenza interpretativa n. 256/2002, la quale fornisce l’interpretazione delle normativa vigente nel senso che i limiti per il pensionamento di vecchiaia sono stati spostati in avanti per tutti i lavoratori, mantenendo una differenza a beneficio delle donne. Il legislatore ordinario si è adeguato alle pronunce della Corte Costituzionale e, con l’articolo 4 della legge n. 108/1990, ha previsto il limite dei 60 anni, ai fini del licenziamento, per uomini e donne “in possesso dei requisiti pensionistici”, facendo salva l’opzione di cui all’articolo 6 del DL n. 791/1981, convertito in legge n. 54/1982, che consente, a domanda, di rimanere in servizio fino al 65° anno di età. A seguito della ulteriore evoluzione normativa determinata, tra l’altro, dalle disposizioni del DLgs n. 503/1992, si è riproposta la distinzione dell’età di pensionamento di vecchiaia in misura differenziata per uomini e donne, per cui attualmente il diritto alla pensione di vecchiaia da parte degli uomini si consegue al compimento dei 65 anni di età e da parte delle donne al compimento dei 60 anni di età. Successivamente è intervenuta la giurisprudenza della Suprema Corte per chiarire che le lavoratrici raggiungono l’età pensionabile al compimento dei 60 anni di età e l’età massima lavorativa al compimento dei 65 anni di età, per cui le stesse lavoratrici anche nei Lavoro Bancario e Assicurativo - settembre/ottobre 2006 22 casi in cui abbiano già raggiunto l’età pensionabile non possono essere licenziate prima di avere raggiunto l’età massima lavorativa dei 65 anni di età. Ciò, in applicazione dei precetti costituzionali che non consentono di regolare l’età lavorativa delle donne in modo difforme da quello previsto per gli uomini, non soltanto per quanto riguarda il limite massimo di età, ma anche per quanto riguarda le condizioni per raggiungerlo. Non sussiste, invece, alcun precetto costituzionale che contrasti con la previsione che per le donne indica un limite di età inferiore a quello degli uomini per il conseguimento della pensione di vecchiaia. La Corte di Cassazione, per i suesposti motivi, ha concluso per il rigetto del ricorso della Cassa di Risparmio di Fermo. Per quanto riguarda le implicazioni pratiche derivanti dai principi stabiliti dalla Cassazione e, in particolare, da quello concernente la non necessità della comunicazione al datore di lavoro con la quale la lavoratrice esercita la facoltà di optare per la prosecuzione del rapporto di lavoro [opzione che la legge (DL 791/1981, art. 6) prevede debba essere comunicata almeno sei mesi prima della data di conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia], va osservato che, quando anche la contrattazione collettiva, come nel nostro settore, prevede il licenziamento nei confronti del lavoratore/lavoratrice ultrasessantenne che sia in possesso dei requisiti pensionistici,“sempre che non abbia optato per la prosecuzione del rapporto di lavoro ai sensi della vigente normativa di legge in materia”, la comunicazione di esercizio della facoltà di opzione, ad ogni buon conto, va fatta. È bene però che il lavoratore, al quale, in caso di intempestiva o omessa comunicazione, sia stato eventualmente intimato dal datore di lavoro il licenziamento, sappia che detto licenziamento può essere utilmente impugnato davanti al giudice anche basandosi sul principio enunciato dalla Corte della insussistenza di un onere di comunicazione a carico del lavoratore. servizio legale nazionale
I NOSTRI STRUMENTI www.Fiba.it, crescono gli “ascolti” di Pierluigi Ledda Il tema della comunicazione ha assunto, oggi più di ieri, un’importanza determinante anche per i soggetti che, come le organizzazioni sindacali, operano nel campo della rappresentanza politica e sociale. La Fiba Cisl, da sempre molto attenta al tema della comunicazione e del rapporto con i lavoratori iscritti, ha in questi anni implementato notevolmente gli investimenti e gli sforzi organizzativi per migliorare le capacità comunicative. Ed infatti la linea e la strumentazione editoriale si sono progressivamente sviluppate ed articolate perseguendo l’obiettivo di garantire maggiore efficienza e tempestività nell’informazione attraverso strumenti di comunicazione di tipo tradizionale e sperimentando strade nuove. Oggi il sistema di comunicazione e di informazione comprende la posta elettronica, il portale web, il lavoro bancario e assicurativo, il giornalino elettronico LBANEWS, alcune pubblicazioni specialistiche per i quadri sindacali (FIBA QUADRI e FIBA REPORT), la rassegna stampa, il report su la fiba sui quotidiani, i commenti e le news audio e video. Il bimestrale lavoro bancario assicurativo è dedicato all’approfondimento di temi di grande interesse per chi è iscritto alla Fiba Cisl: la solidarietà, il sociale, il mondo del lavoro, le problematiche e le tutele contrattuali. Il giornale elettronico LBANEWS SEGUE l’attualità per fornire informazioni in tempo reale. Sulla stampa e sui mass media più in generale, tra testate nazionali e locali, la Fiba è apparsa da luglio 05 a luglio 06 ben 199 volte. La rassegna stampa, pubblicata on line è rivolta ai lavoratori iscritti e raccoglie giornalmente le notizie di carattere economico delle principali testate giornalistiche nazionali. Tutti i materiali sono disponibili all’indirizzo www.fiba.it, sempre più un luogo virtuale dove trovare notizie e informazioni. Proprio il portale, avviato ben 5 anni fa, ha consentito alla federazione di fare un notevole salto di qualità rispetto al precedente sistema cartaceo. In questo senso il rinnovo del ccnl Abi del febbraio del 2005 è stato un banco di prova molto interessante. Oltre 68.000 visitatori e 690.000 pagine lette (dati che non comprendono gli accessi interni di tipo organizzativo o quelli alle cartelle web delle varie strutture fiba), oltre 40.000 le copie scaricate di “lbanews” speciale contratto e 7.252 i COMUNICAZIONE Lavoro Bancario e Assicurativo - settembre/ottobre 2006 23 Pierluigi Ledda, resp. Dipartimento comunicazione, informazione, formazione e ricerca bancari che hanno visto per intero il commento del segretario generale sull’esito della trattativa; una grande assemblea virtuale all’indomani della firma del contratto! Questi sono indubbiamente risultati importanti, incoraggianti soprattutto se consideriamo che gli utenti, classificati - su base mensile - come frequenti, sono oramai 35.000 (erano 24.000 all’inizio del 2005). Lo scorso mese di agosto, poi, gli accessi sono stati veramente straordinari: 61.000 visitatori e oltre 633.000 pagine aperte. 11.214 persone hanno seguito con grande interesse le interviste e le considerazioni espresse dal segretario generale, Giuseppe Gallo, in merito alle prospettive del sistema bancario ed in particolare all’operazione banca Intesa Sanpaolo (di cui trattiamo in questo numero del nostro giornale). La Fiba si conferma quindi leader nell’informazione di settore e riferimento per chi voglia conoscere le novità nel settore o approfondire le singole tematiche. Partendo da questo dato pensiamo sia opportuno guardare avanti ed innovare il progetto di comunicazione per fare quell’ulteriore salto di qualità che i tempi, le sfide e le attività in cui è impegnata la federazione richiedono. Attività che ci impegnano sui versanti del rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, la riforma dei mercati finanziari, la responsabilità sociale di impresa e l’attuazione del protocollo Abi e organizzazioni sindacali sullo sviluppo sostenibile e socialmente compatibile del sistema bancario, il progetto di formazione / valorizzazione dei quadri sindacali e di crescita organizzativa, il patto di unità d’azione tra Cisl Fiba e Fabi e Sinfub. Quindi un nuovo portale web con una home page rinnovata nella linea grafica e nei contenuti, con aree dedicate ai quadri sindacali e ai lavoratori iscritti alla Fiba con informazioni e notizie, servizi e convenzioni, uno spazio per la propria formazione, per i viaggi e il turismo, per attività del sociale e del no profit. Uno spazio dove trovare informazioni, approfondimenti, commenti su quanto accade nel mondo del lavoro e nel settore anche attraverso servizi audio e video, il lavoro bancario e assicurativo, lbanews, la rassegna stampa, i comunicati stampa e molto altro ancora. Un portale web e una serie di strumenti informativi che aiutino i lavoratori del nostro settore a interpretare i cambiamenti del mondo del lavoro.
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