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BS Febbraio 2008 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo

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P<br />

RIBALTA<br />

di Alessandra Mastrodonato<br />

FUORI DAL GUSCIO<br />

Le indagini condotte qua e là indicano la sostanziale prossimità<br />

di noi giovani con la famiglia… È ancora un rifugio sicuro,<br />

anzi, fatte le debite eccezioni, <strong>il</strong> più sicuro.<br />

Penso che noi tutti, noi giovani<br />

intendo, in un modo o <strong>nel</strong>l’altro,<br />

amiamo la nostra casa. Certo, a volte<br />

la sentiamo un po’ stretta e angusta e<br />

tuttavia sperimentiamo, almeno in<br />

alcuni momenti, <strong>il</strong> bisogno e <strong>il</strong><br />

desiderio di far ritorno a casa, per<br />

poterci rintanare <strong>nel</strong>la nostra camera,<br />

lasciando fuori tutti gli impegni e le<br />

preoccupazioni che riempiono le<br />

nostre giornate e la nostra vita.<br />

La casa rappresenta, dunque, un<br />

riferimento ambivalente e credo che<br />

questo sia vero soprattutto per noi<br />

giovani, che spesso ci sentiamo divisi<br />

tra un bisogno di radicamento che ci<br />

porta a considerare la casa come un<br />

nido caldo ed accogliente e l’esigenza,<br />

d’altro canto, di spiccare <strong>il</strong> volo,<br />

emancipandoci da una dipendenza che<br />

talvolta avvertiamo come un vincolo<br />

troppo stretto e da cui comunque<br />

prima o poi dobbiamo imparare ad<br />

allontanarci.<br />

Sì, perché se è vero che molti<br />

ragazzi vivono la propria casa in modo<br />

residuale e discontinuo, come fosse un<br />

albergo in cui si sentono più ospiti che<br />

componenti a tutti gli effetti, e se è<br />

vero che tanti altri giovani maturano<br />

assai presto un desiderio di fuga da un<br />

ambiente domestico che sentono<br />

opprimente e soffocante rispetto alle<br />

loro aspirazioni di libertà e di<br />

realizzazione personale, è altrettanto<br />

innegab<strong>il</strong>e che per tanti nostri<br />

coetanei la casa a volte diventa una<br />

sorta di guscio calcareo e<br />

impenetrab<strong>il</strong>e in cui, come paguri,<br />

tentano di rinchiudersi per sfuggire<br />

alla paura del mondo.<br />

Per tutti noi giovani, comunque, la<br />

casa, oltre che un luogo fisico,<br />

rappresenta una dimensione umana<br />

e affettiva, in quanto è proprio<br />

<strong>nel</strong>l’ambiente domestico che<br />

sperimentiamo l’amore e <strong>il</strong> calore della<br />

famiglia e che viviamo le nostre prime<br />

esperienze di vita, costruendoci giorno<br />

dopo giorno un patrimonio di<br />

memorie e di ricordi che <strong>nel</strong>la mente<br />

rimarranno per sempre associati agli<br />

spazi e agli oggetti della nostra casa.<br />

Ma c’è ancora di più: sono convinta<br />

che la casa sia anche e soprattutto uno<br />

G<br />

IOVANI<br />

spazio educativo, <strong>nel</strong> quale si giocano<br />

alcune fondamentali scommesse<br />

formative e <strong>nel</strong> cui ambito ciascuno<br />

dovrebbe sentirsi incoraggiato a tirar<br />

fuori <strong>il</strong> meglio di sé; “dovrebbe”,<br />

perché purtroppo non sempre, da<br />

parte degli adulti, ci si interroga sulla<br />

qualità della convivenza domestica e<br />

quasi mai si presta attenzione al fatto<br />

che l’interiorità di un giovane è<br />

specchio dell’ambiente domestico in<br />

cui si trova a vivere.<br />

Inoltre, non va dimenticato che la casa<br />

non può e non deve essere vissuta e<br />

percepita come uno spazio chiuso e<br />

autosufficiente, ma – al contrario – è<br />

essenziale coltivare la dimensione<br />

dell’accoglienza e dell’ospitalità,<br />

avendo cura di non sprangare porte e<br />

finestre e di lasciarle, invece, aperte<br />

sul mondo: la permeab<strong>il</strong>ità<br />

dell’ambiente domestico, infatti, è<br />

fondamentale se si vuole che la casa<br />

rappresenti per noi giovani non tanto<br />

uno spazio angusto, quanto piuttosto<br />

<strong>il</strong> luogo in cui si possono acquisire gli<br />

strumenti per imparare a leggere e<br />

interpretare <strong>il</strong> mondo, guardandolo<br />

con simpatia e facendogli posto<br />

dentro la propria vita.<br />

La casa, dunque, deve essere per tutti<br />

i giovani un trampolino di lancio per<br />

spiccare <strong>il</strong> volo verso lo spazio libero<br />

del mondo. Ciò significa che <strong>il</strong> bisogno<br />

di radicamento che ci portiamo dentro<br />

non deve spingerci a isolarci<br />

<strong>nel</strong>l’angusto spazio delle quattro mura<br />

domestiche, ma persuaderci a tener<br />

sempre presente <strong>il</strong> verso e <strong>il</strong> senso<br />

della rotta.<br />

Del resto, quel che conta veramente<br />

per un giovane, e credo anche per<br />

chiunque altro, è la dimensione del<br />

sentirsi a casa. “Voglio andare a casa!<br />

La casa dov’è? La casa dove posso<br />

trovar pace” – canta, ad esempio,<br />

Jovanotti in una delle sue canzoni più<br />

famose e sembra davvero che con<br />

queste parole esprima <strong>il</strong> pensiero di<br />

tanti giovani miei coetanei, che <strong>nel</strong><br />

vivere da nomadi si sentono<br />

disorientati e avvertono <strong>il</strong> bisogno di<br />

ritrovare dei punti di riferimento e<br />

degli spazi in cui sperimentare un po’<br />

di pace e di serenità.<br />

<strong>BS</strong> FEBBRAIO <strong>2008</strong><br />

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