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MemOria_febbraio_2013 - Diocesi di Oria

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Angelo Maria Monaco<br />

CULTURALE<br />

Uno scrigno barocco da riaprire e<br />

valorizzare: la chiesa <strong>di</strong> San Domenico<br />

a Ceglie Messapica<br />

Tra i vicoli del centro storico, si erge sulla<br />

sommità dell’altura che culmina in piazza<br />

Castello la poco nota chiesa <strong>di</strong> San Domenico.<br />

Sorta nel Cinquecento come cappella de<strong>di</strong>cata a San<br />

Giovanni Battista o dell’ospedale, così come l’annesso<br />

convento femminile, per volere della nobile Aurelia<br />

Sanseverino e <strong>di</strong> suo padre Giovanni, l’attuale chiesa fu<br />

ampliata in forme barocche nel Seicento, e convertita<br />

al santo <strong>di</strong> Guzman quando i Domenicani, stanziati in<br />

città, presero possesso <strong>di</strong> entrambi gli immobili.<br />

La facciata principale preceduta da una ripida<br />

scalinata, sebbene sia rimasta incompiuta nella parte<br />

terminale, colpisce per la sua imponenza. Tripartita e<br />

a doppio or<strong>di</strong>ne, accoglie al centro un ampio portale<br />

caratterizzato da una cornice a bugnato a punta <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>amante, i cui conci sono decorati da un elegante<br />

motivo scolpito a fogliame.<br />

L’interno è ricco <strong>di</strong> opere degne <strong>di</strong> essere valorizzate e<br />

conosciute. A navata unica, con tre cappelle laterali per<br />

lato, culmina in un’abside rettangolare sovrastata da un<br />

ballatoio che accoglie al centro un piccolo ma prezioso<br />

organo settecentesco a canne ormai sconnesse. La volta<br />

a triplice crociera ribassata è profi lata <strong>di</strong> cornici <strong>di</strong><br />

stucco a motivi vegetali, che proseguono lungo i pilastri<br />

<strong>di</strong> sostegno movimentando le superfi ci delle strutture<br />

portanti. Gli altari delle cappelle laterali, sebbene<br />

siano adesso appesantiti da ri<strong>di</strong>pinture eccessive, si<br />

<strong>di</strong>stinguono per la loro pregevole fattura artigianale.<br />

Fedeli alla tipologia dell’altare barocco largamente<br />

<strong>di</strong>ff uso in area salentina, alcuni <strong>di</strong> essi si caratterizzano<br />

per la presenza <strong>di</strong> colonne tortili o fantasiosi incastri <strong>di</strong><br />

soli<strong>di</strong> o <strong>di</strong> putti all’estremità della mensa, che reggono<br />

un timpano con sculture a tutto tondo sulla sommità<br />

oppure ai lati.<br />

Com’è noto, l’Or<strong>di</strong>ne dei Domenicani, tra i più<br />

importanti sin dal Me<strong>di</strong>oevo, si <strong>di</strong>stinse per l’alto<br />

grado <strong>di</strong> cultura dei frati e la consapevolezza<br />

dell’importanza dell’arte come veicolo <strong>di</strong> trasmissione<br />

dei misteri della fede e <strong>di</strong> elevazione morale per i<br />

fedeli. Pur avendo professato voto <strong>di</strong> povertà, l’Or<strong>di</strong>ne<br />

non rinunciò mai a dotare le proprie chiese <strong>di</strong> oggetti<br />

preziosi e <strong>di</strong> immagini eloquenti, consapevole della<br />

capacità <strong>di</strong> attrazione esercitata da tali arre<strong>di</strong> sulla

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