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91 TAVOLA ROTONDA Deficit immunitari - Bambino Progetto Salute

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IL RUOLO DEGLI INDICI DI FLOGOSI NELLA DIAGNOSI RAPIDA<br />

DELLE MALATTIE INFETTIVE<br />

Susanna Esposito, Elena Tremolati, Samantha Bosis, Nicola Principi<br />

Istituto di Pediatria – Università di Milano<br />

Tutti gli eventi morbosi di origine infettiva sono in grado di causare modificazioni patologiche più o<br />

meno importanti di uno o più parametri di laboratorio. Il riscontro di tali modificazioni può essere,<br />

quindi, di aiuto nel porre diagnosi generica di malattia infettiva, nel differenziare le patologie ad<br />

eziologia virale da quelle ad eziologia batterica o, in un numero minore di casi quando le variazioni<br />

patologiche sono assolutamente specifiche, nell’indicare con esattezza la diagnosi. Proprio per<br />

l’ausilio che il laboratorio può dare ai fini diagnostici, la numerosità degli esami che vengono<br />

richiesti dai medici curanti, indipendentemente dalla sede ove essi operano, è andata, nel tempo,<br />

progressivamente aumentando.<br />

Modificazione dei leucociti<br />

Come è ben noto, in corso di infezione si verifica spesso un aumento del numero di neutrofili che,<br />

a causa della immissione in circolo di elementi immaturi, alla visualizzazione microscopica dello<br />

striscio può essere caratterizzato da un’inversione del rapporto tra neutrofili polisegmentati e<br />

neutrofili paucisegmentati.<br />

Le più spiccate leucocitosi neutrofile accompagnano le infezioni da batteri gram-positivi,<br />

soprattutto quando sostengono malattie acute localizzate (ascessi, suppurazioni). Le infezioni da<br />

batteri gram-negativi (ad eccezione dei cocchi) inducono leucocitosi neutrofile solitamente più<br />

modeste, e ciò vale anche per le spirochete, alcune rickettsie, alcuni protozoi e alcuni elminti.<br />

Al contrario, provocano abbastanza tipicamente neutropenia il tifo addominale e molte altre<br />

salmonellosi, la brucellosi e molte forme da rickettsie, protozoi ed elminti.<br />

Una riduzione del numero degli eosinofili è comune nelle infezioni batteriche acute, mentre un loro<br />

aumento è tipico delle parassitosi.<br />

Per quanto concerne i linfociti, in corso di infezione possono essere presenti sia aumenti di numero<br />

che riduzioni. Una linfocitosi è possibile in corso di mononucleosi infettiva e di sindromi<br />

monunucleosiche, di epatite virale, di pertosse, di tubercolosi e di sifilide, mentre la linfopenia<br />

accompagna di solito le sepsi. Tipico delle forme virali è poi l’incremento della popolazione T<br />

CD8+, mentre classica dell’AIDS, e addirittura utilizzata come indicatore di decorso, è la<br />

diminuzione dei T CD4+.<br />

I monociti, infine, aumentano in molte infezioni croniche quali tubercolosi, brucellosi, endocardite<br />

batterica, sifilide, alcune rickettsiosi e leishmaniosi viscerale.<br />

Modificazione degli eritrociti e delle piastrine<br />

L’anemia è fenomeno comune a molte infezioni. Può dipendere da varie cause, quali l’inibizione<br />

del midollo da citochine proinfiammatorie come interferon (IFN)-γ e tumor necrosis factor (TNF),<br />

la ridotta produzione di eritropoietina, l’emolisi o le perdite da sanguinamento. In ogni caso, per la<br />

lunga emivita delle emazie (120 giorni), è ovvio che anemie di una certa entità saranno<br />

dimostrabili solo in corso di infezioni di lunga durata. Sono associate ad anemia l’endocardite, la<br />

tubercolosi, l’osteomielite, la pielonefrite.<br />

In corso di infezioni acute le piastrine sono spesso aumentate. Il fenomeno è interpretato come<br />

espressione di reattività nel contesto dei processi di fase acuta. In alcuni casi, tuttavia, specie se<br />

la patologia infettiva comporta ipersplenismo (epatiti croniche, leishmaniosi viscerale, malaria), vi<br />

può essere piastrinopenia.<br />

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