Febbraio - Federazione Trentina della Cooperazione
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ATTUALITÀ nuove leggi<br />
Coop agricole:<br />
attenzione alla Pac<br />
LA NUOVA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA PREMIA LE GRANDI SUPERFICI<br />
E NON CONSIDERA IL VALORE DELLA COOPERAZIONE. LA FEDERAZIONE<br />
HA PRESENTATO DELLE OSSERVAZIONI ALLA PROVINCIA PER CERCARE<br />
DI RIEQUILIBRARE LA SITUAZIONE CON IL PIANO DI SVILUPPO RURALE<br />
di Dirce Pra<strong>della</strong><br />
Privilegio del modello cooperativo a rete per la distribuzione<br />
dei contributi, risorse ad hoc anche per le cooperative<br />
di grandi dimensioni escluse dal Piano e inserimento<br />
di un criterio graduale di selettività degli incentivi<br />
“per progetto”. Sono queste le principali proposte che<br />
la <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> ha messo in campo nel dibattito<br />
sul Piano di sviluppo rurale <strong>della</strong> Provincia per il<br />
periodo 2007-2013. Il Piano costituisce il secondo pilastro<br />
<strong>della</strong> Pac, la Politica agricola comunitaria, che indirizza<br />
sostegni finanziari agli investimenti strutturali delle<br />
aziende. Con il 2006 si chiude il primo ciclo di Sviluppo<br />
rurale ed è in corso il confronto per la definizione delle<br />
linee e delle priorità da sostenere per il futuro. I punti su<br />
cui discutere sono diversi, come l’esclusione delle grandi<br />
imprese dai benefici del prossimo Piano di sviluppo<br />
(per effetto di un regolamento Ce) ed il disaccoppiamento.<br />
La normativa comunitaria, in base al sistema del<br />
“disaccoppiamento”, prevede che le risorse non siano<br />
più dirette ai singoli prodotti e quantificate in base alla<br />
quantità, ma siano indirizzate alle aziende in base alla<br />
superficie. Il premio “disaccoppiato” (dalla quantità)<br />
viene peraltro subordinato alla salvaguardia dell’ambiente<br />
e alla qualità dei prodotti. Questo meccanismo<br />
dovrebbe consentire una scelta più ragionata degli agricoltori<br />
su “cosa produrre”, facilitando decisioni in funzione<br />
del mercato e non del contributo. La scelta <strong>della</strong><br />
Commissione Europea deriva dall’orientamento<br />
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che non<br />
accetta più il meccanismo del sostegno artificioso al<br />
prezzo dei prodotti. Una decisione condivisibile come<br />
concetto generale, ma che in Trentino, forte di una<br />
organizzazione cooperativa peculiare rispetto al sistema<br />
europeo, non convince per più ragioni. “La Comunità<br />
Europea ignora la cooperazione – commenta Guido<br />
Conci, vicepresidente <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> – Lascia liberi<br />
gli agricoltori di coltivare ciò che vogliono e dà un con-<br />
COOPERAZIONE TRENTINA n° 2 febbraio 2006<br />
tributo sul territorio e non sulla produzione. Nelle grandi<br />
aziende italiane ed europee i contadini hanno convenienza<br />
a non produrre nulla e incassare il contributo. Da<br />
noi invece questo contributo, ancorato ad una dimensione<br />
media aziendale molto piccola, sarebbe insignificante.<br />
Il rischio è che si presta a grosse speculazioni”.<br />
“Sì – aggiunge Franco Brunori, presidente di Concast<br />
Trentingrana – passerebbe la logica di poter prendere i<br />
contributi senza l’obbligo di mantenere la produzione.<br />
La logica che noi dobbiamo sostenere è quella delle<br />
produzioni di qualità”. “Dobbiamo chiederci – dice<br />
Ennio Magnani, presidente di Apot – perché la<br />
Commissione Europea porta avanti questo ragionamento.<br />
C’è una strategia di fondo: vogliono che qualcuno<br />
smetta di fare agricoltura. E il disaccoppiamento è la<br />
strada individuata”. “Ci sono due o tre strade che si<br />
possono percorrere – suggerisce Silvano Rauzi, presidente<br />
<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> Allevatori – maggiori vincoli<br />
sugli investimenti, disaccoppiamento legato all’attività,<br />
e premio Ce sul latte maggiorato per le zone di montagna”.<br />
“La cooperazione – precisa Erman Bona, direttore<br />
del Consorzio Vini - è uno strumento per raggiungere<br />
una finalità, non è una finalità in sé. Per noi l’obiettivo<br />
è garantire la prosecuzione dell’attività agricola di<br />
migliaia di piccoli produttori in aree svantaggiate di<br />
montagna”. Considerato questo quadro generale, la<br />
<strong>Cooperazione</strong> ha chiesto alla Provincia di intervenire,<br />
attraverso il Piano di sviluppo rurale, per riequilibrare<br />
questa situazione, inserendo dei criteri che valorizzino le<br />
peculiarità territoriali del Trentino anziché penalizzarle. Le<br />
osservazioni sono state riassunte in un documento firmato<br />
dal presidente Diego Schelfi.<br />
Maggiore equilibrio<br />
La prima osservazione – anche per ordine di importanza<br />
- mette in rilievo la funzione che hanno avuto e tutto-