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Pascal filosofo e autore spirituale Pascal philosophe et auteur spirituel

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Al cosp<strong>et</strong>to della unità trinitaria, unica in grado di dare a pensare l’unità<br />

ecclesiale e l’unità della «caritas», ogni associazione puramente umana sbiadisce. Il<br />

paradigma politico come modello dell’unità evidenzia tutti i limiti di chi voglia passare<br />

sotto silenzio l’«ut omnes unum sint, sicut tu Pater in me, <strong>et</strong> ego in te, ut <strong>et</strong> ipsi in nobis<br />

unum sint» della preghiera cristica. Il Paolo del corpo mistico deve lasciare in fine il<br />

campo a quello dell’«unitas spiritus» (I Cor. VI, 17). <strong>Pascal</strong> prova il bisogno imperioso<br />

di opporre a una «ecclésiologie paulino-augustinienne» «une écclesiologie johanno-<br />

cartésienne»<br />

Ma questo rifiuto della «civitas» agostiniana impedisce che <strong>Pascal</strong> «s’applique<br />

lui aussi à régler secrètement un politeuma […] à instituer un Ŗtoutŗ (fr. 368) à caractère<br />

politique» 20 ?. Martineau risponde per la negativa e avanza, in fine, l’ipotesi di una<br />

«totalité pancéphale» antesignana della riflessione sulla democrazia di Rousseau. In ciò<br />

a confortare è l’inconsu<strong>et</strong>a rinuncia di <strong>Pascal</strong> a identificare Cristo con il capo, la Ŗtestaŗ<br />

della Chiesa e a considerarlo esso stesso «corps» 21 . I «membres pensants» sarebbero<br />

allora una riflessione sulla libertà che darebbe a immaginare una totalità politica in cui i<br />

singoli membri sono tutti «roi» perché «libres», cioè capaci di volere e consentire a ciò<br />

che la volontà generale vuole.<br />

Come si vede anche da questo stringato riassunto il contributo di Martineau si<br />

distingue per ricchezza e originalità. Delle molte ipotesi avanzate tre punti ci sembrano<br />

tuttavia fondamentali: innanzitutto la connessione tra «membres pensants» e tematica<br />

dell’«ordo caritatis», in secondo luogo l’esigenza di un pensiero dell’unità come faccia<br />

20 P. 727.<br />

21 <strong>Pascal</strong> rinuncia cioè a fondare la sua sintesi ecclesiologica sui passaggi di Paolo sui quali più<br />

comunemente l’ecclesiologia faceva fondo: Ef. I, 22-23 e Col. I, 18; II, 19. E ad essi preferisce una l<strong>et</strong>tura<br />

rigorosa di Rm. XII, 5 («multi unum corpus sumus in Christo»), I Cor. VI, 15 («corpora vestra membra<br />

sunt Christi») e XII, 12 («unum tamen corpus sunt ita <strong>et</strong> Christus») e Col. I, 24 («pro corpore eius, quod<br />

est Ecclesia»). Di questo scarto ermeneutico si renderanno ben conto i primi editori delle Pensées, come<br />

attestano le correzioni al frammento 372: «On s’aime, parce qu’on est membre du corps dont Jésus-Christ<br />

est le chef. On aime Jésus-Christ parce qu’il est le chef du corps dont on est membre» (PR (1978) XXIX,<br />

3).<br />

12

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