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BS Febbraio 2008 - il bollettino salesiano - Don Bosco nel Mondo

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32<br />

Uno di quegli uomini dalla<br />

personalità poliedrica, vero<br />

imprenditore della stampa,<br />

chiamato a dirigere tipografie<br />

prestigiose come la Poliglotta<br />

Vaticana, la SEI, la tipografia<br />

del Colle <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>…<br />

FEBBRAIO <strong>2008</strong> <strong>BS</strong><br />

ON LINE<br />

Il breve prof<strong>il</strong>o del <strong>salesiano</strong> coadiutore signor Giacomo Pagliassotti<br />

(13 ottobre 1907–10 dicembre 1987)<br />

IMPRENDITORE<br />

EDITORIALE<br />

“P<br />

agliassotti? È uno dei pezzi da novanta della<br />

nostra categoria!”, afferma un <strong>salesiano</strong> laico<br />

con convinzione. C’è da credergli dal momento<br />

che <strong>il</strong> “super tecnico grafico” Giacomo Pagliassotti<br />

le benemerenze se l’è conquistate sul campo, lavorando<br />

da “maestro” <strong>nel</strong>le scuole grafiche salesiane<br />

del Piemonte, alla Poliglotta Vaticana, alla SEI, al Colle,<br />

alla ELLEDICI. Fu Proto, Capo Ufficio Tecnico, Amministratore<br />

Delegato, Direttore Generale. Quest’ultimo incarico<br />

lo ricoprì alla SEI che allora era forse la più grande<br />

editrice italiana in campo scolastico. Alla Poliglotta<br />

ha guidato in visita ai reparti ben quattro papi nei suoi<br />

24 anni di direzione tecnica.<br />

“È vero che poteva accedere a documenti riservatissimi?”.<br />

“È vero. In Vaticano gli avevano affidato la cosiddetta<br />

SEGRETA, <strong>il</strong> settore dei documenti più riservati”.<br />

Proprio in Vaticano cominciarono a chiamarlo “<strong>il</strong><br />

maestro” per la forte personalità, la competenza e <strong>il</strong> rispetto<br />

che incuteva in tutti. Non per nulla fu insignito<br />

dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme<br />

e paludato del grande<br />

mantello bianco crociato di<br />

rosso con <strong>il</strong> collare dell’Ordine.<br />

Ma non gli fece effetto più<br />

di tanto, prese le sue decorazioni<br />

come un ammonimento,<br />

tant’è che scrisse all’ispettore<br />

con un pizzico di ironia:<br />

“Dopo le croci di Cavaliere e<br />

di Commendatore ed altri<br />

piccoli sonniferi, aspetto la<br />

La Gran Croce di<br />

cavaliere del Santo<br />

Sepolcro.<br />

di Giancarlo Manieri<br />

Il signor Giacomo Pagliassotti (1907/1987).<br />

Gran Croce… del sepolcro”. Aveva humour sufficiente<br />

per by-passare cariche e onori e soprattutto stava con<br />

i piedi per terra, anche se <strong>il</strong> portamento nob<strong>il</strong>e, i modi<br />

signor<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> tratto cavalleresco gli conferivano un’aria<br />

baronale che solo un lieve sorriso un po’ sarcastico invitava<br />

a non prendere troppo sul serio.<br />

RICONOSCIMENTI<br />

“Non era un coadiutore qualunque, insisteva un confratello<br />

che gli è stato vicino, <strong>il</strong> signor Davico; provi a dare<br />

un’occhiata al volume IV dell’enciclopedia della stampa<br />

a pagina 241”. Ho letto e riporto: “Pagliassotti Giacomo,

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