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Untitled - Istituto per la storia della Resistenza e della società ...

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ibelli i cui campi sono all’alpe di Novejs e alle falde del Monte Barone», si trasferì a<br />

Pray con il 63 o battaglione.<br />

Dopo avere insediato il comando del battaglione nel pa<strong>la</strong>zzo comunale di Pray, Zuccari<br />

convocò i podestà, gli industriali ed una rappresentanza di o<strong>per</strong>ai di ogni fabbrica<br />

locale. Nel<strong>la</strong> riunione, che si tenne alle 15, presenti anche i parroci del<strong>la</strong> zona, il comandante<br />

del “Tagliamento”, dopo avere esposto «gli intendimenti del governo repubblicano<br />

e del Comando Militare Germanico», dettò le seguenti «condizioni di resa» <strong>per</strong> i ribelli:<br />

«1 - Ri<strong>la</strong>scio immediato dei quattro sudditi germanici catturati a Serravalle Sesia;<br />

2 - Ri<strong>la</strong>scio di tutti gli ostaggi italiani; 3 - Consegna di tutte le armi; 4 - Presentazione di<br />

tutti i giovani delle c<strong>la</strong>ssi di leva a questo Comando <strong>per</strong> il successivo invio al Distretto<br />

di Vercelli; 5 - Rientro alle città di provenienza di tutti gli altri partigiani non soggetti ad<br />

obblighi di leva; 6 - Consegna di tutti gli stranieri che si trovano nelle bande» 43 .<br />

Dai partigiani Zuccari esigeva una risposta entro le 10 del giorno seguente e <strong>per</strong><br />

aver<strong>la</strong> ordinò ai presenti di costituire un comitato, il quale entro <strong>la</strong> notte avrebbe dovuto<br />

recarsi ai comandi delle bande ribelli <strong>per</strong> imporre le condizioni di resa, minacciando che<br />

se non fossero state accettate, sarebbero state «immediatamente intraprese, d’accordo<br />

con le forze di terra e aeree Germaniche, le o<strong>per</strong>azioni che si [sarebbero ritenute] necessarie<br />

<strong>per</strong> ristabilire <strong>la</strong> situazione» 44 .<br />

Al comitato, formato dal commissario prefettizio di Coggio<strong>la</strong> Carlo Gambetti, da un<br />

industriale di Coggio<strong>la</strong>, dal parroco e da alcuni o<strong>per</strong>ai, recatosi al campo del “Matteotti”<br />

<strong>per</strong> esporre l’ultimatum di Zuccari e fare presente i gravi <strong>per</strong>icoli che si potevano correre<br />

nel caso di un suo rifiuto, rispose Silvio Bertona “Carlo”, respingendo le proposte<br />

e diffidando i membri del comitato dall’effettuare altre visite al distaccamento 45 .<br />

Nel piano di Zuccari l’occupazione stabile di Pray da parte del 63 o battaglione non<br />

era che <strong>la</strong> premessa di quell’ampia manovra che doveva concludersi con l’annientamento<br />

dei distaccamenti “Matteotti”, “Pisacane” e “Piave”. Egli di questo disegno ambizioso<br />

si occupava da tempo e, <strong>per</strong> <strong>la</strong> sua riuscita, sapeva di poter contare anche sul<strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>borazione di attendibili «fonti fiduciarie» residenti in Valsessera: spie che da tempo<br />

lo tenevano al corrente di quanto avveniva nelle bande del<strong>la</strong> zona, in partico<strong>la</strong>re nel distaccamento<br />

“Matteotti”. Una formazione composta quasi interamente da partigiani di<br />

Coggio<strong>la</strong>, comandata da Leo Vigna, ex sergente degli alpini, che essendo del paese e<br />

<strong>per</strong> l’es<strong>per</strong>ienza acquisita durante <strong>la</strong> guerra, esercitava, all’inizio del<strong>la</strong> lotta partigiana,<br />

un buon ascendente sugli uomini. Ascendente che, al momento dell’arrivo di Zuccari a<br />

Pray, Leo Vigna, con il suo comportamento non certo esemp<strong>la</strong>re e a causa del<strong>la</strong> sua<br />

incapacità di ottenere dai suoi uomini quell’autodisciplina, importante nel<strong>la</strong> lotta partigiana<br />

quanto le armi, non aveva più 46 .<br />

43 ASV, Prefettura repubblicana 1943-45, Gabinetto, mazzo 66.<br />

44 Ibidem.<br />

45 Carlo, che poco tempo dopo assunse l’incarico di commissario politico del<strong>la</strong> 2 a brigata<br />

in sostituzione di Adriano Rossetti “Sergio”, arrestato dai fascisti, all’arrivo del comitato si<br />

trovava in visita al “Matteotti”.<br />

46 Per rimediare alle gravi <strong>la</strong>cune che condizionavano negativamente <strong>la</strong> vita del distaccamento<br />

si impegnò con molta volontà e scarsi risultati Enrico Caso<strong>la</strong>ro “Rico”, il commissario<br />

politico che <strong>la</strong>sciò <strong>la</strong> formazione ai primi di febbraio <strong>per</strong> ragioni di salute. A screditare com-<br />

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