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4 Negli ultimi consigli comunali è stato uno dei pochi, nelle file del centrodestra, ad uscire allo scoperto. E a dichiarare apertamente cosa ne pensa del progetto di un nuovo insediamento a stelle e strisce nell'area dell'aeroporto Dal Molin. Il capogruppo di Forza Italia in Comune Andrea Pellizzari adesso spiega perché la nuova Ederle potrebbe essere un vantaggio per tutti. Nuova base americana al Dal Molin: favorevole o contrario? "Favorevole" Perché? "Per tanti motivi, ma soprattutto perché gli americani sono nostri amici e alleati, e combattono il terrorismo". Il progetto chiama in causa molti aspetti. Analizziamone alcuni. Per primo, il rischio di attacchi terroristici e le questioni relative alla sicurezza. "Una nuova base non aumenta il rischio terrorismo, semmai lo diminuisce. I terroristi sono tendenzialmente vili e attaccano gli obiettivi che reputano più facili e meno protetti. Gli esempi sono tanti: Madrid, Londra, le stesse Torri gemelle. Un aumento di militari in giro per le strade contribuirà all'aumento della sicurezza complessiva della zona". Secondo, l'impatto sulla viabilità, sul traffico, e sulla qualità della vita. "È ridicolo pensare che l'impatto viabilistico di una base come quella prevista per il Dal Molin non sia ammortizzabile da una città come Vicenza. In realtà il nuovo insediamento è meno impattante di un nuovo quar- tiere, e se serviranno nuove strade le costruiremo. Gli americani costruiscono i loro quartieri residenziali con maggior attenzione alla qualità della vita rispetto a noi: il villaggio della pace, per esempio, ha caratteristiche uniche nel nostro territorio. Ha strutture sportive, la velocità delle auto è rigidamente controllata e i limiti sono bassissimi, il verde è presente in gran quantità, la zona complessivamente garantisce un'ottima qualità di vita. Se le nuove costruzioni degli americani hanno queste caratteristiche ben vengano, anzi mi piacerebbe che anche i nostri quartieri prendessero esempio dagli americani. Terzo, la militarizzazione del territorio "I militari portano ordine e sicurezza, Vicenza ha già sperimentato la presenza di varie instal- ATTUALITÀ 29 LUGLIO 2006 Le ragioni del Sì. Andrea Pellizzari (Forza Italia), spiega perché la nuova base americana sarà un vantaggio per la città. "Con gli americani al Dal Molin Vicenza sarà più ricca e sicura" DI LUCA MATTEAZZI L'aumento dei militari aumenterà anche la sicurezza lazioni militari sul suo territorio senza alcun problema, da oltre sessant'anni". Infine, l'indotto economico per il territorio e per il comune. "L'indotto economico sarà molto vantaggioso per i vicentini, sia per quelli che andranno a lavorare all'interno della struttura sia per tutti i fornitori e coloro che beneficeranno delle opportunità commerciali date dai nuovi ospiti". Attorno alla questione Dal Molin c'è una grande mobilitazione dei cittadini, un fatto inedito per la città: che ne pensa? "Non penso che ci sia una grande mobilitazione dei vicentini. In realtà c'è grande enfasi sulla mobilitazione di una minoranza dei cittadini strumentalizzati e chiassosi. Inoltre non penso che i cittadini debbano decidere su questioni di questa rilevanza: non possono avere tutte le informazioni necessarie per una corretta valutazione e rischierebbero di prendere posizioni non razionali e affrettate". Un anno fa il centrodestra sembrava tutto per il sì: ora molti, sindaco compreso, sono in atteggiamento di attesa. Perché? "Intanto io sono sempre stato favorevole e l'ho sempre detto. Adesso mi sembra che anche gli altri alleati della maggioranza si stiano convincendo dei vantaggi di un atteggiamento favorevole alla nuova base. Il sindaco, che è tale per tutti i cittadini e non solo per quelli che lo hanno votato, è più prudente soprattutto perché sa che la decisione spetta al Governo centrale e non Il progetto americano per l'aeroporto Dal Molin è giusto che venga scaricata sulla città di Vicenza". Nel centrosinistra prevale il no, ma anche lì ci sono posizioni diverse, soprattutto all'interno di Ds e Margherita. Perché? "Il centrosinistra è pieno di contraddizioni: hanno detto che la loro contrarietà alla base era dettata dai problemi urbanistici e viabilistici e non dal solito assurdo antiamericanismo pacifista. Peccato che poi in Consiglio hanno votato un ordine del giorno che prospettava la costruzione di una base per la Guardia Forestale veneta e per la protezione civile, come se gli addetti a tali installazioni non fossero esattamente uguali agli americani in termini di impatto urbanistico. E' chiaro che l'unica motivazione è quella pacifista e antiame- ricana che io non accetto e respingo con forza. Fra poco arriverà ai consiglieri del centrosinistra l'ordine dall'alto (Governo Prodi) di accettare e far accettare la base perché così è stato concordato a livello governativo. Non vedo l'ora di assistere alle acrobazie dialettiche del centrosinistra quando dovrà giustificare la nuova base, imposta dal suo Governo, ai cittadini rimangiandosi tutte le dichiarazioni pubblicamente fatte contro, illudendo e strumentalizzando coloro che li seguivano". Di chi è la responsabilità politica della decisione? "Naturalmente del Governo centrale". Alla fine della fiera, la base si farà oppure no? "Sì".
5 Nuova base americana al Dal Molin: favorevole o contrario? Convintamente contrario. Perchè? Le ragioni sono molteplici. Su tutto il carico edilizio: 700.000 metri cubi di cemento si abbatteranno su un'area che, proprio grazie al vincolo aeroportuale, costituisce ancora un patrimonio verde per Vicenza e Caldogno. Poi l'impatto viabilistico sulla zona di via Sant'Antonino e infine il tema della sicurezza dei cittadini e la crescente militarizzazione del territorio. Analizziamo i vari aspetti. Primo: rischio terroristico e sicurezza. Il progetto rientra in una direttiva dell'esercito degli Stati Uniti come supporto al potenziamento ed alla trasformazione della 173ma Aerobrigata in Unità d'azione, completamente autonoma e in grado di subentrare, come forza rapida di pronto intervento, in tutti gli scenari di guerra ove siano a rischio gli interessi americani. Inutile dire che, anche dal punto di vista simbolico, il Dal Molin diverrebbe un obbiettivo estremamente sensibile. Secondo: viabilità, traffico e qualità della vita. I problemi viabilistici sono il 'tallone d'Achille' dell'intera operazione. La verità è che nessuno ha veramente idea del traffico che potrà Le ragioni del No. Per il segretario cittadino dei Verdi il centrosinistra deve essere unito senza compromessi per bloccare il progetto Asproso: "La responsabilità della nuova base è tutta di Hüllweck" DI ALESSIO MANNINO Ciro Asproso (Verdi): Salviamo il Dal Molin, patrimonio verde della città essere indotto dalla nuova base. Quanto alla qualità della vita dei cittadini, è fin troppo evidente che nulla importa ai nostri amministratori. Mi chiedo: come classificare sotto il profilo urbanistico la nuova caserma al Dal Molin? Terzo: militarizzazione del territorio. Da questo punto di vista, va riconosciuto il lavoro di denuncia svolto in tempi non sospetti dall'Osservatorio sulle servitù militari. Senza che ce ne rendessimo conto e nel giro di pochi anni, Vicenza è diventata una delle città-caserma più grandi d'Europa. Il danno d'immagine e le ricadute sociali saranno pesantissime, come c'insegnano gli ATTUALITÀ 29 LUGLIO 2006 Americani che in patria, le basi, le costruiscono ben lontano dalle città importanti. Quarto: indotto economico e soldi per il Comune (40 milioni di euro). Registro diversi richiami sul presunto ritorno economico dovuto alla presenza dei militari americani in città, ma non li condivido per nulla. In primo luogo perché la comunità Usa è del tutto autosufficiente dal punto di vista logistico; secondariamente, perché è da stolti supporre che il rilancio economico di questa provincia passi per la semplice allocazione d'infrastrutture militari, al pari di una qualsiasi area depressa. Credo vi siano le risorse e le potenzialità per riconvertire persino la Ederle, non solo un ipotetico Dal Molin. C'è una grande mobilitazione dei cittadini, un fatto inedito per la città. Che ne pensa? Si tratta di un formidabile esempio di democrazia dal basso, un laboratorio sociale e di cittadinanza attiva che si organizza intorno ad un tema che travalica i tradizionali steccati della politica e vuole essere protagonista del proprio futuro, senza deleghe in bianco. Quanti cianciano di strumentalizzazioni e di deriva plebiscitaria o sono in malafede o si confermano dei brontosauri della politica. L'ingresso della caserma Ederle Un anno fa il centrodestra era per il sì, ora sono tutti, Hullweck compreso, in attesa. Perchè? Trasformismo e camaleontismo sono i veri tratti distintivi della nostra classe politica. Quanto a Hüllweck … è da molto che ha smesso d'essere credibile. Nel centrosinistra prevale il no, ma con dei distinguo nei Ds e nella Margherita. Perchè? Francamente provo pena per questi continui richiami alla realpolitik da parte di certi esponenti del centrosinistra che, fosse al governo Berlusconi, non esiterebbero a parlare di sudditanza agli Americani. Al contrario, proprio per- ché non ci sentiamo rappresentati da questo sindaco, che per due anni ha tramato ai danni della città, tutto il centrosinistra locale deve dimostrarsi risoluto e intransigente nel rappresentare le ragioni del No presso il governo nazionale. Di chi è la responsabilità politica della decisione? L'ultima parola spetta a Roma, ma la vera responsabilità politica sarà tutta delle istituzioni locali. Alla fine della fiera, la base si farà o no? Non faccio pronostici, anche per scaramanzia, ma in questo momento confesso di essere un po' pessimista.
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