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Gli istituti femminili di educazione e di istruzione - Direzione ...

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Introduzione<br />

ni contrarie agli inten<strong>di</strong>menti del ministero, che vennero recepite dai regolamenti<br />

interni <strong>di</strong> vari conservatori. Il mantenimento dell’abito monacale, inoltre, ostacolò<br />

i controlli delle autorità scolastiche, non consentendo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere facilmente<br />

il gruppo delle addette all’educatorio – comprese quelle ammesse irregolarmente<br />

dopo il decreto del 1867 – da coloro che non ne facevano parte.<br />

Osservava l’ispettrice governativa Marietta Guerrini che la mancata applicazione<br />

del regolamento del 1867 in varie province toscane aveva finito per indebolire<br />

il processo <strong>di</strong> laicizzazione un po’ in tutta la regione 1 . Per la provincia <strong>di</strong><br />

Firenze, una <strong>di</strong> quelle in cui l’opposizione alla riforma fu più tenace e organizzata,<br />

affiancare alla documentazione consultabile presso l’Archivio centrale dello<br />

Stato quella conservata in fon<strong>di</strong> archivistici relativi ai singoli conservatori, specchio<br />

delle spinte e delle tensioni che nacquero dall’interno dell’istituzione, fornisce<br />

nuovi e importanti elementi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, chiarendo alcune delle <strong>di</strong>namiche<br />

dei rapporti <strong>di</strong> Operai e consiglieri con la «famiglia» delle oblate e i suoi supporti<br />

esterni.<br />

Ampiamente documentata dalle Carte <strong>di</strong> Cesare Guasti è, ad esempio, la<br />

storia della mancata applicazione del regolamento del 1867 al «S. Niccolò» <strong>di</strong><br />

Prato. Qui le posizioni retrograde e passatiste dell’Operaio allora in carica,<br />

Ranieri Buonamici, estraneo alla nuova sensibilità per l’<strong>istruzione</strong> femminile che<br />

stava maturando nei primi decenni postunitari, vennero definitivamente sconfitte<br />

alla fine del 1868. Ma subito, tra Cesare Guasti, chiamato a prenderne il posto,<br />

e favorevole a fare larghe concessioni alle suore in nome del liberalismo, e il<br />

consigliere Pietro Dazzi, orientato invece a convertire il conservatorio in un pubblico<br />

istituto <strong>di</strong> <strong>istruzione</strong> femminile secondo le <strong>di</strong>rettive ministeriali, emersero<br />

<strong>di</strong>vergenze che ebbero per oggetto proprio i punti nodali del regolamento del<br />

1867. Tutti i principali termini della questione, nonché l’ostilità nutrita dal nuovo<br />

Operaio nei confronti <strong>di</strong> Girolamo Buonazia, che, in qualità <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>tore centrale<br />

per l’<strong>istruzione</strong> primaria e popolare, rivestì un ruolo chiave nelle trattative<br />

con le commissioni dei conservatori, riaffiorano a più riprese negli epistolari <strong>di</strong><br />

Guasti e vengono richiamati con puntigliosa vivacità nei suoi ricor<strong>di</strong> 2 .<br />

1 Marietta Guerrini, che, in <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> una lunga ed intensa esperienza <strong>di</strong> ispettrice<br />

governativa, aveva visitato i conservatori della Toscana, fece a più riprese, nelle sue relazioni,<br />

una lucida cronistoria <strong>di</strong> questa vicenda. Si veda ad esempio il documento 47.<br />

2 Così Guasti registrava ad esempio gli esiti <strong>di</strong> due incontri avuti il 5 e il 9 febbraio 1869 con<br />

Dazzi sull’assetto da dare al «S. Niccolò»: «Egli ha ceduto sempre terreno. Egli voleva e vorrebbe<br />

far due famiglie: una <strong>di</strong> oblate smesse, a cui lasciar portare l’abito domenicano, cantare i vespri e<br />

le compiete ecc.; un’altra <strong>di</strong> maestre e istitutrici <strong>di</strong> nuovo stampo. Ho opposto virilmente; e crederei<br />

d’aver vinto. Anche sul <strong>di</strong>rettore spirituale, egli pensava che l’elezione dovesse <strong>di</strong>pendere<br />

dalla commissione. Ho tenuto fermo per il regolamento leopol<strong>di</strong>no. Finalmente ho conchiuso<br />

che è meglio attenersi a quello che è stato fatto o sarà per farsi per i conservatori <strong>di</strong> Firenze. Mi<br />

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