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Untitled - Istituto per la storia della Resistenza e della società ...

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lità dovute al<strong>la</strong> nebbia che andava e veniva, <strong>per</strong> i garibaldini, che non potevano control<strong>la</strong>re<br />

tutti i movimenti degli attaccanti, aumentarono i <strong>per</strong>icoli.<br />

Alle prime raffiche di mitraglia dei fascisti i partigiani risposero con il fuoco delle<br />

loro armi. Su<strong>per</strong>ata <strong>la</strong> sorpresa provocata dal<strong>la</strong> pronta reazione dei garibaldini, dal reparto<br />

fascista o<strong>per</strong>ante nel<strong>la</strong> zona «S. Bernardo-Monte Rubello-Bocchetta di Margosio»<br />

si staccarono diverse pattuglie «con il compito di aggirare [...] soprattutto da<br />

Nord» 64 i partigiani comandati da Lupo, appostati sul versante meridionale del monte<br />

Prapian: appoggiando questa manovra con i mortai da 45 che battevano <strong>la</strong> postazione<br />

partigiana sempre più da vicino.<br />

Le pattuglie fasciste, guidate da qualcuno pratico dei luoghi, <strong>per</strong>correndo un tratto<br />

del sentiero esistente sul versante settentrionale del<strong>la</strong> dorsale Bocchetto Sessera-monte<br />

Civetta, ancora co<strong>per</strong>to di «abbondante neve», piombarono sul<strong>la</strong> postazione di monte<br />

Prapian. Dei partigiani presenti alcuni sfuggirono al<strong>la</strong> cattura, otto vennero fatti prigionieri<br />

e Lupo, piuttosto che arrendersi, si tolse <strong>la</strong> vita.<br />

Identica manovra i fascisti tentarono nel primo pomeriggio contro <strong>la</strong> postazione del<strong>la</strong><br />

Cima del<strong>la</strong> Ragna dal<strong>la</strong> quale i garibaldini ne control<strong>la</strong>vano <strong>per</strong>ò i due versanti: ma questa<br />

volta fallì. Infatti il reparto di militi, che durante una schiarita si presentò allo sco<strong>per</strong>to<br />

sul versante nord del<strong>la</strong> Cima del<strong>la</strong> Ragna, colto di sorpresa dalle raffiche del<strong>la</strong><br />

mitraglia, usata con <strong>per</strong>izia da Riccardo Grosso “Dinamite”, desistette dal tentativo.<br />

All’imbrunire Nedo e Quinto, non poco preoccupati <strong>per</strong> i partigiani del Prapian e<br />

del<strong>la</strong> Ragna di cui non sapevano niente, giunsero al Bocchetto Sessera con <strong>la</strong> trentina di<br />

uomini con i quali erano stati in postazione al Basto. Verso sera Artiglio e i suoi uomini,<br />

abbandonata <strong>la</strong> mitragliatrice priva di munizioni, seguendo il sentiero che dal bocchetto<br />

di Luvera risale il versante nord dell’Argimonia, raggiunsero le baite di Moncerchio.<br />

Ben altro svolgimento ebbe l’attacco del<strong>la</strong> compagnia germanica proveniente da Biel<strong>la</strong><br />

al distaccamento “Mameli”, nell’alta valle del Cervo. Il mattino presto i tedeschi, <strong>la</strong>sciati<br />

gli autocarri ad Oriomosso, s’avvicinarono indisturbati al<strong>la</strong> sede del distaccamento.<br />

Quando i partigiani si resero conto del<strong>la</strong> presenza dei militari germanici, questi non erano<br />

molto lontano dal<strong>la</strong> loro baita.<br />

In questa situazione d’emergenza il comandante “Tonino” 65 e altri due capisquadra<br />

se ne andarono <strong>per</strong> conto loro, provocando sconcerto e smarrimento tra i partigiani.<br />

Non si <strong>per</strong>sero d’animo <strong>per</strong>ò quelli del<strong>la</strong> squadra comandata da Guido Pel<strong>la</strong> “Freccia”<br />

che avevano in dotazione il fucile mitragliatore: <strong>la</strong> loro resistenza al soverchiante fuoco<br />

degli attaccanti, seppur di breve durata, diede <strong>la</strong> possibilità a molti compagni di porsi in<br />

salvo. Questo, tuttavia, non impedì ai tedeschi di colpire a morte, a monte del<strong>la</strong> cascina<br />

Monticchia, il commissario politico Remo Pel<strong>la</strong> “Remo”, di uccidere Roberto Simeoni<br />

“Roberto” all’alpe Vajetto e Irmo Barbi “Buronzo” al<strong>la</strong> Sel<strong>la</strong> del Cucco.<br />

Molto provati e divisi in piccoli gruppi, una ventina di garibaldini del “Mameli” raggiunsero<br />

nel<strong>la</strong> mattinata il Bocchetto Sessera, ove vennero fraternamente accolti da quelli<br />

del “Bandiera”, non attaccati dai nazifascisti.<br />

64 Dal<strong>la</strong> «re<strong>la</strong>zione sulle o<strong>per</strong>azioni del giorno 20 c.m.», inviata da Zuccari a Morsero il 21<br />

febbraio 1944 (ASV, Prefettura repubblicana 1943-45, Gabinetto, mazzo 66).<br />

65 Per questo atto e <strong>per</strong> essere successivamente passato con i fascisti Tonino venne condannato<br />

a morte da un Tribunale militare partigiano e fuci<strong>la</strong>to nell’autunno del 1944.<br />

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