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Untitled - Istituto per la storia della Resistenza e della società ...

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sacane”, che in pattuglie, di notte, attaccavano le postazioni e i posti di blocco dei fascisti<br />

da quando questi erano in Valsessera. Queste azioni di disturbo, che di fatto non<br />

modificavano <strong>la</strong> situazione esistente, se non altro servivano a tenere in continuo al<strong>la</strong>rme<br />

i legionari del 63 o battaglione i quali, stando a quanto affermava Zuccari, vivevano<br />

nell’assillo di un attacco notturno in forze da parte dei garibaldini 49 . Mentre in Valsessera<br />

Zuccari si giovava di spie e col<strong>la</strong>boratori <strong>per</strong> far arrendere il “Matteotti”, altre vittime<br />

dello spionaggio fascista - che <strong>per</strong> i partigiani era il <strong>per</strong>icolo più grande, sempre<br />

incombente - si ebbero a Sordevolo, nel<strong>la</strong> valle dell’Elvo. Infatti, <strong>la</strong> sera del 10 febbraio,<br />

alle ore 20.15, una pattuglia del “Bixio” che, su due automobili, stava rientrando dal<strong>la</strong><br />

Serra, venne intercettata su segna<strong>la</strong>zione di una spia da «truppe tedesche giunte a Sordevolo<br />

<strong>per</strong> o<strong>per</strong>azioni di polizia militare» 50 nelle vicinanze del<strong>la</strong> caserma dei carabinieri.<br />

Nel<strong>la</strong> breve ma intensa sparatoria dei militari germanici che investì una delle autovetture<br />

vennero uccisi i garibaldini Adriano Caralli “Omero”, Edoardo Chiorino, Francesco<br />

Manni “Renato Vanni” e il colonnello Eugenio Cattaneo “Tenno”, mentre il comandante<br />

del distaccamento, Bruno Salza “Mastrilli”, seppur ferito seriamente all’inguine, riuscì<br />

ad allontanarsi evitando <strong>la</strong> cattura.<br />

Rispettando gli accordi presi tra le parti, mercoledì 9 febbraio, alle ore 12, in prossimità<br />

di Varallo avvenne lo scambio dei “tre germanici” con partigiani e col<strong>la</strong>boratori di<br />

Moscatelli. Sull’esito positivo del<strong>la</strong> non facile o<strong>per</strong>azione il Comando tedesco informò<br />

Zuccari il quale non aspettava che questa notizia <strong>per</strong> attaccare il “Matteotti” e il “Pisacane”.<br />

L’attacco ai due distaccamenti prese l’avvio il mattino dell’11 febbraio e vide il 63 o<br />

battaglione muoversi da Pray su tre colonne. La prima, con direttrice «Pray-Coggio<strong>la</strong><br />

quota 886 a est di Viera», aveva il compito di «piombare sul campo dei banditi del Matteotti<br />

situato a La Piana, a Nord Ovest di Viera». La seconda, con direttrice «Pray-Pioglio-Cascina<br />

Solivo-Alpi Novejs», doveva «attaccare decisamente i banditi annidati negli<br />

alberghi e caseggiati delle Alpi di Novejs». La terza colonna, «più leggera», aveva l’incarico<br />

di «precludere un’eventuale ritirata dei banditi in direzione di Postua».<br />

Nel corso del rastrel<strong>la</strong>mento o<strong>per</strong>ato dal<strong>la</strong> prima colonna i militi, senza incontrare<br />

nessuna resistenza <strong>per</strong>ché da qualche giorno i partigiani del “Matteotti” si erano spostati<br />

più in alto, nelle baite dell’alpe Ranzo<strong>la</strong>, incendiarono tutti «gli accantonamenti e i<br />

depositi» del distaccamento. Proseguendo in direzione dell’alpe La Bura <strong>la</strong> colonna giunse<br />

al<strong>la</strong> portata delle armi degli uomini del “Matteotti”, ma inspiegabilmente il comandante<br />

“Leo” non diede ordine di sparare.<br />

La seconda colonna, invece, giunta al<strong>la</strong> sommità delle alpi di Noveis, venne «fatta<br />

49 Al riguardo Zuccari, in data 8 febbraio, comunicava a Morsero: «In conseguenza delle<br />

notizie avute si sono prese adeguate misure di sicurezza. Ai normali posti di blocco sono<br />

stati aggiunti dei posti di sbarramento col compito di impedire qualsiasi infiltrazione [...] Gli<br />

informatori tutti attendibili, insistono nel confermare <strong>la</strong> notizia secondo <strong>la</strong> quale le bande di<br />

Postua e Coggio<strong>la</strong>, unite a quel<strong>la</strong> del Basto [...] sono pronte ad attaccare questo Battaglione<br />

ed a questo scopo hanno da tutte le parti circondato il paese di Pray [...] Gli informatori anzi,<br />

nelle prime ore di questa mattina, mentre hanno confermato <strong>la</strong> notizia dell’attacco hanno<br />

dichiarato che esso sarà effettuato con quasi assoluta certezza nel<strong>la</strong> notte dall’8 al 9» (ASV,<br />

Prefettura repubblicana 1943-45 Gabinetto, mazzo 66).<br />

50 ASV, Prefettura repubblicana 1943-45, Gabinetto, mazzo 1.<br />

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