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gabriele paolini, un municipio e la sua gente - SEPHIROT

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stabili in quel sito, come l’instabilità “per mancanza assoluta di base” e <strong>la</strong> difficoltà di accedervi,<br />

“essendovi <strong>un</strong> sol passo e questo pericolosissimo in specie in tempo di pioggia e sempre e totalmente<br />

inaccessibile con <strong>la</strong> neve”; infine c’era il cimitero, da cui esa<strong>la</strong>vano “vapori nocivissimi<br />

al<strong>la</strong> salute”.<br />

Le località scelte per edificare le abitazioni e assicurare al tempo stesso <strong>un</strong>a nuova direttrice di<br />

espansione dell’abitato furono quelle poste alle due estremità del paese, l<strong>un</strong>go le strade che conducevano<br />

rispettivamente a Casale e a Montescudaio, luoghi aperti e non scoscesi, che avrebbero<br />

offerto dei vantaggi per i commerci, potendo portare alle case i prodotti senza quegli aggravi ai<br />

quali si era andati fino ad allora incontro.<br />

Quello dei trasporti non era <strong>un</strong> aspetto da trascurare, perché esistevano alc<strong>un</strong>i stabili da ricostruire<br />

tanto “ma<strong>la</strong>mente collocati” che rendevano le strade “ristrettissime ed anguste”, cosicché<br />

i barrocci in transito dovevano sfregare le ruote nei muri come comprovavano i solchi nelle mura<br />

stesse 97 .<br />

Anche il Granduca, durante <strong>la</strong> <strong>sua</strong> visita a Guardistallo del 27 agosto, aveva consigliato <strong>un</strong><br />

piano organico di nuove costruzioni e di al<strong>la</strong>rgamento delle strade più anguste 98 ; per facilitare<br />

tutte queste operazioni intervenne direttamente, acquistando a proprie spese diverse preselle di<br />

terreno e facendone dono ai proprietari decisi a fabbricare agli estremi del paese 99 .<br />

In quel tempo le difficoltà finanziarie in cui si trovavano le casse com<strong>un</strong>ali a causa delle spese<br />

straordinarie dovute al terremoto, <strong>un</strong>ite alle pendenze di vecchia data, spinsero <strong>la</strong> Magistratura<br />

Com<strong>un</strong>itativa di Guardistallo ad <strong>un</strong> passo senza precedenti: <strong>la</strong> richiesta di fusione con Casale e<br />

Montescudaio, ufficialmente avanzata al Granduca con <strong>un</strong>a Supplica nel maggio 1847 100 .<br />

I tre paesi di Montescudaio, Guardistallo e Casale potevano “riguardarsi come <strong>un</strong>o solo, attesa<br />

<strong>la</strong> loro vicinanza di circa <strong>un</strong> miglio dall’<strong>un</strong>o all’altro”. Le loro “circostanze economiche” invece<br />

erano “disgraziatissime, per essere onerate da forti debiti, attesa <strong>la</strong> tenue rendita imponibile”.<br />

In tal modo anche <strong>la</strong> più picco<strong>la</strong> spesa straordinaria esauriva i fondi disponibili e le costringeva<br />

ad accumu<strong>la</strong>re dei debiti, per ripianare i quali si doveva “elevare le imposizioni ad <strong>un</strong>a somma<br />

rilevante”. Se le tre piccole Com<strong>un</strong>ità fossero state ri<strong>un</strong>ite, se ne poteva formare <strong>un</strong>a di estensione<br />

ragguardevole, come quel<strong>la</strong> di Bibbona, gestire le spese con maggiore ocu<strong>la</strong>tezza e più disponibilità<br />

nonchè eliminare quelle superflue.<br />

A spingere verso l’aggregazione delle forze e dei servizi era forse anche il rapido sviluppo<br />

del Fitto di Cecina, dopo <strong>la</strong> divisione e <strong>la</strong> cessione ai privati dei terreni già costituenti <strong>la</strong> tenuta<br />

granducale 101 . Per <strong>la</strong> prima volta infatti, a partire dal 1848, <strong>la</strong> Com<strong>un</strong>ità di Bibbona – con i suoi<br />

97 Ivi, p.56 r., 21 novembre 1846.<br />

98 ASCG, Cancelleria di Guardistallo, filza 20, rapporto del<strong>la</strong> Commissione locale al Governatore di Livorno, 27 agosto 1846.<br />

99 ASCG, Com<strong>un</strong>ità e Mairie di Guardistallo, Deliberazioni, registro 10, p.78 r., 14 giugno 1847.<br />

100 Cfr. Documento n° 8<br />

101 Sullo sviluppo urbanistico ed economico di Cecina nel corso dell’Ottocento cfr. Ilio Nencini – Lucia Fedi, Cecina... Novecento addio !,<br />

ETS, Pisa, 1999.<br />

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