BS Febbraio 2008 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo
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<strong>Don</strong> Turbacz Andrzej, uno dei salesiani facenti parte<br />
del Consiglio di Redazione dell’editrice, assieme<br />
a due collaboratrici laiche.<br />
dere un’attività più regolare <strong>nel</strong><br />
1986, trasferendo impianti e macchinari<br />
presso la nuova casa di via<br />
Kaweczynska 53, a Varsavia. Il nuovo<br />
direttore Roman Szpakowski<br />
seppe creare un’équipe affiatata e<br />
competente, dando un forte impulso<br />
all’editrice che divenne in breve<br />
tempo una delle più note in Polonia.<br />
Dal punto di vista politico erano<br />
ormai in arrivo tempi migliori.<br />
LA RIPRESA<br />
Nel 1989 <strong>il</strong> governo concesse di<br />
editare la rivista “Ziarna” (chicchi,<br />
semi) ”, senza foto, senza colori e<br />
con un carattere tipografico che<br />
assomigliava più a un ciclost<strong>il</strong>e<br />
che a una stampa vera e propria.<br />
La tiratura ufficiale poi era quasi ridicola,<br />
100 copie – in realtà se ne<br />
stampavano 10 m<strong>il</strong>a! Il primo redattore<br />
fu don Grzegorz Jaskot che<br />
in pratica ne fu anche <strong>il</strong> fondatore.<br />
La rivista conteneva news salesiane,<br />
servizi formativi, articoli educativi,<br />
racconti vocazionali, ecc.<br />
Non pochi sacerdoti religiosi/e devono<br />
a questa rivista l’inizio della<br />
loro vocazione. Non fu, tuttavia,<br />
una vita fac<strong>il</strong>e. Fino alla caduta del<br />
regime occorreva sottoporsi alla<br />
censura, presso i cui uffici bisognava<br />
presentare ogni singola pagina<br />
per l’approvazione. E non era finta<br />
qui. Concesso <strong>il</strong> permesso di stampa,<br />
era poi obbligatorio tornare al<br />
controllo, prima di diffondere lo<br />
stampato. Due copie venivano di<br />
nuovo attentamente lette per vedere<br />
se corrispondevano alla “lette-<br />
ra” a quanto era stato concesso, se<br />
cioè erano state espunte le frasi<br />
che non piacevano al regime. Un<br />
episodio può chiarire <strong>il</strong> clima di<br />
quegli anni. Un giorno <strong>il</strong> caporedattore<br />
don Jaskot portò un testo al<br />
controllo. Si trattava di una veglia<br />
di preghiera programmata per <strong>il</strong> 24<br />
del mese. In un paragrafo del testo<br />
si faceva un elenco dei santuari<br />
mariani, per significare che la devozione<br />
alla madre di Gesù era<br />
universale. Il censore, accortosi<br />
che veniva nominato <strong>il</strong> santuario<br />
di Fatima, ordinò con decisione<br />
che venisse depennato. Fatima era<br />
sottoposta al più feroce ostracismo.<br />
“Perché mai? Perché gli altri<br />
sì e questo no?”. Le rimostranze di<br />
don Gregorio erano legittime, ma<br />
l’autorità censoria fu irremovib<strong>il</strong>e.<br />
Il perché era chiaro: <strong>nel</strong>le visioni<br />
di Fatima si parlava esplicitamente<br />
della conversione della Russia e di<br />
questo evento i sovietici non volevano<br />
nemmeno sentir parlare.<br />
Il governatore della provincia di Warsawa, signora<br />
Gronkiewicz-Walz con altre autorità civ<strong>il</strong>i allo stand<br />
<strong>salesiano</strong> della fiera del libro.<br />
Diploma all’editrice in occasione<br />
dei 110 anni dalla prima<br />
pubblicazione, 30 anni dalla<br />
riapertura, 20 anni di direzione<br />
di don Roman.<br />
Il cardinale Joseph Glemp, primate di Polonia, in visita alla libreria.<br />
<strong>BS</strong> FEBBRAIO <strong>2008</strong>