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Pascal filosofo e autore spirituale Pascal philosophe et auteur spirituel

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icordato sopra il preciso parallelo tra i testi sui «membres» e l’articolo 80 delle<br />

Passions de l’âme. Quel dato str<strong>et</strong>tamente filologico assume un senso ben più profondo<br />

nel momento in cui ci si rende conto che Descartes, nelle Passions, sta proponendo una<br />

riscrittura, del tutto inedita, delle «quaestiones de caritate». Mostrando la str<strong>et</strong>ta affinità<br />

tra gli articoli del trattato cartesiano sull’amore e le discussioni dei commentatori tardo-<br />

scolastici sul tema della carità (cap. III) renderemo infatti comprensibile come <strong>Pascal</strong><br />

possa avervi trovato il movente per ripensare anche lui, su nuove basi, la questione della<br />

«charité». Se Bérulle porta il «corpo mistico» alla dignità di un conc<strong>et</strong>to, solo Descartes<br />

consente a <strong>Pascal</strong> di «imaginer un tout duquel on pense être seulement une partie». Cioè<br />

di concepire un «membre» che per amare debba essere «pensant».<br />

«Imaginer un tout», appunto. Perché, come ricordato, a governare in Saint-Cyran<br />

la possibilità di parlare di Cristo come del «corps» è l’identificazione di amore trinitario<br />

e amore umano. Soltanto se riconosciuta come immagine dell’unione trinitaria dove<br />

«tout est un, l’un est en l’autre» l’unione ecclesiale può immaginarsi nella figura del<br />

corpo senza per questo ridursi ad alcuna «soci<strong>et</strong>as», comunione esterna di intenti.<br />

L’amore che la congiunge, poiché è lo stesso amore che congiunge Cristo al Padre,<br />

porta l’unità alla sua realtà perf<strong>et</strong>ta, «unus spiritus»: i due estremi della preghiera<br />

sacerdotale di Gv. XVII si congiungono così a definire il mistero della Chiesa: «ut<br />

omnes unum sint, sicut tu Pater in me, <strong>et</strong> ego in te» (v. 21) «ut dilectio qua dilexisti me<br />

in ipsis sit, <strong>et</strong> ego in ipsis» (v. 26). Ma a questa visione radicale dell’unità (ultima<br />

perché trinitaria) come nome della carità <strong>Pascal</strong> non è giunto se non per gradi. Vari altri<br />

paradigmi e modelli, pur distinti da ogni comunità puramente umana ed esteriore, gli si<br />

erano proposti. Di più: la difficoltà di pensare l’unità specifica della comunità ecclesiale<br />

per differenza da ogni altra «soci<strong>et</strong>as» sembra una delle esigenze costanti del pensiero<br />

pascaliano. Una indagine di questo sforzo che sfocerà nell’immagine dei «membres du<br />

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