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MemOria_febbraio_2013 - Diocesi di Oria

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polpa addentata. Non velocizza le riforme in<strong>di</strong>spensabili;<br />

ama visibilità proponendosi come asse centrale, piramidale,<br />

gerarchica, quasi sacrale (per competenze e/o tessere). I moderati<br />

vanno gridando: è l’emergenza! Emergenza lavoro, emergenza<br />

sanitaria, emergenza giovani, donne, immigrati, emergenza<br />

carceri, emergenza <strong>di</strong>ritti e sicurezza, emergenza del territorio,<br />

e salvaguar<strong>di</strong>a dei beni archeologici, emergenza smaltimento<br />

rifi uti, emergenza mafi e.<br />

Un’emergenza che non fi nisce mai, è emergenza o catastrofe?<br />

I moderati invocano l’autoregolamentazione, perché restii ai<br />

controlli; lasciano i tesorieri soli alla cassa come un <strong>di</strong>abetico<br />

davanti a una torta. Ultimi Mohicani <strong>di</strong>fendono nel bunker i<br />

privilegi <strong>di</strong> casta, abbordano il riformismo dell’ultima ora (con<br />

patti, agende) per non macchiarsi <strong>di</strong> lentezza elefantiaca. “C’è<br />

del marcio in Danimarca!” grida loro Amleto e ai <strong>di</strong>ffi denti della<br />

democrazia partecipata, ai sospettosi dell’informazione <strong>di</strong>gitale.<br />

È «nell’oscurità della scarsa trasparenza e <strong>di</strong> un’informazione<br />

pigra che le resistenze della burocrazia hanno fatto fallire il già<br />

debole riformismo italiano» (F. Forquet). Le ciance e gli spot<br />

elettorali esibiscono <strong>di</strong>stillati inebrianti <strong>di</strong> “riformismo ra<strong>di</strong>cale”<br />

a quest’Italia moderata.<br />

Il moderato è più un mansionario che un responsabile.<br />

«Per chi è responsabile, la domanda ultima non è: come me la<br />

cavo eroicamente in quest’aff are? Ma: quale sarà la vita della<br />

generazione che viene?» (D. Bonhoeff er). «Noi stessi – aff erma A.<br />

Einstein – siamo parte del problema che stiamo aff rontando; e<br />

nel trattarlo ne usciamo mo<strong>di</strong>fi cati». I citta<strong>di</strong>ni con riferimento<br />

alla Costituzione, i credenti al Vangelo. Quale Vangelo?<br />

2) Il Vangelo è l’antimoderazione dell’esistente. L’Incarnazione,<br />

la Trinità, le Beatitu<strong>di</strong>ni sono contenuti moderati? E la Pasqua<br />

è il miracolo della moderazione? «Maria <strong>di</strong> Magdala... vide che<br />

la pietra era stata ribaltata dal sepolcro». «Lo straor<strong>di</strong>nario si fa<br />

evento» (D. Bonhoeff er). Se questa pietra, che sigilla una tomba,<br />

non sta al suo posto, più niente è al suo posto. Se non c’è or<strong>di</strong>ne<br />

neppure in un cimitero, davvero ogni cosa è sconvolta, non<br />

ci si ritrova più da nessuna parte» (Pronzato); la Risurrezione<br />

“perturba” l’or<strong>di</strong>ne come l’abbiamo stabilito noi. «A Pasqua né la<br />

morte né la vita sono più quello che sono state fi nora. Nessuno<br />

è quello che ve<strong>di</strong>amo. Io stesso non sono più io» (A. Maillot).<br />

La Pentecoste non è più bufera dei<br />

cuori? ”Venne all’ improvviso dal cielo<br />

un rombo, come <strong>di</strong> vento gagliardo”.<br />

«Spesso – scrive Pronzato - cerchiamo<br />

<strong>di</strong> amministrare lo Spirito, ridurlo a<br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> buon senso, dosarlo,<br />

regolamentarlo, per garantire or<strong>di</strong>ne e<br />

<strong>di</strong>sciplina, avallare le decisioni adottate<br />

e legittimare le scelte ormai fatte,<br />

svolgere la funzione <strong>di</strong> arbitro per i<br />

nostri giochi “giu<strong>di</strong>ziosi”, con regole<br />

accurate fi ssate da noi». I sacramenti<br />

non sono doni d’amore? «L’Eucaristia<br />

non include la capacità <strong>di</strong> perdersi,<br />

PROSPETTIVE DI<br />

volontà <strong>di</strong> donarsi, fedeltà “fi no alla fi ne”?<br />

3) Moderatismo e sistema ecclesiale. Aff erma Benedetto XVI:<br />

«Nell’anno della fede vorrei off rire un aiuto per approfon<strong>di</strong>re le<br />

verità centrali della fede su Dio, sull’ uomo, sulla Chiesa, sulla<br />

realtà sociale e cosmica, me<strong>di</strong>tando e rifl ettendo sul Credo. E<br />

vorrei che risultasse chiaro che i contenuti della fede si collegano<br />

<strong>di</strong>rettamente al nostro vissuto». E auspica: «Quanti più apparati<br />

costruiamo, tanto meno c’è spazio per lo Spirito, per il Signore, e<br />

tanto meno c’è libertà. Dovremmo iniziare nella Chiesa un esame<br />

<strong>di</strong> coscienza senza riserve e dovrebbe avere conseguenze assai<br />

concrete, e recare con sé un’ablatio che lasci <strong>di</strong> nuovo trasparire il<br />

volto autentico della Chiesa». Il vissuto<br />

e l’ablatio abbattono i ruoli esaltano il servizio.<br />

Domande: I riferimenti al vissuto e alla realtà cosmica sono alla<br />

base dell’ecclesiale me<strong>di</strong>azione catechetica per adulti, giovani, e<br />

adolescenti? E, il messaggio immoderato del Vangelo è alla base<br />

delle relazioni nelle comunità? «Ci sono voluti secoli perché la<br />

Chiesa comprenda che l’amore trinitario è un amore <strong>di</strong> completa<br />

parità; chi costruisce comunità (preti, vescovi, laici) è un vocato<br />

al ‘superamento’ delle <strong>di</strong>suguaglianze, a dare forza ai più deboli,<br />

a purifi care da ogni tentazione <strong>di</strong> dominio e <strong>di</strong> sottomissione.<br />

Il vero potere nella Chiesa è quello <strong>di</strong> aprire lo spazio al potere<br />

<strong>di</strong> Dio. Quin<strong>di</strong>, dovrà “aiutare i più timi<strong>di</strong> a parlare, ascoltare<br />

la voce delle minoranze, degli emarginati”. Non si tratta più <strong>di</strong><br />

un’autorità del controllo e della denuncia, bensì <strong>di</strong> un’autorità che<br />

apre lo spazio della sorprendente grazia <strong>di</strong> Dio per ciascun uomo.<br />

La vera sfi da alla leadership della Chiesa è: Se <strong>di</strong>amo cre<strong>di</strong>to,<br />

avremo cre<strong>di</strong>to» (T. Radcliff e). Se segue tale stile, non può, un<br />

costruttore <strong>di</strong> comunità, fi ngere <strong>di</strong> chiedere e poi strozzare le<br />

opinioni, <strong>di</strong> ascoltare ed essere sordo all’alterità, fi ngere umiltà<br />

e vivere nell’empireo della propria visione della realtà, chiedere<br />

con<strong>di</strong>visione e temere <strong>di</strong> perderci, pretendere unione e amare il<br />

potere.<br />

Dalle fresche sorgenti del Vangelo sono nati gli or<strong>di</strong>ni religiosi,<br />

i mille samaritani della storia. L’agenda <strong>di</strong> Gesù proclama (a<br />

Nazaret) “l’oggi” <strong>di</strong> Dio nella sua persona e in coloro che fanno<br />

le scelte per gli ultimi. L’oggi <strong>di</strong> Dio è la fraternità che <strong>di</strong>spensa<br />

pace e gioia, che promuove giustizia e verità, che attua l’ “anno <strong>di</strong><br />

grazia del Signore”.<br />

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