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P12 ORIZZONTI<br />
Due sindaci in prima linea<br />
per il dialogo tra le religioni<br />
Ad Amsterdam e Rotterdam, Job Cohen e Ahmed Aboutaleb lavorano a costruire ponti tra le culture<br />
OLANDA Uno è ebreo, l’altro è<br />
musulmano, entrambi vivono in un<br />
Paese che recentemente è stato scosso<br />
dalle tensioni etniche e religiose.<br />
Job Cohen e Ahmed Aboutaleb hanno<br />
molto in comune. A cominciare<br />
dal loro lavoro di sindaco: Cohen è<br />
il primo cittadino di Amsterdam,<br />
mentre Aboutaleb è il sindaco di<br />
Rotterdam. Ma c’è <strong>del</strong>l’altro: su tutti<br />
e due grava una condanna a morte,<br />
una minaccia lanciata da estremisti<br />
che dicono di agire nel nome <strong>del</strong>l’Islam.<br />
<strong>La</strong> “condanna” risale al 2004,<br />
quando un giovane fanatico uccise<br />
Theo Van Gogh, autore di un film<br />
di denuncia sulle condizioni <strong>del</strong>le<br />
donne nelle società islamiche. Sul<br />
corpo <strong>del</strong> regista assassinato fu trovata<br />
una lettera che incitava al jihad<br />
globale e che stilava una macabra lista<br />
di “sionisti, crociati e traditori”<br />
da eliminare.<br />
Tra questi, figuravano i nomi di Cohen<br />
e di Aboutaleb: il primo allora<br />
era già sindaco di Amsteram, mentre<br />
il secondo era il suo braccio destro,<br />
quale consigliere all’Educazione e<br />
all’Integrazione.<br />
Da allora, nonostante le minacce,<br />
Cohen e Aboutaleb hanno continuato<br />
nel loro credo: costruire una società<br />
multiculturale fondata sul dialogo.<br />
Non è un caso se Amsterdam<br />
Londra<br />
Un nuovo tatuaggio per Victoria Beckham<br />
in omaggio alle radici di David<br />
<strong>La</strong> coppia di celebrities più famosa <strong>del</strong><br />
Regno Unito ha festeggiato il decimo<br />
anniversario di matrimonio con un nuovo<br />
tatuaggio... in ebraico. A ridosso <strong>del</strong> suo anniversario<br />
di nozze, l’ex Spice Girl Victoria Beckham<br />
si è fatta fotografare dai paparazzi con un<br />
il braccio tatuato da una scritta in ebraico: “Insieme<br />
per sempre, fino all’eternità”. Un omaggio<br />
a suo marito David, il famoso calciatore, e non<br />
solo per la promessa d’amore eterno. Infatti David<br />
Beckham, che aveva una nonna ebrea, tiene<br />
molto alle sue radici. Egli stesso si era fatto tatuare un proverbio ebraico:<br />
“Non dimenticare i miei insegnamenti, custodisci i miei comandamenti nel<br />
tuo cuore”. Allora alcuni tabloid riportarono che l’ex Spice non approvò per<br />
niente la scelta <strong>del</strong> marito. Sarà. Ma ora deve avere cambiato idea. Anche<br />
se a dire il vero il concetto stesso di “tatuaggi ebraici” è controverso: molti<br />
rabbini ritengono infatti che i tatuaggi siano proibiti.<br />
Ma ora deve avere cambiato idea. Anche se a dire il vero, il concetto stesso<br />
di “tatuaggi ebraici” è controverso: molti rabbini ritengono infatti che i<br />
tatuaggi siano proibiti.<br />
u Job Cohen u Ahmed Aboutaleb<br />
è stata una <strong>del</strong>le pochissime città a<br />
rimanere pressoché indenne da quegli<br />
atti ed episodi di violenza che imperversavano<br />
nel resto <strong>del</strong> Paese all’indomani<br />
<strong>del</strong>l’omicidio di Van<br />
Gogh: pestaggi, risse, incendi a chiese<br />
e moschee. “In questa città non<br />
abbiamo avuto incidenti, probabilmente<br />
perché abbiamo agito subito<br />
- sottolinea il primo cittadino di Amsterdam<br />
- Ovviamente abbiamo avuto<br />
dibattiti molto accesi e a volte sono<br />
volati insulti, ma qui abbiamo<br />
continuato a parlare”. Cohen ha por-<br />
tato avanti con forza la sua politica<br />
inclusiva: “Non vogliamo che la gente<br />
sia semplicemente tollerante, vogliamo<br />
che le persone interagiscano<br />
fra di loro e si conoscano”.<br />
Il Time lo considera “eroe europeo”.<br />
Secondo classificato ai “World Mayor<br />
Award” <strong>del</strong> 2006, la classifica<br />
annuale in cui vengono nominati i<br />
migliori sindaci <strong>del</strong> mondo, Cohen<br />
è noto per le sue capacità nel gestire<br />
una città come Amsterdam, che con<br />
170 nazionalità diverse per 750 mila<br />
abitanti, è epicentro di una multicul-<br />
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New York<br />
Negli Usa una nuova scuola che di ebraico ha solo la lingua<br />
C’è una nuova scuola<br />
nella Grande mela. <strong>La</strong><br />
direttrice è afro-americana,<br />
gli studenti sono di tutti<br />
i colori e di tutte le religioni:<br />
neri, bianchi, asiatici, cristiani,<br />
musulmani ed ebrei. Le lezioni<br />
si svolgono in due lingue: l’inglese<br />
e l’ebraico. E’ la Hebrew<br />
<strong>La</strong>nguage Academy Charter<br />
School, che ha aperto i battenti<br />
a Brooklyn con l’inizio di questo anno scolastico.<br />
Fa parte di una serie di esperimenti di charter school –<br />
ossia scuole pubbliche finanziate dallo Stato, ma che godono<br />
<strong>del</strong>la stessa autonomia degli istituti privati – recentemente<br />
avviati nell’area di New York. Per legge le<br />
charter school non possono avere connotazioni religiose,<br />
visto che ricevono fondi statali. E infatti la Hebrew <strong>La</strong>nguage<br />
Academy non dedica alcuno spazio all’insegnamento<br />
<strong>del</strong>la cultura e <strong>del</strong>la religione ebraica. Semplicemente,<br />
come molte altre charter school, la scuola utilizza<br />
una seconda lingua, affiancata in tutto e per tutto all’in-<br />
turalità caratteristica di tutta l’Olanda.<br />
“Gli immigranti fanno da sempre<br />
parte di Amsterdam che era e rimane<br />
una città tollerante , – racconta<br />
il sindaco al Time – Qui gli ebrei non<br />
devono aver paura di camminare per<br />
le strade con la kippah, i marocchini<br />
possono trovare lavoro e gli omosessuali<br />
non sono insultati”.<br />
Di Aboutaleb invece dicono che è<br />
l’Obama di Rotterdam. Oggi è sindaco<br />
<strong>del</strong> più grande porto d’Europa,<br />
che nel 2020 sarà abitato per oltre<br />
la metà da cittadini di origine stra-<br />
niera. Come il suo collega e amico<br />
Cohen, Aboutaleb propone una politica<br />
<strong>del</strong> <strong>confronto</strong>. “Il mio compito<br />
è quello di costruire ponti”, racconta<br />
in un’intervista all’inglese Guardian.<br />
E aggiunge “Rotterdam si presta bene<br />
a questo scopo. Questa è la città<br />
dai grandi progetti dove il limite è<br />
il cielo, ma è anche un posto in cui<br />
povertà e miseria raggiungono livelli<br />
molto alti. Io dovrò essere il sindaco<br />
di tutti, <strong>del</strong> ricco uomo d’affari quanto<br />
<strong>del</strong> ragazzo <strong>del</strong> Suriname che cerca<br />
di tirare avanti sino alla fine <strong>del</strong><br />
mese”.<br />
Soprannominato Mr. Allochtoon,<br />
Signor Straniero, Aboutaleb è il simbolo<br />
<strong>del</strong>l’integrazione: nel 1976 lascia<br />
il Marocco con la famiglia e trent’anni<br />
dopo è il sindaco <strong>del</strong>la seconda<br />
città olandese. “Se riuscirò nel<br />
mio compito – dice – sarà un elemento<br />
chiave per persuadere le comunità<br />
di immigrati che qualsiasi<br />
posizione sociale è accessibile”. Insulti,<br />
intimidazioni, minacce di morte<br />
non hanno fermato né Cohen né<br />
Aboutaleb nel proseguire la loro politica<br />
per il consolidamento di una<br />
società multiculturale e tollerante.<br />
Non utopia ma pragmatismo: se si<br />
vogliono evitare nuove violenze,<br />
creare ponti è l’unica strada.<br />
Daniel Reichel<br />
glese: in questo caso, l’ebraico.<br />
Alcuni hanno contestato la<br />
decisione, sostenendo che una<br />
scuola in ebraico finirà per forza<br />
per promuovere i valori<br />
<strong>del</strong>l’ebraismo. Polemiche simili<br />
si erano verificate lo scorso<br />
anno, quand’è stata inaugurata<br />
una charter school che<br />
utilizza l’arabo come seconda<br />
lingua. E che non ha nulla a<br />
che fare con la religione musulmana, tanto che era stata<br />
dedicata al poeta cristiano libanese Khalil Gibran. Anche<br />
nel caso <strong>del</strong>la Hebrew Academy, il nome <strong>del</strong>la scuola<br />
parla chiaro: il termine “Hebrew” in inglese si riferisce<br />
alla lingua (l’aggettivo adatto alla religione sarebbe “Jewish”,<br />
ma noi in italiano non abbiamo questa distinzione).<br />
“Ogni opportunità di imparare una seconda lingua è un<br />
beneficio per gli studenti, che si tratti di ebraico o qualsiasi<br />
altra lingua poco importa”, commenta la direttrice Maureen<br />
Gonzalez-Campbell (nella foto). Che, per la cronaca,<br />
non parla l’ebraico.