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La sfida del confronto - Moked

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P34 CULTURA / ARTE / SPETTACOLO moked /דקומ<br />

ú– FUMETTO<br />

Maus ha cambiato il nostro sguardo<br />

Quattro matite per Art Spiegelman<br />

Èun autore cult, che ha stregato<br />

le due sponde <strong>del</strong>l’Atlantico.<br />

Ma soprattutto<br />

Art Spiegelman è un grande narratore<br />

di questo secolo. Con il suo capolavoro<br />

Maus, graphic novel ante<br />

litteram dedicata all’esperienza dei<br />

suoi genitori nei lager nazisti, ha raccontato<br />

gli orrori <strong>del</strong>l’Olocausto, e<br />

vinto il premio Pulitzer nel 1992.<br />

Con il più recente L’Ombra <strong>del</strong>le<br />

torri, ha ripercorso la<br />

tragedia <strong>del</strong>le Twin towers<br />

e l’aria cupa che si<br />

respirava dopo l’Undici<br />

Settembre. Con le sue<br />

numerose copertine <strong>del</strong><br />

New Yorker, ha tracciato<br />

molti affreschi <strong>del</strong>l’America<br />

contemporanea. Ogni<br />

volta raccontando la grande<br />

Storia attraverso le piccole<br />

storie, spesso autobiografiche:<br />

“All’inizio in molti hanno accolto<br />

con scetticismo la mia decisione di<br />

trattare dei temi simili con il linguaggio<br />

<strong>del</strong> fumetto”, racconta l’autore<br />

a “pagine ebraiche”. “A volte mi<br />

chiedevo persino se sarei stato preso<br />

sul serio. Ma poi quello che conta è<br />

che sapevo di meritarmi di essere<br />

preso sul serio, e questo mi bastava”.<br />

Sarà anche per questo che Spiegelman,<br />

disegnatore e autore newyorchese,<br />

gode di un enorme successo<br />

tra il pubblico italiano. Ed è per questo<br />

che il giornale <strong>del</strong>l’ebraismo italiano<br />

ha deciso di dedicargli un tributo<br />

d’eccezione: quattro tavole originali<br />

siglate da altrettanti grandi firme<br />

<strong>del</strong> fumetto italiano. Quando<br />

Spiegelman è stato a Milano per presentare<br />

una mostra di suoi lavori<br />

(schizzi preparatori, tavole a china<br />

e matita), tremila persone si sono<br />

accalcate per vederlo e oltre un centinaio<br />

<strong>del</strong>le sue opere, tra volumi e<br />

stampe, sono state vendute: “E non<br />

è stata una sorpresa”, commenta Cristina<br />

Taverna <strong>del</strong>la galleria d’arte<br />

Nuages, che ha organizzato la mostra.<br />

“Quando Spiegelman è venuto<br />

nel 2003 per presentare il suo volume<br />

‘Baci da New York’ è successa<br />

la stessa cosa. <strong>La</strong> sua intelligenza, il<br />

suo impegno, la sua onestà sono tutte<br />

cose che passano attraverso la sua<br />

arte”. E il pubblico italiano lo apprezza.<br />

Ma non è questa l’unica ragione<br />

che fa di Spiegelman un autore<br />

tanto apprezzato nel nostro Paese.<br />

“E’ un autore europeo tanto quanto<br />

è americano”, racconta la scrittrice<br />

e disegnatrice Cinzia Leone, autrice<br />

di Liberabile, storia di un uomo qualunque.<br />

“In fondo chi c’è di più europeo<br />

di un ebreo che vive a New<br />

York? Nella sua arte Spiegelman<br />

esprime una profondissima nostalgia<br />

per una Mitteleuropa ebraica che<br />

non esiste più”. E non si tratta solamente<br />

di Maus, precisa: “Prendiamo<br />

Wild party, con il suo tratto così raffinato<br />

e così retro’, che conserva bene<br />

la memoria <strong>del</strong>l’espressionismo tedesco”.<br />

L’autrice considera Spiegelman<br />

uno scrittore paragonabile a<br />

Philip Roth, altro premio Pulitzer<br />

molto amato in Italia:<br />

“Spiegelman è il grande<br />

cronista di un secolo.<br />

Racconta la Storia, prima<br />

attraverso la storia di suo<br />

padre, e poi con la sua.<br />

Ripercorre gli eventi più<br />

traumatici di questo secolo,<br />

la Shoah e l’Undici<br />

settembre, attraverso<br />

elementi autobiografici”. Proprio<br />

come Roth, “scatta una fotografia<br />

bruciante e polemica <strong>del</strong>la Storia”.<br />

Tra Spiegelman e Roth esiste però<br />

una differenza: quest’ultimo utilizza<br />

un solo linguaggio, mentre Spiegelman<br />

ne utilizza due contemporaneamente,<br />

la scrittura e il disegno. “Per<br />

esperienza, posso dire che scrivere e<br />

disegnare è molto più difficile che<br />

scrivere e basta”, conclude Leone.<br />

<strong>La</strong> potenza <strong>del</strong>l’opera di Spiegelman<br />

ruota attorno al concetto di Memoria<br />

e all’immediatezza <strong>del</strong> linguaggio,<br />

dice Fulvia Serra, la storica direttrice<br />

Ritratto<br />

di Will Eisner,<br />

che inventò<br />

il graphic novel<br />

Il dibbuk e l’arte<br />

<strong>del</strong>la manutenzione<br />

<strong>del</strong>la motocicletta<br />

ú–– Andrea Grilli<br />

u PAOLO BACILIERI<br />

I suoi primi lavori a fumetti risalgono al 1982. Tra le sue opere principali, ricordiamo<br />

Durasagra-Venezia über alles, The Supermaso attitude, Napoleone,<br />

Jan Dix, il ciclo di avventure di Zeno Porno e Canzoni in A4.<br />

Non è facile raccontare un autore considerato, a ragione,<br />

il maestro da moltissimi fumettisti. Will Eisner<br />

ha attraversato dal 1937 al 2005 la storia <strong>del</strong> fumetto,<br />

intervenendo più volte con soluzioni innovative, geniali che<br />

hanno fatto esplodere l’emozione dei lettori, ispirato futuri<br />

fumettisti, educato milioni di americani e formato migliaia di<br />

soldati.<br />

William Eisner nasce nel 1917 a Brooklyn, New York, da una<br />

famiglia di ebrei emigranti. Nel 1937, dopo aver scambiato<br />

www.moked.it<br />

di Linus, la prima a pubblicare Maus<br />

in Italia, nel lontano 1983. “Appena<br />

mi presentarono l’opera capii subito<br />

che si trattava di un romanzo vero<br />

e proprio, di altissimo spessore, anche<br />

se allora il concetto di graphic<br />

novel non esisteva”, racconta. Infatti<br />

Maus fu pubblicato su Linus a puntate,<br />

proprio come i romanzi di appendice<br />

nell’Ottocento, e così come<br />

l’autore lo pubblicò per la prima volta<br />

negli Stati Uniti con la rivista<br />

d’avanguardia Raw.<br />

óúúúó<br />

“Rimasi immediatamente colpita dalla<br />

sua capacità straordinaria di raccontare<br />

una storia vera, con tutte le<br />

storie dolenti che si celano dietro, il<br />

suo utilizzo degli animali per creare<br />

una simbologia profondamente<br />

umana”, ricorda Serra. “Mi sono resa<br />

conto che Maus era il diario di<br />

un’esperienza traumatica, un doloroso<br />

scavare nel passato, tanto che<br />

l’autore dovette ricorrere a uno psicanalista”,<br />

prosegue. “Quello che ne<br />

emerge è una Memoria profonda,<br />

ripiegata, accartocciata, che poi riemerge<br />

all’improvviso. Una concetto<br />

molto ebraico <strong>del</strong>la Memoria, che<br />

si può riassumere in una domanda.<br />

Nel chiedersi il perché”.<br />

a.m.<br />

due chiacchiere con il compagno di scuola<br />

Bob Kane (che sarà uno dei creatori di<br />

Batman), entra a lavorare nella rivista<br />

Wow Magazine. Lì conosce Jerry Iger,<br />

con cui nel 1937 fonda lo studio Eisner<br />

& Iger. Da quell’anno inizia l’avventura<br />

professionale di Eisner che lo porterà<br />

nel 1940 a fondare uno studio proprio<br />

e creare il personaggio “The spirit”, una<br />

specie di dibbuk, anche se l’eroe è vivo,<br />

nei panni di Danny Colt.<br />

The spirit diventa la serie più famosa<br />

di quegli anni a tal punto che quando l’autore viene chiamato<br />

per il servizio militare, seguirà lo stesso la produzione <strong>del</strong>la<br />

serie dalle varie basi militare dove viene trasferito. In realtà<br />

Eisner ha l’occasione di avviare una nuova attività creativa<br />

che porterà avanti fino al 1972. In quegli emerge la necessità<br />

di produrre materiale per insegnare la manutenzione dei nuovi<br />

mezzi motorizzati <strong>del</strong>l’esercito statunitense.<br />

Così nasce Army motors durante la Seconda guerra mondiale,<br />

seguito da P.S. Magazine durante le guerre <strong>del</strong>la Corea e <strong>del</strong><br />

Vietnam. L’autore di Brooklyn gira tra le truppe per imparare<br />

come si “arrangiano” nel mantenere i mezzi, ma nello stesso<br />

tempo spiega anche le indicazioni ufficiali per la manutenzione.<br />

L’innovazione fu tale che furono fatte <strong>del</strong>le ricerche per verificare<br />

l’efficacia <strong>del</strong>la proposta editoriale/educativa di Eisner,<br />

e i classici manuali pieni zeppi di spiegazioni, indicazioni, frasi

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