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Un “Sistema” - Confindustria Trieste

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Imprese<br />

“Italia Marittima”:<br />

una nuova identità globale<br />

Le ambizioni del Lloyd Triestino di Navigazione per rafforzare<br />

la presenza italiana nel mondo<br />

Dal 1° marzo 2006, il Lloyd Triestino<br />

di Navigazione SpA cambia nome.<br />

La storica compagnia, fondata a<br />

<strong>Trieste</strong> il 2 agosto 1836, si trasforma in “Italia<br />

Marittima SpA” e viene identificata con la<br />

sigla “ITS”.<br />

Lo ha annunciato ufficialmente il Presidente,<br />

Pier Luigi Maneschi, sottolineando<br />

che il nuovo nome esprime idealmente le<br />

ambizioni della compagnia a rafforzare la<br />

sua identità nazionale su scala mondiale e,<br />

nel contempo, riconosce la presenza di quasi<br />

170 anni di storia del Lloyd Triestino sui<br />

mercati dello shipping internazionale.<br />

<strong>Un</strong>a storia iniziata quando <strong>Trieste</strong> e il suo<br />

Porto facevano parte dell’Impero Austro-<br />

<strong>Un</strong>garico e il nome originario dato alla compagnia<br />

era “Oesterreicher Lloyd”.<br />

Il 3 gennaio 1919, poco dopo la fine della<br />

prima guerra mondiale, la Società cambiò<br />

ragione sociale e mutò il suo nome in Lloyd<br />

Triestino. La compagnia continuò, come<br />

prima, a operare con le sue navi passeggeri e<br />

mercantili, rimanendo protagonista sulle sue<br />

rotte tradizionali per il subcontinente Indiano,<br />

l’Africa e l’Estremo Oriente.<br />

Negli anni Settanta, l’era della containerizzazione<br />

rivoluzionò il trasporto merci e il Lloyd<br />

Triestino, con le sue nuove navi portacontenitori,<br />

divenne pioniere nel settore del traffico<br />

containerizzato, mentre i servizi di linea pas-<br />

seggeri vennero sostituiti dai servizi aerei.<br />

Nel 1998, a seguito della decisione del<br />

Governo Italiano di privatizzare molte compagnie<br />

statali, il Lloyd Triestino venne acquistato<br />

dal gigante dello shipping taiwanese, il<br />

Gruppo Evergreen. L’esito della transazione si<br />

dimostrò estremamente vantaggioso per la<br />

compagnia italiana.<br />

“Con una flotta che comprende alcune tra le<br />

più grandi navi portacontenitori che solcano i<br />

mari - afferma il Presidente Pier Luigi Maneschi<br />

- il Lloyd Triestino ha notevolmente esteso<br />

la sua rete di servizi, che collega la quasi tota-<br />

lità dei maggiori porti del mondo includendo le<br />

tradizionali rotte dal Mediterraneo e Nord<br />

Europa per l’Asia, l’Africa e l’Australia, ma non<br />

limitandosi solo a queste”. A esse ha aggiunto,<br />

infatti, i servizi transpacifici che uniscono l’Asia<br />

con la costa occidentale degli Stati <strong>Un</strong>iti, il<br />

Canada e, attraverso il Canale di Panama, la<br />

costa orientale statunitense, i servizi transatlantici,<br />

i servizi intraeuropei, e anche regolari connessioni<br />

tra l’Estremo Oriente e il Sud Africa e i<br />

porti atlantici del Sud America.<br />

“Italia Marittima - assicura il Presidente<br />

Maneschi - nel mantenere inalterata la struttura<br />

dirigenziale e il personale di terra e di<br />

mare della Società, continuerà ad assicurare<br />

servizi di eccellenza e a mantenere elevati standard<br />

di prestazione per la massima soddisfazione<br />

della sua clientela internazionale”.<br />

Pier Luigi Maneschi,<br />

Presidente<br />

Italia Marittima SpA<br />

“Non c’è alcuna intenzione di lasciare<br />

<strong>Trieste</strong>. E sarebbe assurdo visto<br />

l’investimento di 25 milioni di euro<br />

previsto per la nuova sede direzionale in<br />

Porto Vecchio. L’intenzione è quella<br />

invece di far crescere la compagnia che<br />

aumenterà l’occupazione. Entro il 2008<br />

passeremo dagli attuali 300 dipendenti a<br />

600 e avremo bisogno di più spazio.<br />

Prevediamo infatti di acquisire 30 nuove<br />

navi portacontenitori, alcune di grandi<br />

dimensioni come richiede l’attuale<br />

mercato, che opereranno sulle tratte<br />

adriatiche”.<br />

Fonte: “IL PICCOLO”, 1 febbraio 2006<br />

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