MemOria_febbraio_2013 - Diocesi di Oria
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il proprio mondo interiore a partire da un centro che<br />
illumina e da senso ad ogni nostra scelta e azione. E solo<br />
chi ha un mondo interiore (fatto <strong>di</strong> valori soli<strong>di</strong>) può<br />
portare un altro dentro <strong>di</strong> sé per amarlo e custo<strong>di</strong>rlo.<br />
Non identità chiuse, rigide, ma aperte alla <strong>di</strong>ff erenza,<br />
identità ospitali, capaci <strong>di</strong> farsi carico <strong>di</strong> altre identità.<br />
Identità è anche capacità <strong>di</strong> saper stare da soli, pagare <strong>di</strong><br />
persona il prezzo delle proprie scelte. Solo chi sa stare da<br />
solo con se stesso saprà stare con gli altri. E non si sta con<br />
gli altri per fuggire dalla propria solitu<strong>di</strong>ne. Pensiamo ad<br />
es. a quanta solitu<strong>di</strong>ne ci può essere in una coppia. Per<br />
noi cristiani l’identità ha un fondamento in più: signifi ca<br />
imparare a guardarsi e conoscersi come mi guarda e mi<br />
conosce Dio: “Signore tu mi scruti e mi conosci” (Sal<br />
139).<br />
Nel contesto <strong>di</strong> questa crisi <strong>di</strong> identità suggerisco un<br />
percorso educativo incentrato su tre verbi: CERCARSI,<br />
TROVARSI E DONARSI.<br />
Il primo verbo è CERCARSI. Oggi l’uomo o non si<br />
cerca o si cerca su vie sbagliate. Ad un uomo che non si<br />
cerca noi cristiani dobbiamo in primo luogo educare a<br />
cercare. Perché nel mentre si cerca l’uomo possa scoprire<br />
che egli è cercato da un altro, che in Cristo ha preso un<br />
nome e un volto. Ecco il cammino educativo: solo se cerco<br />
me stesso scopro che sono cercato da Dio. E così l’uomo<br />
scopre <strong>di</strong> essere allo stesso tempo cercante e cercato:<br />
anzi doppiamente cercato e cercante. Ma per cercare<br />
ognuno <strong>di</strong> noi deve rientrare in se stesso (parabola del<br />
fi gliol pro<strong>di</strong>go e monito <strong>di</strong> S. Agostino). E per rientrare<br />
in se stesso deve essere guidato a farlo. Ecco il ruolo<br />
dell’educatore che deve fare maieutica<br />
Il secondo verbo è TROVARSI. Trovarsi è riconoscersi<br />
e accettarsi, riconciliarsi con la propria fragilità, con la<br />
propria ombra, anche con il proprio peccato;<br />
Il terzo verbo è DONARSI. Infatti non ci si trova per<br />
tenersi tutto per sé. L’uomo non è fatto per essere solo, ma<br />
è fatto per un altro, perché è un essere in relazione. Se io<br />
mi tengo per me, ciò che ho trovato muore e ammuffi sce.<br />
Se invece ciò che ho trovato lo metto in circolo esso si<br />
moltiplica. È questo il senso pedagogico della frase<br />
evangelica: “Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma<br />
chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà”<br />
(Mt 16, 25). L’unico modo per non fare morire la vita<br />
ritrovata è donarla.<br />
SPECIALE<br />
k) Le sfi de della società tecnologica e virtuale<br />
Oggi assistiamo alla morte del mondo reale 7 e all’avvento<br />
de cyberspazio. Non si tratta <strong>di</strong> criminalizzare i nuovi<br />
me<strong>di</strong>a, ma anzitutto <strong>di</strong> capire gli eff etti che essi possono<br />
provocare a <strong>di</strong>verso livello (cognitivo., aff ettivo, sociale e<br />
relazionale), allo scopo <strong>di</strong> educare adulti e giovani ad un<br />
uso critico degli stessi. Molte metafore evangeliche oggi<br />
sono categorie me<strong>di</strong>atiche (pensiamo al concetto <strong>di</strong> rete,<br />
all’idea del navigare). Certo tutto questo crea molte sfi de<br />
soprattutto legate a forme <strong>di</strong> isolamento, <strong>di</strong>pendenza,<br />
assuefazione, intossicazione emotiva.<br />
Dice il papa Benedetto XVI che aumentano pure i<br />
pericoli <strong>di</strong> omologazione e <strong>di</strong> controllo, <strong>di</strong> relativismo<br />
intellettuale e morale, già ben riconoscibili nella fl essione<br />
dello spirito critico. Cambia l’idea <strong>di</strong> verità ridotta al<br />
gioco delle opinioni. Si hanno molteplici forme <strong>di</strong><br />
degrado e <strong>di</strong> umiliazione dell’intimità della persona. Si<br />
assiste allora a un “inquinamento dello spirito, quello che<br />
rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta<br />
a non salutarci tra <strong>di</strong> noi, a non guardarci in faccia…”<br />
(Discorso in Piazza <strong>di</strong> Spagna, 8 Dicembre 2009).<br />
Quali compiti educativi hanno i comunicatori della<br />
fede oggi <strong>di</strong> fronte alle sfi de dei nuovi me<strong>di</strong>a?<br />
“Di fronte a questo “nuovo areopago”, plasmato in<br />
larga misura dai me<strong>di</strong>a, dobbiamo essere sempre più<br />
consapevoli che «l’evangelizzazione stessa della cultura<br />
moderna <strong>di</strong>pende in gran parte dal loro infl usso»<br />
(GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris missio, 37).<br />
Potremmo sentirci inadeguati e impreparati; non<br />
dobbiamo tuttavia scoraggiarci” (Giovanni Paolo II).<br />
Nostro compito è “Contrastare l’assimilazione<br />
(assuefazione) passiva <strong>di</strong> modelli ampiamente <strong>di</strong>vulgati e<br />
<strong>di</strong> superarne l’inconsistenza, promuovendo la capacità <strong>di</strong><br />
pensare e l’esercizio critico della ragione” (EDBV, n. 10).<br />
È necessario «aiutare le comunità ecclesiali a prendere<br />
coscienza del ruolo dei me<strong>di</strong>a nella nostra società; far<br />
maturare una competenza relativa alla conoscenza, al<br />
giu<strong>di</strong>zio, alla utilizzazione dei me<strong>di</strong>a per la missione<br />
della Chiesa; sviluppare alcune idee circa i punti<br />
nevralgici della pastorale delle comunicazioni sociali<br />
(comprensione dei me<strong>di</strong>a come cultura e non solo come<br />
mezzi, ecc.); off rire una piattaforma comune per i piani<br />
pastorali che ciascuna <strong>di</strong>ocesi è chiamata a realizzare»<br />
(dal Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione<br />
7 Cfr. RICA, Introduzione, n. 25<br />
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