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Gli istituti femminili di educazione e di istruzione - Direzione ...

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Introduzione<br />

anni Ottanta 1 , mancano persino stu<strong>di</strong> sugli aspetti normativi, e tanto più se ne<br />

rileva la carenza per quanto attiene alla fase dell’applicazione, che degli interventi<br />

normativi <strong>di</strong> vario tipo ha spesso mo<strong>di</strong>ficato la portata, gli effetti, per non<br />

parlare del reale impatto. A maggior ragione, l’introduzione storica dovrà,<br />

necessariamente, limitarsi ad una presentazione delle questioni e dei no<strong>di</strong> problematici<br />

principali, trascurando non pochi temi, pur <strong>di</strong> grande interesse, <strong>di</strong> cui<br />

solo indagini successive potranno sondare tutto lo spessore. Si cercherà <strong>di</strong> farlo,<br />

anche attraverso qualche significativa esemplificazione, sia soffermandosi sulle<br />

<strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> <strong>istituti</strong> per chiarirne storia, fisionomia e natura delle relazioni<br />

con le autorità scolastiche, sia in<strong>di</strong>viduando i fili conduttori che percorrono il<br />

vasto patrimonio documentario sugli <strong>istituti</strong> <strong>di</strong> <strong>educazione</strong> e <strong>di</strong> <strong>istruzione</strong> femminile<br />

conservato, appunto, presso l’Archivio centrale dello Stato.<br />

È un fatto che, specialmente negli <strong>istituti</strong> retti o gestiti da religiose, l’impatto<br />

con lo Stato unitario fu drammatico, e non solo negli anni imme<strong>di</strong>atamente<br />

successivi all’unificazione. Ma, al <strong>di</strong> qua e prima <strong>di</strong> tale forte <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o, collegi,<br />

conservatori, <strong>istituti</strong> <strong>di</strong> beneficenza, avevano tuttavia costituito dei microcosmi<br />

<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> <strong>educazione</strong> femminile, con una propria storia e proprie tra<strong>di</strong>zioni 2 . I<br />

documenti ce ne presentano uno spaccato che, passando per tutti i gra<strong>di</strong> interme<strong>di</strong>,<br />

va dai prestigiosi educandati governativi, o da quelli altrettanto elitari<br />

delle Dame inglesi <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> o <strong>di</strong> Vicenza, al più miserabile e su<strong>di</strong>cio ricovero<br />

ni, 1884-1902) e che ne hanno messo in luce la ricchezza, legata al rilevante ruolo svolto dalle<br />

ispettrici governative, nuove figure create nel 1875 per la visita dei collegi-convitti <strong>femminili</strong>: in<br />

un’ottica <strong>di</strong> storia locale, E. DE FORT, Istituti <strong>femminili</strong> <strong>di</strong> <strong>educazione</strong> e d’assistenza a Torino<br />

nel secondo Ottocento, in Dal Piemonte all’Italia. Stu<strong>di</strong> in onore <strong>di</strong> Narciso Nada nel suo settantesimo<br />

compleanno, a cura <strong>di</strong> U. LEVRA e N. TRANFAGLIA, Torino, Comitato <strong>di</strong> Torino<br />

dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1995, pp. 297-312; si inserisce invece nell’ambito<br />

degli stu<strong>di</strong> sulla storia delle religiose una pubblicazione <strong>di</strong> fonti riservata alle relazioni ispettive<br />

sugli <strong>istituti</strong> delle Figlie <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice (alle quali l’autrice ha de<strong>di</strong>cato uno stu<strong>di</strong>o<br />

monografico): G. LOPARCO, L’attività educativa delle Figlie <strong>di</strong> Maria ausiliatrice in Italia attraverso<br />

le ispezioni governative (1884-1902), in «Ricerche storiche salesiane», 2002, 1, pp. 49-106.<br />

1 Tra le poche eccezioni va ricordata, in particolare, la sensibilità <strong>di</strong>mostrata da Dina<br />

Bertoni Jovine nell’inserire questo tema all’interno della storia della scuola e dell’<strong>istruzione</strong>.<br />

Cfr. D. BERTONI JOVINE, Funzione emancipatrice della scuola e contributo della donna all’attività<br />

educativa, in L’emancipazione femminile in Italia. Un secolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussioni, Firenze, La<br />

Nuova Italia, 1963, pp. 223-269.<br />

2 Vale la pena <strong>di</strong> osservare in proposito che nuove prospettive per la storia <strong>di</strong> genere si<br />

sono aperte a partire dalla fine degli anni Novanta con l’avvio <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> sondaggi sulle<br />

scritture <strong>femminili</strong> nascoste e “intessute” tra quelle maschili nelle carte d’archivio; dei primi,<br />

parziali censimenti, nati da un approccio che sembra rivelarsi assai fertile, non pochi riguardano<br />

le carte <strong>di</strong> conservatori e monasteri <strong>femminili</strong>, microcosmi finora in ombra <strong>di</strong> religiose ed<br />

“educande”. Per alcune premesse <strong>di</strong> metodo e prime proposte si vedano Donne a Roma.<br />

Ruoli sociali, presenze pubbliche e vite private. Atti del Convegno <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>, Roma 1-2 <strong>di</strong>cembre<br />

1999, in «Rivista storica del Lazio», 2000/2001, 13-14; Scritture <strong>femminili</strong> e Storia, a cura <strong>di</strong><br />

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