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La sfida del confronto - Moked

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P38<br />

Riccardo Calimani, lei ha dedicato<br />

gran parte dei suoi studi al mondo<br />

ebraico. Cosa prova a presiedere il<br />

Consiglio di amministrazione di un<br />

ente che ha la grande responsabilità<br />

di realizzare un museo che racconti<br />

approfonditamente la storia degli<br />

ebrei italiani?<br />

Un grande orgoglio, penso sia naturale.<br />

Ma tale orgoglio sarà realmente<br />

giustificato solo se riuscirò a<br />

trasmettere agli ebrei italiani questo<br />

messaggio: il museo è una <strong>sfida</strong> molto<br />

importante per tutti noi, da affrontare<br />

e vincere assieme. Penso infatti<br />

a questa iniziativa come a un<br />

laboratorio culturale dinamico, aperto<br />

a chiunque voglia dare il proprio<br />

contributo. Per questo spero in una<br />

grande partecipazione degli ebrei<br />

italiani, sia come singoli sia attraverso<br />

le Comunità presenti sul territorio.<br />

È una straordinaria opportunità<br />

da cogliere al volo, senza esitazioni<br />

e tentennamenti. Un lavoro ben fatto<br />

potrà accrescere ancora di più l’interesse<br />

che già circonda questa straordinaria<br />

minoranza culturale e religiosa,<br />

da duemiladuecento anni in<br />

Italia. Siamo arrivati in questo paese<br />

con oltre due secoli di anticipo rispetto<br />

ai cristiani e siamo ancora qui,<br />

apprezzati e stimati da buona parte<br />

<strong>del</strong>la popolazione.<br />

Vogliamo raccontare la nostra storia,<br />

lunga e ricca di significati. E per farlo<br />

al meglio abbiamo bisogno <strong>del</strong>la<br />

<strong>del</strong>l’aiuto di tutti.<br />

<strong>La</strong> storia degli ebrei italiani è fatta<br />

di momenti belli e, molto spesso, di<br />

periodi difficili. Parlando di questi<br />

ultimi, quanta parte <strong>del</strong> racconto<br />

museale sarà riservata alla Shoah?<br />

Vi dedicheremo uno spazio importante,<br />

senza però focalizzarci esclusivamente<br />

su quel buio momento<br />

storico. Le leggi razziali e le persecuzioni<br />

nazifasciste, pur nella loro<br />

immensa tragicità, rappresentano infatti<br />

un fenomeno piuttosto ristretto<br />

temporalmente.<br />

L’obiettivo che ci siamo prefissi, invece,<br />

è quello di abbracciare oltre<br />

due millenni di storia.<br />

Il museo sorgerà al posto <strong>del</strong>l’ex carcere<br />

di via Piangipane, un edificio<br />

per lungo tempo abbandonato.<br />

Quando inizieranno i lavori di riqualificazione<br />

<strong>del</strong>l’area?<br />

Entro la fine <strong>del</strong> mese lanceremo il<br />

bando per il restauro <strong>del</strong> sito. Per il<br />

momento stiamo andando avanti<br />

con la fase progettuale. Il Consiglio<br />

di amministrazione, composto da<br />

IDENTITÀ E MEMORIA<br />

Nato a Venezia nel 1946, Riccardo Calimani ha dedicato numerosi lavori alla storia <strong>del</strong>l’ebraismo italiano ed europeo.<br />

<strong>La</strong>ureato in ingegneria elettronica a Padova e in filosofia <strong>del</strong>la scienza all’università di Venezia, Calimani è stato responsabile<br />

<strong>del</strong> settore programmi televisivi <strong>del</strong>la sede regionale Rai veneta che ha diretto dal ‘94 al ‘98. Tra i suoi<br />

libri, quasi tutti editi da Mondadori, si ricordano il Dialogo sull’ebraismo; I destini e le avventure <strong>del</strong>l’intellettuale<br />

ebreo; Gesù ebreo; Storia <strong>del</strong> ghetto di Venezia; Ebrei e pregiudizio; Storia <strong>del</strong>l’ebreo errante; Ebrei eterni inquieti. A<br />

coronare questo appassionato impegno in campo ebraico, nel gennaio <strong>del</strong>lo scorso anno, la nomina a presidente <strong>del</strong>la<br />

Fondazione per il Museo <strong>del</strong>l’ebraismo e <strong>del</strong>la Shoah.<br />

Così a Ferrara troverà voce e racconto<br />

la millenaria cultura degli ebrei italiani<br />

elementi di spicco <strong>del</strong> mondo ebraico<br />

italiano (tra cui Renzo Gattegna,<br />

presidente <strong>del</strong>l’Unione <strong>del</strong>le Comunità<br />

Ebraiche Italiane), si sta riunendo<br />

a cadenze regolari, <strong>del</strong>iberando<br />

sui diversi ordini <strong>del</strong> giorno. In parallelo<br />

all’operato <strong>del</strong> Cda, procede<br />

l’importante lavoro svolto dal Comitato<br />

scientifico, organismo di cui<br />

fanno parte ottimi elementi, che ha<br />

lavorato e lavora tuttora al progetto<br />

da portare in Soprintendenza.<br />

Un carcere che diventa un museo.<br />

E’ una trasformazione curiosa.<br />

Non c’è una motivazione particolare<br />

L’ex carcere giudiziario di via Piangipane a Ferrara,<br />

dove vedrà la luce il Museo nazionale <strong>del</strong>l’ebraismo<br />

italiano e <strong>del</strong>la Shoah, risale al 1912.<br />

In quest’enorme struttura di 13 mila metri quadri<br />

furono incarcerati antifascisti ed ebrei. Fra<br />

i detenuti, nel 1943, anche lo scrittore Giorgio<br />

Bassani. In questa sede emblematica il Museo,<br />

istituito nel 2003, diverrà il luogo privilegiato<br />

in cui conoscere la storia, il pensiero e la cultura<br />

<strong>del</strong>l’ebraismo italiano. Una sezione sarà dedicata<br />

alle testimonianze <strong>del</strong>la Shoah in Italia. <strong>La</strong> Fondazione<br />

che lo gestirà vede in campo il ministero<br />

www.moked.it<br />

Riccardo Calimani, tra i più noti scrittori e<br />

storici <strong>del</strong>l’ebraismo italiano ed europeo,<br />

non ha bisogno di grandi presentazioni.<br />

Molti dei suoi scritti hanno avuto e continuano<br />

ad avere ampio riscontro. Vicepresidente<br />

<strong>del</strong>la Comunità ebraica di Venezia e<br />

ambasciatore onorario di Svizzera nella Serenissima,<br />

Calimani ricopre oggi l’importante<br />

incarico di presidente <strong>del</strong>la<br />

Fondazione Museo nazionale <strong>del</strong>l’ebraismo<br />

italiano e <strong>del</strong>la Shoah di Ferrara. Un progetto<br />

di grande portata e rilevanza che va<br />

prendendo corpo proprio in questi mesi e,<br />

secondo le previsioni, è destinato a divenire<br />

realtà nel 2011.<br />

alla base <strong>del</strong>la scelta di questo luogo.<br />

Si tratta di un’area dismessa, molto<br />

vasta e dal grande potenziale, che lo<br />

Stato e gli enti locali avevano intenzione<br />

di riqualificare. Impossibile,<br />

comunque, non notare la forte simbolicità<br />

di una metamorfosi di questo<br />

genere. Un carcere, ove tra l’altro<br />

molti ebrei ed antifascisti furono rinchiusi<br />

durante la seconda guerra<br />

mondiale, che diventa “anticarcere”.<br />

Da luogo di segregazione e oppressione<br />

a simbolo di libertà.<br />

Perché è stata scelta Ferrara per<br />

ospitare questa importantissima ini-<br />

In via Piangipane, nel carcere dove fu recluso Bassani<br />

per i Beni e le attività culturali, il Comune di<br />

Ferrara, il Centro di documentazione ebraica<br />

contemporanea e l’UCEI. Del Cda, presieduto da<br />

Riccardo Calimani, fanno parte Cesare De Seta,<br />

Bruno De Santis, Renzo Gattegna, Gad Lerner,<br />

Saul Meghnagi, Antonio Paolucci, Paolo Ravenna,<br />

Michele Sacerdoti. Il Museo può contare su uno<br />

stanziamento iniziale di 15 milioni di euro più<br />

un milione annuo per il funzionamento. L’apertura<br />

è prevista per il 2011 in concomitanza con<br />

le celebrazioni per i 150 anni <strong>del</strong>l’unificazione<br />

d’Italia.<br />

ziativa?<br />

E’ una città che ha il grande vantaggio<br />

di trovarsi in una posizione baricentrica,<br />

che la rende facilmente<br />

raggiungibile dalle principali città<br />

<strong>del</strong>l’Italia centrale e settentrionale,<br />

luoghi dove l’interesse verso l’ebraismo<br />

è molto forte. Non bisogna dimenticare,<br />

poi, che a Ferrara il grande<br />

scrittore Giorgio Bassani trascorse<br />

l’infanzia e ambientò “Il Giardino<br />

dei Finzi Contini”, la sua opera più<br />

celebre ed amata. Una grande spinta<br />

affinchè il museo venisse realizzato<br />

nella città estense, inoltre, l’ha data<br />

Vittorio Sgarbi, fino a non molto<br />

tempo fa sottosegretario ai Beni culturali.<br />

Un ferrarese doc cui stava<br />

molto a cuore che questo progetto<br />

potesse trovare applicazione concreta<br />

nella sua città natale.<br />

Quanti visitatori annui vi aspettate?<br />

Non sono in grado di effettuare <strong>del</strong>le<br />

previsioni definitive, almeno per il<br />

momento. Naturalmente ci aspettiamo<br />

risultati molto significativi, tenendo<br />

conto che l’interesse <strong>del</strong> mondo<br />

esterno nei nostri confronti è forte<br />

e crescente.<br />

Accanto al nuovo museo sono in<br />

cantiere altre iniziative e manifestazioni<br />

per soddisfare questo interesse?<br />

Uno dei progetti più significativi cui<br />

stiamo lavorando è una manifestazione<br />

dedicata al rapporto speciale<br />

che gli ebrei hanno con i libri. Una<br />

full immersion alla scoperta <strong>del</strong> “popolo<br />

<strong>del</strong> libro”, <strong>del</strong>la durata di una<br />

settimana, dieci giorni al massimo.<br />

L’iniziativa avrà luogo a Ferrara?<br />

Sì, anche se ovviamente non avrebbe<br />

senso limitarci l’orizzonte. Se anche<br />

altre città italiane fossero interessate<br />

a collaborare con noi, ne saremmo<br />

ben lieti. Vorrei però aggiungere un<br />

dato. Per trent’anni ho segnalato e<br />

recensito testi scritti da ebrei italiani<br />

su Shalom, il mensile <strong>del</strong>la comunità<br />

ebraica di Roma. I libri di cui ho parlato<br />

sono molte centinaia, se non<br />

migliaia. Un fatto straordinario, se<br />

pensiamo alla esiguità numerica, almeno<br />

in Italia, di questa acculturata<br />

minoranza. Pochi ma buoni, è proprio<br />

il caso di dirlo.<br />

Adam Smulevich

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