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speciale la nostra estate 14 A tutto scout CAMPI eSTIvI Del GrUPPo PAGNACCo 1 Branco “occhio di Primavera” Quest’estate il Branco ha trascorso delle favolose vacanze di Branco a Sauris, località La Maina. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Ulisse. Si! Proprio lui, quello originale! Insieme abbiamo ripercorso il viaggio che lo ha portato a Itaca, aiutandolo a superare infinite peripezie! Abbiamo conosciuto affascinanti sirene, pericolosi ciclopi e maghe furbissime, ma grazie alla nostra astuzia e collaborazione siamo riusciti a riportare Ulisse sano e salvo dalla sua famiglia. Il tutto condito da: lupetti super-megapregiati, splendide mamme lupe, che ci hanno preparato deliziosi manicaretti, ospiti specialissimi, giochi, canti e scenette! reparto “Giglio Martagone” Il campo estivo del Reparto si è svolto a Lateis di Sauris dal 28 luglio all’8 agosto 2010. Sono stati 12 giorni ricchi di emozione e, soprattutto per i più giovani, ricchi di nuove esperienze. Ogni squadriglia ha costruito la tenda sopraelevata e l’angolo, dove poi ha dormito, vissuto e cucinato durante il campo. Il tema di quest’anno è stato “La Divina Commedia”: i ragazzi hanno accompagnato Dante nel suo viaggio dall’Inferno al Paradiso attraverso i giochi e le attività proposte dai capi. Oltre alle ormai abituali gare di cucina e camminata, con pernottamento alla Malga Losa, i repartisti hanno vissuto una nuova espe- rienza che li ha entusiasmati molto, ovvero l’hike di squadriglia. I ragazzi, dislocati nelle diverse frazioni di Sauris, hanno bussato di porta in porta offrendo il loro aiuto alle persone in cambio di un pasto. Questo ha permesso loro di mettersi in gioco e di rendersi uti- li agli altri. In questo campo non sono mancate le difficoltà, ma nonostante ciò il Reparto si è dimostrato capace di affrontare questi momenti come un gruppo forte, unito e ricco di entusiasmo, esperienze che sicuramente hanno contribuito a ritornare a casa con il cuore pieno di bellissimi ricordi. Clan “Cristina e roberta” Anche quest’anno è terminata un’altra estate ricca di esperienze per il Clan! Per fine Luglio avevamo scelto, come prima prova da affrontare (tanto per allenamento insomma!), la cima del Monte Coglians (2780 m). Siamo partiti carichi di entusiasmo, scegliendo il sentiero, anziché la strada bianca, perché lo ritenevamo più veloce... Invece no: il buio ci ha colto quando ci mancava ancora un bel pezzo di strada. L’ultimo tratto di salita, infatti, ci aveva impegnati più del previsto, facendoci ritar-
dare, ma fortunatamente la luna rischiarava il sentiero quel tanto che ci è bastato per farci giungere al rifugio Marinelli. La mattina seguente la sveglia è suonata presto. Sentivamo il vento fischiare con forza fuori dalla finestra e potevamo vedere come le bandierine colorate che decoravano la terrazza del rifugio erano in completa balia delle raffiche. Abbiamo iniziato a camminare con il vento che scompigliava i capelli e si insinuava sotto le giacche; poi parve comprendere le nostre preoccupazioni e smise di soffiare. Quando arrivammo in cima, fu una grande emozione suonare la campana, godersi lo spettacolo a quell’altezza e accorgersi che qualche cubetto di cioccolata e una manciata di mandorle sembrano essere molto più buoni se ti trovi sopra i 2000 metri. Lassù il tempo si ferma, osservando le nuvole che scorrono lente appena sopra la nostra testa. Come obiettivo da portare al termine per svolgere anche quest’estate un servizio, abbiamo deciso di aderire a un progetto per riaprire il “cammino delle pievi”: un itinerario di circa 250 chilometri suddiviso in tappe che collega molte delle pievi della zona carnica, prima fra tutte la Pieve di San Pietro di Zuglio. La scelta era proprio adatta, perché metteva insieme un po’ tutto: la nostra voglia di stare insieme, la passione per la montagna, la spiritualità dei luoghi che avremmo attraversato, il principio di rendere un servizio gratuito. Il nostro compito era quello di ripercorrere due tappe di questo percorso, da Sauris di Sotto a Sappada, per controllare lo stato del sentiero, prendere note sul tragitto, segnalare eventuali punti acqua... Sembra tutto facile, ma gli imprevisti in montagna sono sempre dietro l’angolo... e infatti ci siamo accorti che ad un certo punto il sentiero che avremmo dovuto percorrere secondo la cartina, nella realtà non c’era, o meglio non lo riuscivamo a trovare; al suo posto c’era un folto bosco di arbusti. Eravamo seriamente preoccupati, ma alla fine scorgemmo una lieve traccia, che passava in mezzo alla boscaglia: la natura con gli anni aveva ricoperto quasi del tutto il nostro sentiero. Superato l’ imprevisto della prima tappa del percorso, potevamo aver risolto tutti i problemi? No... Nella seconda tappa, cioè dal rifugio Tenente Fabbro a Sappada, abbiamo dovuto faticare non tanto per la difficoltà del tragitto (sebbene fosse lungo più di 20 km!), ma per le fastidiose condizioni meteo, ovvero pioggia, pioggia e pioggia tutta la giornata. Nonostante avessimo il giusto equipaggiamento, non c’era niente da fare e al nostro arrivo a Sap- pada ogni cosa che avevamo addosso era intrisa d’acqua. Ma ancora non eravamo soddisfatti, cercavamo qualcosa che lasciasse un ricordo indelebile di quest’estate. Abbiamo quindi deciso di fare un campo in Val Codera, una piccola valle nella provincia di Sondrio. Questi luoghi sono carichi di significato per lo scoutismo: le Aquile Randagie, ovvero un gruppo di scout che continuò l’attività in modo clandestino nel periodo fascista, svolsero in questa valle molte uscite e alcuni campi estivi, e al termine della guerra gli scout continuarono a frequentare il posto, soprattutto per i campi di formazione. Nonostante il sentiero che porta a Codera sia perlopiù fatto a scalini scavati nella roccia e nel terreno (il che – se percorso con gli zaini da route – lo rende faticoso) il panorama sul lago che ci lasciavamo alle spalle, i profili dei monti che ci attorniavano e il torrente che scendeva per intero la valle ci restituivano le energie per continuare a salire. Incontrando alcune persone del luogo, abbiamo conosciuto più da vicino la storia delle Aquile Randagie, soprattutto i profondi valori morali, l’elevata capacità organizzativa, il profondo spirito di servizio e di amicizia e il coraggio che contraddistinsero tutte le loro attività. Siamo saliti vicino ai pascoli d’alta quota, dove, ammirando bellissime cascate e proseguendo attraverso dei prati verdeggianti, siamo giunti al bivacco “Valli”, dal quale si gode un panorama stupendo. Attorno a noi il cielo era senza una nube e le vette si profilavano eleganti e magnifiche. Per concludere, sicuramente siamo ritornati arricchiti da tutte queste esperienze, che ci aiuteranno a vivere in un modo diverso le difficoltà del quotidiano e a essere pronti per affrontare le avventure della prossima estate. 15
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