91 TAVOLA ROTONDA Deficit immunitari - Bambino Progetto Salute
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I deficit <strong>immunitari</strong>: aspetti terapeutici<br />
Plebani Alessandro<br />
Clinica Pediatrica Università - Brescia<br />
Le immunodeficienze primitive sono malattie congenite caratterizzate da un difetto nei<br />
meccanismi messi in atto dal nostro organismo per difenderci dagli agenti infettivi. I soggetti<br />
affetti presentano un’aumentata suscettibilità alle infezioni la cui gravità dipende dal tipo di<br />
immunodeficienza.<br />
Un difetto prevalente dei linfociti B si caratterizza per una ridotta sintesi delle immunoglobuline<br />
sieriche (ipo/agammaglobulinemia) e comprende le forme di immunodeficienza di tipo umorale<br />
denominate ipo/agammaglobulinemia X recessiva (nota anche come malattia di Bruton),<br />
ipo/agammaglobulinemia autosomica recessiva, ipogammaglobulinemia comune variabile e deficit<br />
selettivo di IgA. Queste forme di immunodeficienza (in grado minore il deficit di IgA) si<br />
caratterizzano per un’aumentata suscettibilità ai patogeni capsulati e clinicamente si manifestano<br />
con otiti, bronchiti e broncopolmoniti ricorrenti, piodermiti e infezioni dell’apparato gastroenterico.<br />
Questi pazienti in genere sono in grado di superare normalmente le comuni infezioni virali con<br />
l’eccezione, nella malattia di Bruton, di infezioni sostenute da enterovirus.<br />
Il difetto prevalente dei linfociti T, con o senza difetto numerico dei linfociti B, caratterizza le<br />
forme di immunodeficienza definite combinate. I pazienti affetti da questa forma di<br />
immunodeficienza presentano un esordio più precoce e un andamento molto più grave delle<br />
infezioni essendo in genere queste sostenute da patogeni opportunisti.<br />
La terapia varia in funzione del tipo di immunodeficienza. In particolare, per le immunodeficienze<br />
di tipo umorale (ipo/agammaglobulinemia X recessiva, autosomica recessiva e per la<br />
ipogammaglobulinemia comune variabile) il trattamento elettivo consiste nella terapia sostitutiva<br />
con immunoglobuline per via endovenosa. Tutti i preparati disponibili possono essere considerati<br />
ugualmente efficaci. Il dosaggio va regolato in funzione dei livelli sierici delle IgG pre-infusione<br />
che devono essere mantenuti al di sopra di 500 mg/dl, valore comunemente considerato<br />
protettivo. Questi livelli protettivi vengono in genere raggiunti con la somministrazione di un<br />
dosaggio corrispondente a 400 mg/Kg/una volta al mese.<br />
Il trattamento con immunoglobuline ha radicalmente modificato la qualità di vita di questi<br />
pazienti. Se la diagnosi è precoce, vi è una notevole riduzione delle complicanze soprattutto quelle<br />
polmonari e i pazienti precocemente trattati raggiungono una qualità di vita non dissimile da<br />
quella dei loro coetanei sani. Il trattamento sostitutivo per via endovenosa ha consentito un<br />
controllo ottimale delle infezioni sistemiche ma le infezioni polmonari, benché nettamente ridotte<br />
di numero e gravità, rappresentano tuttora la causa più frequente di morbilità anche in corso di<br />
trattamento sostituitivo adeguato. Questo è in parte dovuto al fatto che le immunoglobuline<br />
somministrate non possono arrivare in corrispondenza delle superfici mucose dell’albero<br />
respiratorio dove sarebbero più efficaci per impedire la penetrazione dei patogeni. E’ pertanto<br />
essenziale che alla terapia sostitutiva con immunoglobuline endovena venga associata una terapia<br />
antibiotica tempestiva ed aggressiva in corrispondenza di qualsiasi episodio infettivo, in modo<br />
particolare del tratto respiratorio, al fine di ridurre il rischio di danno polmonare, che, se ripetuto<br />
in seguito ad episodi infettivi ricorrenti, costituisce la causa principale di sviluppo di<br />
broncopneumopatia cronica. Va segnalata anche l’importanza di un’adeguata fisioterapia<br />
respiratoria, la cui frequenza e modalità di applicazione va concordata con il fisiatra, sulla base<br />
delle condizioni cliniche del paziente.<br />
Il trattamento con immunoglobuline endovena è indicato anche per le immunodeficienze<br />
combinate; tuttavia per queste forme, la terapia sostitutiva costituisce una terapia di supporto,<br />
mentre è il trapianto di midollo osseo a costituire la terapia elettiva e, in particolari condizioni, può<br />
condurre alla guarigione della malattia. La scelta di sottoporre a trapianto di midollo osseo un<br />
paziente con un’ immunodeficienza combinata, deve tenere in considerazione diversi fattori: il tipo<br />
di donatore (HLA identico, aploidentico, da banca), la forma di immunodeficienza combinata (l’<br />
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