91 TAVOLA ROTONDA Deficit immunitari - Bambino Progetto Salute
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EVIDENCE BASED NURSING: APPLICAZIONI IN PEDIATRIA<br />
Natalia Bianchi<br />
Ospedale Pediatrico “<strong>Bambino</strong> Gesù” - Roma<br />
INTRODUZIONE<br />
“L’infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione<br />
permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca, al fine di<br />
migliorare la sua competenza. L’infermiere fonda il proprio operato su<br />
conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e<br />
l’assistenza più efficaci. L’infermiere partecipa alla formazione professionale,<br />
promuove ed attiva la ricerca, cura la diffusione dei risultati, al fine di<br />
migliorare l’assistenza infermieristica”<br />
128<br />
(Codice deontologico,1999)<br />
Quando nel 1982 cominciai a svolgere la professione infermieristica in una Terapia Intensiva<br />
Cardiochirurgica Pediatrica, l’Evidence-Based Nursing non rientrava neanche come idea utopistica<br />
nel nostro bagaglio culturale, né tantomeno nel nostro immaginario. Il campo della ricerca lo si<br />
sentiva distante, non trasferibile ed applicabile nel quotidiano assistenziale, dimenticando o, forse<br />
non considerando, che la ricerca è invece un qualcosa che abita nella pratica e che può produrre<br />
quelle conoscenze che possono essere utili e spendibili nel “progetto assistenza”.<br />
Gradatamente la pratica basata sull’evidenza, nella professione infermieristica, è andata<br />
conquistandosi una sempre maggiore popolarità, negli ultimi anni termini come Evidence -Based<br />
Medicine, Evidence-Based Nursing, Evidence-Based Practice, Evidence-Based Care, sono sempre<br />
per noi più familiari.In ambito medico si è fortemente sentita l’esigenza di far incontrare il mondo<br />
della produzione di conoscenze (ricerca), con il mondo del loro utilizzo (pratica), ovvero di creare<br />
un rapporto speculare tra ricerca e pratica clinica.<br />
LE ORIGINI<br />
L’esigenza culturale di verificare quanto la pratica clinica fosse connotata dalla dimensione<br />
dell’efficacia risale agli inizi degli anni ’70, quando l’epidemiologo Archibald Cochrane evidenziò lo<br />
scarso impatto dei risultati della ricerca sulla pratica clinica. L’eredità culturale di Cochrane è stata<br />
riscoperta agli inizi degli anni ’90, attraverso il movimento della Evidence - Based Medicine,<br />
ribattezzata nel nostro Paese Medicina basata sulle prove di efficacia, orientato all’integrazione<br />
nelle decisioni cliniche, delle migliori evidenze scientifiche disponibili, e, di pari passo, anche se poi<br />
ha proceduto molto più lentamente, è nata l’Evidence-based Nursing. Sebbene chi pose le basi per<br />
l’Evidence-Based Nursing, un termine di certo non in uso ai suoi giorni, ma un concetto centrale<br />
della sua teoria sul nursing e sull’assistenza sanitaria, fu Florence Nightingale -attualmente una<br />
figura storica molto ignorata - numerosi esempi riflettono chiaramente una struttura evidencebased<br />
che risalta nei suoi primi lavori, dopo il suo ritorno come eroina dalla guerra di Crimea nel<br />
1856, fino ad un tardivo tentativo di influenzare la politica sociale con una proposta per una<br />
cattedra in “medicina sociale” all’Università di Oxford nel 18<strong>91</strong>.<br />
Attualmente il concetto di Evidence-based Nursing viene collegato al concetto di EBM, la cui<br />
certificazione di nascita risale al 1992, anno in cui tale termine venne utilizzato per la prima volta<br />
in un articolo pubblicato sul JAMA. L’Evidence-based Medicine Working Group, il gruppo di<br />
ricercatori ideatori di questa nuova modalità di approccio ai problemi medici, era partito dalla