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Febbraio - Federazione Trentina della Cooperazione

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28<br />

ATTUALITÀ nuove leggi<br />

Coop agricole:<br />

attenzione alla Pac<br />

LA NUOVA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA PREMIA LE GRANDI SUPERFICI<br />

E NON CONSIDERA IL VALORE DELLA COOPERAZIONE. LA FEDERAZIONE<br />

HA PRESENTATO DELLE OSSERVAZIONI ALLA PROVINCIA PER CERCARE<br />

DI RIEQUILIBRARE LA SITUAZIONE CON IL PIANO DI SVILUPPO RURALE<br />

di Dirce Pra<strong>della</strong><br />

Privilegio del modello cooperativo a rete per la distribuzione<br />

dei contributi, risorse ad hoc anche per le cooperative<br />

di grandi dimensioni escluse dal Piano e inserimento<br />

di un criterio graduale di selettività degli incentivi<br />

“per progetto”. Sono queste le principali proposte che<br />

la <strong>Cooperazione</strong> <strong>Trentina</strong> ha messo in campo nel dibattito<br />

sul Piano di sviluppo rurale <strong>della</strong> Provincia per il<br />

periodo 2007-2013. Il Piano costituisce il secondo pilastro<br />

<strong>della</strong> Pac, la Politica agricola comunitaria, che indirizza<br />

sostegni finanziari agli investimenti strutturali delle<br />

aziende. Con il 2006 si chiude il primo ciclo di Sviluppo<br />

rurale ed è in corso il confronto per la definizione delle<br />

linee e delle priorità da sostenere per il futuro. I punti su<br />

cui discutere sono diversi, come l’esclusione delle grandi<br />

imprese dai benefici del prossimo Piano di sviluppo<br />

(per effetto di un regolamento Ce) ed il disaccoppiamento.<br />

La normativa comunitaria, in base al sistema del<br />

“disaccoppiamento”, prevede che le risorse non siano<br />

più dirette ai singoli prodotti e quantificate in base alla<br />

quantità, ma siano indirizzate alle aziende in base alla<br />

superficie. Il premio “disaccoppiato” (dalla quantità)<br />

viene peraltro subordinato alla salvaguardia dell’ambiente<br />

e alla qualità dei prodotti. Questo meccanismo<br />

dovrebbe consentire una scelta più ragionata degli agricoltori<br />

su “cosa produrre”, facilitando decisioni in funzione<br />

del mercato e non del contributo. La scelta <strong>della</strong><br />

Commissione Europea deriva dall’orientamento<br />

dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che non<br />

accetta più il meccanismo del sostegno artificioso al<br />

prezzo dei prodotti. Una decisione condivisibile come<br />

concetto generale, ma che in Trentino, forte di una<br />

organizzazione cooperativa peculiare rispetto al sistema<br />

europeo, non convince per più ragioni. “La Comunità<br />

Europea ignora la cooperazione – commenta Guido<br />

Conci, vicepresidente <strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> – Lascia liberi<br />

gli agricoltori di coltivare ciò che vogliono e dà un con-<br />

COOPERAZIONE TRENTINA n° 2 febbraio 2006<br />

tributo sul territorio e non sulla produzione. Nelle grandi<br />

aziende italiane ed europee i contadini hanno convenienza<br />

a non produrre nulla e incassare il contributo. Da<br />

noi invece questo contributo, ancorato ad una dimensione<br />

media aziendale molto piccola, sarebbe insignificante.<br />

Il rischio è che si presta a grosse speculazioni”.<br />

“Sì – aggiunge Franco Brunori, presidente di Concast<br />

Trentingrana – passerebbe la logica di poter prendere i<br />

contributi senza l’obbligo di mantenere la produzione.<br />

La logica che noi dobbiamo sostenere è quella delle<br />

produzioni di qualità”. “Dobbiamo chiederci – dice<br />

Ennio Magnani, presidente di Apot – perché la<br />

Commissione Europea porta avanti questo ragionamento.<br />

C’è una strategia di fondo: vogliono che qualcuno<br />

smetta di fare agricoltura. E il disaccoppiamento è la<br />

strada individuata”. “Ci sono due o tre strade che si<br />

possono percorrere – suggerisce Silvano Rauzi, presidente<br />

<strong>della</strong> <strong>Federazione</strong> Allevatori – maggiori vincoli<br />

sugli investimenti, disaccoppiamento legato all’attività,<br />

e premio Ce sul latte maggiorato per le zone di montagna”.<br />

“La cooperazione – precisa Erman Bona, direttore<br />

del Consorzio Vini - è uno strumento per raggiungere<br />

una finalità, non è una finalità in sé. Per noi l’obiettivo<br />

è garantire la prosecuzione dell’attività agricola di<br />

migliaia di piccoli produttori in aree svantaggiate di<br />

montagna”. Considerato questo quadro generale, la<br />

<strong>Cooperazione</strong> ha chiesto alla Provincia di intervenire,<br />

attraverso il Piano di sviluppo rurale, per riequilibrare<br />

questa situazione, inserendo dei criteri che valorizzino le<br />

peculiarità territoriali del Trentino anziché penalizzarle. Le<br />

osservazioni sono state riassunte in un documento firmato<br />

dal presidente Diego Schelfi.<br />

Maggiore equilibrio<br />

La prima osservazione – anche per ordine di importanza<br />

- mette in rilievo la funzione che hanno avuto e tutto-

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