Un “Sistema” - Confindustria Trieste

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Editoriale Corrado Antonini, Presidente Associazione Industriali Trieste Impegno, determinazione e coesione di intenti Lavorare insieme per cogliere le opportunità di sviluppo del nostro territorio Con l’intervento d’apertura di “Trieste Industria” - periodico dell’Associazione che si ripresenta ai lettori rinnovato nel titolo, nella veste grafica e nei contenuti - desidero in primo luogo salutare e ringraziare i colleghi che mi hanno attribuito la responsabilità di presiedere l’Associazione e quanti, fra essi, condividono con me questa responsabilità all’interno degli Organi direttivi. Un particolare pensiero e un sincero ringraziamento per il loro fattivo contributo va ai Vice Presidenti Carlo E. Sigliano e Gianni Stavro. Durante questi primi mesi di mandato è stato impostato un lavoro che, in linea di continuità con quanto svolto dai miei predecessori, è orientato ad assecondare una crescita equilibrata di tutti i settori produttivi che compongono l’economia del territorio, rifuggendo da ipotesi che vedano un disegno dell’economia provinciale incentrarsi solo su alcuni filoni di sviluppo. L’intenzione è promuovere la crescita economica partendo dalla valorizzazione del patrimonio produttivo esistente che, in vari casi, necessita di spazi vitali per le sue fisiologiche esigenze di crescita. Queste esigenze vengono da alcuni anni pesantemente frenate dalla mancata soluzione del grave problema delle bonifiche, tema sul quale la posizione di Assindustria, da me più volte sostenuta in pubblico, è di ferma contrarietà a soluzioni lunghe e gravemente penalizzanti in termini di costo per le aziende. È necessario infatti cambiare l’impostazione iniziando ad analizzare i terreni in base ai rischi per la salute e non a meri parametri di danno ambientale. Come ho ricordato sopra, il tema dello sviluppo del territorio, oltre che sul segmento industriale, deve incentrarsi sul potenziamento del turismo, del porto, della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Qualche breve cenno relativo a questi settori. Vedo come una seria opportunità da cogliere quella relativa all’avvio del settore crocieristico, con la decisione assunta dalla Costa Crociere di utilizzare lo scalo triestino come punto di partenza per alcune rotte del Mediterraneo. Opportunità da considerarsi come aggiuntiva rispetto all’offerta turistica che attualmente la città è in grado di offrire - mi riferisco in particolare al turismo congressuale - e non parzialmente sostitutiva della stessa. Il Porto, dopo alcuni anni di flessione, deve riconquistare la capacità di attirare traffici e riprendere il ruolo che gli compete, cioè quello di principale attore dello sviluppo economico del territorio. Il Piano Regolatore portuale rappresenta un passaggio decisivo in questa direzione e, in particolare, per il Porto Commerciale invochiamo con urgenza la realizzazione delle opere che consentano la più immediata fruibilità di spazi adeguati, specie nell’area dei moli V e VI. Per il Porto Vecchio attendiamo di conoscere le linee progettuali che sta elaborando l’architetto Foster, ma da tempo condividiamo la necessità e l’opportunità di riutilizzo dell’area anche in chiave urbana, per una sua valorizzazione economica e sociale. Registriamo con favore il fatto che il Cipe ha sbloccato la realizzazione della piattaforma logistica, che potrà essere avviata in una logica di compatibilità con la Ferriera di Servola. In prospettiva, poi, è necessario aprire una riflessione sul sistema portuale e logistico-
infrastrutturale, affrontando il tema della collaborazione con gli altri porti regionali che si affacciano sul Golfo di Trieste e con Capodistria. Il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione sono ancora un nodo critico per lo sviluppo di Trieste e per la competitività del tessuto delle imprese, cui si cerca di fornire concreta risposta attraverso processi di aggregazione di filiera. Si tratta del processo avviato per la realizzazione del cluster del caffè, fortemente orientato alla qualità, e di quello relativo alle Pmi della fornitura alla cantieristica, centrato sull’esigenza di elevare la qualità e l’innovazione nelle aziende dell’indotto per incrementare la competitività complessiva. In entrambi i casi è necessario aggregare la filiera produttiva di riferimento per obiettivi di innovazione, trasferimento tecnologico, formazione, qualità: tutti fattori chiave della competitività sui mercati internazionali. Vi è sicuramente molto da fare, ma le opportunità non mancano. Si tratta di saperle cogliere con impegno, determinazione e coesione di intenti. Abbiamo cominciato a lavorare in questa direzione e continueremo a farlo, contando sul contributo di quanti - e sono molti - hanno a cuore lo sviluppo di Trieste e della sua provincia. Corrado Antonini Impegno, determinazione e coesione di intenti Il nuovo vertice dell’Associazione Industriali di Trieste: il Presidente Corrado Antonini e i suoi Vice Presidenti Carlo E. Sigliano e Gianni Stavro Santarosa 3
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