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N. 5 - Settembre/Ottobre 2006 - cerca - Fiba

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Il Segretario generale<br />

<strong>Fiba</strong> Cisl Giuseppe Gallo<br />

Le banche<br />

italiane<br />

nell’ultimo<br />

decennio,<br />

possono<br />

vantare la<br />

ristrutturazione<br />

sistemica più<br />

profonda di<br />

ogni altro<br />

comparto<br />

produttivo.<br />

EDITORIALE<br />

Concentrazioni<br />

di seconda generazione<br />

di Giuseppe Gallo<br />

UniCredit/Hbv Abm-Amro/Antonveneta, Bmp<br />

– Parisbas/Bnl, Intesa/S.Paolo aprono la seconda<br />

generazione delle concentrazioni e delle<br />

acquisizioni di controllo.<br />

La prima generazione, pionieristica come spesso<br />

accade alle primogeniture, ha attraversato<br />

d’impeto il sistema bancario italiano tra la<br />

metà degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio.<br />

Essa ha condotto il sistema a standard<br />

di concentrazione elevati nel raffronto europeo:<br />

i primi 5 gruppi detengono il 51% delle<br />

quote di mercato, i primi 10 gruppi l’82%. Il<br />

fenomeno delle concentrazioni bancarie è un<br />

elemento, certamente rilevante, di una mutazione<br />

morfologica e strutturale, assai più complessa,<br />

il riposizionamento strategico del sistema,<br />

che ha investito gli assetti proprietari, (attraverso<br />

le privatizzazioni) i modelli organizzativi,<br />

le innovazioni di prodotto e di processo,<br />

le reti distributive, il ruolo delle risorse umane,<br />

il ridisegno contrattuale della categoria dei lavoratori<br />

bancari.<br />

I risultati del riposizionamento strategico, in<br />

tempi brevi, sono stati straordinari.<br />

Il sistema bancario italiano ha superato la crisi<br />

tendenziale della metà degli anni ’90 (la<br />

redditività di mezzi propri nel triennio<br />

1994/1996 era precipitata all’1,56%) conquistando,<br />

all’inizio degli anni 2000, livelli economici,<br />

reddituali, patrimoniali comparabili<br />

con gli standard dei sistemi bancari europei<br />

più competitivi.<br />

La prima generazione di concentrazioni appartiene,<br />

quindi, ad una storia di successi per<br />

le aziende di credito italiane. Che possono,<br />

egualmente rivendicare il buon esito dei processi<br />

di privatizzazione, quasi unico (considerando<br />

il carattere parziale delle privatizzazioni<br />

Enel ed Eni) ed incomparabile ai fallimenti<br />

diffusi, dalla privatizzazione delle autostrade<br />

alla privatizzazione delle telecomunicazioni.<br />

Le banche italiane nell’ultimo decennio, possono<br />

vantare la ristrutturazione sistemica più<br />

profonda di ogni altro comparto produttivo.<br />

Si dimentica troppo spesso (amnesia dolosa!)<br />

che quella ristrutturazione sistemica fu concertata<br />

tra il primo Governo Prodi, le OO.SS.<br />

Settoriali, ABI e Federasse il 4/6/1997. Il Protocollo<br />

stipulato in quella data fu il business<br />

Lavoro Bancario e Assicurativo - settembre/ottobre <strong>2006</strong><br />

3<br />

plan condiviso dal riposizionamento strategico<br />

del sistema bancario. Non fu inviato all’Abi alcun<br />

documento Rovati riservato. Tutto fu discusso<br />

con trasparenza, autonomia responsabilità<br />

ed efficacia tra le parti sociali ed il Governo.<br />

È indice di preoccupante pochezza politica<br />

che sia stata rimossa la storia di un riposizionamento<br />

strategico concertato di successo a<br />

favore della riesumazione di un modello di relazioni<br />

tra politica ed economia logoro, bolso,<br />

opaco e fallimentare.<br />

Il riequilibrio competitivo delle aziende di credito,<br />

al quale i lavoratori hanno massimamente<br />

contribuito, ha manifestato deficit sociali.<br />

Il primo riguarda la dinamica occupazionale.<br />

Nel 1993 i lavoratori bancari erano 360.624<br />

(punta massima), nel 2004 336.877 (-23.747<br />

pari al 6,58%).<br />

Quantunque il Fondo di Solidarietà (ammortizzatore<br />

sociale unico nel terziario) abbia<br />

consentito di accompagnare i lavoratori alla<br />

pensione su base quasi universalmente volontaria<br />

(insieme agli esodi incentivati), la dinamica<br />

occupazionale declinante è una priorità<br />

che intendiamo affrontare ed invertire nel<br />

prossimo, imminente rinnovo contrattuale.<br />

Il secondo chiama in causa il meccanismo<br />

distributivo. Fatto 100 il valore dei dividendi<br />

nel 1996, nel 2004 quel valore, in termini<br />

reali è pari a 360; fatto 100 il costo dei servizi<br />

bancari nel 1996, lo stesso valore nel 2004 è<br />

pari a 160 in termini reali; fatto 100 il costo<br />

del lavoro nel 1996, la grandezza si riduce a<br />

93,7 nel 2004 in termini reali (mentre il potere<br />

d’acquisto delle retribuzioni è sostanzialmente<br />

stabile).<br />

Appare con evidenza lo scarto esponenziale<br />

tra la crescita di reddito degli azionisti ed i benefici<br />

dei lavoratori e dei clienti derivanti dal<br />

riequilibrio competitivo del sistema bancario.<br />

Per queste ragioni il 16/6/2004 abbiamo sottoscritto<br />

con l’Abi il Protocollo per lo sviluppo socialmente<br />

ed ambientalmente sostenibile e<br />

compatibile del sistema bancario italiano, sette<br />

anni dopo il Protocollo 4/6/1997, in sede di<br />

consuntivo e di diagnosi critica.<br />

segue a pag. 6 →

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