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Febbraio - Federazione Trentina della Cooperazione

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Un successo di tutto il movimento,<br />

che non solo ha saputo stare sul<br />

mercato, ma ha incrementato i servizi<br />

alla clientela e ai soci. Un sistema<br />

capace di far convivere le grandi<br />

superfici con i piccoli e piccolissimi<br />

negozi di periferia. Ci si chiede<br />

ora se il modello è ancora attuale, e<br />

specialmente se saprà sopravvivere<br />

a lungo. Per questo il 12 febbraio<br />

scorso, in un convegno tenuto<br />

presso la sala <strong>della</strong> <strong>Cooperazione</strong>,<br />

si è aperta per le Famiglie<br />

Cooperative una stagione di riflessione<br />

e di studio sul proprio futuro,<br />

per tracciare scenari e immaginare<br />

percorsi affinché il sistema possa<br />

continuare a reggere alle sfide del<br />

cambiamento.<br />

Innanzitutto un punto fermo: il radicamento<br />

sul territorio, la capacità di<br />

relazione e di rapporto diretto con i<br />

clienti e i soci. Le stellette guadagnate<br />

sul campo dalla cooperazione<br />

rappresentano oggi uno dei più<br />

forti vantaggi competitivi. Lo ha<br />

affermato chiaramente Francesco<br />

Cecere, responsabile <strong>della</strong> pianificazione<br />

e controllo in Coop Italia.<br />

Tutte le indagini fatte sull’argomento<br />

convergono nel ritenere che questi<br />

elementi siano fondamentali per<br />

essere oggi competitivi. Anche per<br />

questo nell’ultimo anno i negozi di<br />

piccole e medie dimensioni (cosiddetti<br />

superette) hanno “tenuto”<br />

molto di più dei grandi supermercati<br />

da duemila metri quadrati, e si<br />

confermano al terzo posto fra i<br />

canali distributivi in Italia. Si è affermato<br />

un nuovo modo di consumare<br />

basato sull’autocontrollo e la<br />

razionalizzazione degli acquisti, e i<br />

negozi più piccoli e vicini a casa<br />

hanno fornito ai clienti risposte<br />

migliori. Perché quando calano le<br />

risorse, i consumatori passano dai<br />

tagli alle quantità ai compromessi<br />

sulla qualità. E trovano nel negozio<br />

sotto casa non solo un prodotto da<br />

comprare, ma un servizio e un’attenzione<br />

che difficilmente incontrerebbero<br />

lungo gli sterminati scaffali<br />

degli iper. Si afferma quindi una<br />

“convenienza percepita” che non<br />

dipende soltanto dai prezzi praticati<br />

(vedi tabella).<br />

COOPERAZIONE TRENTINA n° 2 febbraio 2006<br />

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