Il ritorno della memoria - La Provincia di Sondrio
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Abbiamo usato la metafora <strong>della</strong> quercia sra<strong>di</strong>cata e dei fiori recisi<br />
per introdurre questo percorso nella <strong>memoria</strong>.<br />
Sapevamo molto poco delle foibe e dell‟esodo giuliano-dalmata,<br />
anche se alcuni <strong>di</strong> noi hanno vissuto questa esperienza in famiglia.<br />
Quando i nostri insegnanti e il nipote <strong>di</strong> una vittima <strong>della</strong> persecuzione<br />
titina ci hanno raccontato questa storia abbiamo compreso che <strong>di</strong><br />
fronte ad atti tanto gravi la coscienza non poteva tacere.<br />
Di qui l‟idea <strong>di</strong> costruire un viaggio <strong>di</strong> <strong>ritorno</strong> in quelle terre.<br />
E‟ un viaggio nella <strong>memoria</strong>, un viaggio <strong>di</strong> valore civile.<br />
Per altro, il viaggio fisico, se osserviamo le interviste condotte da<br />
Michela Sterpini ad un gruppo <strong>di</strong> esuli, non potrebbe sopperire alla<br />
lontananza da quelle terre.<br />
Riportiamo alcune risposte: “Non torno perché nelle mie vecchie terre<br />
hanno rovinato tutto” oppure “Non sono tornato per non essere deluso<br />
dalla Pola che c‟è adesso”. „Questi ultimi, come fa notare la stu<strong>di</strong>osa,<br />
non sono tornati per paura <strong>di</strong> essere scippati dell‟unica forma <strong>di</strong><br />
contatto con la loro vita prima dell‟esodo: ovvero il ricordo.‟ 1<br />
Noi vorremmo tentare <strong>di</strong> ricostruire il ricordo, <strong>di</strong> stamparlo, imprimerlo e<br />
<strong>di</strong>segnarlo su queste pagine. Perché la <strong>memoria</strong> è una missione. E‟una<br />
necessità civile.<br />
Migliaia <strong>di</strong> uomini, donne, bambini, anziani furono costretti ad<br />
abbandonare tutto, a ricostruirsi una vita partendo dal nulla. <strong>Il</strong> loro<br />
passato fu cancellato e rimase solo nella loro <strong>memoria</strong>.<br />
Sergio e Flavio, protagonisti dell‟ultimo romanzo <strong>di</strong> Stefano Zecchi,<br />
abbandonano la loro amata Pola una notte e giungono in Italia<br />
accolti come stranieri, non come compatrioti quali effettivamente essi<br />
erano 2. Non come fratelli a cui porgere aiuto, conforto e sostegno.<br />
1 M. Sterpini, Un’identità tra passato, presente e futuro, in Esuli in Italia, ISIG E ANVGD, pp. 59- 75.<br />
2 S. Zecchi, Quando ci batteva forte il cuore, Mondadori, Milano, 2010<br />
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