13.06.2013 Views

Un “Sistema” - Confindustria Trieste

Un “Sistema” - Confindustria Trieste

Un “Sistema” - Confindustria Trieste

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

di collaborazione fra strutture pubbliche e<br />

aziende private. Questi criteri sono stati articolati<br />

in sei misure:<br />

> l’introduzione di un credito di imposta generalizzato<br />

pari al 10% delle spese totali di<br />

ricerca per un periodo di almeno dieci anni;<br />

> la selezione di un massimo di dieci programmi<br />

strategici per il Paese - ma da eseguire<br />

su scala multinazionale o continentale<br />

- finanziati con contributi pubblici variabili<br />

tra il 35% e il 50%, in funzione della complessità<br />

e dei rischi connessi ai programmi stessi;<br />

> il miglioramento dell’efficienza del sistema<br />

pubblico di ricerca;<br />

> un credito di imposta pari al 50% delle commesse<br />

di ricerca private a università e istituti<br />

pubblici di ricerca;<br />

> l’esenzione dagli oneri sociali per tutto il personale<br />

delle start-up innovative per tre anni e<br />

per otto anni per tutti gli addetti alla ricerca;<br />

> l’abolizione dell’Irap per i ricercatori delle<br />

imprese.<br />

Per la Finanziaria del 2005, avevamo stimato<br />

che il costo complessivo di queste misure<br />

sarebbe stato pari a circa 1,5 miliardi di euro<br />

(all’anno), cioè poco più dello 0,1% del Pil,<br />

con un effetto di trascinamento sulla spesa privata<br />

di circa il doppio che avrebbe schiodato la<br />

spesa nazionale da quel misero 1,1% del Pil in<br />

cui langue da anni, portandolo a circa l’1,3%.<br />

Inoltre, il permanere di queste misure, con il<br />

loro effetto di amplificazione nel tempo,<br />

avrebbe potuto portare la ricerca italiana al 3%<br />

del Pil, raggiungendo gli obiettivi di Lisbona,<br />

non per il 2010, ma probabilmente nel 2012 o<br />

nel 2013.<br />

Di queste proposte sono state accolte l’abolizione<br />

dell’Irap per i ricercatori delle imprese e<br />

sono stati istituiti 12 programmi strategici, il<br />

cui finanziamento è demandato al Fondo di<br />

Rotazione per l’innovazione, che fornisce un<br />

credito agevolato allo 0,5%. Tenendo conto dei<br />

costi delle garanzie fideiussorie richieste per<br />

accedere a questi finanziamenti e degli attuali<br />

tassi di mercato, l’agevolazione effettiva si<br />

riduce a non più del 15%. Tradotto in termini<br />

assoluti, il trasferimento totale di risorse alle<br />

imprese generato dal Fondo di Rotazione non<br />

supera il modestissimo valore di 60 milioni di<br />

euro all’anno.<br />

Nella Finanziaria 2006-2008 non vi è traccia<br />

delle nostre proposte: non si registra, infatti,<br />

alcuna nuova allocazione sul Fondo per le<br />

agevolazioni alla ricerca nelle aree non sottoutilizzate.<br />

D’altro canto la norma sulla deducibilità<br />

delle erogazioni liberali alle università<br />

non risponde in alcun modo alla richiesta di<br />

un’agevolazione aggiuntiva sulle commesse<br />

private rispetto all’ordinaria deduzione dal<br />

reddito delle spese sostenute per attività di<br />

Ricerca e Innovazione, già prevista dal nostro<br />

ordinamento. Positiva ma di scarso impatto<br />

sulle imprese, l’introduzione della possibilità<br />

di destinare il 5 per mille a progetti di ricerca.<br />

Tutto l’intervento per il rilancio della ricerca e<br />

dell’innovazione delle imprese è in realtà<br />

demandato al Piano per l’Innovazione, la Crescita<br />

e l’Occupazione, che il nostro Governo ha<br />

presentato alla Commissione Europea per la<br />

realizzazione degli obiettivi di Lisbona. Tuttavia,<br />

neanche il Piano include gli interventi che<br />

riteniamo essenziali, e soprattutto non dispone<br />

di finanziamenti.<br />

In questa situazione rischiamo di non poter<br />

fare alcunché per proseguire verso gli obiettivi<br />

posti a Lisbona: a livello europeo dobbiamo<br />

impegnarci perché il VII programma quadro<br />

possa basarsi su ingenti risorse finanziarie da<br />

allocare su tematiche prioritarie, con strumenti<br />

semplici che permettano un’ampia partecipazione<br />

delle imprese, in particolare Piccole e<br />

Medie. È fondamentale, dunque, che si riesca a<br />

definire presto un programma nazionale di<br />

rilancio dell’innovazione a 360°. La proposta di<br />

<strong>Confindustria</strong> vuole essere una risposta concreta<br />

e realizzabile con risorse relativamente<br />

modeste a una situazione che danneggia sempre<br />

più il nostro Paese. Non ci si può più accontentare<br />

di misure di breve durata e di impatto<br />

limitato: ricerca e innovazione, oggi, sono la<br />

chiave del nostro futuro.<br />

Pasquale Pistorio<br />

Italia e Francia<br />

a confronto<br />

Ricerca è sviluppo<br />

Confrontiamo le scelte di politica<br />

industriale italiana con quanto si sta<br />

realizzando in altri Paesi europei, come ad<br />

esempio la Francia. A metà del mese di<br />

novembre è stata avviata la nuova Agenzia<br />

per l’Innovazione Industriale con una<br />

dotazione di un miliardo di euro l’anno.<br />

L’Agenzia, alla cui presidenza è stato<br />

chiamato uno dei più importanti<br />

imprenditori francesi, Jean Louis Beffa,<br />

Presidente della Saint-Gobain, finanzierà<br />

programmi strategici di ricerca con un<br />

contributo a fondo perduto pari al 50%<br />

dell’investimento nella fase più esplorativa.<br />

A questa seguirà una fase di sviluppo<br />

tecnologico che riceverà un supporto del<br />

50% nella forma di credito agevolato, da<br />

restituire solo in caso di successo del<br />

progetto. Viene quindi offerta una<br />

condivisione del rischio al progetto<br />

dell’impresa. Tali strumenti non si<br />

sostituiscono ma si aggiungono a quelli<br />

già esistenti, in particolare al credito di<br />

imposta per la ricerca e lo sviluppo<br />

(pari al 5% della spesa e al 45% degli<br />

incrementi) e agli incentivi diretti<br />

nell’ambito dei numerosi programmi<br />

settoriali. Parallelamente all’Agenzia è<br />

stato lanciato un programma di sviluppo<br />

di Poli tecnologici territoriali, che<br />

assomigliano molto ai distretti tecnologici<br />

lanciati in questi ultimi anni in Italia.<br />

La differenza sostanziale sta nel diverso<br />

livello di finanziamento nazionale<br />

dei due progetti.<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!