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moltitudine e passare inosservata, quella femminile fatalmente attirava<br />
le frecciate più cattive.<br />
A Santa Maria <strong>del</strong>la <strong>Versa</strong> l’idea <strong>del</strong>la bruttezza automaticamente richiamava<br />
l’immagine <strong>del</strong>la Benilde. È lecito pensare che Walt Disney inconsapevolmente<br />
si sia ispirato a lei quando creò il personaggio di Olivia,<br />
la fidanzata di Braccio di Ferro nella fortunata serie di cartoni animati.<br />
Povera Benilde, così buona e gentile con tutti! L’Altissimo è stato con<br />
lei davvero ingeneroso.<br />
Si arrivava a dire che “i bägai is däsdevan äd nott e i piänzevän quänd i<br />
s’ insugnevän la Benilde”, mentre Custant dal canto suo rincarava la dose asserendo<br />
che “l’è püsè brüta che la guerä”.<br />
Ma c’è <strong>del</strong>l’altro. Anni addietro viveva a Pizzofreddo un individuo<br />
dall’equilibrio mentale un po’ instabile, che più volte aveva dato segni<br />
di andare soggetto a turbe psichiche.<br />
Un giorno, in preda ad un raptus di schizofrenia, abbandonò il lavoro<br />
nei campi e scese in paese. Il caso volle che il primo passante incontrato<br />
fosse proprio la Benilde e che la aggredisse con chiari intenti di<br />
violenza carnale. Il fatto fornì lo spunto alla gente per formulare una facile<br />
diagnosi secondo la quale “l’era propi matt dä ligá”.<br />
Attaccabrighe<br />
Parlare di Santa Maria <strong>del</strong>la <strong>Versa</strong> senza un cenno al quartiere Cernaia,<br />
equivale ad imbarcarsi in una avventura il cui esito si sa essere estremarnente<br />
incerto.<br />
È ciò che si accinge a fare l’autore, pur nella certezza di non aver verificato<br />
storicamente la notizia, nondimeno sostenuto da una solida e ragionevole<br />
attendibilità <strong>del</strong>la tradizione popolare, che attribuisce salde basi<br />
di primogenitura alla nascita intorno alla Chiesa di quel nucleo di case<br />
che oggigiorno chiameremmo il “centro storico <strong>del</strong> paese”.<br />
È noto che dal 1748 fino all’unità d’Italia (1860), il Regno di Piemonte<br />
e Sardegna esercitò la sua sovranità sull’Oltrepò Pavese.<br />
I coscritti <strong>del</strong>la Val <strong>Versa</strong> erano perciò arruolati nell’esercito piemontese,<br />
col quale molti di loro combatterono le guerre di indipendenza.<br />
Nessuna meraviglia dunque se qualcuno di costoro sia stato incidentalmente<br />
arruolato con le truppe dirette alla guerra in Crimea.<br />
Tornato miracolosamente salvo dalla guerra, un reduce aveva con-<br />
96 “<strong>Quelli</strong> <strong>del</strong> Ciclo”