Untitled - Istituto per la storia della Resistenza e della società ...
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ipartita da Tollegno, risalì <strong>la</strong> valle del Cervo sparando a caso <strong>per</strong> terrorizzare <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />
22 .<br />
Il mattino del 23 i tedeschi ripresero l’azione terroristica e scelsero come meta del<strong>la</strong><br />
loro spedizione punitiva Valle Mosso, l’importante centro industriale del<strong>la</strong> valle Strona<br />
i cui <strong>la</strong>voratori avevano sempre appoggiato i partigiani e dato un notevole apporto allo<br />
scio<strong>per</strong>o in corso 23 .<br />
Il compito dell’o<strong>per</strong>azione venne affidato dal Comando germanico ad un reparto<br />
militare che, muovendo su camion da Biel<strong>la</strong> e passando <strong>per</strong> Pettinengo, giunse a Valle<br />
Mosso verso metà mattina.<br />
Con scrupolo e meticolosità i militari tedeschi eseguirono un rastrel<strong>la</strong>mento nelle<br />
case del centro e le <strong>per</strong>sone prelevate dalle proprie abitazioni vennero condotte nel<strong>la</strong><br />
piazza del paese, ove altre, già arrestate durante il tragitto, erano in attesa. Tutti i fermati<br />
vennero sottoposti ad un accurato controllo dei documenti, quindi dal<strong>la</strong> cinquantina<br />
di fermati i rastrel<strong>la</strong>tori ne scelsero tre: tre o<strong>per</strong>ai in scio<strong>per</strong>o. «Dodici tedeschi formarono<br />
il plotone di esecuzione e fuci<strong>la</strong>rono i tre messi contro il muro» 24 . Erano le 11.30<br />
del 23 dicembre 1943.<br />
Secondo i piani dei nazisti e dei fascisti il loro terrorismo, deliberatamente atroce<br />
contro inermi cittadini, avrebbe dovuto suscitare tra i biellesi rancore e ostilità nei confronti<br />
dei partigiani. Ma quel<strong>la</strong> reazione antipartigiana, dopo <strong>la</strong> feroce repressione che<br />
aveva atterrito <strong>la</strong> gente e sul<strong>la</strong> quale i nazifascisti contavano <strong>per</strong> tagliare il legame tra<br />
popo<strong>la</strong>zione e garibaldini, non ci fu. Le aspettative dei nazifascisti non si avverarono:<br />
proprio gli o<strong>per</strong>ai e il ceto popo<strong>la</strong>re più colpito tramutarono il dolore <strong>per</strong> le rappresaglie<br />
in un duraturo odio <strong>per</strong> gli oppressori.<br />
22 Le vittime del<strong>la</strong> rappresaglia nazista furono: Angelo Cena ucciso a Biel<strong>la</strong> il 21 dicembre;<br />
Basilio Bianchi, partigiano del “Mameli”, Carlo Gardino, Norberto Minarolo, Aurelio Mosca,<br />
Pierino Mosca, Francesco Sassone fuci<strong>la</strong>ti a Biel<strong>la</strong> il 22 dicembre; Giacomo Janno, Angelo<br />
Martinazzo, Pietro Pastore, Alfonso Strippoli uccisi a Tollegno il 22 dicembre; Giuseppe Mosca<br />
Zunca ucciso a Valle Mosche (Campiglia Cervo) il 22 dicembre; Gino Camozza, Ugo Lanzone,<br />
Francesco Panichi fuci<strong>la</strong>ti il 23 dicembre a Valle Mosso.<br />
23 Durante le giornate di agitazione e di scio<strong>per</strong>o degli o<strong>per</strong>ai biellesi Ermanno Angiono<br />
“Pensiero”, il giovane comandante del “Piave”, il 22 dicembre parlò agli scio<strong>per</strong>anti di Cossato<br />
e Valle Mosso e Francesco Moranino “Gemisto”, comandante del “Pisacane”, nei giorni<br />
16, 17 e 18 dicembre si rivolse agli o<strong>per</strong>ai in scio<strong>per</strong>o di Crevacuore, Coggio<strong>la</strong> e Ponzone.<br />
L’intervento dei due comandanti garibaldini fu il momento più alto dell’incontro tra o<strong>per</strong>ai e<br />
partigiani e di entrambi accrebbe il prestigio e <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>rità.<br />
24 Da una testimonianza di Edda Panichi in “La pulce di Valle Mosso”, n. 4, marzo 1983.<br />
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