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N. 5 - Settembre/Ottobre 2006 - cerca - Fiba

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Soci o salariati?<br />

Qual è il ruolo del sindacato oggi<br />

e qual è il suo futuro? È proprio<br />

vero, come sostengono i suoi detrattori,<br />

che, finita l’epoca dell’antagonismo,<br />

e superata anche<br />

la concertazione, al sindacato rimane<br />

solo una funzione di<br />

“pronto intervento”? Continuerà<br />

a presidiare soltanto le conseguenze<br />

di politiche e strategie<br />

economiche decise da altri o<br />

può sperare di ritagliarsi un ruolo<br />

diverso, entrando attivamente<br />

nei processi decisionali, elaborando<br />

una teoria e una pratica di<br />

azione in grado di penetrare nei<br />

meccanismi che regolano la vita<br />

collettiva delle società moderne?<br />

A queste domande risponde il<br />

saggio appena uscito nelle librerie,<br />

“Soci o salariati?” scritto da<br />

Pier Paolo Baretta, Alberto Berrini,<br />

e Giuseppe Gallo (rispettivamente<br />

segretario generale aggiunto<br />

della Cisl, economista, segretario<br />

generale della <strong>Fiba</strong>) e dedicato<br />

ad Ezio Tarantelli, grande studioso<br />

di fama internazionale, allievo e<br />

poi collega del premio nobel<br />

Franco Modigliani al MIT (Massachussets<br />

Institute of Tecnology),<br />

ispiratore della politica dei redditi<br />

proposta dalla Cisl e per questo<br />

ucciso nell’’85 dalle BR.<br />

Sulla scia di un dibattito aperto,<br />

iniziato con il discusso libro di<br />

Pietro Ichino, edito lo scorso anno,<br />

dal titolo provocatorio ‘A che<br />

serve il sindacato’, e in risposta ad<br />

un articolo pubblicato sulla rivista<br />

“il Mulino”, i tre autori si propongono<br />

di indicare le prospettive<br />

dell’attività del sindacato partendo<br />

da un’analisi strutturale<br />

dell’attuale fase economica di capitalismo<br />

finanziario liberalizzato<br />

e globale.<br />

Berrini, nella prima parte, pone la<br />

premessa economica alle considerazioni<br />

sindacali dei due autori<br />

successivi. Utilizzando e integrando<br />

l’analisi fatta da Ezio Tarantelli<br />

negli anni ’80, esamina la risposta<br />

che le varie scuole di pensiero<br />

economico, dai classici fino ai<br />

giorni nostri, hanno dato al quesito<br />

se il sindacato possa incidere<br />

sulla distribuzione del reddito.<br />

Attraverso questa analisi, porta<br />

avanti la ri<strong>cerca</strong> di una nuova<br />

strategia di azione sindacale che<br />

sia in grado di rispondere alla<br />

sempre più iniqua distribuzione<br />

del reddito che caratterizza le<br />

economie contemporanee.<br />

Giuseppe Gallo fa una disamina<br />

dei contratti del nostro settore<br />

negli ultimi quindici anni evidenziando<br />

come attraverso la contrattazione<br />

si sia riusciti ad attua-<br />

Tre domande a… Giuseppe Gallo<br />

RECENSIONI<br />

a cura di Anna Masiello<br />

re quella ‘politica di anticipo’ di cui<br />

parlava Tarantelli. Indica quindi, le<br />

prospettive per il prossimo contratto,<br />

suggerendo la necessità di<br />

pensare ad “una riforma del capitalismo<br />

finanziario nei suoi dispositivi<br />

macro e microeconomici, capace di<br />

iniziare ad offrire risposte e speranze<br />

ai dilemmi del nostro tempo.”<br />

Baretta traccia un’analisi del<br />

mondo attuale: l’esplosione dei<br />

processi di globalizzazione finanziaria,<br />

l’internazionalizzazione<br />

delle attività produttive e commerciali,<br />

la pervasività della tecnocrazia<br />

portano storture e disagi<br />

sociali, per cui la democrazia<br />

politica da sola non basta più a<br />

garantire equità e giustizia, è indispensabile<br />

affiancarla ad una<br />

reale democrazia economica<br />

Pur attraverso percorsi diversi, i<br />

tre autori giungono ad una stessa<br />

conclusione: la strada che può<br />

Come è nata l’idea di questo libro, qual è stato il motivo ispiratore?<br />

Il libro nasce dal tentativo di riprendere la riflessione di Ezio Tarantelli non tanto nella componente di politica<br />

economica, quanto nella componente di riflessione sulla necessità per il sindacato di elaborare una teoria dell’azione<br />

sindacale e per l’azione sindacale come presupposto indispensabile per una autonomia progettuale.<br />

Tarantelli era convinto che il sindacato dovesse sviluppare, al suo interno, una propria teoria economica per<br />

elaborare una autonoma strategia d’azione. Berrini nella prima parte del libro evidenzia come, secondo le principali<br />

scuole di pensiero economico, il sindacato gioca solo un ruolo secondario nella dinamica storica, e quindi<br />

nella determinazione della distribuzione del reddito, mentre Tarantelli sostiene che esiste una dialettica circolare<br />

tra soggettività organizzate e dinamiche strutturali. Da qui la necessità per il sindacato di elaborare una<br />

propria interpretazione della realtà sociale ed economica.<br />

Quale può essere una teoria per l’azione sindacale?<br />

La responsabilità sociale di impresa può essere una corretta teoria per l’azione sindacale, si radica nella nostra<br />

concezione che vede l’impresa come una entità sociale nella sua identità istitutiva. Già nella fase dell’investimento,<br />

infatti, non c’è solo l’apporto di capitale finanziario, ma c’è la comunità di riferimento che apporta le risorse<br />

umane, c’è la collettività che apporta le infrastrutture, la sicurezza in senso lato, l’ambiente; quindi l’impresa è<br />

strutturalmente sociale. Da ciò deriva che la governance dell’impresa deve essere partecipativa, e può rispondere<br />

a logiche ed interessi più vasti che il solo profitto per l’azionista. Etica d’impresa, responsabilità sociale e<br />

ambientale, strategia multistakeholder che a partire da una governance allargata innovino il modo di produrre e<br />

distribuire valore, rappresentano le premesse teoriche per una politica di riforma del capitalismo finanziario.<br />

Quindi a che serve il sindacato?<br />

Avere una strategia autonoma significa poter attuare una autonoma azione sindacale, e il nostro progetto è<br />

quello di poter attuare una riforma del capitalismo finanziario, di cui si parla da più parti, senza che si vedano<br />

proposte concrete. Il sindacato serve a questo, a riformare il capitalismo finanziario.<br />

Lavoro Bancario e Assicurativo - settembre/ottobre <strong>2006</strong><br />

26<br />

INDOVINA DALL’INCIPIT:<br />

“Un ruggito di dolore e di rabbia si alzava sulla città, e rintronava incessante,<br />

ossessivo, spazzando qualsiasi altro suono, scandendo la grande menzogna.<br />

Zi, zi, zi! Vive, vive, vive! Un ruggito che non aveva nulla di umano”<br />

Inviare la soluzione a amasiello@fibacisl.it.<br />

Sarà pubblicato il nome del primo lettore che indovinerà la risposta esatta.<br />

La risposta al quesito del numero 4/06 era IL VECCHIO CHE LEGGEVA<br />

ROMANZI D’AMORE di Luis Sepulveda. Due lettori si sono classificati a<br />

pari merito: Fabrizio Battistelli di Milano e Maurizio Catanzani di Terni.<br />

rafforzare il sindacato, garantendo<br />

anche maggior equità al sistema<br />

è la partecipazione e quindi<br />

la democrazia economica.<br />

Partecipazione che si può tradurre<br />

in semplice partecipazione agli<br />

utili, legando in qualche modo il<br />

salario alle performance aziendali,<br />

oppure in partecipazione finanziaria,<br />

favorendo l’acquisto di<br />

quote di capitale sociale da parte<br />

dei lavoratori, oppure in partecipazione<br />

organizzativa, cioè far<br />

partecipare i lavoratori alla gestione<br />

dell’impresa attraverso i<br />

loro rappresentanti, creando magari<br />

appositi organi bilaterali.<br />

Orizzonte strategico della democrazia<br />

economica diventa la responsabilità<br />

sociale, che si inserisce<br />

in una teoria che intende l’impresa<br />

come una realtà sociale già<br />

a partire dalla fase dell’investimento.<br />

Partecipazione, quindi,<br />

non come atto di liberalità da<br />

parte di chi investe il capitale finanziario,<br />

ma come atto dovuto<br />

alla collettività che investe e apporta<br />

risorse tangibili e intangibili.<br />

È un testo senz’altro impegnativo,<br />

ma molto interessante, che propone<br />

una teoria e una pratica di<br />

azione sindacale ambiziosa e coerente,<br />

accogliendo fino in fondo<br />

l’invito di Tarantelli al sindacato di<br />

dotarsi di un proprio “sapere economico”<br />

per gestire invece di subire<br />

il cambiamento. Già vent’anni<br />

fa il grande economista ci ricordava<br />

che “l’economia rischia oggi di basare<br />

i suoi eleganti modelli matematici<br />

sulle scene di un teatro accademico<br />

chiuso per lavori di restauro, mentre<br />

il vero dramma – la disoccupazione,<br />

l’inflazione e il conflitto industriale<br />

– si svolge per strada”.<br />

Pierpaolo Baretta,Alberto<br />

Bernini, Giuseppe Gallo,<br />

Soci o salariati?,<br />

Ed. Sanpaolo, <strong>2006</strong>

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