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Cantieri edili e investimenti per due miliardi di franchi

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@ www.museo-cantonale-arte.ch<br />

www.bissier.org<br />

INTROSPEZIONE<br />

Partito da una pittura <strong>di</strong> freddo<br />

realismo, Bissier<br />

se ne allontanò insod<strong>di</strong>sfatto<br />

<strong>per</strong> cercare - influenzato<br />

in questo dall’astrazione e dalla<br />

cultura orientale - un’arte<br />

introspettiva e <strong>di</strong> spiritualità.<br />

MEMORIA<br />

Le forme si librano in una zona<br />

interme<strong>di</strong>a tra figurazione<br />

e astrazione: mantengono<br />

memoria <strong>di</strong> oggetti o frutti,<br />

ma si librano in uno spazio<br />

fluttuante senza più profon<strong>di</strong>tà<br />

o rapporti scalari.<br />

N<br />

<strong>di</strong> CLAUDIO GUARDA<br />

el solco <strong>di</strong> una continuità <strong>di</strong><br />

indagine sugli artisti che<br />

o<strong>per</strong>arono in Ticino, il Museo<br />

Cantonale d’Arte presenta<br />

un’affascinante mostra sulla delicatissima<br />

arte <strong>di</strong> Julius Bissier: piccole<br />

icone <strong>di</strong> una rinnovata spiritualità.<br />

Nato nel 1893 a Friburgo, in<br />

Brisgovia, nel ‘29 è già <strong>di</strong>rettore dei<br />

corsi <strong>di</strong> pittura presso l’Università<br />

della sua città natale, posto che dovrà<br />

<strong>per</strong>ò lasciare nel ‘33 a seguito<br />

della condanna nazista sull’“arte<br />

degenerata”. Il suo legame con il Ticino<br />

data dal ‘57, anno del suo<br />

primo soggiorno in cui stringe<br />

amicizia con Jean Arp; vi ritornerà<br />

poi tutti gli anni, finché nel 1961<br />

non deciderà <strong>di</strong> stabilirsi ad<br />

Ascona, dove resterà fino alla sua<br />

morte (1965) e dove tuttora c’è l’Archivio<br />

Bissier.<br />

Nonostante i vari linguaggi che<br />

l’o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> Bisssier ha accostato negli<br />

anni, soprattutto nei primi<br />

quin<strong>di</strong>ci, a caratterizzarla in profondo<br />

è la ricerca <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione<br />

spirituale dell’essere, e<br />

CULTURA<br />

Da Friburgo ad Ascona l’arte delicata <strong>di</strong> Julius Bissier<br />

Piccole icone<br />

<strong>di</strong> spiritualità<br />

LA MOSTRA<br />

Julius Bissier pittore del Metafisico<br />

Museo Cantonale d’Arte, Lugano<br />

Fino al 14 giugno<br />

Monti 14.6.60<br />

1960<br />

tem<strong>per</strong>a a olio<br />

e uovo su cotone,<br />

19,7 x 25,4 cm<br />

quin<strong>di</strong> anche dell’arte, da non<br />

identificarsi con una concezione<br />

dogmatica o ecclesiale, ma come<br />

inalienabile <strong>di</strong>mensione dello spirito,<br />

come bisogno <strong>di</strong> trascendenza,<br />

oltre le parvenze e le contingenze<br />

delle cose. Per fare questo<br />

egli va spogliando la sua pittura sia<br />

dalla seduzione del colore che<br />

dalla rappresentazione, <strong>per</strong> andare<br />

sempre <strong>di</strong> più verso un’arte essenziale,<br />

quasi astratta, fatta <strong>di</strong> concentrazione<br />

spirituale e <strong>di</strong> riduzione<br />

formale estrema: il bianco e<br />

nero, fino alla momentaneità rapi-<br />

PERCEZIONE<br />

Le poche cose colte<br />

in progressiva riduzione<br />

cromatica danno la <strong>per</strong>cezione<br />

<strong>di</strong> un loro silenzioso <strong>per</strong>dersi<br />

in profon<strong>di</strong>tà, si <strong>di</strong>rebbe<br />

tendano alla evanescenza<br />

e alla smaterializzazione.<br />

CONTROLUCE<br />

Cose terrene, ma anche<br />

simboli, grafie arcaiche e<br />

astratte, trasparenze sollecitano<br />

ad andare oltre il visibile: a<br />

leggere il mondo in controluce,<br />

a coglierne intuitivamente<br />

il portato inesprimibile.<br />

nosa del gesto-segno Zen. Felicissimi<br />

in questo senso, gli accostamenti<br />

fatti in mostra tra o<strong>per</strong>e <strong>di</strong>stanti<br />

anche un decennio e oltre: a<br />

<strong>di</strong>mostrazione della loro sotterranea<br />

continuità.<br />

È una via <strong>di</strong> spoliazione e <strong>di</strong> rinuncia<br />

al canto della bella pittura, ma<br />

in funzione <strong>di</strong> che? Senz’ombra <strong>di</strong><br />

dubbio la sua stagione più misteriosa,<br />

affascinante ed enigmatica è<br />

quella dei suoi ultimi anni, dove<br />

forse è tutto il senso della vita che<br />

si condensa in immagini rarefatte<br />

e silenti, fuori dal tempo e dallo<br />

spazio. Poche macchie <strong>di</strong> colore si<br />

accampano fluttuando sulla tela,<br />

talvolta portando ancor viva la memoria<br />

<strong>di</strong> un oggetto: una brocca,<br />

un vaso, un monte, un frutto, una<br />

luna, frecce, lettere alfabetiche,<br />

strane grafie. Sono le poche cose<br />

che costituiscono il re<strong>per</strong>torio linguistico-formale<br />

della pittura <strong>di</strong><br />

Bissier. La quale, alla fine, si arresta<br />

come in bilico tra questo e un<br />

altro mondo remoto, lasciandoci<br />

sulla soglia <strong>di</strong> un oltre, carico <strong>di</strong><br />

inesprimibili possibili attese.<br />

PAGINE D’OGGI<br />

IL CAFFÈ 3 maggio 2009<br />

45<br />

<strong>di</strong> MARCO BAZZI<br />

GLI HOOLIGANS,<br />

IL CALCIO E IL MARABÙ<br />

zero!” ha proclamato il presidente del Football<br />

club Locarno Stefano Gilar<strong>di</strong> dopo i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni dello<br />

“Tolleranza<br />

scorso fine settimana allo Sta<strong>di</strong>o del Lido in occasione<br />

della partita col Servette.<br />

Tolleranza Zero è il titolo <strong>di</strong> un romanzo <strong>di</strong> Irvin Welsh, l’autore<br />

<strong>di</strong> Trainspotting e Il lercio. Un romanzo visionario e psichedelico<br />

che parla anche <strong>di</strong> hooligans. Della violenza che si scatena attorno<br />

allo spettacolo del calcio, che <strong>di</strong>venta pretesto, e che genera<br />

altra violenza. Anche carnale, quando il branco impazzisce.<br />

Protagonista del romanzo <strong>di</strong> Welsh è Roy Strang, un ragazzo <strong>di</strong><br />

E<strong>di</strong>mburgo che da <strong>due</strong> anni vive in stato <strong>di</strong><br />

coma vegetativo all’ospedale. La coscienza<br />

<strong>di</strong> Roy è vigile: sente tutto ciò che accade attorno<br />

a lui, nella sua stanza. Compresa la<br />

musica dei film <strong>di</strong> James Bond che i suoi genitori<br />

gli fanno ascoltare <strong>per</strong> tentare <strong>di</strong> risvegliarlo.<br />

Ma Roy preferisce restarsene chiuso nel<br />

coma, dove espia il suo peccato. Entrato a far<br />

parte <strong>di</strong> una banda <strong>di</strong> hooligans, Roy partecipa<br />

a uno stupro <strong>di</strong> gruppo e <strong>per</strong> riscattarsi<br />

dall’o<strong>di</strong>oso delitto si chiude nel coma profondo,<br />

dove ingaggia un’immaginaria caccia<br />

al marabù.<br />

“Il marabù è un uccello predatore. Il marabù è anche un uccello<br />

spazzino. Queste caratteristiche lo rendono o<strong>di</strong>ato e <strong>di</strong>sprezzato<br />

dagli esseri umani”.<br />

Il marabù è <strong>per</strong> Roy il simbolo del male. Se lo ucciderà, ucciderà<br />

il male che lo affligge e lo tormenta.<br />

Dopo lo stupro, girando <strong>per</strong> la città, aveva visto degli strani cartelloni:<br />

“Mentre camminavo <strong>per</strong> Princess Street la mia attenzione<br />

fu attirata da una serie <strong>di</strong> manifesti neri con sopra una<br />

enorme Z bianca. Erano appesi a dei tabelloni sul lato dei giar<strong>di</strong>ni.<br />

Sul primo c’era scritto: Tolleranza Zero Z nessun uomo ha<br />

il <strong>di</strong>ritto”.<br />

Era una campagna contro lo stupro. Tolleranza Zero… Alcune<br />

pagine del romanzo raccontano scene <strong>di</strong> hooliganismo. E descrivono<br />

la filosofia del fenomeno. Cosa c’entra la violenza col<br />

calcio?. Welsh ce lo racconta così: “Be’, si converrà che non vadano<br />

in merda con qualunque stronzo gli capiterà in finale. La<br />

vincente è qualificata in automatico <strong>per</strong> l’Europa, ci siamo capiti.<br />

È la grande occasione <strong>per</strong> piantare un po’ <strong>di</strong> bordello come<br />

Cristo comanda, sul continente. Questo qua è un merdoso spettacolo<br />

che si merita <strong>di</strong> andare in turnè… cazzo, sarà da sballo<br />

veramente”.<br />

Tutti vogliono il bene del pianeta. Ecco <strong>per</strong>ché Honda ha creato Insight, la prima ibrida<br />

accessibile a tutti. Insight Hybrid emette solo 101 g/km <strong>di</strong> CO 2 e consuma 4,4 litri <strong>di</strong> benzina <strong>per</strong> 100 km.<br />

E il suo sistema ECO Assist vi aiuta ad adottare uno stile <strong>di</strong> guida ecologico.<br />

*Insight Hybrid 1.3i Comfort. Consumo misto (692/2008/EC): 4,4 l/100 km. Emissioni <strong>di</strong> CO 2 (ciclo misto): 101 g/km. Categoria <strong>di</strong> efficienza energetica: A. (Ill.: Insight Elegance.) www.honda.ch

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