NESSUNA IMPRESA È UN'ISOLA - Trentino Sviluppo
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BIM della Valle del Chiese <strong>Trentino</strong> <strong>Sviluppo</strong> SpA<br />
filiera se in essa si enucleano alcune imprese (le più disponibili a fare da battistrada) che si proiettano<br />
verso il globale e verso l’immateriale, in una delle tante forme possibili. I cambiamenti richiesti<br />
dalla globalizzazione e dalla smaterializzazione non devono necessariamente essere intrapresi da<br />
tutte le imprese della filiera contemporaneamente, ma da alcune imprese soltanto, ovvero, le impreseleader<br />
che esplorano pionieristicamente la nuova frontiera della globalità e della smaterializzazione,<br />
e che con l’esperienza acquisita in ambito internazionale possono produrre ricadute cognitive sulle<br />
reti di subfornitura ed eventualmente sugli imitatori più attenti e capaci. La questione chiave di<br />
tale strategia è l’apertura del sistema che fa capo all’impresa committente: questa apertura è oggi<br />
ammessa e perseguita dai committenti più accorti, ma costituisce un interesse chiave anche per i<br />
subfornitori che investono nelle proprie competenze e relazioni, avviandosi a divenire “fornitori”<br />
tout court. Perchè la posizione di dipendenza evolva verso una di interdipendenza e di cooperazione<br />
<strong>È</strong> utile che il sistema di relazione in cui si sviluppa il rapporto tra fornitore e committente non sia<br />
esclusivo, ma moderatamente aperto verso alternative e possibilità che stanno all’esterno.<br />
2) Trovare nuovi committenti diversi dai tradizionali e dunque esterni al sistema locale o addirittura<br />
internazionali;<br />
Molte imprese di minori dimensioni, operanti in fasi intermedie della filiera, sviluppano<br />
formule competitive originali e avviano percorsi autonomi di internazionalizzazione e ampliamento<br />
del proprio sistema del valore, instaurando rapporti continuativi con attori esterni all’ambiente<br />
locale. La crescente frequenza dei rapporti con soggetti esterni all’ambiente locale impone a queste<br />
imprese l’adozione di meccanismi formali volti ad attivare e a supportare gli scambi di beni, servizi<br />
ed informazioni che non si possono evidentemente avviare su basi sociali e culturali condivise,<br />
come accade invece per le relazioni fortemente “localizzate” che coinvolgono gli attori distrettuali.<br />
Tale strategia può essere attuata con diverse modalità, le più diffuse sono:<br />
• La specializzazione/internazionalizzazione della subfornitura. In questo caso il soggetto di<br />
riferimento è l’azienda subfornitrice, spesso artigiana, che si specializza nella realizzazione di<br />
un componente o di una fase di lavorazione, industrializza il processo, sviluppa un patrimonio<br />
di conoscenze tecnologiche di prodotto o di fase, amplia il mercato di riferimento oltre i clienti<br />
locali. Percorsi di questo tipo possono anche partire dall’interno delle reti di subfornitura che si<br />
organizzano intorno ad alcune imprese-leader, intrapresi da aziende che - grazie all’esperienza<br />
acquisita nell’ambito della rete originaria - sviluppano capacità autonome e molto specializzate<br />
di produzione. Un passaggio ulteriore si ha, quando la specializzazione si combina non solo<br />
con l’ampliamento geografico del mercato, ma anche con la diversificazione degli sbocchi<br />
settoriali La correlazione tra strategia di specializzazione e crescita dimensionale dell’impresa<br />
non risulta scontata, anche se in letteratura esistono casi clamorosi al riguardo, in cui l’azienda<br />
arriva ad assumere il ruolo di subfornitore globale .<br />
• L’assunzione del ruolo di subfornitore-guida: formula imprenditoriale innovativa realizzata da<br />
aziende subfornitrici che diventano organizzatori di reti a monte gestendo l’interfaccia con<br />
clienti (industriali o di altro tipo) non necessariamente localizzati nel distretto e talvolta<br />
dispersi a livello mondiale. Il prodotto realizzato da queste aziende è in genere complesso<br />
e caratterizzato da elevata varietà e variabilità, il che richiede un adeguato sviluppo delle<br />
6 Nei distretti mobilieri ci si imbatte con una certa frequenza in questa tipologia evoluta di subfornitura, sia con<br />
riferimento alle specializzazioni di fase (tornitura, verniciatura, intarsio industriale etc.) che alla produzione di un’ampia<br />
varietà di componenti. Un passaggio ulteriore si ha quando la specializzazione si combina non solo con l’ampliamento<br />
geografico del mercato ma anche con la diversificazione degli sbocchi settoriali. Un esempio è offerto dal percorso<br />
evolutivo della Ilcam di Manzano, che conduce una piccola impresa di curvatura del legno, completamente immersa nel<br />
distretto, a ridefinire il prodotto (antine per cucine componibili) e a ricostruire in tappe successive le fonti del vantaggio<br />
competitivo. Oggi l’azienda si autopercepisce come subfornitore globale, con un fatturato intorno ai cento miliardi e un<br />
portafoglio-clienti che include importanti produttori sparsi in vari paesi del mondo (Grandinetti, 1998)