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91 TAVOLA ROTONDA Deficit immunitari - Bambino Progetto Salute

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Quattro fatti della storia<br />

Molecole e individualità. Prospettive cliniche.<br />

G. Roberto Burgio, Pavia<br />

1) La dimostrazione più antica della individualità (unicità, irripetibilità) di ogni essere umano si era<br />

avuta dalle caratteristiche morfologiche delle impronte digitali (dermatoglifi), strettamente<br />

diversificanti una persona dall’altra. Vi è una letteratura storica esaustiva su questo argomento<br />

(1).<br />

2) Una prima derivazione funzionale, straordinariamente significativa del concetto di individualità<br />

biologica e della sua rigorosa difesa, contro quanto non le è “individualmente proprio”, si ebbe<br />

dalla osservazione di Tagliacozzi, chirurgo in Bologna che, nel 1597, sancì la non-praticabilità del<br />

trapianto di cute da altro individuo, con la riuscita soltanto dell’autotrapianto.<br />

3) La pratica delle trasfusioni, nata empiricamente con le disastrose conseguenze della trasfusione<br />

nell’uomo del sangue di animale, divenne scientifica con la dimostrazione dei gruppi sanguigni:<br />

prima dimostrazione di una individualità del sangue (Landsteiner 1900-01) (2).<br />

4) L’attecchimento del trapianto di cornea da cadavere seguito da successo (1906, con Zirm) si<br />

rivelò assai presto una non-eccezione alla legge biologica del “rigetto dell’estraneo”<br />

(preconfigurata sul fallimento del trapianto di cute: Tagliacozzi, vedi sopra), in quanto solo le<br />

cornee che non venivano successivamente vascolarizzate attecchivano; quelle, viceversa, che<br />

venivano in contatto con il sangue del ricevente (con i suoi linfociti) andavano perdute ... (3).<br />

A) La lezione dei trapianti<br />

Una dovizia di tentativi sperimentali, negli animali, di pervenire a trapianti condusse a codificarne<br />

la fondamentale biologica impossibilità e consentì di chiarire la natura immunologica degli<br />

insuccessi (Schoene, 1<strong>91</strong>2). Risultò infatti che:<br />

1) Trapianti fra specie diverse (trapianti eteroplastici=xenogenici) falliscono sempre. 2) trapianti<br />

fra non consanguinei della stessa specie (trapianti omoplastici=allogenici) falliscono abitualmente.<br />

3) Autotrapianti attecchiscono quasi sempre. 4) In un primo trapianto allogenico si ha un iniziale<br />

attecchimento e un successivo rigetto. 5) Un ulteriore trapianto allogenico viene rigettato più<br />

rapidamente, in funzione della precedente sensibilizzazione. 6) Tanto più stretta è la<br />

consanguineità fra donatore e ricevente, tanto più facile è l’attecchimento del trapianto (rif. in 4).<br />

Alla configurazione di questa graduatoria biologica di incompatibilità-compatibilità ha corrisposto,<br />

con la dignità di una legge biologica, la abituale compatibilità dei trapianti fra gemelli monizigoti.<br />

Fra il 1932 e il 1945, 3 «gemelli» hanno subito trapianti di pelle, coronati da successo. Anzi,<br />

l’attecchimento di un trapianto di pelle assurse a riprova di gemellarità (5,6). Si inserisce, del<br />

resto, in questa compatibilità gemellare il primo trapianto di rene eseguito da Murray nel 1954 e<br />

felicemente attecchito (3).<br />

Pressoché contemporaneamente (e principalmente per merito di Dausset, 1952-1958) venivano<br />

identificati gli antigeni leucocitari della istocompatibilità, poi siglati HLA e riconosciuti rivoluzionari,<br />

per la identificazione della individualità biologica dell’uomo.<br />

Oggi (non parlando qui di DNA che non attiene al nostro tema) sappiamo che queste molecole<br />

antigeniche inerenti, appunto, al sistema maggiore della nostra istocompatibilità, connotano molto<br />

significativamente (anche se non esclusivamente) l’individualità di ogni individuo, per la quale,<br />

cioè, ogni individuo si diversifica da ogni suo simile (con la sola, ovvia eccezione dei gemelli<br />

monozigoti). Anche se, di certo, non si esaurisce nel «complesso della istocompatibilità maggiore»<br />

(MHC), può dirsi, infatti, che da quest’ultimo l’istocompatibilità viene caratteristicamente<br />

emblemizzata con le molecole HLA, i cui aplotipi genetici si ereditano con meccanismo<br />

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