concorso svolto lo scorso anno sulle fiabe - Benvenuti nel sito dei ...
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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “IL TESSITORE”<br />
Via <strong>dei</strong> Boldù, SCHIO<br />
in ogni regione, ma i veneti le conoscono meglio fin dall’antichità. Nella letteratura il primo<br />
riferimento <strong>sulle</strong> Anguane si trova <strong>nel</strong> “De Jerusalem Celesti” di Frate Giacomino da Verona,<br />
vissuto <strong>nel</strong> XIII seco<strong>lo</strong>. Anguana madre, scrittrice che recentemente ha composto un libro intitolato<br />
“Storie di Anguane”, sostiene che “se ci credi le vedi”. Significa che, tu ci creda o no, f<strong>anno</strong> parte<br />
della nostra storia, della nostra identità, delle nostre radici. Sono state cantate dai Crodaioli ne “<br />
La contrà de l’acqua ciara” e da Patrizia Laquidara su testi e poesie di Enio Sartori ne “Il canto<br />
dell’anguana”. Di recente pubblicazione è il libro di Umberto Matino “ L'ultima Anguana”, un<br />
triller ambientato <strong>nel</strong>la zona di Posina.<br />
Per vederle si raccontava che bisogna recarsi al ponte, vicino al cimitero di Ma<strong>lo</strong> con un cappio<br />
di corda al col<strong>lo</strong> e una forca in mano. Vivono in grotte e boschi sempre vicino a fiumi o<br />
ruscelli;sono considerate protettrici delle acque. Nella provincia di Vicenza ci sono alcuni luoghi,<br />
in cui si pensava abitassero anguane:<br />
- Montagna Spaccata di Recoaro: aggressive e perico<strong>lo</strong>se. Cavalcano selvaggi destrieri neri e<br />
sono vestite di nero, per questo sono definite anguane nere. Seducono i ragazzi e spesso li<br />
rapiscono. Talvolta, addirittura, per nutrirsi del <strong>lo</strong>ro sangue.<br />
- Crespadoro e Valle dell’Agno: battevano il candido bucato dalle trame e ricami preziosi. I <strong>lo</strong>ro<br />
canti si udivano con chiarezza a Castelvecchio, in contrà Visonà. Per stenderli ad asciugare<br />
usavano fili fatati lunghi da una valle all’altra a Dur<strong>lo</strong>, Crespadoro, Quargnenta.<br />
- Alto Vicentino: risalgono il monte alla sera sotto forma di serpenti e trascorrono la notte tra<br />
fuochi e danze. Il Monte Summano è un luogo sacro alle anguane che qui si ritrovano due volte<br />
l’<strong>anno</strong> per un raduno che richiama clan da tutto il nord-est Italia. La tradizione narra che <strong>nel</strong><br />
Buso della Rana siano state segregate le anguane dopo il Concilio di Trento (<strong>anno</strong> 1563). Qui<br />
lavano, danzano e cantano continuando ad ammaliare gli uomini che si avvicinano alla cavità.<br />
- Colli Berici (Grotte di Lunigano): sono belle e affascinanti, piccoline, bionde, con la pelle<br />
chiara e gli occhi verdi. Dietro un’apparente innocenza nascondono l’aggressività e la scaltrezza<br />
delle gatte selvatiche. Prevedono il futuro con i tarocchi, la sfera di cristal<strong>lo</strong> e le antiche rune.<br />
- Astico (il Gorgo delle Anguane): si racconta che siano<br />
caduti in acqua molti giovani mentre cercavano di<br />
avvicinarsi a <strong>lo</strong>ro, intente a danzare e cantare sotto la<br />
cascata.<br />
- Brenta: la comunità, numerosa, pare fosse insediata <strong>nel</strong>le<br />
grotte di Oliero. sono bianche, eteree e portatrici del bene in<br />
contrapposizione alle anguane nere di Recoaro.<br />
- Altopiano di Asiago: donavano a chi portava <strong>lo</strong>ro rispetto<br />
una conocchia di lino e un fuso di lana inesauribili, con<br />
l’obbligo però di filar<strong>lo</strong> ogni giorno, senza sosta, pena la<br />
perdita dell’intero lavoro.<br />
- Grotta vicino a Contra’ Corbara a Schio ( Buso delle<br />
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