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Gli istituti femminili di educazione e di istruzione - Direzione ...

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Introduzione<br />

avevano conosciuto nell’isola una straor<strong>di</strong>naria fortuna 1 . Nella seconda metà<br />

dell’Ottocento, i Collegi <strong>di</strong> Maria, con la crescente <strong>di</strong>fficoltà a coniugare insieme<br />

quella molteplicità <strong>di</strong> funzioni che aveva favorito il loro inserimento nella vita<br />

delle comunità urbane (comunità religiose, <strong>istituti</strong> <strong>di</strong> <strong>istruzione</strong> e <strong>di</strong> formazione<br />

cristiana per le ragazze del popolo, educandati, scuole <strong>di</strong> lavori <strong>femminili</strong>),<br />

erano ormai entrati in una fase <strong>di</strong> irreversibile decadenza, che non solo li rendeva<br />

inadeguati a <strong>di</strong>ffondere l’<strong>istruzione</strong> <strong>di</strong> base, ma, nel <strong>di</strong>verso contesto dell’Italia<br />

postunitaria, ne fece, agli occhi delle autorità scolastiche locali più impegnate,<br />

strumenti intollerabili d’incultura e <strong>di</strong> reazione.<br />

Per il letterato acese Lionardo Vigo, noto liberale e sostenitore <strong>di</strong> un programma<br />

che puntava alla realizzazione del progetto autonomistico, senza contrastare<br />

però l’adesione dell’isola al movimento nazionale e a un’identità culturale<br />

italiana 2 , l’<strong>educazione</strong> impartita da orfanotrofi e Collegi <strong>di</strong> Maria contribuiva<br />

ad approfon<strong>di</strong>re la <strong>di</strong>varicazione politica e culturale che travagliava il paese e la<br />

stessa Sicilia. Per Vigo, che nei primi anni Sessanta fu ispettore scolastico del circondario<br />

<strong>di</strong> Acireale, le ragazze poste in quei «reclusori» venivano ridotte a «tale<br />

stato d’ignoranza e <strong>di</strong> selvatichezza e d’istinti retrivi, da sembrare <strong>di</strong> appartenere<br />

ad un altro secolo, ad un altro popolo»: senza un forte impegno del ministero<br />

per uniformare la loro formazione a quella delle coetanee educate nel rispetto<br />

della legge, che da un proficuo e più libero rapporto con l’istituzione scolastica<br />

1 L’orientamento del governo borbonico fu quello <strong>di</strong> inquadrare i Collegi <strong>di</strong> Maria tra gli<br />

stabilimenti <strong>di</strong> beneficenza e i luoghi pii laicali, pur lasciandoli sotto la vigilanza dei vescovi.<br />

Un decreto del luglio 1834 li <strong>di</strong>stinse poi in due categorie, quelli retti dalle regole corra<strong>di</strong>niane,<br />

<strong>di</strong>pendenti dai vescovi, e quelli <strong>di</strong> altra regola, da sottoporsi <strong>di</strong>rettamente all’amministrazione<br />

regia, ma i vescovi tesero ad accentuarne la struttura <strong>di</strong> comunità religiosa per ricondurli tutti<br />

sotto il proprio controllo <strong>di</strong>retto. Per un inquadramento complessivo dell’intricata vicenda dei<br />

Collegi <strong>di</strong> Maria sotto la legislazione borbonica, cfr. C. NARO, I Collegi <strong>di</strong> Maria in Sicilia, in<br />

Chiesa e prospettive educative... cit., pp. 891-904; A. CRIMI, Teoria educativa e scuola popolare<br />

in Sicilia nel tempo dei Borboni, Acireale, Accademia <strong>di</strong> scienze, lettere e belle arti degli<br />

Zelanti e dei Dafnici, 1978; ID., L’<strong>istruzione</strong> femminile tra il Sette e l’Ottocento in Sicilia, in<br />

«Nuovi Quaderni del Meri<strong>di</strong>one», 84 (1983), pp. 465-471; I. FAZIO, Istruzione e <strong>educazione</strong><br />

delle donne nella Sicilia Borbonica, in Contributi per un bilancio del Regno Borbonico,<br />

Palermo, Fondazione culturale Lauro Chiazzese, 1990, pp. 117-135; ID., La Signora dell’Oro,<br />

Palermo, La Luna, 1987, sull’importanza attribuita a queste istituzioni educative nella Sicilia<br />

borbonica, analizzata attraverso uno stu<strong>di</strong>o della “rete <strong>di</strong> relazioni” formatasi intorno al<br />

Collegio <strong>di</strong> Maria <strong>di</strong> Capizzi. Si veda anche la voce «Collegio <strong>di</strong> Maria» a cura <strong>di</strong> Francesco<br />

Scaduto, ridotta e aggiornata da Arnaldo Bertola, in Novissimo <strong>di</strong>gesto italiano, <strong>di</strong>retto da A.<br />

AZARA e E. EULA, 3 a ed., Torino, Utet, 1957.<br />

2 Su Lionardo Vigo, presidente della Accademia Dafnica <strong>di</strong> lettere e belle arti <strong>di</strong> Acireale,<br />

appassionato celebratore della cultura siciliana, corrispondente <strong>di</strong> uomini illustri italiani e stranieri,<br />

e noto liberale fin dai tempi della rivoluzione del 1848, si veda l’introduzione <strong>di</strong> Luciana<br />

Pasquini a L. CAPUANA, Lettere ine<strong>di</strong>te a Lionardo Vigo (1857-1875), Roma, Bulzoni, 2002, pp.<br />

11-31 e L. CAPUANA, Ricordo <strong>di</strong> Lionardo Vigo (1879), ibid., pp. 179-188.<br />

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