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Villaggio della Speranza - Gruppo Missionario Muratello

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Don Vincenzo Boselli, <strong>Missionario</strong> del Preziosissimo Sangue, nato<br />

a Bagnolo Mella il 25/12/1949 è chiamato da tutti i bimbi “Papà”<br />

(ma lo è veramente) per l’amore,la disponibilità, l’aiuto e il rispetto<br />

che dona a tutti questi bimbi che conosce per nome, età, stato di<br />

salute, …<br />

I Missionari del Preziosissimo Sangue, fondati dal sacerdote<br />

romano san Gaspare Del Bufalo il 15 agosto 1815, sono una<br />

sociètà di vita apostolica che si caratterizza per la vita fraterna in<br />

comune, la spiritualità del Sangue di Cristo, il servizio <strong>della</strong> parola<br />

attraverso la predicazione delle missioni popolari, degli esercizi<br />

spirituali, <strong>della</strong> rievangelizzazione nei paesi di antica cultura<br />

cristiana e <strong>della</strong> prima evangelizzazione nelle missioni estere.<br />

Durante la siccità la Congregazione ha fornito cibo ad una zona<br />

intera <strong>della</strong> Tanzania.<br />

La serenità e un amore semplice verso gli altri guidano giorno per<br />

giorno suor Rosaria e don Vincenzo.<br />

Suor Rosaria è stata colpita circa 120 volte dalla malaria, alcune<br />

volte in modo molto forte.<br />

Don Vincenzo oltre 250 volte.<br />

La Tanzania conta 125 Tribù; sono visibili sugli anziani delle tribù<br />

vicine due caratteristiche: una tonda cicatrice sulla fronte e la<br />

mancanza di due denti; era abitudine scaldare sul fuoco una<br />

monetina di metallo che si appoggiava sulla fronte del bambino<br />

quando le madri lo portavano sulla schiena durante i lavori nei<br />

campi; il forte dolore e bruciore facevano continuamente piangere<br />

il bambino; la lacrimazione impediva che una specie di mosca<br />

deponesse le uova sugli occhi: si evitava così una possibile cecità;<br />

la mancanza dei due denti risaliva alla prima infanzia; tolti gli<br />

incisivi e aperta quindi una piccola “finestra” nell’arcata dentaria,<br />

veniva consentita la nutrizione dei “piccoli” mediante cannucce,<br />

nella malaugurata ipotesi che la malaria bloccasse le mandibole.<br />

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